• Non ci sono risultati.

L’associazione sCATENAti nasce nel 2008 a Bologna. L'associazione sCATENAti nasce come un progetto di L’Altra Babele (un organizzazione politica studentesca di Bolognese), per il contrastato al fenomeno del furto e ricettazione di biciclette. Scatenati agisce sul territorio con campagne di sensibilizzazione al fenomeno degli acquisti delle biciclette rubate e con iniziative più concrete, come le aste di biciclette organizzata assieme ad altre associazioni tra cui: “Piazza Grande”, il “Comitato Piazza Verdi”, “Quartiere San Vitale” (altre associazioni presenti nel territorio Bolognese). Con la collaborazione di molteplici soggetti che si sono succeduti nel tempo, viene promosso anche dall’associazione politica studentesca “Terzo Millennio”, con il contributo e il patrocinio del Comune di Bologna.

“L’Altra Babele” e “Terzo Millennio” sono due associazioni studentesche nate con il preciso scopo di migliorare la qualità della vita degli studenti di Bologna, residenti a Bologna, che vivono a Bologna, attraverso iniziative culturali, attività sociali, servizi, che collaborano per la buona riuscita

culturale: organizzano concerti, letture di poesia, cineforum, conferenze, mostre fotografiche; in ambito tecnico organizziamo corsi e laboratori di grafica ed informatica. Con l’iniziativa scatenati vogliono proporre un modello per creare una parte integrante della soluzione ai furti di biciclette che affliggono la cittadella studentesca di Bologna. Il gruppo Ferrovie dello Stato è stato uno dei principali partner del progetto, in quanto dalla sua nascita ha contribuito all’asta di biciclette, donando periodicamente agli organizzatori delle suddette aste, le biciclette abbandonate all’interno della Stazione centrale di Bologna e non ritirate dai legittimi proprietari. L’idea comune è non solo di promuovere l’uso della bicicletta, ma contrastare il mercato nero e favorire una mobilità sostenibile e condivisibile. Un qualsiasi possessore di bicicletta, può donarla all’associazione e condividere in questo modo il proprio veicolo. Lo scopo delle aste per l’appunto è aumentare il numero di biciclette vendute in maniera legale, sul parco circolante totale, rispetto a una domanda ipoteticamente costante di biciclette anno e riducendo così, la quota di mercato dei veicoli di trasporto a pedale rubati.

Anche la Commissione italiana del’ “UNESCO” (-Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura-) ha concesso il proprio prestigioso patrocinio all’asta di biciclette, nell’occasione della Settimana 2010 del Decennio per l’ “Educazione allo Sviluppo Sostenibile” (DESS), per l’impegno dimostrato dagli organizzatori in favore della mobilità ambientalmente sostenibile, tramite la promozione attiva dell’uso della bicicletta da parte della cittadinanza bolognese.

3.6.1 Le Miniere Urbane

Una cosa poco nota delle cittadine mondiali, ma soprattutto delle discariche in cui le cittadine urbane scaricano i propri rifiuti, è che siano “miniere” di materiali molto preziosi. Non tutti se ne rendono conto, solo i più accorti sono in grado di capirlo. Plastica, vetro, macerie da demolizione, ma soprattutto metalli preziosi e minerali rari contenuti nei rifiuti elettronici (RAEE), prima o poi faranno la fortuna di chi saprà accaparrarseli e rivalorizzarli al meglio come materie prime seconde. Il beneficio di tale raccolta è duplice, il beneficio della pulizia dell’ambiente in cui viviamo, il beneficio di ridurre il materiale in discarica, il beneficio di avere materie prime poco distanti da dove i beni vengono prodotti. Un vantaggio enorme per l’ambiente, il cittadino, l’economia.

L’“Urban Mining” (Miniere Urbane) è un modo nuovo di pensare alle nostre città, in particolare modo i nostri rifiuti, che da scarti esausti a fine vita, diventano materiali con un ciclo di vita lungo, se seguono la filiera produttiva delle “materie prime seconde”. Il concetto di urban mining va inteso come possibilità di ottenere risorse utilizzando i rifiuti urbani, come ciclo di recupero e reimpiego di

materiali la cui domanda è in costate aumento ma la cui reperibilità è difficoltosa, oppure per uno stato, perdere una posizione particolarmente vulnerabile a causa della forte dipendenza dalle importazioni per molti di questi materiali da un numero ristretto di Paesi che ne detengono il monopolio. Perché l’urban mining funzioni e perché le “4 R” del riciclo-riuso-riparazione-riduzione creino un modello di business sostenibile, non si può prescindere dall’efficienza data dai sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e dalla capillarizzazione della loro raccolta. Un innovativo modello di raccolta, che ha dimostrato la sua efficienza è denominato modello del “supermercato al contrario”: coloro che portano dei rifiuti (carta, plastica, elettrodomestici, vetro, olio da cucina, alluminio, Ecc.) ad un isola ecologica, ricevono in cambio dei “punti” che possano poi essere spesi nei negozi locali, garantendo un ritorno economico al tessuto locale. Lo stesso approccio si potrebbe applicare ai distretti industriali, ai quartieri, ai centri direzionali e così via. Obiettivo: semplificare la vita di chi è disposto a riciclare, creare dei meccanismi premianti, controbilanciare la forte pressione al consumo che giunge dai produttori attraverso la valorizzazione del riuso e delle tante miniere che si nascondono in ogni città. Essendo gli elettrodomestici ricchi di terre rare e di altri minerali, sono il principale motivo per cui vale la pena recuperare e riciclare le materie prime “strategiche”, in quanto questi elementi chimici sono fondamentali per l’elettronica, oltre ad essere rifiuti particolarmente inquinanti se dispersi in ambiente. Secondo i dati contenuti nei database delle associazioni ambientaliste, ci sono alte possibilità per la sostenibilità economica del processo di reperimento → smantellamento → rivendita delle materie prime. Il calcolo delle risorse “immobilizzate” può essere strutturato per qualsiasi prodotto, ad esempio gli edifici contengono materiali come metalli, legno, vetro che si renderanno nuovamente disponibili quando queste costruzioni, arrivate al termine della loro vita utile, saranno demolite.

I punti di forza di questa strategia di rinnovo delle materie prime sono: la conservazione delle risorse naturali (materie prime, acqua ed energia), riduzione della quantità e tossicità dei materiali e dei siti di lavoro, riduzione dei rifiuti più pericolosi, i quanto non verranno più movimentati su strada, ma smaltiti nelle apposite strutture mobili e reinvestiti in nuovi progetti. Anche il sistema economico sta comprendendo la necessità di puntare sul riutilizzo di molte risorse, alcuni grandi gruppi che si occupano anche di prodotti/servizi non legati al mondo ambientale, hanno attivato rami di azienda, dedicati al riciclaggio degli inerti (Unilever).