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Parte II I risultati dell’indagine empirica

Capitolo 3 La Comunidad Valenciana e la Regione Toscana

3.3 L’associazionismo Le differenze regional

3.3.1 Le associazioni dei non comunitar

Negli ultimi anni, con l’aumento esponenziale dei flussi migratori, nella Comunidad Valenciana sta emergendo un nuovo tipo di associazionismo di tipo «rivendicativo» (Ambrosini 2005) e di promozione della propria cultura di origine,

sconosciuto fino a pochi anni fa. Come accade anche nel territorio italiano, una delle principali problematiche connesse allo sviluppo di un’organizzazione associativa capace di mettere in atto azioni efficaci, dipende dalla fragilità della struttura e dall’insufficiente competenza in alcuni campi cruciali quali il fundrasing, la progettazione, la comunicazione e l’organizzazione. In particolare, la ricerca effettuata dall’associazione Parsec (2011) sulle associazioni non comunitarie in Italia sottolinea le difficoltà inerenti alla conoscenza della lingua e del contesto burocratico-istituzionale del paese di destinazione. Soprattutto le forme aggregative mononazionali soffrono di questo svantaggio iniziale e sono caratterizzate da un’elevata volatilità60.

Le associazioni non comunitarie si caratterizzano per essere estremamente eterogenee, con una struttura organizzativa frammentata che impedisce lo sviluppo di

coordinazione con le altre associazioni del territorio e la precaria

istituzionalizzazione. Uno dei maggiori problemi, che impedisce a molte associazioni di non comunitari di mettere in campo azioni strutturate ed efficaci, riguarda la mancanza di pianificazione delle modalità di intervento. Le problematiche che ostacolano lo sviluppo di azioni coordinate fra i diversi soggetti del privato sociale sono individuate nella presenza di marcate eterogeneità di composizione. Le eterogeneità sono rintracciabili nella nazionalità, nella diversità delle funzioni, nel carattere aconfessionale e laico di alcune associazioni e l’auto-riconoscimento strettamente religioso di altre. In particolare, la nazionalità di origine assume in questa analisi una fonte di discriminazione di cruciale importanza. Se in Toscana l’appartenenza ad un paese non UE significa una sorta di “uguaglianza nella differenza” in merito all’accesso a certi diritti sociali, culturali e politici, nella Comunidad Valenciana si assiste alla differenziazione fra i cittadini dei paesi terzi: fra coloro che possono esercitare il diritto di voto alle elezioni locali e coloro che ne sono esclusi. In questo senso, le associazioni di stranieri assumono una maggiore importanza per coloro che sono in possesso di nazionalità che sono escluse dalla possibilità di partecipare individualmente alla vita pubblica attraverso strumenti convenzionali quali il voto. È pur vero che lo sviluppo di politiche in grado di favorire la nascita di aggregazioni associative potrebbe essere di cruciale importanza per l’inclusione sociale e politica degli stranieri nel territorio. È difficile valutare a

60

Il report della ricerca Parsec (2011) è consultabile alla pagina web:

livello quantitativo il numero di associazioni di non nazionali presenti a livello regionale sia nella Regione Toscana che nella Comunidad Valenciana.

Tab. 3.4 Numero delle associazioni di cittadini non comunitari nella Comunidad Valenciana

Provincia N. di associazioni % sul totale

Alicante 48 28

Castellón 23 16

Valencia 98 56

Tot. Comunidad Valenciana 169 100

Fonte: Registro de Asociaciones de la Generalitat Valenciana (2005)

I dati relativi alla Comunidad Valenciana si riferiscono al 2005 e ci offrono un’idea della dimensione del fenomeno anche se, quando si tratta di questo peculiare associazionismo ci si aspetta che attualmente il quadro sia cambiato in modo significativo. In merito alla Regione Toscana, una recente ricerca (Candia e Carchedi 2011) evidenzia la presenza nel territorio di 68 associazioni di volontariato composte da cittadini non comunitari. Anche in questo caso il dato è soltanto indicativo in quanto esclude altri tipi di organizzazione, come le associazioni di promozione sociale e le cooperative, oltre a non includere quelle associazioni informali che sfuggono ai dati ufficiali. Secondo la ricerca, la Toscana è la quarta regione a livello italiano con il più alto numero di organizzazioni di stranieri.

