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Le torri di controllo costiere

Di notevole rilievo sia dal punto di vista storico che dal punto di vista relazionale con il Lago di Porta, è la tematica delle torri costiere, che nei secoli passati dominavano la costa toscana, tra cui la Torre Medicea di Pietrasanta e la torre, non più esistente, che vigilava la foce del fiume Cinquale.

Le torri costiere erano pressoché gli unici nuclei edilizi presenti lungo il litorale toscano, rappresentavano un insieme organizzato di fortificazioni collaboranti ed erano utilizzate per la vigilanza contro le scorrerie dei pi- rati, per la protezione della popolazione, per un controllo sanitario, come dogane e come punti di segnalazione dei pericoli per garantire l’interven- to delle truppe militari.

A partire dal rinascimento questa tipologia di fortificazioni si sviluppa in Toscana, grazie alla volontà di Cosimo I dei Medici, che le organizzò all’interno di una rete connessa il cui scopo era quello di operare un con- trollo delle vie di accesso al Granducato di Toscana e dell’area costiera. Inoltre con il fine di migliorare le condizioni ambientali e aumentare il potere e la ricchezza della famiglia dei Medici vennero apportate delle modifiche di miglioramento alle reti di collegamento stradale e fluviale e vennero bonificate molte aree destinate alle coltivazioni.

Le torri erano caratterizzate da regole edilizie che le rendevano simili tra di loro. Le piante potevano essere quadrate, circolari o rettangolari con lati di lunghezza variabile dagli otto ai dodici metri, la loro altezza poteva raggiungere i 15 – 20 metri di altezza, avevano un basamento spesso con andamento a scarpa, erano dotate di uno o più piani sottostanti ad una terrazza di controllo, generalmente coperta con tetti a falde o loggiati. L’accesso, situato al primo piano, era garantito da una scala esterna che era separata dalla torre da un ponte levatoio o a scorrimento in legno. Ogni piano era destinato ad un uso differenziato: il piano terra era uti- lizzato come cisterna, il primo piano era destinato al castellano, ai piani superiori si trovava una piccola guarnigione composta da 2 – 3 soldati e sulla terrazza era presente la vigilanza.

Caratterizzante inoltre, era l’orientamento delle piccole finestre presenti,

rivolte nella maggioranza verso il mare. Corredava il tutto una serie di servizi posti nelle vicinanze delle torri come forni, cappelle, stalle ecc. che venivano utilizzati dai soldati.

A livello locale, nel territorio Versiliese, furono costruite dai fiorentini di- verse torri e forti, come la Torre del Salto della Cervia di Pietrasanta, la Torre del Cinquale in prossimità della foce, il Forte dello scalo dei Marmi e il Forte di Motrone.

Al tempo stesso si trovavano anche le opere militari dei lucchesi che era- no rappresentate dal Fortino di Ponente, dalla Torre Matilde di Viareggio e dal Fortino di Levante.

Queste fortificazioni mettono in risalto le antiche lotte di confine tra Fi- renze e Lucca, evidenti in particolar modo nella zona di confine tra Pie- trasanta, dominata dai Fiorentini, e Montignoso, sotto il dominio lucche- se, delineata dal Lago di Porta e il fiume Cinquale.

È in prossimità di questi ultimi che furono realizzate la Torre del Salto della Cervia nel 1560, in sovrapposizione ad una torre di frontiera già presente ma meno consistente, e la perduta Torre del Cinquale nel 1568 che impedivano la viabilità lungo la costa. Dalla carta del Piano del Ter- ritorio di Pietrasanta e situazione della Torre di Porta Beltrame detta Il Salto della Cervia, fatta l’anno 1756 in mese di Maggio, che illustra il territorio compreso tra Montignoso e Pietrasanta, è evidente il controllo esercitato su questa linea di confine con la raffigurazione di un recinto di protezione che dalla Torre del Cinquale arrivava alla Torre del Salto della Cervia dopo aver costeggiato l’emissario Cinquale e il Lago di Porta. Questo assetto difensivo sarà utilizzato durante le vicende della seconda guerra mondiale quando si attestò sul medesimo il passaggio della Linea Gotica, fronte difensivo sul quale le truppe tedesche si localizzarono du- rante la ritirata dal Sud Italia.

La Torre Salto della Cervia, per la sua posizione strategica collocata tra il promontorio retrostante e il Lago di Porta, formanti un passaggio obbli- gato in quanto il lago era in origine lambente le Rupi, fu costruita come punto nevralgico per il controllo del territorio, come dogana e rappresen- tava una porta di accesso tra gli stati, porta non solo ideale ma anche fisica

Carta storica del 1756 in cui è visibile il recinto di prote-

caratterizzata dalla presenza della Porta Beltrame del 1300.

Il complesso di Porta Beltrame, in cui fu costruita la Torre Medicea, era attraversato dalla via Francigena e già nel 1055 rappresentava una struttu- ra di controllo.

Era composto da una fortificazione per la riscossione del pedaggio, da un ospedale e dalla chiesa di Santa Maria di Porta. Nelle vicinanze dell’im- pianto sorgeva la perduta chiesa della Madonna della Cervia, costruita nel 1500 e distrutta ad opera di Napoleone nell’800.

