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Le strutture di birdwhatching

Questa tipologia di struttura permette la relazione più stretta tra l’uomo e l’avifauna senza che gli animali si sentano in pericolo.

Le tipologie proposte sono differenti a seconda che ci si trovi all’interno dell’ambiente del canneto o in quello del bosco.

Quelle interne al canneto sono raggiungibili tramite un graduale approc- cio alle parti più intime e importanti dell’area grazie all’utilizzo di rampe per la discesa, che eliminano le barriere architettoniche, e di passerelle in legno in cui il parapetto irregolare mitiga la presenza umana e al tempo stesso le integra all’interno del luogo.

Il disegno proposto della costruzione si contrappone per la sua forma re- golare all’ambiente circostante, per mettere in evidenza la sua apparte- nenza alla categoria dell’artificio, ma al tempo stesso ci dialoga cercando una simbiosi perfetta tramite l’utilizzo della cannuccia di palude per il suo rivestimento.

La pianta è a base quadrata e questa proporzione si mantiene anche in alzato; al piano terra lo spazio di osservazione è privo di qualsiasi arredo o elemento che possa ostacolare la fruizione delle persone diversamente abili. Tramite una scala con gradini a sbalzo, rivestiti in legno e ancorati ad una trave a ginocchio in acciaio, si accede al piano superiore dove lo spazio è organizzato secondo un sistema di sedute alternate a tavolini, per godere di un maggior comfort durante l’osservazione.

In entrambi i piani le differenti posizioni in altezza delle aperture, non derivano da una scelta aleatoria ma seguono la logica delle diverse quote di visione raggiungibili dai visitatori, che siano questi bambini, adulti o persone disabili.

Partendo da una apertura posizionata ad una altezza minima di 60 cm dal piano di calpestio, viene completato tutto il range di visuale raggiungibile, con step in altezza che variano tra i 30 e i 60 cm che permettono di rag- giungere la quota massima di 180 cm.

Lo spazio è stato ideato utilizzando il modulo di 60 cm e attraverso l’utiliz- zo dei suoi multipli o sottomultipli, le linee degli elementi architettonici quali rivestimenti, arredo e finestre trovano una perfetta corrispondenza

portando dinamicità ad uno spazio geometrico.

La struttura portante della costruzione è stata progettata in legno lamella- re ed è stato fatto un dimensionamento dei suoi elementi portanti. L’ana- lisi strutturale ha riguardato solamente un dimensionamento dal punto di vista della resistenza in quanto questa esercitazione ha rappresentato un personale ed iniziale approccio al calcolo di questo materiale.

A questo scopo sono state analizzate le azioni del vento, del sisma e della neve, i carichi variabili e i pesi propri della struttura. In Copertura i ca- richi agenti riguardano il carico neve, il vento, i pesi propri strutturali e i pesi propri portati come il peso del rivestimento e della baraccatura. Per i solai orizzontali il carico variabile utilizzato riguarda le categorie suscettibili di affollamento C1 ed è pari a 3kN/mq.

Per l’azione sismica è stata condotta un’analisi di tipo dinamica lineare. Il solaio a livello di piano è composto da travicelli in legno lamellare GL24H posti ad un interasse di 60 cm che hanno una sezione di 18x24 cm. Su questi è appoggiato il tavolato in Rovere, dello spessore di 3 cm, che svolge la funzione di controventatura orizzontale per la struttura. Lo schema utilizzato per il calcolo dei travicelli è quello della trave dop- piamente appoggiata soggetta ad un carico uniformemente distribuito e sono stati verificati a flessione in mezzeria e a taglio nella sezione di ap- poggio.

Gli appoggi sono costituiti dalle travi di bordo incernierate ai pilastri. La loro sezione è di 22x44 cm e sono realizzate con legno lamellare GL32H. Lo schema utilizzato per il calcolo, anche in questo caso, è quello di trave semplicemente appoggiata, ma i carichi agenti sono di tipo puntuale in corrispondenza di ogni travicello sorretto. Le verifiche condotte hanno riguardato la flessione e il taglio.

Per quanto riguarda la copertura, le capriate di bordo permettono il po- sizionamento della trave di colmo per l’appoggio degli arcarecci, sopra i quali è posizionato il tavolato e il relativo pacchetto di copertura.

Partendo dagli arcarecci, che hanno una sezione di 8x16 cm in legno lamellare GL24H, sono stati schematizzati come travi semplicemente ap- poggiate, inclinati di 17 gradi, e verificati a flessione e taglio, trascurando

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lo sforzo normale dovuto alla scomposizione dei carichi agenti.

La trave di colmo, insieme alle travi di bordo in copertura, rappresenta gli appoggi di questi arcarecci. Il suo schema statico è di trave semplice- mente appoggiata sulle capriate ed ha una sezione di 22x28 cm in legno lamellare GL28H. La sua verifica è stata condotta con lo stesso procedi- mento utilizzato per le travi di bordo a livello di solaio.

Lo schema statico della capriata è quello di una trave reticolare, caricata nei nodi attraverso le reazioni vincolari calcolate per gli appoggi delle travi di colmo e di bordo della copertura.

Da questo schema è stato ricavato lo sforzo normale agente sui puntoni per la verifica di stabilità e lo sforzo di trazione del tirante, verificato a resi- stenza. La Sezione dei puntoni è di 10x16 cm in legno lamellare GL24H mentre il tirante è realizzato tramite due travi del medesimo materiale della sezione di 8x30 cm.

