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5. La formazione europea di I K Ajvazovskij

5.5 La partenza per l'Italia

5.5.3 Russi in Italia

Sempre a Venezia, in casa di I.I. Panaev, Ajvazovskij ebbe modo di incontrare Nikolaj Vasil'evič Gogol'. N.N. Kuz'min, autore della prima edizione delle memorie di Ajvazovskij, riporta la conversazione avvenuta tra i due artisti e il padrone di casa, descrivendo Gogol' come un appassionato ammiratore delle opere di Ajvazovskij, che trovava difficile non emozionarsi di fronte al modo meraviglioso in cui l'acqua veniva resa nei suoi quadri. La rivista Russkaja Starina (Antichità russa) invece, in un numero

153Š. Chačatrjan, Ajvazovskij e l'Italia, cit., p. 275; Š. Chačatrjan, Apostol Prosveščenija, “Noev Kovčeg”, ijun’ (16-30) 2012, pp. 9-10.

del 1878 dedicato al pittore, racconta che Ajvazovskij è stato particolarmente colpito dall'aspetto esteriore di Gogol' e che, nonostante il carattere inizialmente restio a nuove conoscenze dello scrittore, i due intrattenevano amabili conversazioni. 155

Низенький, сухощавый, с весьма длинным, заостренным носом, с прядями белокурых волос, часто падавшими на маленькие прищуренные глазки […] Гоголь выкупал эту неприглядную внешность любезностью, неистощимою веселостью и проблесками своего чудного юмора, которыми искрилась его беседа в приятельском кругу. Появление нового незнакомого лица, подобно дождевой туче, мгновенно набрасывало тень на сияющее добротою и озаренное улыбкою лицо Гоголя: он умолкал, хмурился, как-то сокращался, как будто уходил сам в себя, как в раковину, и начинал оригинальничать. Эту странную черту характера замечали в нем все его близкие знакомые. Со мною, однако же, он довольно скоро сошелся и я не раз наслаждался его дружескою милою беседою. 156

Bassetto, col fisico asciutto e un naso molto lungo e appuntito, i ciuffi di capelli chiarissimi che ricadevano sui piccoli occhietti socchiusi […] Gogol' compensava il suo poco attraente aspetto esteriore con il garbo, l'inesauribile allegria e i guizzi del suo meraviglioso humour, che accendevano le sue conversazioni con la cerchia di amici. La comparsa di uno sconosciuto, similmente a una nuvola carica di pioggia, istantaneamente ammantava d'ombra il viso di Gogol', splendente di bontà e illuminato dal sorriso: taceva, s'incupiva, quasi si contraeva, come volesse scomparire in se stesso, come in una conchiglia, e iniziava a comportarsi in modo bizzarro. Tutti i suoi conoscenti avevano notato questo strano tratto del suo carattere. Io, tuttavia, entrai nelle sue simpatie molto presto e molte volte potei conversare piacevolmente e amichevolmente con lui. 157

Gogol' era arrivato nel 1838 a Roma, città che permetteva di vedere la convivenza dell'antichità classica con gli edifici moderni e che aveva entusiasmato lo scrittore russo al punto da fargli decidere di stabilirvisi, dandogli l'opportunità di rimanere in contatto con gli artisti russi che come lui vivevano a Roma e di conoscere quelli romani. 158

Da grande conoscitore dell'Italia qual era, si mise quindi a disposizione di Ajvazovskij per aiutarlo a programmare il suo itinerario italiano. Ajvazovskij deve aver ritenuto molto importante l'amicizia con Gogol' anche perché questi pubblicava spesso

155Ivi, p. 45.

156Ivan Konstantinovič Ajvazovskij i ego chudožestvennaja XLII letnjaja dejatel'nost', “Russkaja starina”, vol. 21, 1878, pp. 423-424.

157La traduzione è mia.

158M. Colucci, Gogol', in Storia della civiltà letteraria russa, a cura di M. Colucci, R. Picchio, Torino, UTET, 1997, p. 506.

articoli riguardanti l'arte e la critica artistica. Una particolare risonanza aveva avuto il suo articolo dedicato a L'ultimo giorno di Pompei, opera di cui Gogol' lodava la capacità di trasmettere l'ideale antico dell'uomo che sa mantenere la sua dignità anche di fronte alla catastrofe. 159

Affidandosi quindi alla sua nuova guida, Ajvazovskij visitò Firenze, con i suoi musei e le sue gallerie. Proprio in questa città, dove era arrivato a settembre, ebbe l'occasione di incontrare un altro importantissimo pittore russo: Aleksandr Andreevič Ivanov, che nella città toscana stava facendo degli studi per la creazione del suo capolavoro, Javlenie Christa narodu (Apparizione di Cristo alla folla), che stette sul cavalletto dell'artista per quasi vent'anni rimanendo comunque incompiuto. Ivanov trascorse gran parte della sua vita in Italia, vivendo da recluso e venendo considerato un fallito, ma la sua opera occupa un posto centrale nella pittura russa di metà '800. Uno dei pochi con cui questo eccentrico artista poteva andare d'accordo era proprio lo scrittore Nikolaj Gogol'.

