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6. Il ritorno in Russia

6.2 Di nuovo a Feodosija

All'apice del successo, Ajvazovskij chiese il permesso di tornare alla natia Feodosija. Non lo attraevano gli onori e lo sfarzo della corte imperiale e le prospettive di successo offerte dalla vita nella capitale. Il richiamo del mare, e in particolare delle coste della Crimea, per Ajvazovskij era irresistibile. “Russkaja Starina” riporta: “Зиму я охотно провожу в Петербурге […] но чуть повеет весной — и на меня нападает тоска по родине, меня тянет в Крым, к Черному морю”212, cioè: “Trascorro

volentieri l'inverno a Pietroburgo […] ma appena si fa estate mi prende la nostalgia di casa, sento il richiamo della Crimea, del mar Nero”. 213

210Cit. in M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, cit., p. 74. 211La traduzione è mia.

212N. Barsamov, Ivan Konstantinovič Ajvazovskij. 1817-1900, <http://see-art.ru/snova_v_feodosii> ultimo accesso 13 maggio 2014.

Inoltre, scegliere la Crimea come residenza poteva probabilmente significare la volontà di respirare maggiore aria di libertà. Il governo di Nicola I aveva dovuto affrontare alcuni avvenimenti di notevole importanza: la sollevazione decabrista del 1825, la rivolta polacca e le rivoluzioni in Francia e Belgio del 1830, la rivoluzione del 1848. Tutti questi eventi avevano indotto l'imperatore a temere una rivoluzione e a tentare di preservare la Russia dagli influssi occidentali di liberalismo, nazionalismo e socialismo. Per questo il governo aveva deciso di appoggiare le forze conservatrici, appellandosi principalmente al sostegno della Chiesa, e di ricorrere ad un più rigido controllo burocratico. 214 La censura accrebbe moltissimo il suo ruolo e divenne

estremamente severa; Puškin stesso ebbe problemi con la pubblicazione del suo Boris

Godunov (Boris Godunov), che poté avvenire solo sei anni dopo la stesura, dopo che

l'opera era stata rivista e corretta da Nicola I. 215 Il pittore P.A. Fedotov, invece, a causa

della censura, vide allontanarsi tutta la sua clientela, non fu più in grado di mantenersi e terminò la sua vita in un ospedale psichiatrico. 216 I censori lo vessavano a causa della

sua amicizia con E.E. Bernardskij, un incisore famoso per aver realizzato una serie di illustrazione tratte da Le anime morte di Gogol'; Bernardskij era stato arrestato assieme agli altri membri del circolo politico Butaševič-Petraševskij nel 1849. Dello stesso circolo faceva parte anche lo scrittore Dostoevskij, che fu parimenti arrestato. 217

Nonostante gli ottimi rapporti di Ajvazovskij con la famiglia imperiale, la vita turbolenta della capitale può aver rappresentato per l'artista un'ulteriore motivazione a favore del ritorno in Crimea.

Inoltre, questa decisione di Ajvazovskij non va neppure interpretata come un disinteresse verso le vicende cruciali della storia del proprio paese o una carenza di patriottismo; egli rimase sempre molto attento e interessato ai successi e alla prosperità della sua patria e contribuire al prestigio internazionale della Russia fu sempre uno degli obiettivi principali della sua attività.

214A. Kappeler, La Russia. Storia di un impero multietnico, cit., p. 225.

215L. Magarotto, Potere statale e potere religioso nel Boris Godunov di Aleksandr Puškin, in Forma

formans. Studi in onore di Boris Uspenskij, a cura di S. Bertolissi e R. Salvatore, Napoli, M. D’Auria

Editore, 2010, p. 18.

216D. Sarab'janov, Arte russa, cit., p. 90.

217J. Catteau, Dostoevskij, in in Storia della civiltà letteraria russa, a cura di M. Colucci, R. Picchio, Torino, UTET, 1997, p. 674.

Nella tranquilla Feodosija il pittore poté semplicemente creare il luogo più adatto per lui alla creazione e dedicarsi senza interruzioni al lavoro, che per lui aveva sempre meritato la massima priorità.

6.2.1 La vita a Feodosija

Sapendo di potersi trattenere in Crimea abbastanza a lungo, Ajvazovskij acquistò successivamente una tenuta nella zona della costa meridionale che incontrava la sua piena soddisfazione:

Удивительное место. Зимой почти всё зелёно, ибо много кипарису и лавровых деревьев, а месячные розы цветут беспрестанно зимой. Я в восхищении от этой покупки […] никакие виллы в Италии не заставят меня завидовать. 218

È un posto meraviglioso. D'inverno è quasi tutto verde dato che ci sono molti cipressi e alberi d'alloro, e le rose bengalesi fioriscono di continuo, anche d'inverno. Sono entusiasta di questo acquisto […] non c'è villa in Italia che possa farmi invidia. 219

La sua nuova residenza divenne meta di continue visite; il successo aveva procurato ad Ajvazovskij molti ammiratori nella sua città natale, orgogliosi di averlo come concittadino. L'artista si dedicò poi alla costruzione della sua nuova casa a Feodosija, una casa che fosse in riva al mare e che avesse un grande studio, il quale con il tempo avrebbe potuto essere utile anche per altri scopi e ad altri artisti.

