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L'avvio della carriera di artista

5. La formazione europea di I K Ajvazovskij

5.2 L'avvio della carriera di artista

All'età di otto anni, nel 1825, Ajvazovskij iniziò a frequentare la scuola parrocchiale presso la chiesa di San Sergio, dove si imparavano il russo e l'armeno, si studiava la Bibbia e si ricevevano le prime nozioni sulla storia e la geografia del popolo armeno.

123M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, Feodosija – Moskva, Koktebel', 2010, pp. 10-11.

Il punto di svolta iniziale della carriera di Ajvazovskij è costituito dall'incontro con Aleksandr Ivanovič Kaznačeev, governatore cittadino, a cui erano stati portati i disegni del giovane Ajvazovskij. Apprezzando le doti del giovane artista, Kaznačeev lo fece diventare ospite fisso della sua casa; nacque anche una solida amicizia tra Ajvazovskij e il figlio di Kaznačeev.

Una volta divenuto governatore della Tauride, Kaznačeev portò il giovane con sé a Simferopol', permettendogli di entrare nel liceo della città nel 1831. L'insegnante di disegno, accorgendosi delle doti del giovane di Feodosija, non tardò a fare richiesta per il suo ingresso all'Accademia imperiale. Grazie anche all'appoggio di Kaznačeev la richiesta venne accolta e nel 1833 Ajvazovskij partì per San Pietroburgo. 124

L'intervento di Kaznačeev è stato fondamentale poiché la famiglia di Gevorg Ajvazjan si trovava in condizioni economiche poco agiate, e sarebbe risultato impossibile per Ajvazovskij senza appoggi esterni riuscire ad arrivare all'Accademia. Ivan lamentava infatti la scarsità di mezzi che aveva costretto il padre a mandare il fratello maggiore Gabriel nel 1826 presso la congregazione mechitarista degli armeni cattolici di San Lazzaro per dargli la possibilità di studiare. 125 In realtà la presenza del

fratello a Venezia renderà ancora più peculiare il rapporto di Ajvazovskij con la città lagunare, già di per sé fondamentale per gli artisti russi del diciannovesimo secolo.

5.2.1 I primi anni all'Accademia

L'Accademia permetteva agli studenti di diverse nazionalità dell'impero di venire a contatto con i migliori rappresentanti dell'arte russa, riportando poi quanto era stato appreso all'interno della propria tradizione nazionale. Fu in questo modo che nella pittura armena del diciannovesimo secolo iniziarono a trovare spazio nuovi temi e generi pittorici: il ritratto, il paesaggio, il tema storico. 126

Il genere del paesaggio nell'arte russa fu molto influenzato dal movimento romantico e negli anni '30 del diciannovesimo secolo fu secondo per importanza soltanto rispetto alla ritrattistica. Precursore di questo sviluppo fu Sil'vestr Ščedrin; se

124Ivi, pp. 14-18. 125Ivi, p. 13. 126Ivi, p. 19.

all'inizio il suo stile rimase all'interno di una tradizione ben consolidata, cominciò invece a mostrare i primi segni di innovazione dopo un viaggio in Italia, realizzato grazie ad una borsa di studio ottenuta nel 1819. All'epoca l'Italia rappresentava un sogno per gli artisti russi, l'incarnazione stessa della bellezza, un paese ideale. Poco dopo il suo arrivo in Italia, in una lettera alla madre del marzo 1837 lo scrittore Gogol' dichiarava:

Дни летние, солнце прекрасное, звезды еще лучше блестят — в несколько раз ярче, нежели у нас. Словом, небо настоящее италианское. Весна почти не заметна, потому что очень мало таких деревьев, которые должны развиваться. Все почти вечно зеленеющие, не роняющие во время зимы листьев. Я успел осмотреть только часть древностей и развалин, которых на каждом шагу — много, и часто так случается, что в новый дом вделана часть развалины, кусок стены, или колонна, или рельеф. — Я не смотрел еще ни картинных галерей, ни множества разных дворцов, где смотреть станет на целый год. Вся земля пахнет и дышит художниками и картинами. Мозаики и антики продаются кучами. Школы живописи и скульптуры на улице почти у каждых дверей. 127

