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6. Il ritorno in Russia

6.5 I due matrimoni di Ajvazovskij

6.5.1 Il primo matrimonio

Qui la sua vita tranquilla conobbe un grande cambiamento: nel 1848, Ajvazovskij annunciò il suo matrimonio con Julia Graves, una donna di origini inglesi, figlia di un medico che avrebbe poi lavorato a corte per Alessandro I. La decisione fu presa in fretta e tutto si svolse molto rapidamente; Ajvazovskij comunicò infatti ad un amico la notizia con queste parole:

Теперь я спешу сказать вам о моем счастье. Правда, я женился, как истинный артист, то есть влюбился, как никогда. В две недели все было кончено. Теперь [...] говорю вам, что я счастлив так, что не мог представить и половины этого. Лучшие мои картины те, которые написаны по вдохновению, так, как я женился. 242

Ora mi affretto a raccontarvi della mia felicità. La verità è che mi sono sposato come un vero artista e che mi sono innamorato come non mi era mai successo. Si è concluso tutto in due settimane. Ora [...] posso dire di essere così felice da non riuscire a immaginare neppure la metà di tale felicità. I miei quadri migliori sono quelli che ho dipinto grazie all'ispirazione che ha portato il matrimonio. 243

Ivan Konstantinovič conobbe Julia Graves nella casa di una vedova aristocratica, dove era stato invitato dalla padrona di casa a dare lezioni di disegno alle sue due figlie. Della loro educazione si occupava proprio Julia Graves, che doveva quindi essere una donna molto istruita, che impartiva in particolare lezioni di musica e di lingua inglese.

Ajvazovskij visse il periodo del matrimonio, come si può capire dalle sue parole, con una grande gioia; e probabilmente una gioia inattesa, dato che l'artista si è sposato all'età di trentun anni, quindi non giovanissimo. Solo un'altra donna aveva suscitato il suo interesse anni prima, mentre ancora viaggiava in Europa: si era invaghito di una famosa ballerina italiana, Maria Taglioni. 244 L'entusiasmo portato dal matrimonio

influenzò anche la vita lavorativa dell'artista, che subito dopo si dedicò con grande fervore alla pittura, esprimendo soddisfazione, come scrive nel frammento citato, per le sue nuove opere. Ajvazovskij inviò la comunicazione del matrimonio al Sinodo di Ečmiadzin: “Женился 15 августа 1848 года на Джулии, дочери Якова Гревса,

242Cit. in G. Mirzojan, Muzy Ajvazovskogo, “Noev Kovčeg”, n. 5, mart (1-15) 2011, p. 10. 243La traduzione è mia.

англичанина-лютеранина, однако венчался в армянской церкви и с условием, что дети мои от этого брака тоже будут крещены в армянской святой купели” 245, cioè

“Il 15 agosto 1848 ho sposato Julia Graves, figlia di Jacob Graves, un luterano inglese; tuttavia il matrimonio è avvenuto in una chiesa armena con la condizione che i figli nati da questo matrimonio saranno battezzati al santo fonte battesimale armeno”. 246

L'artista non ha quindi affatto dimenticato le sue origini e, anzi, ha posto come condizione al suo matrimonio con una donna non armena innanzitutto di celebrare le nozze in una chiesa armena e, in secondo luogo, che i suoi figli siano battezzati nella fede armena apostolica, come infatti sarà; le quattro figlie nate dal matrimonio di Ivan Konstantinovič e Julia (Elena nel 1849, Marija nel 1851, Aleksandra nel 1852, Jeanna nel 1858) riceveranno il battesimo come richiesto dal padre.

Nonostante i primi anni di grande felicità, la famiglia Ajvazovskij non visse per sempre nel clima sereno che contraddistinse questo periodo iniziale; nel 1870 l'artista fece pervenire a Ečmiadzin una richiesta di divorzio da Julia, nella quale forniva le motivazioni dell'impossibilità di continuare a vivere con la donna e i problemi generati dal disaccordo tra i coniugi.

Руководствуясь человеческим и христианским долгом, я многие годы терпеливо относился к недостаткам жены, что могут засвидетельствовать не только родные и друзья, но и все знакомые во многих городах России […] Перенесенное ею в 1857 г., по свидетельству столичных врачей, неизлечимое нервное заболевание еще более несносным сделало ее характер. Исчезло спокойствие в моем доме […] Почти двадцать лет она клеветала на меня, запятнала мою честь и честь моих родных перед нашими детьми и чужими людьми. И это она делает с той целью, чтобы убить меня не физически, а морально, чтобы, незаконно отобрав у меня имение, имущество, оставить без хлеба насущного […] Моя жена Юлия, относясь ко мне враждебно, живет в столице за мой счет, часто путешествует в Австрию, Францию, Германию, вовлекая меня в колоссальные расходы […] Жизнь в Одессе мотивирует болезнью, хотя на самом деле одесские врачи рекомендуют ей уезжать из города […] Юлия Гревс, руководствуясь советами сомнительных лиц, в последнее время обращается к губернатору и другим высоким чинам государства с просьбой забрать мое имущество и имение, хотя я постоянно обеспечиваю жизнь ее, посылая в Одессу

245Cit. in G. Mirzojan, Muzy Ajvazovskogo, cit., p. 10. 246La traduzione è mia.

