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Il piano di Indirizzo Territoriale

L’attuale Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggisti- co è stato approvato con la delibera del Consiglio Regionale del 27 marzo 2015 n. 37 “Atto di integrazione del piano di indirizzo territoriale con va-

lenza di piano paesaggistico”. Il piano è organizzato su due livelli: quello

regionale e quello d’ambito.

Tra le finalità di questo piano si riscontrano la promozione di uno sviluppo

socio - economico sostenibile, uno sviluppo del territorio capace di conci- liare competitività, qualità ambientale e tutela paesaggistica ai fini di una miglior qualità della vita e del benessere della collettività, il perseguimento della salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e la promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali.

Le invarianti strutturali del Piano individuano i caratteri specifici, i prin- cipi generativi e le regole di riferimento per definire le condizioni di tra- sformabilità del patrimonio territoriale. L’area umida del Lago di Porta è inserita all’interno delle prime due invarianti strutturali, “I caratteri idro-

geomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici” e “I carat- teri ecosistemici del paesaggio”.

All’interno della prima, il Lago di Porta, è inserito nel sistema morfoge- nico delle depressioni retrodunali, “aree di pianura costiera dal drenaggio

naturalmente ostacolato dalla subsidenza e dalla formazione di strutture di aggradazione litoranee della Costa a dune e cordoni”.

Per questi tipi di aree vengono date le seguenti indicazioni per le azioni: 1. mantenere e preservare i sistemi di bonifica idraulica;

2. evitare l’eccessivo abbassamento del livello della falda acquifera; 3. valutare la possibilità di espandere le aree umide, a spese di aree boni-

ficate la cui conservazione implichi eccessivi abbassamenti della falda;

4. regolamentare l’immissione di sostanze chimiche ad effetto eutrofizzan-

te nelle aree umide di valore naturalistico

All’interno della seconda invariante oltre ad una suddivisione in ecosiste- mi, tra cui l’ecosistema palustre e fluviale, vengono riportate delle infor-

mazioni sulla la rete ecologica da costituire, con indicazioni riguardanti in particolar modo le direttrici di connettività da riqualificare o ricostruire,

corridoi ecologici costieri e fluviali da riqualificare, barriere infrastrutturali principali da mitigare e più di 100 aree critiche pe la funzionalità della rete per processi di artificializzazione o di abbandono degli agroecosistemi.

Come si vede dalla carta dei caratteri ecosistemici del paesaggio, l’area del Lago di Porta rappresenta un’area critica per i processi di artificializ- zazione, nella quale deve essere inoltre riqualificato il corridoio ecologico fluviale e ricostruita la direttrice di connettività tra fascia costiera e la zona montana. Dall’analisi dell’ecosistema palustre e fluviale, sulla tematica delle aree umide, risultano le seguenti indicazioni per le azioni:

1. Riduzione dei processi di frammentazione delle zone umide e di arti-

ficializzazione delle aree circostanti, evitando nuovi processi di urba- nizzazione, di consumo e impermeabilizzazione del suolo e favorendo la trasformazione delle attività agricole verso il biologico o comunque verso forme di agricoltura a elevata sostenibilità ambientale.

2. Miglioramento della qualità delle acque e riduzione delle pressioni am-

bientali e delle fonti di inquinamento di origine industriale, civile o agricola, situate nelle aree adiacenti o comunque confluenti nelle aree umide. Ciò con particolare riferimento alle aree umide classificata come zone di criticità ambientale dal PRAA e nelle Aree critiche per la fun- zionalità della rete (ad es. Lago di Massaciuccoli, Lago di Orbetello, Laghi di Chiusi e Montepulciano, Padule di Fucecchio, ecc.).

3. Mantenimento e/o incremento dell’attuale superficie degli habitat umi-

di; tutela degli habitat di interesse regionale e/o comunitario, delle fito- cenosi e delle rare specie animali e vegetali palustri e lacustri.

4. Mantenimento/incremento delle aree con estesi canneti (con particolare

riferimento alle zone umide di Fucecchio e Massaciuccoli) e realizza- zione di interventi di gestione e riqualificazione degli habitat palustri e lacustri.