Le giornate sono estive, il sole è bellissimo, le stelle brillano di più, tanto più luminose che da noi. In breve, un vero cielo italiano. La primavera quasi non si avverte, perché sono pochissimi gli alberi che devono gettare. Sono tutti quasi perennemente verdi, e non perdono le foglie durante l'inverno. Ho fatto in tempo a visitare solo una parte delle antichità e delle rovine; ce ne sono tante e a ogni piè sospinto, e capita spesso che in una nuova casa venga incorporata parte di una rovina - un pezzo di muro, oppure una colonna o un bassorilievo. Non ho ancora visitato né le pinacoteche né gli innumerevoli palazzi d'ogni genere, dove ci sarebbe da vedere per un anno intero. Tutta la terra odora e respira di pittori e di quadri. I mosaici e le antichità si vendono a mucchi. In strada ci sono scuole di pittura e di scultura quasi a ogni porta. 128

In Italia Ščedrin si concentrò su un uso sottile della prospettiva e del colore, e del modo in cui quest'ultimo è definito dal rapporto tra luce ed aria. Nei suoi quadri la natura non è più un semplice sfondo, ma in modo indissolubile e armonico è avvinta all'uomo. Cominciano quindi a trasparire i primi elementi della mentalità romantica, anche se non sono ancora trasposti nella forma. L'ultima fase della carriera di Ščedrin è

127N.V. Gogol', Pol'noe sobranie sočinenij, Moskva, Izdatel'stvo Akademii Nauk SSSR, s.d., vol. 11, pp. 89-90.

128N.V. Gogol', Dall'Italia. Autobiografia attraverso le lettere, trad. di M.G. Cavallo, Roma, Voland, 1995, p. 17.

occupata da un nuovo interesse per le scene drammatiche e sensazionali; Lunnaja noč' v

Neapole (Notte di luna a Napoli) mostra un forte contrasto tra due fonti luminose. Qui si

arresta Ščedrin, ma la sua eredità, il contrasto da lui appena accennato, sarà portato agli estremi pochi anni più tardi da Karl Brjullov con il suo drammatico capolavoro

Poslednij den' Pompei (L'ultimo giorno di Pompei). 129

Nella pittura paesaggistica a sviluppare il lavoro iniziato da Ščedrin è invece Maksim Vorob'ёv, che con Brjullov diede inizio all'ultima fase del romanticismo in Russia. Il metodo compositivo di Vorob'ёv consiste nella combinazione di un paesaggio classico con effetti romantici di luce e colore. La figura di Vorob'ёv è particolarmente significativa anche per l'importanza che ebbe come insegnante dell'Accademia. Tra i suoi allievi spiccano infatti lo stesso Ajvazovskij e Michail Lebedev, un paesaggista tra i primi a non aderire alla tendenza romantica e a dimostrare una netta tendenza verso il realismo e le tecniche della pittura en plein air. 130

Ajvazovskij cominciò quindi a studiare sotto la guida di M.N. Vorob'ёv, che seppe indirizzare l'interesse dei suoi allievi anche verso la pittura di marine, che, va notato, a quel tempo non costituiva ancora un genere a sé stante. Nel 1837 poi il giovane fu trasferito nella classe del professor Zauervejd, che insegnava a dipingere battaglie e scontri militari. Qui acquisì la tecnica necessaria per dipingere temi storici e conflitti navali con soggetti più numerosi. 131

Questi primi anni di Accademia non furono però fondamentali per Ajvazovskij soltanto per la direzione artistica che impressero alla sua opera, ma anche per gli incontri che ebbe l'occasione di avere con personalità di spicco della cultura russa, non solo appartenenti all'ambito artistico, ma anche a quello letterario e persino alla stessa famiglia imperiale.