Le cause dell’attacco
Costantino IV con la grande vittoria riportata sui musulmani era riuscito a recuperare un certo prestigio internazionale, come testimoniato dalle ambascerie degli Avari e Slavi a Costantinopoli494. Sia Teofane sia il patriarca Niceforo ricordano
un periodo di tranquillità indisturbata in Oriente come in Occidente495, mentre nel
califfato esplose una profonda crisi politica in seguito alla morte del califfo Mu‘āwiya, avvenuta il 6 ottobre 680496. Costantino IV, approfittando della situazione
militare particolarmente favorevole, intraprese una campagna militare nei Balcani per imporre la propria sovranità su territori che erano rimasti molto permeabili da oltre mezzo secolo. Nel 680 iniziò una spedizione contro i Bulgari, nella quale fu impegnata anche la flotta imperiale. Essa navigò nel Mar Nero e approdò a nord della foce del Danubio per aspettare la cavalleria (che nel frattempo stava avanzando lentamente lungo la costa). Il terreno paludoso, però, favorì i Bulgari, che riuscivano sempre ad evitare lo scontro campale; gli imperiali furono infine battuti e costretti a ritirarsi in modo precipitoso497. I vincitori occuparono il distretto di Varna498
costringendo Costantino IV a pagare un tributo umiliante e a riconoscere la formazione di uno stato indipendente in territorio romeo499. Non dobbiamo però
sopravvalutare questo fatto, in quanto l’area effettivamente ‚concessa‛ ai Bulgari era ormai da tempo sottoposto alle tribù slave. Il conflitto comunque proseguì anche
494 Bury, History, II, pp.314-315; Stratos, Σό βυζάντιον, V, pp.51-55; Louth, Byzantine Empire, p.301;
Haldon, Seventh Century, pp. 63-66.
495 Niceph. pp. 84-87; Theoph p.356.
496 Brooks, The Arabs, p.189; Kennedy, The Prophet, pp. 84-89.
497 Stratos, Σό βυζάντιον, V, pp. 94-115; Browning, Bulgaria, pp. 45-48Haldon, Seventh Century, pp.63-
67; Sophoulis, Bulgaria, pp. 105-111.
498 Niceph. pp. 88-91. Theoph, , p.359. 499 Niceph. pp. 88-91. Theoph, p.359
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nell’ anno 681500. Il trattato firmato con il khan Asparuch (che regnò tra il 681 e il
702)501 assicurò all’impero una tregua anche sul fronte balcanico, consentendo
all’imperatore di rafforzare la propria posizione interna.
Costantino IV, inoltre, prendendo atto dell’impossibilit| di recuperare le province del Vicino oriente, cadute in mano musulmana, convocò a Costantinopoli un concilio ecclesiastico che portò alla condanna definitiva del monotelismo e del monoergismo (7 novembre 680- 16 settembre 681)502. In questo modo vennero eliminate le tendenze
‚monofisite‛ nella chiesa costantinopolitana, che non avevano portato ad un riavvicinamento con i monofisiti, ma solamente a nuove e più profonde lacerazioni. Poco dopo la conclusione del concilio, Costantino volle privare i fratelli del regno, suscitando però l’opposizione del senato e, da quanto ricorda Teofane, anche una certa agitazione da parte delle truppe anatoliche503. Nonostante ciò l’imperatore fece
mutilare i propri fratelli alla fine del 681. Questo fatto si può interpretare con la volontà di rafforzamento del proprio potere, ed infatti, l’esclusione dei fratelli spianò la strada alla elezione di Giustiniano II, il 18 febbraio 685.
Negli ultimi anni di regno (684-685) il sovrano guidò una vittoriosa campagna militare contro la Cilicia, approfittando della guerra civile che imperversava nei territori musulmani, in seguito alla morte di Mu‘āwiya504. Costantino IV morì di
dissenteria nel settembre 685, poco dopo la conclusione delle operazioni militari, lasciando il trono al giovane Giustiniano, che aveva solo sedici anni. Il nuovo califfo ‘Abd al-Malik ibn Marwān, tra l’aprile e il settembre 685, ritenne opportuno rinnovare la pace con l’impero, mantenendo il del tributo annuale di 3.000 solidi,a cui furono aggiunti 1.000 nomismata ogni settimana, più il rilascio di uno schiavo ed un
500 Bury, Hstory, II, pp.333-334; Stratos, Σό βυζάντιον, V, pp.94-115 ; Browning, Bulgaria, pp.46-48;
Treadgold, State, pp.328-329; Haldon, Seventh Century, pp.66-67; Shepard, Slavs and Bulgars, pp. 229- 231; Sophoulis, Bulgaria, pp 108-111.
501 PmbZ n. 654.
502 Concilium Constantinopolitanum tertium I-II (ed. Riedinger) = Mansi XI, 189-1024. 503 Theoph, p.352.
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cavallo, e la concessione di metà delle imposte di Cipro, dell’Armenia e dell’Iberia505.