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rimento, con particolare riferimento alla gestione dei livelli delle acque per le zone umide derivanti dalla presenza di dighe.

6. Aumento della superficie interessata da boschi planiziali anche attra-

verso progetti di riforestazione mediante utilizzo di specie ed ecotipi fo- restali locali.

7. Riqualificazione e valorizzazione di ecosistemi lacustri derivanti dalla

presenza di siti estrattivi abbandonati su terrazzi alluvionali.

Relativamente ai corridoi ecologici fluviali da riqualificare vengono ri- portate le seguenti indicazioni: Miglioramento dei livelli di permeabilità

ecologica delle aree di pertinenza fluviale riducendo i processi di consumo di suolo e miglioramento dei livelli di qualità e continuità degli ecosistemi fluviali attraverso la riduzione e mitigazione degli elementi di pressione an- tropica e la realizzazione di interventi di riqualificazione e di ricostituzione degli ecosistemi ripariali e fluviali. Le azioni sono relative ad interventi di piantumazione di specie arboree/arbustive igrofile autoctone per l’allarga- mento delle fasce ripariali e per ricostituire la continuità longitudinale del- le formazioni ripariali, creazione di fasce tampone sul reticolo idrografico di pianura alluvionale, rinaturalizzazione di sponde fluviali, mitigazione degli impatti di opere trasversali al corso d’acqua, riqualificazione natu- ralistica e paesaggistica di ex siti di cava o discarica in aree di pertinenza fluviale, ecc.

Il Piano Paesaggistico riconosce il sistema idrografico composto da fiumi, torrenti, corsi d’acqua, nei suoi elementi biotici, abiotici e paesaggistici, quale componente strutturale di primaria importanza per il territorio re- gionale e risorsa strategica per il suo sviluppo sostenibile.

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici negli strumenti della pianifica- zione territoriale, devono: promuovere forme di fruizione sostenibile del

fiume e dei contesti fluviali anche attraverso la creazione di punti di sosta, itinerari, percorsi di mobilità dolce, e incentivare iniziative volte al recupero di manufatti e opere di valore storico-culturale come testimonianza di rela- zioni storicamente consolidate tra fiume e comunità insediata.

All’interno dell’ambito di paesaggio 2 “Versilia e costa apuana” vengono inoltre sintetizzate ed evidenziate, nella carta delle criticità relativa al ca- pitolo delle interpretazioni di sintesi, le criticità relative all’area lacustre in esame come l’alterazione degli ecosistemi lacustri e palustri e isolamen-

to e frammentazione delle zone umide, l’alterazione degli ecosistemi fluviali con interruzioni del continuum ecologico, la presenza di direttrici di con- nettività ecologica interrotte o critiche, il rischio di deflussi inquinanti verso le aree umide e aree agricole intercluse con rischio di urbanizzazione.

Inoltre tra gli obiettivi di qualità della disciplina d’uso di questo ambito si trovano quelli che mirano a: salvaguardare e valorizzare i collegamenti

trasversali (pendoli interno-costa) che collegano le marine con i centri storici pedecollinari dell’entroterra (Carrara, Massa, Montignoso, Serravez- za, Pietrasanta, Camaiore, Massarosa) attestati sull’asse Sarzanese-Aure- lia, e con il sistema dei borghi collinari e montani favorendo le modalità di spostamento integrate, sostenibili e multimodali e quelli che mirano a salvaguardare e riqualificare il complessivo ecosistema del Lago di Massa- ciuccoli e i relittuali ecosistemi dunali (dune di Forte dei Marmi e dune di Torre del Lago), palustri e planiziali (lago di Porta, aree umide retrodunali della macchia lucchese, boschi della versiliana) quali elementi di alto valo- re naturalistico e paesaggistico. Le indicazioni prevedono di:

1. creare percorsi per la mobilità dolce e migliorare continuità dei tracciati

esistenti;

2. creare nodi di scambio per trasporto intermodale, anche al fine di garan-

tire una maggiore efficienza del trasporto collettivo;

3. tutelare e mettere a sistema i percorsi e gli spazi aperti residuali lungo

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