La costruzione della nuova torre cominciò nel 1560 sotto la direzione dell’ingegnere Giovanni Caccini e fu terminata nel 1590 dall’ingegnere Lelio Spannocchi.

Il suo aspetto originario non è certo per la mancanza di fonti storiche, sebbene compaia in alcune cartografie del 1500.

Le prime descrizioni utili e attendibili risalgono al periodo tra il 1739 e il 1749 in cui il Colonnello Warren coordinò i rilievi delle torri costiere toscane. Il modello costruttivo rientra all’interno della sopracitata tipolo- gia; realizzata su pianta rettangolare di circa 12 metri di Larghezza e 14 di Lunghezza, il suo accesso avveniva tramite una scala esterna non più esistente, posizionata in parte sul lato a ponente e in parte su quello a levante, con la quale era raggiunto il primo piano in prossimità del quale un ponte levatoio separava la torre dalla scala.

Il primo piano, che serviva da batteria e da quartiere al castellano, era caratterizzato da una altezza notevole nella quale era inserito un ballatoio raggiungibile grazie ad una scala in legno che permetteva, inoltre, l’acces- so al loggiato sovrastante, coperto con un tetto a falde.

Il piano terra, dotato di cisterna ed adibito a carcere, era raggiungibile tramite una scala in pietra alla quale si accedeva dal primo piano, che co- steggiava il muro centrale, elemento divisorio dei due vani voltati a botte. Ai piani superiori si trovavano le guarnigioni ed erano dotati di piccole finestre utilizzate per l’illuminazione, l’aereazione e come aperture dove posizionare le armi da fuoco.

All’interno del cortile, esterno alla torre, si trovavano i servizi utilizzati dai soldati come il forno, la stalla ed altri; il cortile era protetto da un recinto

in muratura, dotato di fossati, al quale si accedeva con un sistema di ponti levatoi posizionati in corrispondenza delle porte di accesso a Nord Ovest e Sud Est, protette da bocche di fuoco.

Questa opera militare iniziò la propria decadenza nel 1805, quando Lucca divenne Principato, dopo essere stata incorporata al Principato di Piombino ad opera di Napoleone Bonaparte, e perse la sua utilità.

Relativi al periodo compreso tra la sua riconsegna ai fiorentini nel 1814 e il passaggio al governo estense nel 1844, sono stati ipotizzati alcuni cam- biamenti importanti dell’opera come la perdita del tetto a padiglione e lo spostamento della porta di ingresso dal primo piano al piano terra.

Di notevole importanza durante questo secolo è inoltre la costruzione della linea ferroviaria Massa – Serravezza Querceta del 1862 che ha por- tato, come già detto in precedenza, alla divisione definitiva di quell’antico legame tra il lago di Porta e la Torre Medicea.

Gli interventi più invasivi riguardano però quelli realizzati nell’ultimo secolo quando la torre fu acquistata dalla famiglia Battolla, come la co- struzione di una soletta in cemento armato sulla terrazza, allo scopo di rimuovere le infiltrazioni, il cambiamento del vano al piano terra per tra- sformarlo in uno spazio di ricovero animali, la costruzione di un fabbri- cato abusivo sul lato Nord Ovest e la costruzione di un edificio industriale posto nell’area Sud Est dove in origine era localizzato l’ingresso al Capi- tanato di Pietrasanta. Oltre a questo, durante la seconda guerra mondiale, essendo situata in prossimità della linea gotica, fu occupata dalle truppe tedesche subendo molti danni durante gli scontri con gli americani. L’a- spetto attuale della torre è dovuto alle operazioni di esproprio, che duran- te gli anni ’90 hanno contribuito alla rimozione degli edifici abusivi, e ad uno stato di abbandono.

La Torre del Cinquale fu costruita, nel 1568, era collegata attraverso una strada, che raggiungeva quella di collegamento tra Massa e Pietrasanta in un punto a sud della Torre del Salto della Cervia, alla “Casa dei Pescatori” situata più a monte lungo la sponda sinistra dell’emissario Cinquale. Era inoltre collegata alla Madonna di Querceta, a Pietrasanta e al Forte di Motrone.

Il fortilizio di Porta nella prima metà del Settecento con il doppio fossato, Archivio di Stato di Firenze

Visibile la separazione tra la torre e il lago a causa della ferrovia e il fabbricato annesso durante il 900 - WWF

Stato attuale della Porta Beltrame in corrispondenza della

Torre del Salto della Cervia Stato attuale della Torre del Salto della Cervia

Veduta della torre e del fabbricato annesso sul lato Nord Ovest - Tratta dal WWF

51 Il percorso storico

Dal punto di vista architettonico anche questa torre rientra nella tipologia delle torri costiere sopra citate; era caratterizzata da una pianta quadrata dotata della “palafitta per difensione della torre” che si estendeva ad angolo dal lato fiume al lato mare. Il basamento era a scarpa e l’accesso, situato al primo piano, avveniva tramite una scala frontale rettilinea, separata dal maschio della torre da un ponte levatoio in legno. Dalle raffigurazioni è ipotizzabile che la torre avesse un ulteriore piano sottostante alla terrazza che era coperta con tetto a padiglione e dotata di batteria e polveriera. Nelle vicinanze della torre era presente un altro fabbricato, ad un solo piano e di forma rettangolare, che veniva utilizzato come corpo di guardia; era costituito da due stanze comunicanti utilizzate dai soldati e da una ter- za adibita a stalla con quattro postazioni. Inoltre nell’angolo a Nord – Est era addossato il forno.