ежемесячно по 500–600 рублей […] Она восстанавливает дочерей против меня, беря у них подписи, что после развода они будут жить с ней. 247

Attenendomi al mio dovere di brava persona e buon cristiano, per molti anni ho trattato con pazienza i difetti di mia moglie; lo possono testimoniare non solo i miei parenti e amici, ma anche tutti i nostri conoscenti in molte città della Russia […] L'incurabile disturbo nervoso, che secondo i medici della capitale l'ha colpita nel 1857, ha reso il suo carattere ancor più insopportabile. La pace ha abbandonato la mia casa. […] Per quasi vent'anni ha continuato a calunniarmi e ha infamato il mio onore e quello dei miei parenti davanti alle nostre figlie e davanti ad estranei. E lo fa con lo scopo di ferirmi non fisicamente, ma moralmente, in modo da potermi togliere illegalmente la mia tenuta, le mie proprietà, e lasciarmi a pane e acqua. […] Mia moglie Julia, con me sempre ostile, vive nella capitale a mie spese, viaggia spesso in Austria, Francia, Germania, coinvolgendomi nei suoi colossali dispendi di denaro […] Sostiene di aver bisogno di vivere a Odessa a causa della malattia, quando in realtà gli stessi medici di Odessa le raccomandano di andarsene dalla città […] Julia Graves, attenendosi ai consigli di persone opinabili, si è recentemente rivolta al governatore e ad altri alti funzionari con la richiesta di requisire le mie proprietà e la mia tenuta, sebbene io provveda costantemente a lei, inviando a Odessa 500- 600 rubli al mese […] Solleva le mie figlie contro di me, strappando loro la promessa che dopo il divorzio andranno a vivere con lei. 248

Come si può intuire, si tratta per Ajvazovskij di un momento durissimo; soprattutto l'impossibilità di avere un buon rapporto con le figlie rimarrà una ferita molto dolorosa. L'avversione dell'ex-moglie è tale da farle fare di tutto pur di non lasciare che le figlie sposino un armeno, come invece tanto desiderava Ajvazovskij. Soprattutto la più piccola, Jeanna, che il padre aveva già destinato a un giovane della famiglia Lazarjan/Lazarev, una delle famiglie armene più importanti dell'impero russo, fu invece fatta fidanzare dalla madre con l'ufficiale K.N. Arceulov. Aleksandra, la prima a sposarsi, si unì in matrimonio al sottotenente M.Ch. Lampsi; Marija sposò il funzionario V.L. Ganzen; Elena invece fu data in sposa al medico dell'ospedale di Odessa P.S. Latri. Per tutte e quattro le figlie quindi esclusivamente mariti di origine straniera. 249

L'unica consolazione di Ajvazovskij furono invece i suoi nipoti: su nove, tre divennero pittori professionisti, avviati alla pittura proprio dal nonno; i nipoti erano gli

247Cit. in G. Mirzojan, Muzy Ajvazovskogo, cit., p. 10. 248La traduzione è mia.

unici ammessi nel suo studio. Insegnò a dipingere ad Aleksej Ganzen, figlio di Marija, che divenne un famoso marinista, sfruttando soprattutto la tecnica degli acquerelli. Michail Latri, figlio di Elena, frequentò l'Accademia seguendo i corsi di pittura paesaggistica come il nonno e divenne pittore di ceramiche. Anche Konstantin Konstantinovič Arceulov, il figlio minore di Jeanna e il più giovane di tutti i nipoti, si occupò di pittura, ma è famoso soprattutto per essere stato un grande aviatore; divenne un illustratore di riviste solo in un secondo momento della sua vita. 250 L'eredità di

Ajvazovskij non risultò quindi persa, tuttavia rimase un profondo dolore per lui il fatto che nessuno dei nipoti portasse il suo cognome, tanto da fargli inviare una richiesta all'imperatore Nicola II per ottenere il permesso di dare il suo cognome ad Aleksandr Latri, figlio maggiore di Elena. La risposta, affermativa, arrivò purtroppo solo alcuni giorni dopo la morte di Ivan Konstantinovič. 251

250N. Gomcjan, Talantlivyj vnuk velikogo deda, <http://www.yerkramas.org/2011/03/16/talantlivyj- vnuk-velikogo-deda/> ultimo accesso 28 maggio 2014.

Fig. 13: Portret Anny Burnazjan (Ritratto di Anna Burnazjan), 1882, olio su tela, 73x62 cm, Feodosijskaja kartinnaja galereja im. I.K. Ajvazovskogo, Feodosija.