Nonostante la formazione di Ajvazovskij non corrispondesse a quella di un architetto, gli venivano ugualmente fatte richieste di progetti per edifici, in particolare edifici di culto. Una lettera del 1846 inoltrata al Katolikos Nerses Aštarakec'i recita:

Получул от господина Айвазовского созданный им план церкви святого Геворга. Имею честь вручить его Вам, Ваше Преосвященство, и просить от имени армянской общины Феодосии познакомиться с ним и возвратить с распоряжением о начале строительства этой же весной. Господин Айвазовский останется на зиму в Феодосии до 10 мая, согласно разрешению

218Cit. in M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, cit., p. 75. 219La traduzione è mia.

императора России. Питаю надежду на то, что до отъезда господина Айвазовского, им будет выполнен проект церкви в Карасубазаре. 220

Ho ricevuto dal signor Ajvazovskij un progetto per la chiesa di San Giorgio, da lui realizzato. Ho l'onore di consegnarlo a Lei, Sua Eminenza, e chiederle, a nome della comunità armena di Feodosija, di esaminarlo e rendercelo assieme all'autorizzazione a procedere con i lavori questa stessa primavera. Il signor Ajvazovskij rimarrà per l'inverno a Feodosija, fino al 10 maggio, secondo le disposizioni dell'imperatore di Russia. Nutro la speranza che il signor Ajvazovskij potrà realizzare il suo progetto per la chiesa di Belogorsk prima della sua partenza. 221

Questa lettera, scritta dal tutore dei monasteri e delle chiese della regione della Tauride, il tenente Delvetjan, testimonia l'attività di Ajvazovskij e dimostra anche che i casi in cui un edificio di culto è stato costruito sulla base dei progetti dell'artista sono sicuramente stati più di uno. Da una parte indubbiamente Ajvazovskij doveva possedere un innato talento; dall'altra, però, è plausibile pensare che l'abbiano molto aiutato ad avere successo anche in questo campo i numerosi quadri di sua realizzazione dedicati alle vedute di città costiere.

Nonostante nelle tele dell'artista sia l'elemento acquatico, marino ad essere posto al centro dell'attenzione, a discapito dell'elemento urbano, certamente la riproduzione di tante città costiere gli ha fornito le nozioni fondamentali, necessarie per sviluppare questa nuova attività, eseguita in parallelo a quella di pittore. Non va dimenticato, inoltre, che in questi anni, tra tutte le opere di cui consisteva la sua produzione, erano stati proprio i quadri di questo genere a garantirgli il maggior successo. Quasi tutti i lavori commissionati dall'imperatore, ad esempio, consistevano in vedute di città costiere; i quadri che rappresentavano battaglie navali o le parate della flotta, realizzati come prevedeva il suo incarico di pittore della marina, non riuscivano a raggiungere i vertici toccati dalla sua produzione in altri ambiti.

L'attenta e prolungata osservazione delle città non sarebbe comunque stata sufficiente in mancanza di versatilità e intraprendenza; il fatto poi che si tratti di un evento ripetutosi in più di un'occasione dà prova del fatto che i progetti di Ajvazovskij dovevano essere stati apprezzati dai suoi concittadini.

220Cit. in M. Sargsjan, Žizn’ velikogo marinista. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, cit., p. 76. 221La traduzione è mia.

Un'altra attività cui l'artista si dedicò con successo fu quella di archeologo: verso la metà del diciannovesimo secolo si stava sviluppando in Crimea una grande attenzione verso il passato più remoto della penisola, quando questa era stata raggiunta dai greci alcuni secoli prima dell'inizio dell'era cristiana e alcune città, tra cui Feodosija, erano divenute colonie greche, in cui gli abitanti di origine ellenica condividevano l'area con un altro popolo di origine iranica, quello degli sciti.

Il rinnovato interesse verso la storia della penisola era motivato dal ritrovamento di alcuni oggetti appartenenti a quel periodo storico, tra cui monete, numerose anfore, oggetti in terracotta e ceramiche; inoltre, la presenza di alcuni reperti di gioielleria di origine greca testimoniava la prospera situazione della colonia.

Anche l'interesse di Ajvazovskij venne attratto dai ritrovamenti portati alla luce dagli scavi archeologici nella città di Feodosija; per potersi dedicare a questo tipo di attività, l'artista scrisse al Ministero delle finanze, ricevendo una risposta positiva. Con l'aiuto di alcuni operai e della prima moglie, Julia Graves, che si occupava della descrizione dei reperti trovati, Ivan Kostantinovič poté quindi iniziare la sua nuova attività nell'estate del 1853; 222 assistito da grande fortuna, l'artista riuscì ad individuare

subito l'esistenza di alcuni kurgan, tumuli funerari di origine scita, nelle vicinanze della città, all'interno di uno dei quali rinvenne anche una testa di donna realizzata in oro e adornata da alcuni gioielli. 223

Più tardi, nel 1871, Ajvazovskij avrebbe anche dato un importante ulteriore contributo allo sviluppo dello studio dell'archeologia nella città, facendo costruire secondo un suo progetto e a sue spese il museo archeologico di Feodosija. 224