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L’avifauna del Lago di Porta

L’area del lago, sebbene non abbia grandissime dimensioni, raccoglie un importante numero di tipologie di uccelli, circa un centinaio di specie av- vistabili in un anno, legate sia ai diversi ambienti presenti che al periodo stagionale.

L’elevata quantità di specie è dovuta alle diverse tipologie di ambienti ido- nei alla loro riproduzione, come il canneto con i suoi chiari, il cariceto e le aree boscate con differenti gradi di allagamento del terreno.

Il gruppo più rilevante, tra quelli presenti, è quello degli aironi, predatori acquatici con forme slanciate, con 10 specie differenti: Airone cenerino, Airone rosso, Airone bianco maggiore, Garzetta, Sgarza ciuffetto, Airone guardabuoi, Nitticora, Tarabuso, Tarabusino e Mignattaio.

La loro presenza, non elevata a causa delle dimensioni ridotte dell’area, denota una importante quantità di prede nel comprensorio, di cui si ciba- no; tra queste si trovano gli anfibi, i pesci, le alborelle, i cavedani, i lucci e il gambero rosso americano, molto invasivo e divoratore di piante e orga- nismi acquatici che è stato introdotto da sconsiderati.

Le aree di alimentazione degli individui nidificanti si trovano all’interno della zona umida, sia nei chiari che nei canali, e nelle aree esterne a quel- la palustre come gli stagni del Golf Versilia, nei corsi dei fiumi Versilia e Pannosa e nella rete di canali e fossi.

Tra le specie di airone, tre nidificano nel comprensorio: Airone cenerino, Airone rosso e Tarabusino. La prima nidifica probabilmente dal 2011, il suo insediamento è dovuto alla sua espansione numerica avvenuta in tutta la regione Toscana e nel 2012 si è riprodotta con 9 – 12 coppie. Questa è sicuramente la specie più visibile; si ciba nel canneto, lungo i corsi d’ac- qua e in aeree esterne al lago e trova in alcuni alberi del bosco il riparo dove dormire.

L’airone rosso nidifica con certezza nell’area dal 2007 anche se questa era già stata ipotizzata durante gli anni 2000 e nel 2012 si è riprodotta con due coppie.

Il numero di individui di questa specie è limitato, il loro ambiente natu- rale preferito è quello di contatto tra le zone d’acqua e la vegetazione e la

sua alimentazione avviene esclusivamente all’interno del Lago di Porta. L’airone bianco maggiore e la Garzetta sono caratteristici del periodo di svernamento e in quello migratorio con la Garzetta molto più presente. La Sgarza ciuffetto e la Nitticora si osservano nei periodi migratori con 1 – 2 individui per la prima specie e con gruppi anche di 16 per la seconda. La Nitticora era stata individuata come nidificante con una singola cop- pia in passato.

L’airone guardabuoi utilizza nel corso dell’inverno le alberature di fronte a Casina Mattioli come sito di riposo notturno e durante la giornata si disperde in un raggio di alcuni chilometri dall’area del lago.

I più interessanti tra gli aironi risultano essere il tarabuso e il tarabusino, con il primo molto raro sia come presenza che come visibilità, che si ali- menta e si riproduce all’interno del canneto.

La bonifica delle aree umide avvenuta durante i secoli, ha compromesso l’esistenza di questa specie fino quasi alla sua estinzione in quanto vive in aree caratterizzate da estese formazioni di vegetazione palustre allagate. Nell’area del Lago di Porta questa specie è svernante e migratoria sebbene duranti gli anni ’90 era nidificante.

La loro nidificazione era sicuramente legata alla popolazione osservata nell’area umida di Massaciuccoli che sul finire degli anni ’90 era la più popolata a livello nazionale.

Le attuali possibilità di avere una popolazione nidificante sono legate al ripristino delle condizioni idonee al Lago di Massaciuccoli dal momento che il Lago di Porta ha una dimensione troppo ridotta per avere una po- polazione autosufficiente.

Il tarabusino rispetto al tarabuso è di dimensioni più piccole e meno raro; era presente con una popolazione di 3 – 6 coppie durante gli anni 2000 ma attualmente sono state rilevate 6 – 8 coppie nidificanti.

Come il tarabuso, questa tipologia, è legata alla presenza del canneto, all’interno del quale si alimenta e si riproduce. Inoltre la sua nidificazione avviene anche in tipologie ambientali palustri caratterizzate da una folta copertura vegetale, anche di piccole dimensioni.

Conclude la descrizione degli aironi il Mignattaio, visibile generalmente

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nei periodi tra la fine di febbraio ed i primi di aprile, è stato avvistato con gruppi rappresentati da 3 ai 5 individui che utilizzavano gli alberi su un isolotto di fronte a Casina Mattioli come siti notturni di riposo.

