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Fase 1 Lo strumento di ricerca: l’intervista qualitativa

Parte II I risultati dell’indagine empirica

Capitolo 4 – Il disegno della ricerca

4.2 Fase 1 Lo strumento di ricerca: l’intervista qualitativa

Considerato l’oggetto di studio e il problema di ricerca, per la parte strettamente dedicata alla fase empirica, si è deciso di utilizzare una metodologia di tipo qualitativo, in connessione con l’analisi descrittiva e bibliografica, attraverso l’impiego della tecnica dell’intervista. Il fenomeno della partecipazione politica dei cittadini non nazionali è difficile da osservare attraverso l’esclusivo utilizzo di statistiche aggregate o di interviste di tipo quantitativo. Una significativa parte degli individui che si intendono indagare non può accedere alle forme di tipo convenzionale di partecipazione, come ad esempio il voto, quindi sfuggono alle informazioni che possiamo derivare dai dati statistici ufficiali. In secondo luogo, l’utilizzo delle interviste di tipo quantitativo come survey e con tracce di tipo standardizzato, non risultano affini agli obiettivi che ci si è posti con quest’indagine e spesso non raggiungono l’universo di riferimento della ricerca. I cittadini non

72 I dati dell’Eurobarometro 2011 inerenti al trend di fiducia nelle istituzioni segnala un forte

decremento della fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee, che è passata dal 50% nel 2004 al 34% nel 2011. Il report è consultabile alla pagina web:

nazionali sono più difficili da rintracciare rispetto agli autoctoni, cambiano più spesso residenza e sono per la maggior parte affittuari. Si deve inoltre tenere conto della diffidenza che ci può essere nel fornire un certo tipo di informazioni e la possibilità di incontrare delle difficoltà linguistiche che impediscono all’individuo di comprendere immediatamente che cosa si sta richiedendo. Le forme di attivazione politica analizzate e il tipo di informazioni a cui si vuole accedere, che riguardano aspetti personali, richiedono l’instaurazione di un certo legame di fiducia tra l’intervistatore e l’intervistato (della Porta 2010), condizione che rende imprescindibile l’utilizzo di interviste faccia-a-faccia.

Per rispondere alla domanda di ricerca posta in questo lavoro, ovvero quali sono i fattori che influenzano le forme di attivazione dei cittadini non nazionali in due contesti locali dell’Europa mediterranea, è apparsa quasi una scelta obbligata l’utilizzo dell’intervista con una traccia semi-strutturata (Bichi 2007). Non si può parlare propriamente di storie di vita, dato che non si ripercorre tutto il percorso biografico, ma piuttosto di episodic interview (Flick 2002). L’intervista è finalizzata a raccogliere alcuni episodi della biografia individuale in relazione al fenomeno che si intende studiare. L’intervista è dunque diretta a raccogliere informazioni relative ad alcuni temi specifici, al fine di sistematizzare i dati emersi facilitandone la comparazione.

Questo tipo di tecnica impedisce di avere risultati di tipo standardizzato, ma permette di cogliere alcune dimensioni e sfumature che possono concorrere alla ricerca di ipotesi di tipo locale inerenti al fenomeno. Il metodo comparato qualitativo utilizzato in questa ricerca è essenzialmente case-oriented in cui i casi sono analizzati in relazione a una combinazione di caratteristiche. Questo tipo di indagine si distanzia dalla metodologia variable-oriented, il cui obiettivo principale è di produrre delle generalizzazioni in merito alle relazioni fra variabili (Ragin 1987). Se da un lato, il primo metodo si caratterizza per la possibile deriva particolaristica, l’altro sembra essere esposto al rischio dell’eccessiva astrazione. Per ovviare al principale svantaggio del metodo case-oriented, si è deciso di connettere i dati statistici sui due casi con i risultati emersi dall’analisi empirica qualitativa. Il tema oggetto di indagine non può portare ad una teoria generale in quanto gli elementi considerati come le forme di partecipazione nel paese di origine e di destinazione, il capitale sociale posseduto dall’individuo (sia prima che dopo la mobilità), il tipo di cultura politica e i diversi fattori che concorrono alla formazione di un certo percorso

di inclusione sono talmente peculiari che possono essere applicabili ad un contesto, ma non ad un altro e differire in modo significativo tra loro sia a livello locale che nazionale. Nell’ambito di questa ricerca, lo scopo delle interviste è stato diretto a individuare alcuni elementi della biografia individuale che hanno concorso o meno all’attivazione politica nel territorio di accoglienza, tenendo in considerazione gli elementi che lo hanno portato alla costruzione delle ipotesi di fondo.