Dopo un lunghissimo studio sulle figure e i personaggi dell'Apparizione di Cristo

alla folla, Ivanov iniziò a studiarne anche il paesaggio, trovandosi però negli anni '30 a

dover abbandonare il classicismo, che ancora resisteva, sebbene fuso al romanticismo, nei suoi personaggi, e a dover adottare un nuovo approccio e le tecniche en plein air, diffusesi proprio in quegli anni. Le due parti della stessa opera erano entrate in un conflitto insanabile e fu per questa ragione che il quadro non poté mai essere portato a termine. Tuttavia i disegni preparatori erano tanto accurati che finirono per diventare opere dotate di vita autonoma, e l'Apparizione di Cristo alla folla è divenuta un monumento alla costante e incessante ricerca della perfezione. 160

A Firenze Ajvazovskij si separò da Gogol' e Ivanov e proseguì verso Sorrento e Napoli, dove si esercitò sugli stessi paesaggi e sulle stesse vedute che aveva realizzato Ščedrin in quelle località. 161 Il re di Napoli acquistò, secondo le memorie del pittore, un

suo quadro. 162 Quando nel 1842 Gogol', Ajvazovskij e Ivanov si incontrarono

nuovamente a Roma, lo scrittore chiese ad Ivanov di regalare uno dei tre suoi ritratti da

159D. Sarab'janov, Arte russa, cit., p. 58. 160Ivi, pp. 68-81.

161M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, cit., p. 46. 162Ivi, p. 47.

lui eseguiti proprio ad Ajvazovskij. 163 Ivanov poi in una lettera al padre scriverà:

“Гайвазовский человек с талантом. Его День Неаполя заслужил общее одобрение в Риме: воду никто здесь так хорошо не пишет”164, “Gajvazovskij ha talento. Il suo

Giorno a Napoli ha guadagnato l'approvazione generale a Roma: nessuno sa dipingere

l'acqua così bene qui”165, commentando l'abilità del pittore.

Alcuni anni più tardi, nel 1844, mentre grazie ai successi ottenuti la carriera di Ajvazovskij si stava facendo sempre più brillante, Ivanov commentò alcuni suoi quadri esposti alla mostra annuale dell'Accademia, e uno in particolare :

Боже мой, какая ночь! Как сам говорил Ив. Константинович, данным для ней были стихи Пушкина. […] Я там, я восхищаюсь прозрачностью небесного свода, слышу голос певца и боюсь быть замеченным молодою испанкою, чтоб не прервать её заветных дум, чтобы не помешать её счастью. Если Пушкин видит за гробом, то верно уже давно послал Айвазовскому своё спасибо за испанскую ночь. Один умел рассказать, а другой могучею кистью переносит человека из Петербурга в Испанию и доставляет ему удовольствие посмотреть лично на тамошнюю ночь. Кому из них отдать первенство? 166

Mio Dio, che notte! Come ha detto lo stesso Ivan Konstantinovič, i versi di Puškin sono perfetti per quel quadro. […] Io sono lì, ammiro la trasparenza della volta celeste, sento la voce del cantore e temo di essere notato dalla giovane spagnola, non vorrei interrompere i suoi pensieri segreti, non vorrei disturbare la sua felicità. Se Puškin potesse vederla dalla tomba, da lungo tempo avrebbe mandato i suoi ringraziamenti ad Ajvazovskij per questa notte spagnola. Il primo sapeva raccontare, il secondo, col suo potente pennello, trasporta un uomo da Pietroburgo alla Spagna, dandogli il piacere di osservare di persona le notti di quel luogo. A chi di loro spetta il primato? 167

Non sappiamo se Ajvazovskij fosse a conoscenza di questi pensieri di Ivanov, ma nel caso lo fosse, sicuramente gli deve essere stato molto grato. Essere ritenuti all'altezza di un'opera del grande poeta non è cosa da poco, soprattutto ricordando la profonda stima e ammirazione che nutriva per lui il pittore. Ajvazovskij non si limita a

163N. Barsamov, Ivan Konstantinovič Ajvazovskij. 1817-1900, <http://see-art.ru/zagran_komandirovka> ultimo accesso 30 aprile 2014.

164Cit. in M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, cit., p. 49. 165La traduzione è mia.

166Cit. in M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, cit., pp. 69-70. 167La traduzione è mia.

inserire la figura di Puškin nei suoi paesaggi, ma trae anche ispirazione dai suoi componimenti per lasciarsi suggerire nuovi temi. Ajvazovskij può quindi fondere le sue reminiscenze poetiche con ciò che ha visto visitando la Spagna e osservando con i suoi occhi le notti spagnole, sapendo che anche l'osservatore russo ricorderà i versi di Puškin trovandosi di fronte alla sua opera.

Fig. 6: Chaos. Sotvorenie mira (Caos. Creazione del mondo), 1841, su carta, 106x75 cm, Museo della congregazionearmena dei mechitaristi, Venezia.