Infine l’incastro alla base dei pilastri ha permesso di non utilizzare i con- troventi di parete. Questi elementi, della sezione di 36x36 cm in legno lamellare GL32H, sono stati verificati a pressoflessione deviata, sia per la resistenza che per l’instabilità, e a taglio.

Le combinazioni di carico SLU utilizzate fanno riferimento alle classi di durata del carico: permanente, lunga, breve, media ed istantanea.

Queste classi si riferiscono ad un carico costantemente attivo per un certo periodo di tempo nella vita della struttura. A seconda della classe di durata del carico e della classe di servizio viene ricavato il valore del coefficiente

Kmod che riduce la resistenza del materiale, con un grado di severità che è

proporzionale all’aumentare della durata del carico.

Per quanto riguarda i pilastri, le sollecitazioni più gravose riguardano quelle portate dal sisma.

Questo azione, ai fini della combinazione è considerata istantanea e di

conseguenza il coefficiente Kmod è pari ad 1; per questo motivo le solle-

citazioni sono state ricavate direttamente dall’analisi fatta dal programma di calcolo SAP2000 ed utilizzate per le verifiche dell’elemento.

Passando ad osservare il dettaglio costruttivo, si possono notare le connes- sioni tra i vari elementi, realizzate tramite piastre a scomparsa.

Le loro dimensioni non sono verificate ma permettono di capire il loro funzionamento.

Dal punto di vista del rivestimento, segue la logica di quello visto in prece- denza per Casina Mattioli con la creazione di una parete ventilata, all’in- terno della quale i pluviali scaricano l’acqua che filtra dal rivestimento della copertura che risulta avere una inclinazione minore di 40° e per questo permeabile. In questo caso gli elementi di supporto al rivestimento verticale, non sono ancorati alla muratura ma ai vari elementi del telaio. La seconda struttura di birdwhatching progettata, riguarda quelle previste all’interno del bosco, alle quali si accede tramite delle passerelle in legno che, specialmente durante la stagione invernale, permettono di avere un percorso sempre fruibile.

Lungo il percorso organico progettato, i punti di sosta sono caratterizzati da una pavimentazione che si espande all’interno della vegetazione, alla ricerca di una maggior connessione tra artificio e natura, da una seduta in contrasto cromatico e materiale con l’ambiente circostante e da un pannello informativo, riguardante la flora e la fauna presente, in accordo con il linguaggio formale utilizzato.

Entrando nello specifico della struttura di osservazione, questa è stata ide- ata come casa sull’albero.

La piattaforma di base, sulla quale è sviluppata, sfrutta il sistema di anco- raggio tipico delle piattaforme dei parchi avventura, nelle quali le travi, sulle quali appoggia il tavolato, sono fissate per attrito al fusto dell’albero tramite tiranti in acciaio che non perforano la pianta.

La scelta del tipo di albero non può essere effettuata a priori ma si deve basare su un’analisi della pianta riguardante la sua età, le sue dimensioni e la sua capacità portante.

Per questo motivo la soluzione adottata prevede l’utilizzo di un albero ideale avente un diametro minimo di 50 cm. Nel caso in cui, nella realtà, non potesse essere utilizzata la tipologia di albero presente, si renderebbe necessario l’infissione di un pilastro in legno, capace di svolgere la mede- sima funzione.

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Dal punto di vista compositivo, la casetta è definita da una pianta quadra- ta, la cui proporzione è riscontrabile anche nell’alzato, per la motivazione di appartenenza all’artificio.

In questo caso il tipo di rivestimento esterno è realizzato attraverso stuoie di salice, che è una tipologia di pianta tipica di questo ambiente.

Le aperture seguono la logica delle differenti quote di visuale raggiun- gibili dai visitatori e sono posizionate in modo da coprire tutto il range di utilizzo. Le dimensioni, rispetto all’altra struttura, delle aperture sono fisse di 30x30 e questa misura rappresenta in il modulo base che, insieme all’utilizzo del sottomultiplo di 15 cm, ha definito lo spazio.

In questo modo si è ottenuto una perfetta relazione tra gli elementi archi- tettonici in grado di portare dinamicità allo spazio geometrico.

L’ingresso alla struttura avviene tramite una scala, costituita da due ele- menti laterali in acciaio che sorreggono i gradini, rivestita in legno. Anche in questo disegno possiamo ritrovare l’elemento formale comune.

Infine il suo disegno modulare permette una rapida variazione della strut- tura, volta all’eliminazione delle barriere architettoniche. Di fatto la strut- tura mantenendo la stessa forma, ancorandosi a due alberi ed avendo una tipologia di accesso caratterizzata da una rampa, risulta perfettamente accessibile.

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Bibliografia

Proposta di recupero ambientale e produttivo dell'ex Lago di Porta - Alci- de Tonacci, Mirella Tongiani, Maria Antonietta Viti

Schede per una ricerca storico naturalistica - Gatti Angelo

Area Naturale Protetta Lago di Porta: Viaggio fra storia e natura - Barbara Vietina

La Vegetazione delle zone umide della Toscana: Prime considerazioni. - Tomei. E, Guazzi E. Spinelli P. 1998

L'avifauna del Lago di Porta - Luca Puglisi

Lago di Porta - Progetto per la sistemazione idraulico - ambientale - Mau- rizio Bacci