Questa situazione permise al nuovo imperatore di concentrare la propria attenzione sui Balcani: già negli anni 688-689 è attestata una spedizione militare per sottomettere Bulgari e Slavi506, che portò all’asservimento di numerose tribù stanziate nella zona
intorno a Tessalonica. Esse furono in seguito deportate da Giustiniano II in Asia Minore, per consentire il ripopolamento della regione, devastata dalle razzie arabe dei decenni precedenti507. Questa politica demografica venne adottata anche per i
Ciprioti, che furono stanziati a Cizico508 e a Nea Iustinianopolis e per i 12.000
Mardaiti del Libano509, che vennero dislocati in varie regioni dell’impero, ma
soprattutto attorno ad Antalya.
L’aggressiva politica di Giustiniano II, volta ad espandere la sfera di influenza romano orientale, portò ben presto ad un nuovo scontro con il califfato. La dislocazione dei ciprioti in altre aree dell’impero privava lo stato islamico di notevoli entrate fiscali e ciò, unitamente alla cieca fiducia di Giustiniano nelle proprie forze armate, indusse i Romei a pianificare un’invasione dell’Armenia. Leonzio510, stratego
degli Anatolici, già fedele sostenitore del defunto Costantino IV, fu incaricato di guidare la campagna (691-692)511. Le armate imperiali nonostante gli iniziali successi,
ottenuti anche grazie al supporto di gran parte della nobiltà armena, furono però sconfitte duramente presso Sebastopoli. La disfatta aveva come causa principale la diserzione degli Slavi, appena insediati nell’impero. Secondo Teofane l’imperatore, per vendicarsi, avrebbe fatto assassinare tutte le componenti etniche di origine slava insediate in Bitinia512. Giustiniano II, inoltre, temendo che Leonzio potesse ribellarsi e
505 Dölger, Reg. 257; Brooks, The Arabs, p. 189; Bury, History, II, p. 314; Head, Justinian II, pp. 26-27e 31-
35; Haldon, Seventh Century, pp. 69-70; Kennedy, The Prophet, pp.90-94 ; Leontsini, Kωνσταντίνος Δ΄.
506 Theoph. p.364; Niceph. pp. 92-95. 507 Theoph. p.366.
508Const. Porph. De Adm. Imp. pp.224-225 riporta che i Ciprioti furono rimpatriati dopo soli 7 anni,
quindi durante il regno di Tiberio Apsimaro.
509 Theoph. p. 364; Hitti, Islamic State, pp. 247-248; Head, Justinian II, pp. 35-36. 510PmbZ n.4547
511 Stratos, Σό βυζάντιον,VI, pp. 29-48; Head, Justinian II, pp. 45-51; Louth, Byzantine empire, pp. 302-
303; Haldon, Seventh Century, pp. 70-74.
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lo fece imprigionare513. Nel frattempo Smbat Bagratuni514, un nobile armeno passato
al servizio del califfo, dopo Sebastopoli condusse una campagna contro l’Armenia bizantina515, favorendo in questo modo l’avanzata musulmana. Nel medesimo anno
(692) Giustiniano cercò, dopo aver convocato il Concilio Quinisesto (che si svolse all’interno del palazzo di Costantinopoli), di riaffermare la supremazia della sede ecclesiastica costantinopolitana e il ruolo del sovrano come tutore della Chiesa. Questo atteggiamento portò ad una situazione di tensione con il papato; vi furono gravi ripercussioni sul piano politico, con ribellioni delle milizie di Roma e Ravenna, che si rifiutarono di arrestare il pontefice e tradurlo nella capitale516.
Nella primavera del 695 sono testimoniate spedizioni musulmane contro l’Anatolia517. La difficile situazione indusse Giustiniano, nell’estate del 695, a liberare
l’ex stratego Leonzio, affidandogli il comando del nuovo comando dell’Ellade518,
nella Grecia centrale. Giustiniano II ordinò a Leonzio di partire subito da Costantinopoli ma il generale, temendo che il suo allontanamento fosse un modo per mandarlo allo sbaraglio in un’area di frontiera, era titubante. Prima della partenza ricevette la visita di due vecchi monaci, Paolo e Gregorio. Quest’ultimo gli predisse che sarebbe salito sul trono. Leonzio, rincuorato, con il suo esiguo seguito si recò al pretorio, annunciando che l’imperatore voleva entrare, e le porte furono spalancate. Seguì uno scontro tra le truppe di Giustiniano II e i seguaci di Leonzio, in seguito al quale i detenuti furono liberati ed arruolati tra i sostenitori dell’usurpatore.
Giustiniano II, temendo un’alleanza tra Leonzio ed il patriarca Callinico, tentò di far assassinare quest’ultimo. Callinico, però, sfuggito alla morte, radunò il popolo in S.
