• Non ci sono risultati.

L’autofocus e la fotografia digitale

3.6.1 “Foto Pierluigi”, un esempio di dolce vita e paparazzo

4. Fase di decadenza: dagli anni ’70 ai giorni nostr

5.2. Gli anni ’80 – ‘90: l’avvento della tecnologia digitale.

4.2.1. L’autofocus e la fotografia digitale

Si può far risalire il primo approccio allo sviluppo di una tecnologia fotografica digitale già al 1975, anno in cui un ricercatore della Kodak, Steven Sasson, lavora sulla realizzazione di un apparecchio che sfruttasse la tecnologia CCD (Charge Coupled Device - Rilevatore di Luce Elettronico) per l’immagazzinamento di immagini. Il prototipo che derivò da questo primo approccio aveva una risoluzione di 0,01 megapixel. La prima fotografia con esso realizzata fu in bianco e nero, e ci vollero 23 secondi per registrarne i dati su di una cassetta.

Ci vollero ovviamente diversi anni prima che venisse, da altri, affinata la tecnica a stento intuita da Sasson, e si raggiungesse un livello qualitativamente accettabile dell'immagine. Il 24 agosto del 1981, a quasi cent’anni dalla nascita della fotografia, fece la sua comparsa sul mercato la Sony Mavica FD5 (Magnetic Video Camera)244, prima vera macchina fotografica

243

120

digitale, reflex era questa una che sfruttava come principale supporto di memorizzazione un floppy disc.245

Si può dire che fu questa la prima volta che le immagini venivano registrate su di un supporto digitale mobile invece che sulla classica pellicola, cominciava così l’era dell’immagine elettronica. Contemporaneamente, fa la sua comparsa anche un’altra significativa innovazione tecnologica, la funzione autofocus, è la Pentax a realizzare la prima reflex autofocus, la ME-F, in cui il sensore AF era incorporato all’apparecchio. La connessione tra corpo macchina ed obiettivo, che per ovvie ragioni era uno zoom motorizzato, aveva luogo tramite contatti elettrici situati sull’innesto dell’obiettivo246.

Però già l’anno dopo, la presentazione al mondo di queste due sensazionali novità, il mercato della fotografia subisce un crollo, e diversi storici impianti vedono le proprie vendite subire un repentino calo; in alcuni casi arrivano alla chiusura di alcuni compartimenti, come successe per l’Agfa, che chiuse la sua fabbrica di apparecchi fotografici di Monaco e vendette quella dei proiettori.247 Ma nonostante ciò l’avanzamento tecnologico procede, seppur con alcuni ritardi, ed intorno al 1984 iniziò quella che fu la vera e propria corsa alla digitalizzazione ed automazione incorporata degli apparecchi fotografici.

In questo anno viene inventata la scheda flash memory, ad opera della Toshiba, sarà questo il formato che soppianterà il rullino.

Nell’85 ecco la Minolta7000, una reflex con autofocus integrato e anche di un sistema di avanzamento motorizzato della pellicola.

A partire da queste seguiranno diversi altri modelli via via sempre più perfezionati sia in hardware che ora anche in software. I pixel di definizione aumentano, si comincia a lavorare sul creare macchine sempre più compatte, prima solo analogiche poi anche digitali: la RC- 701 è la prima reflex digitale Canon, prodotta nel 1986 e la Ion, del 1989, la prima compatta digitale.

244

A presentare il nuovo rivoluzionario prodotto fu il fondatore della Sony in persona Akio Morita (1921 – 1999).

245https://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/1981-1999.php

246 Questo modello di fotocamera presenta un particolare tipo di innesto, denominato Kf. Realizzato

appositamente per permettere la nuova tecnologia di automazione della messa a fuoco. Ad un normale innesto a baionetta tipo K vennero aggiunti cinque contatti elettrici, attraverso i quali veniva regolato il funzionamento dell’esposimetro e del sensore AF (Auto Focus), situati nel corpo della fotocamera, nonché per comandare il motore di messa a fuoco situato nell’obiettivo.

http://www.glossari.it/glossariofotografiadigitale.html

121

Assieme a questi nuovi sistemi di registrazione delle immagini video in formato elettronico cominciano ad essere sviluppati anche prodotti per la loro memorizzazione, editing, trasmissione e stampa. È l’avvento di Photoshop: il primo software professionale per la gestione delle immagini, che presto diventerà un imprescindibile strumento della fotografia, mettendo ora in primo piano la fase di post-produzione dell’immagine248.