La traccia di intervista73 utilizzata è stata sostanzialmente suddivisa in tre parti. La prima sezione è diretta a ricostruire l’esperienza politica dell’individuo nel paese di origine, mettendo in evidenza il suo processo di socializzazione politica e le motivazioni che hanno portato alla mobilità. Per questo, si è partiti dall’individuazione dell’interesse politico dei genitori: gli studi sul processo di socializzazione segnalano come la famiglia può essere un luogo in cui l’individuo inizia a formare una propria coscienza politica, che sarà poi influenzata da altri agenti socializzatori come il gruppo dei pari, la scuola e dal momento storico in cui avviene. Questa specifica fase del processo di socializzazione contribuisce alla formazione di comportamenti politici e all’apprendimento di codici culturali, competenze, informazioni relative alla dimensione politica (Bettin Lattes 2006). Il tipo di interesse per la dimensione politica del paese in cui si è cresciuti, gli strumenti di partecipazione a cui si è ricorso e gli elementi che hanno poi condotto all’esperienza di migrazione sono utili a capire il tipo capitale sociale, la posizione occupata nel paese di origine e come la mobilità abbia influito sulle modalità del prendere parte. In merito agli strumenti, sono stati utilizzati come indicatori l’appartenenza ad associazioni, sindacati, movimenti sociali, ma anche la partecipazione ad azioni di protesta quali manifestazioni, sit-in, scioperi. Per quanto riguarda il capitale sociale sono state evidenziate le dimensioni inerenti al tipo di relazioni intrattenute dall’individuo, se di tipo nazionale o internazionale, al fine di comprendere la tendenza o meno a sviluppare un capitale di tipo etnico (Ambrosini 2001). Si è poi cercato di valutare le caratteristiche socio-demografiche dell’individuo attraverso il sesso, il tipo di istruzione, il lavoro svolto, il tipo di motivazioni (di ordine economico, sociale o culturale) che possono aver influenzato

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La traccia è stata sviluppata riprendendo alcune delle domande utilizzate nella ricerca MOVEACT coordinata da Ettore Recchi sulle forme di partecipazione dei cittadini comunitari e neo comunitari in Italia, Spagna, Grecia e Francia. Per dettagli, cfr. Recchi et al. (2012), “All citizens now”: intra-EU mobility and political participation of British, Germans, Poles and Romanians in Western and Southern Europe, scaricabile alla pagina web:

la scelta di indirizzarsi verso un altro paese. Al momento dell’analisi delle interviste, tali elementi saranno poi messi in relazione con il tipo di posizione occupata nella società di accoglienza evidenziando le conseguenze politiche che possono verificarsi passando dal centro alla periferia in seguito ad una esperienza di mobilità.

La seconda parte riguarda le fasi del progetto migratorio nel paese di accoglienza, inerenti al processo di inclusione sociale e alla familiarizzazione alla dimensione politica della società in cui si è scelto di emigrare. Infatti, si assume che il tipo di inserimento e la presenza di ostacoli o attenzione delle istituzioni e dei vari soggetti nei confronti dei nuovi abitanti, possano favorire o meno l’interesse per la dimensione politica del contesto sociale di accoglienza. In questo senso, la comparazione fra la Regione Toscana e la Comunidad Valenciana appare particolarmente interessante poiché queste due regioni offrono una struttura delle opportunità politiche differenti ai cittadini non comunitari. Si vedrà in seguito in quale direzione la minore o maggiore apertura del sistema politico può orientare l’interesse e l’attivazione politica di questa categoria di cittadini.

La terza fase è invece più strettamente legata alle forme di partecipazione adottate nella società di destinazione: l’attenzione si focalizza sulle modalità manifeste di attivazione frutto del percorso di inclusione sociale e politica operato in sinergia tra la società di origine, la società di accoglienza, la cittadinanza posseduta e le esperienze dell’individuo. Ci si riferisce alle forme di partecipazione al voto locale ed europeo, l’affiliazione ai partiti, associazioni e movimenti sociali, l’esperienza o meno di candidatura per quanto riguarda i cittadini comunitari e neo-comunitari. Per i cittadini non comunitari sono stati selezionati come indicatori la partecipazione al voto ai Consigli degli stranieri, per quanto riguarda la Toscana e il ricorso al voto locale per i cittadini non comunitari della Comunidad Valenciana, ma anche le forme di mobilitazione e di associazionismo.

Le interviste sono state condotte tra febbraio e giugno 2012, con una durata di circa 40 minuti l’una, interessando cinque cittadini tedeschi, cinque romeni e cinque peruviani per un totale di quindici interviste per ogni territorio. Le fasi più complesse della ricerca hanno riguardato la scelta del contesto specifico in cui svolgere le interviste e la selezione degli intervistati. Nei seguenti paragrafi saranno specificate le motivazioni che hanno condotto alla formulazione dell’impianto della ricerca e le dimensioni che sono state prese in considerazione per strutturare la traccia di intervista.

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