Durante l’arco della giornata si allontanano dall’area per tornare sola- mente al tramonto.

Spesso simboleggiante l’avifauna palustre è il gruppo delle anatre che dal 2000 ha incrementato il proprio numero di elementi grazie agli inter- venti, realizzati dal comitato di gestione dell’area protetta, di taglio della vegetazione e di ampliamento dei chiari esistenti.

Di questa categoria fanno parte il Cigno reale, l’Alzavola, il Germano rea- le, l’Anatra domestica, la Marzaiola, il Mestolone, la Moretta e la Moretta tabaccata. La presenza di quest’ultima specie è stata riscontrata per la pri- ma volta recentemente, è stata favorita dagli interventi gestionali descritti ed è particolarmente importante perché attesta che la conformazione dei chiari ottenuta è idonea all’insediamento e alla stabilizzazione di questa specie rara.

Una presenza stabile sull’area è quella del falco di palude, visibile spesso mentre sorvola il canneto in caccia delle sue prede. Questa tipologia di uccello è caratteristica delle zone umide in parte ricoperte di vegetazione. La sua nidificazione nell’area è stata riscontrata nel 2007 e attualmente una coppia nidificante è da ritenersi certa mentre una seconda è da rite- nersi nidificante eventuale.

I falchi di palude si spostano frequentemente sia sull’area di Massaciucco- li che nei rilievi collinari e montani della Versilia.

Un altro gruppo di uccelli è quello rappresentato da quattro specie stret- tamente imparentate appartenenti alle Rallidi, con abitudini differenti e poco visibili: la Folaga vive negli specchi d’acqua interni chiusi dal can- neto, la Gallinella d’acqua abitante dei chiari, dei fossi e del canneto dove quest’ultimo è meno denso, il Porciglione che occupa solamente le zone coperte dalla vegetazione; durante la riproduzione si insedia all’interno del canneto mentre durante l’inverno occupa tutte le zone allagate, inclu- so il bosco e la Schiribilla che è una specie nidificante estiva.

Queste specie permangono nell’area tutto l’anno e sono più numerose

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Airone cenerino Tarabusino

Tarabuso Moretta tabaccata

durante l’inverno con l’arrivo di individui svernanti.

L’area palustre è caratterizzata anche dalla presenza di una comunità di Passeriformi di canneto all’interno della quale troviamo l’Usignolo di fiu- me, Beccamoschino, Salciaiola, Forapaglie castagnolo, Cannaiola, Can- nareccione, Pendolino, Bengalino e Migliarino di palude.

Tra queste, le specie più importanti sono rappresentate dalle popolazioni di Salciaiola e Forapaglie castagnolo, mentre la più abbondante è quella dell’Usignolo di fiume grazie alla sua adattabilità con cui si insedia all’in- terno di tutta l’area in cui sia presente un substrato umido e una folta copertura vegetale.

Quest’ultima è presente tutto l’anno ed è ampiamente distribuito su tutta l’area con differenti gradi di densità: maggiori nelle aree palustri, minori nelle aree boscate dove si insedia nelle porzioni con terreno umido e folto sottobosco, non necessariamente costituito da specie strettamente igrofi- le. La Salciaiola è una specie molto rara che si riscontra attualmente nel Lago di Porta con un solo individuo maschio ed è caratteristica delle aree palustri con folta copertura vegetale allagata e sufficientemente estesa. Il Forapaglie castagnolo è presente durante tutto l’anno ma di inverno è difficile da avvistare anche se il numero di individui aumenta con l’arrivo di quelli svernanti provenienti dall’Europa orientale.

Il lago rappresenta uno dei pochi siti occupati da questa specie in Toscana e in Italia.

Il canneto inoltre offre la possibilità di dormire ad altre specie di Passe- riformi tra cui lo Spioncello, dello Storno, e la Rondine che rappresenta nel miglior modo il fenomeno della migrazione e l’arrivo della primave- ra. Raggiunge le aree del centro e Nord Europa transitando sulle aree dell’Italia e sull’area del Lago di Porta dopo aver attraversato il deserto del Sahara partendo da siti di svernamento localizzati in Nigeria Repubblica Centro Africana, Togo, Sierra Leone e Camerun.

A fine estate invece le rondini, che utilizzano il Lago come dormitorio, provengono da una vasta area che si estende dall’ Europa centro setten- trionale e dalla Toscana settentrionale. Durante l’arco della giornata sor- volano le aree circostanti in circa di alimenti per poter acquisire le scorte

di grasso necessarie per poter affrontare il viaggio migratorio fino all’Africa sub – sahariana. In questo periodo la loro concentrazione è molto elevata e può interessare centinaia di migliaia di individui.