A seconda della cartografia analizzata si nota la presenza di un recinto a forma pentagonale o a forma di stella a cinque punte messo a protezione del complesso formato dalla torre e dal corpo di guardia. A partire dal 1770 la torre non si trovava in un buon stato di conservazione ed era pericolante, come riportato dal resoconto di Pietro Leopoldo del 1769 in cui osservava che la torre, oltre ad essere piccola e angusta, stava anche cadendo. La si- tuazione peggiorò con il terremoto del 1783 e due anni dopo venne realiz- zato il progetto dal Tenente Ingegnere Andrea Dolcini di una nuova torre. I lavori furono diretti dal Tenente G. Michele Piazzini e la nuova torre fu costruita molto più vicina al mare. La vecchia torre venne distrutta ma fu mantenuto il quartiere per i soldati sebbene destinato a scopi differenti. La nuova costruzioni era completamente differente dalla precedente sia dal punto di vista planimetrico che altimetrico; aveva una forma rettango- lare con una larghezza di 11 braccia fiorentine e una lunghezza di 23 ed aveva più un aspetto di caserma che di fortilizio.

l’edificio si sviluppava su tre piani, collegati da rampe di scale interne retti- linee. Al tetto, dove era collocata una colonnina per accendere i fuochi di segnalazione, si accedeva tramite una scala “a Cavetta”.

Al piano terra erano collocate le scuderie con quattro postazioni per i ca- valli e stanze destinate a deposito, il primo piano era adibito a caserma per

i cavalleggeri, il secondo piano, al quale si accedeva tramite una scala in pietra, era adibito a caserma per i soldati a piedi e lato mare al “Luogo da

fare Scoperta”. La cisterna, inizialmente non prevista nel progetto con il

fine di risparmiare, era collocata all’esterno della costruzione e tramite un sistema a carrucola l’acqua veniva attinta direttamente dal primo piano. Dopo pochi anni dalla sua costruzione, questo fortino manifestò i primi difetti di costruzione e nel 1897 fu incaricato l’Ingegnere Francesco Bom- bicci di verificare quali lavori fossero necessari dato che erano ceduti sia i marciapiedi che un muro, posizionati dalla parte della foce. Vennero fatte alcune modifiche architettoniche interne al primo piano, fu aggiunta una piattaforma ad uso di batteria, simile a quella del Forte dei Marmi, per pro- teggere il fortino dalle acque dell’emissario del Lago di Porta e ovviamente per motivi militari e al posto della cisterna al piano terra fu costruita la polveriera.

Nel 1847 la torre, insieme al lago e al territorio posizionato alla sinistra del Cinquale tra il mare e la Torre del Salto della Cervia, passò sotto il domi- nio di Modena. Fu redatto su ordine dei nuovi dominatori, nel 1851, un progetto di perizia a seguito del quale venne realizzato un primo amplia- mento destinato a magazzino nella parte a monte dell’edificio.

Durante tutto il XIX secolo questa fortificazione fu interessata da diversi progetti non realizzati come il secondo “Progetto di imbarcadore alla Foce del Cinquale” che prevedeva la realizzazione nel territorio di Montignoso di un bacino per accogliere imbarcazioni sulle quali caricare i marmi pro- venienti da Carrara, Serravezza e Massa.

In questa proposta la torre avrebbe dominato il bacino e il mare e sarebbe stata allacciata alla ferrovia Pisa – La Spezia.

Il fabbricato fu venduto a privati nel 1897 e furono probabilmente di que- sto periodo le ulteriori aggiunte, costituite da una torretta cilindrica, che dal piano della piattaforma della batteria si elevava fino sopra la gronda, e da un nuovo volume, e le modifiche sia al tetto che ai prospetti con l’inse- rimento di ampie vetrate.

La fortificazione divenuta ormai villa e posizionata sulla linea gotica, fu distrutta nel 1944 dalle truppe tedesche

Carta storica del XVIII secolo, visibile la torre all’interno del recinto pentagonale - Archivio di Stato di Firenze

Carta storica del 1739, visibile la torre all’interno del recin- to a forma di stella con cinque punte - Archivio di Stato

Il Forte del Cinquale (A. Dolcini, 1785), Archivio di Stato di Firenze

Il Forte con la batteria (F. Riccetti, 1825), Archivio di Stato di Firenze

Il Forte del Cinquale ai primi del Novecento con le ag- giunte verso monte (A. Dalgas), Il Forte dei Marmi - Forti e fortificazioni del litorale versiliese

Il Forte del Cinquale con la torre in facciata, Il Forte dei