513 Kaegi, Unrest, pp. 187-188 afferma che Leonzio era l’unico personaggio in grado di guidare una
rivolta contro l’imperatore, sia perché comandava le truppe più numerose sia perché le continue purghe attuate dai sovrani precedenti avevano lasciato molti vuoti nella catena di comando dell’esercito imperiale.
514 PmbZ n.6828 515 Theoph. pp. 366-367
516 Stratos, Σό βυζάντιον, VI, pp. 49-64; Guillou, Régionalisme, pp. 209-211; Head, Justinian II, pp.59-71;
Haldon, Seventh Century, pp.73-74.
517 Brooks, Arabs, p. 190.
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Sofia, proclamando Leonzio imperatore dei Romei519. Giorgio Monaco ricorda che
l’incoronazione dell’usurpatore avvenne grazie al sostegno della fazione degli Azzurri. Giustiniano, tra il 15 agosto ed il 1 settembre 695 fu catturato e condotto al cospetto di Leonzio. Questi lo inviò in esilio a Cherson, dopo avergli fatto amputare il naso e la lingua. I principali sostenitori del regime precedente, Stefano520 e
Theodotos521 furono mutilati e arsi vivi.
L’attacco contro Costantinopoli
Leonzio iniziò il suo breve regno senza alcuna opposizione. Ben presto però fu costretto a fronteggiare un’insurrezione delle truppe in Lazica, guidata dal patrizio Sergio. Ad essa si aggiunse un attacco arabo sia contro l’Anatolia sia contro l’esarcato d’Africa. Soprattutto in quest’ultima regione la situazione divenne critica e Leonzio vi spedì un abile generale, un certo Giovanni patrizio522, al comando di una flotta.
Nell’anno 697 Cartagine cadde in mano ai musulmani, prima dell’arrivo dei soccorsi. Le truppe romano orientali riuscirono comunque a riprendere la città, ma, , subirono una decisiva sconfitta nel 698, perdendo per sempre il controllo dell’area. I superstiti si imbarcarono alla volta di Costantinopoli; durante una sosta a Creta, le truppe, profondamente demoralizzate dalla sconfitta e, probabilmente, anche senza paga da tempo, assassinarono il loro comandante, proclamando imperatore il δρουγγάριος dei Κιβυρραίωται Apsimaro523, che salì al trono con il nome di Tiberio II (698-705). La
flotta ribelle avanzò fino a Sykai, sul Corno d’Oro, mentre nella capitale la situazione era critica, per la comparsa di un’epidemia di peste che imperversava da quattro mesi. L’usurpatore riuscì a penetrare all’interno delle mura solo dopo aver corrotto i soldati che custodivano la porta delle Blachernai. Leonzio venne quindi detronizzato,
519 Georg. Mon. p. 731; Theoph. p. 369; Niceph.pp. 94-99; Head, Justinian II, pp. 92-98; Stratos, Σό
βυζάντιον, VI, pp.85-96. Treadgold, Byzantine revolutions, pp. 208-210
520 PmbZ n.6980 521 PmbZ n.7904 522 PmbZ n.2766 523 PmbZ n.8483
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mutilato ed esiliato nel monastero di Psamathion, nei sobborghi della capitale524. Molti
dei suoi sostenitori furono esiliati, come nel caso del futuro sovrano Filippico Bardanes525.
Le conseguenze politico-militari
Il nuovo imperatore si mostrò ancor più debole del predecessore, rinunciando a qualsiasi tentativo di riconquistare l’Africa. Nell’anno 699-700 le armate imperiali invasero la regione di Samosata, prendendo numerosi prigionieri, ma la reazione musulmana non si fece attendere. Gli Arabi nel biennio seguente condussero numerose spedizioni contro i territori Romei, senza incontrare grandi resistenze. Le sconfitte contribuirono a creare un clima di instabilità politica, che culminò, nel 702, con il tentativo di usurpazione di Filippico526, figlio del patrizio Niceforo527, che venne
poi esiliato a Cefalonia. L’anno successivo si verificò una ribellione in Armenia, contro il dominio musulmano; gli Arabi riuscirono a ben presto a riprendere il controllo della regione. Per vendicarsi dell’appoggio fornito agli insorti da parte del governo bizantino essi intrapresero una campagna contro la Cilicia, ma furono costretti al ritiro dalle armate imperiali, guidate dal fratello dell’imperatore, Eraclio528.
524 Theoph. p. 370; Niceph. pp.98-101; Bury, History, II, pp.327-330 e 352-354; Stratos, Σό βυζάντιον, VI,
pp. 103-110; Kaegi, Unrest, pp. 188-189; Treadgold, Byzantine revolutions, pp. 210-211; Haldon, Seventh
Century, pp. 74-76; Petersen, Siege Warfare, pp.691-692.
525 Herrin, Philippikos, pp. 251-252 526 PmbZ n.6150
527 PmbZ n.5258 528 PmbZ n.2558
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