Molto spesso si sente parlare di associazioni ambientaliste. Una tra le più note è parodiate nel mondo dei mass media è “Greanpeace”. Greanpeace è una tra le più famose
associazioni/organizzazioni che si occupano di ambiente e che sono in prima linea su alcune tematiche ambientali, quali la salvaguardia del pianeta e la protezione di specie animali, il riscaldamento globale. Da anni gli attivisti di Greanpeace si occupa di attivismo per sensibilizzare sui temi di rispetto globale della natura. L’associazione venne fondata nel 1971 a Vancouver (Canada) da alcuni volontari, che proprio in quell’anno cercarono di bloccare degli esperimenti nucleari nei pressi dell’Alaska. Il loro scopo era appunto quello di salvaguardare un’area protetta, che altrimenti sarebbe andata distrutta dai suddetti esperimenti. I volontari trovarono consensi nelle fila delle popolazioni del luogo e non solo. Da quell’episodio assunsero i loro principi fondamentali di comportamento, come le proteste non violente. Nel corso del tempo, i volontari che assunsero il nome di Greanpeace, continuarono le loro lotte arrivando a compiere dimostrazioni e collaborazioni su scala mondiale. Oltre alla difesa dell’ambiente, l’associazione da vita a numerose iniziative di formazione e insegnamento delle pratiche ambientali, con inchieste sia su prodotti locali che su aziende globali. Sempre negli anni 70, alcune sedi di Greanpeace, si svilupparono anche in Europa. Dopo di ciò è stato un cammino sempre in ascesa, che ha visto non solo aumentare il numero di volontari, ma anche le iniziative, le denunce (fatte e ricevute) e le proteste che continuano tutt’oggi. Il tutto viene portato avanti con la partecipazione ad eventi di carattere ed organizzazione mondiale. Soprattutto negli ultimi anni, l’attenzione si è rivolta su argomenti quali il greanwashing, gli OGM e lo smaltimento dei rifiuti elettronici.
3.5.1 Il Volontariato
Il volontariato è un’attività libera e gratuita, svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale. Può essere rivolta a persone in difficoltà, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e promuovere la cultura della solidarietà. Il volontariato nasce dalla spontanea volontà delle persone, di fronte a problemi non risolti o non affrontati dallo Stato e dal mercato comunitario. Per questo motivo il volontariato si inserisce nel “terzo settore” insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto (ONLUS) o del “diritto pubblico” (aziende di servizi).
Il volontario è la persona che, in modo spontaneo, rende disponibile a servizio d’uso gratuito e disinteressato il proprio tempo e le proprie conoscenze, alle persone o ad una comunità. La condizione di volontario implica una libera dedizione del proprio tempo e risorse al servizio di chi ne ha necessità. Caratteristica principe del volontariato è l’anteporre il benessere collettivo al massimo profitto individuale. La dimensione sociale del volontariato consiste nel rappresentare e promuovere il bene comune di quella parte delle persone meno in grado di essere rappresentate o di
poter rappresentare se stesse. Il volontariato tende a superare il concetto economico di giustizia commutativa, basato sull’asettico principio dello scambio equilibrato (valore contro valore), rinunziando, almeno in parte, a godere di possibili vantaggi individuali. Con questa ideologia, si possono superare alcune disuguaglianze di opportunità che determinano sovente una posizione di sudditanza, però il soggetto più debole non è sempre facilmente individuabile in quanto chiunque si può venire a trovare in improvvise e indeterminate condizioni di bisogno. Il volontariato può essere prestato individualmente in modo più o meno episodico ed esplicito, all’interno di una organizzazione strutturata che può garantire la formazione degli stessi volontari. Il loro coordinamento, la continuità dei servizi è sancita dalla Legge 266/91 che regola il volontariato organizzato in Italia. Unica in Europa, istituisce delle strutture, presenti in ogni regione, per lo sviluppo e la crescita del volontariato “Centri Servizi per il Volontariato” (CESV) che forniscono gratuitamente alle Organizzazioni di Volontariato servizi nel campo della promozione, della consulenza, della formazione e della comunicazione.
Il volontario, per lo svolgimento del suo compito, deve poter e saper tradurre, le conoscenze dei bisogni e l’analisi delle risorse in un progetto organico che, ottimizzando queste ultime, soddisfi i bisogni emergenti della comunità. Per fare questo, il volontariato è chiamato ad attrezzarsi culturalmente e personalmente. L’analisi dei bisogni e l’individuazione delle risorse, richiedono una capacità di leggere il territorio, nella consapevolezza che in ogni luogo gli stessi bisogni si presentano in modo diverso. La capacità di scambio circolare delle informazioni e dei mezzi, per tali opere, è una capacità necessaria per chi pratica volontariato. Anche le risorse variano da luogo a luogo. È necessario quindi, conoscerle e saperle indirizzare verso chi è in grado di valorizzarle al meglio nel bisogno. Il volontariato quindi deve saper indirizzare le proprie ed altrui forze e competenze, là dove è più urgente il bisogno sia di operatività che di studio. Non basta iscriversi e rimanere a casa propria con l’etichetta di “volontario” ma occorre impegnarsi nella formazione e nelle varie attività secondo il tempo che si desidera mettere a disposizione. Essere volontari non vuole necessariamente dire essere iscritti in una qualsiasi forma associativa, vuol anche dire portare avanti un personale credo di solidarietà, come aiutare nei compiti i figli dei vicini, oppure innaffiare le piante del proprio vicino onde evitare che si secchino (con previo permesso, come prevede la normativa sul diritto di proprietà).
3.5.2 I Centri di Servizio per il Volontariato
I “Centri di servizio per il volontariato” (CSV) sono organismi previsti dall’articolo 15 della Legge 266/91 -Legge quadro sul volontariato-, possono essere organizzazioni di volontariato o enti non commerciali costituiti ad hoc per erogare dei servizi a vantaggio delle organizzazioni di volontariato, iscritte e non iscritte nel registro regionale. I CSV sono finanziati da un fondo speciale messo a disposizione dalle fondazioni bancarie, rivesto un ruolo significativo nei rapporti con la regione, le amministrazioni provinciali e comunali di appartenenza. In alcune regioni sono presenti più CSV spesso raccordati in coordinamenti regionali. Sul territorio si occupano dell’informazione generale su tutti gli aspetti del volontariato e della cultura della solidarietà e dei diritti, con un’attenzione particolare ad analoghe esperienze nazionali ed internazionali. I compiti dei centri di servizio per il volontariato sono molteplici: sostenere, promuovere, qualificare le associazioni di volontariato, quelle cioè che sviluppano attività gratuite ispirate alla solidarietà; con i fondi non spesi, provenienti dalle assegnazioni della Legge 266/91, possono finanziare, sostenere e promuovere servizi per lo sviluppo di progetti di volontariato a forte impatto sociale. I destinatari dei servizi offerti dai CSV sono le organizzazioni di volontariato iscritte o meno ai registri regionali e in alcuni casi, attraverso speciali convenzioni con gli enti locali, l’associazionismo o altre realtà. Per usufruire dei servizi, di norma gratuiti, non è solitamente necessario essere soci.