Le rondini legano la loro presenza all’ambiente agrario tradizionale in cui le condizioni ideali alla costruzione del loro nido fangoso sono garantite da stalle, ricoveri per animali, magazzini e fienili.

Il suo nutrimento avviene principalmente attraverso l’aeroplancton, ossia insetti volanti, riducendo di conseguenza il numero degli insetti talvolta dannosi per l’agricoltura

Come detto, le rondini durante le loro migrazioni primaverili e tardo estive trovano nel canneto del Lago di Porta il loro dormitorio; questo è dovuto principalmente a due motivi: la riduzione del rischio proveniente dai predatori come rapaci, diurni e notturni, e di mammiferi carnivori, la possibilità di alimentarsi in maniera abbondante prima della notte in modo da ridurre il rischio di raffreddamento e di ricostruire le riserve di grasso necessarie al viaggio del giorno successivo.

La costa tirrenica italiana rappresenta per questa tipologia di uccelli una delle principali rotte per il Mediterraneo centrale e il Lago costituisce un punto strategico essendo posizionato tra il mare e le Apuane, alla con- fluenza della rotta migratoria che segue l’arco ligure, ad ovest, con quella che segue la valle del Magra, a nord, considerata come la porta di accesso alla Pianura Padana centrale.

Tornando ad analizzare le specie animali che risiedono nell’area protetta, all’interno delle aree boscate, si ha una presenza di specie meno rare di quelle che popolano l’area palustre.

Si possono notare le specie corticicole il Torcicollo, Picchio verde, Pic- chio rosso maggiore, Picchio rosso minore, Picchio muratore e Rampichi- no che sebbene non siano specie rare, difficilmente sono presenti con una densità elevata come quella riscontrata nell’area di Porta.

Tutte queste specie sono nidificanti nell’area, la specie più diffusa è quella del Picchio rosso maggiore mentre la più limitata risulta essere quella del Picchio rosso minore e del Picchio verde, specie che si alimenta princi- palmente nel terreno e che probabilmente trova nell’grado di umidità del

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terreno una limitazione importante alla sua sopravvivenza.

L’elemento che determina differenze nella distribuzione delle specie sia all’interno del bosco che nel canneto, è il grado di umidità o di allaga- mento del terreno. Il bosco determina la composizione e la struttura degli strati più bassi della vegetazione, che sono occupati da tipologie di uccelli che sono tipiche delle aree cespugliate o delle zone umide.

Insieme a queste, nelle parti del bosco più maturo si rinvengono alcune specie che sono legate al tronco sia per l’alimentazione che la nidificazio- ne.

Per quanto riguarda il canneto, i differenti gradi di allagamento del terre- no ne influenzano la struttura con infiltrazioni del bosco nelle parti meno allagate, con le carici nelle parti che si allagano periodicamente e la can- nuccia che si estende dove il terreno è sempre allagato.

Queste differenze influenzano la distribuzione e la densità delle specie che popolano il canneto con particolare riferimento alle Rallidi e Silvidi. Tutti questi ambienti fanno sì che il Lago di Porta sia uno dei complessi in cui si ha, rispetto ad una superficie di limitate dimensioni, una grande quantità e distribuzione di specie di uccelli che possono essere divise in più categorie: residenti nell’area (49), migratrici (21), nidificanti estive (19) e svernanti (21).

Le specie che spiccano sulle altre sono la Moretta tabaccata, il Tarabuso, la Salciaiola, il Falco di palude, il Tarabusino ed il Forapaglie castagnolo. Il Falco di Palude, il Forapaglie castagnolo e la Salciaiola sono distribuiti in Italia in maniera frammentata e puntiforme, limitata a pochissimi siti. Per tutte e tre le specie il grosso della popolazione è localizzata nel Lago di Massaciuccoli e il Lago di Porta rappresenta una estensione di quest’ul- tima e una delle poche aree toscane con un importante ruolo per la loro conservazione in quanto, se il Lago di Massaciuccoli offre un’area molto più vasta dove insediarsi e riprodursi, il Lago di Porta non soffre dei pro- blemi di inquinamento riscontrati a Massaciuccoli.

In conclusione quest’area non deve essere conservata solo per la tipologia di paesaggio, sopravvissuto alle trasformazioni antropiche, ma anche per il mantenimento delle specie vegetali e animali che la popolano.

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Gallinella d’acqua Forapaglie castagnolo

Rondine Picchio rosso maggiore

Martin pescatore Picchio verde

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L’importanza naturalistica