Concentrando l’analisi sulla provincia di Alicante, fino agli anni Novanta, i cittadini non comunitari erano sottoposti a segregazione sociale e spaziale. Le condizioni di marginalità in cui vivevano, l’inserimento nell’economia sommersa e le difficoltà legate alla regolarizzazione del permesso di soggiorno, li portava a occupare le abitazioni più deteriorate e a concentrarsi in alcune zone delle città della provincia, come il caso del Barrio de Parque Ansaldo vicino a San Juan. Il fenomeno delle enclave etniche e di segregazione spaziale era significativamente diffuso e la mancanza di un permesso di soggiorno regolare portava a diversi tipi di problemi, come l’assenza di risorse pubbliche e di assistenza medica. Tutto ciò impediva la partecipazione sociale dei cittadini non comunitari e la visibilità pubblica necessaria per la costruzione di un tessuto associativo e partecipativo.

Gli elementi essenziali che articolano le associazioni di non comunitari presenti nella città di Alicante sono la provenienza geografica, la religiosità e la rappresentatività. Per quanto riguarda la provenienza, appare chiaro che la

esperienza socio-politica costituiscono un primo elemento di coesione e di appartenenza a un gruppo e di distinzione dalla società di accoglienza. Da questa premessa nascono la maggior parte delle associazioni algerine, ecuadoriane, colombiane, argentine, peruviane, polacche, nigeriane. L’elemento religioso permette invece di superare i confini nazionali e raccogliere tutti coloro che si sentono parte di quel credo. Spesso si tende a sottovalutare l’importanza della religione, ma nel caso della città di Alicante, in cui una delle prime associazioni di immigrati è stata di stampo musulmano, può essere un elemento di integrazione e appartenenza che può unire differenti collettivi e dare impulso alla nascita di una rete associativa. Per quanto riguarda la rappresentatività, uno degli elementi chiave dell’associazionismo dei cittadini non comunitari, ci si riferisce alla capacità del leader dell’associazione di riuscire a interagire con gli altri attori del territorio locale per mettere in campo iniziative e raccogliere risorse di tipo istituzionale o privato61.

Il fenomeno dell’associazionismo non comunitario si sta moltiplicando nella città di Alicante. Negli ultimi anni sono nate associazioni latino-americane, dell’Europa dell’Est e iniziano ad emergere associazioni asiatiche e subsahariane, che stanno incrementando le reti dei gruppi informali e potrebbero portare alla costituzione di associazioni formali. Si è detto che la debolezza di questo tipo di associazionismo risiede nella sua frammentarietà e nel tipo di obiettivi che si propone, che si orientano alla risoluzione di problemi contingenti piuttosto che strutturali. Si segnala l’assenza di un adeguato appoggio istituzionale in grado di incentivare la nascita di questo tipo di soggetti e la volontà da parte delle associazioni più radicate nel territorio a supportarne la nascita e la formazione di una struttura più stabile. Le associazioni di immigrati che sembrano avere maggiore stabilità sono quelle di stampo religioso che ha portato alla costituzione della Mesa

interreligiosa de Alicante62

Per quanto riguarda la Provincia di Firenze, la ricerca effettuata dal Ciuspo (2006) evidenzia la crescita dell’associazionismo non comunitario dagli anni Novanta, in conseguenza dell’istituzione dell’Albo regionale delle associazioni di stranieri (L.R. 22/1990) che prevedeva un fondo per il sostegno di attività culturali. Se l’associazionismo di stranieri dei primi anni Ottanta era soprattutto di tipo

61Ayuntamiento de Alicante. El asociacionismo en torno al fenómeno de la inmigración en la Ciudad

de Alicante, <http://www.alicante.es/documentos/coordinacion/otros/guia_asociacionismo.pdf>.

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La Mesa Interreligiosa de Alicante è uno spazio di dialogo e confronto fra le diverse comunità religiose che presenti nella città, che insieme a quella di Barcellona, costituisce una delle

«rivendicativo», in questi anni si diffonde un associazionismo fondato sulla provenienza e sulla promozione della cultura di origine (Pirni 2006). Questa specifica forma di aggregazione, sia mononazionale sia plurinazionale svolge un ruolo strategico nello sviluppo di strategie di inclusione socio-politica nel territorio fiorentino, anche se si rilevano una serie di debolezze che dipendono dalla mancanza di coordinamento degli interventi da parte dei diversi soggetti che si occupano del settore immigrazione. Nonostante vi sia l’istituzione di alcuni luoghi che dovrebbero assolvere a questo tipo di funzione, come il Tavolo delle Marginalità e il Consiglio Territoriale dell’Immigrazione, non si è ancora riusciti a strutturare iniziative di azione di lungo periodo su questo specifico ambito, coinvolgendo in primis le associazioni di non comunitari presenti nel territorio (Santoni 2012).

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