Nel 1995 viene commercializzata la prima fotocamera compatta digitale con display LCD, la QV-10, della Casio, che grazie al suo display incorporato permetteva di visualizzare istantaneamente il risultato dei propri scatti.

È questa la vera rivoluzione del digitale: il poter vedere le immagini ottenute immediatamente dopo aver eseguito lo scatto; ed anche, grazie alla parallela diffusione dei PC, il vantaggio di scaricare le fotografie scattate sul computer abbatte i costi di pellicola e di sviluppo, consentendo all'utilizzatore di ottenere le proprie immagini con l’unica spesa per l’acquisto iniziale della fotocamera, seppur consistente (e per questo non ancora da tutti sostenibile).

In queste prime fasi di sviluppo lo scetticismo verso questi nuovi strumenti era ancora molto forte nei fotografi, soprattutto nei professionisti. Infatti queste prime fotocamere digitali erano sprovviste delle molto sviluppate accortezze meccaniche ed ottiche, a cui gli apparecchi fotografici erano giunti in un secolo di perfezionamento. Queste macchine non avevano ottiche intercambiabili, e le regolazioni (manuali) di diaframma e tempo di esposizione erano decisamente poche, cosa che limitava notevolmente le peculiarità di realizzazione dei fotografi ai crescenti automatismi.

A contribuire agli iniziali dissapori tra fotografi professionisti e fotografia digitale (in parte presenti tutt’ora), vi fu poi la realizzazione della consapevolezza che, attraverso questa tecnologia, vi fosse il serio rischio di perdere l'esclusività delle loro competenze professionali in quanto, soprattutto grazie all'utilizzo dei nascenti software per la rielaborazione digitale, la possibilità di creazione di immagini non più solo soddisfacenti ma, addirittura, “perfette” (almeno dal punto di vista tecnico), stava arrivando alla portata di chiunque.

Presto si arriva alla nascita dei primi apparecchi reflex digitali, che oltre alle funzioni automatiche permettono anche quelle manuali, restituendo ai fotografi la possibilità di agire a propria discrezione sulla coppia tempo/diaframma. Vengono, inoltre, resi disponibili obiettivi sofisticati e soprattutto intercambiabili.

248

122

Ecco nel 1991 la prima reflex digitale, la DCS-100 (firmata Kodak). Composta da una normale Nikon F3, modificata nel dorso per contenere il sensore da 1,3 Megapixel, un motore MD-4, il convertitore analogico-digitale; una unità esterna, la DSU (Digital Storage Unit), era collegata via cavo, in essa era contenuto l'hard disk e comprendeva un display da 4". Un anno dopo, con la DSC-200 l’hard disk veniva incorporato nel dorso digitale della macchina249.

Si susseguono così diversi modelli di differenti case di produzione, ognuno di essi migliore del precedente, con sempre più funzioni integrate, e parallelamente si lavora sul fronte della compattezza.

Si arriva quindi al 1999, la Nikon presenta ora la reflex D1, la prima reflex digitale progettata in quanto tale, invece che sfruttare un modello a pellicola preesistente e rielaborarlo adattandolo al formato digitale.

E con l’avanzare del nuovo millennio, ed il raggiungimento di standard digitali elevatissimi, anche quest’ultima meraviglia tecnologica viene resa accessibile anche al grande pubblico, che se ne dimostra da subito un entusiasta estimatore.

Così la tecnologia digitale, fino ad ora riservata (almeno economicamente) alla casta professionale, approda alla sua reale fortuna: è l’era del punta e clicca selvaggio. Il feticismo per il ricordo fotografico investe chiunque in qualsiasi ambito e momento di vita; in ciò aiutato dalla totale automatizzazione degli apparecchi fotografici, che ora stanno comodamente in tasca e non richiedono alcuno sforzo, né conoscenza tecnica, né concentrazione, né abilità artistiche o fotografiche, per realizzare un numero potenzialmente infinito di scatti.