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Le aziende italiane sbarcano a Manila Riuscirà a realizzarsi un altro Miracolo economico asiatico?

LA COOPERAZIONE ECONOMICA TRA L’ITALIA E IL SUD EST ASIATICO

2.3 Le aziende italiane sbarcano a Manila Riuscirà a realizzarsi un altro Miracolo economico asiatico?

Le 7107 isole che compongono l'arcipelago filippino sono conosciute dagli italiani più come meta turistica che come destinazione per export e investimenti. Eppure la Repubblica delle Filippine si è resa protagonista di un percorso di crescita a ritmi sostenuti che le ha consentito di sfoderare un quadro macroeconomico da far gola a qualsiasi Paese europeo. Le ragioni di tale successo hanno diversa natura e possono essere compendiate nel coraggioso programma di riforme che affonda le sue radici negli anni 2000, con il governo Arroyo, proseguito poi dal suo successore Benigno Aquino III, eletto nel 2010189. Il programma di Aquino inizialmente lasciò perplessi gli investitori: metteva al primo posto trasparenza e lotta alla corruzione (di qui lo scetticismo) e poi puntava ad una svolta nella gestione della spesa pubblica con l’aumento della raccolta fiscale da un lato prevedendo, dall’altro, una maggiore spesa sociale (scuola, sanità) nonché un massiccio programma di infrastrutture per oltre 20 miliardi di dollari. A due anni di distanza anche i più scettici dovettero ricredersi perché grazie alle riforme introdotte190 in materia di buon

governo e fisco, nonché a prudenti politiche macro-economiche che consentirono la protezione del sistema bancario dagli effetti della crisi finanziaria internazionale, Aquino riuscì a ribaltare tutti gli indicatori di un Paese che nel 2009 sembrava rischiare un nuovo collasso. Terminata l’amministrazione di Aquino, la crescita economica del Paese è continuata con il Presidente Rodrigo Duterte, in carica dal 2016, per mezzo di riforme

189 R. Neroni, Filippine, Rischi e Prospettive di un’economia in ascesa, Rivista il Caffe Geopolitico,

8\04\2015.

190 Universalmente nota come Cory Aquino, è stata l'undicesimo Presidente delle Filippine, in carica dal

1986 al 1992 e primo Presidente donna del continente asiatico. È succeduta, nella sua carica di Presidente, a Ferdinando Marcos e ha preceduto Fidel Valdez Ramos.

71 economiche che hanno permesso di far registrare tassi medi di crescita tra i più alti del Sud-est asiatico (nel 2017 la crescita del PIL è stata pari al 6,8%), superando concorrenti asiatici come Cina e Vietnam191.

Gli ottimi rapporti con gli Stati Uniti, l’avvio del negoziato per un accordo di libero scambio con l’UE e la road map 2025 dell’ASEAN, che condurrà i dieci Stati che la compongono verso una vera e propria integrazione economica, sono tra gli elementi principali che hanno contribuito al boom economico delle Filippine e che dovrebbero permettere sempre di più al Paese di affermarsi nel panorama economico mondiale. Alla base del successo non può che esserci però un’economia interna sorprendentemente solida e infatti tanti sono stati e sono gli sforzi fatti dal governo di Manila per attrarre l’interesse degli investitori esteri nel Paese e costruire un’economia sana in grado di far fronte a eventuali shock esogeni: conti pubblici in ordine, un basso livello di debito pubblico, una moneta relativamente stabile e ingenti riserve di valuta estera. Non a caso anche Jim Yong Kim, presidente della World Bank, ha individuato nelle Filippine il prossimo miracolo economico asiatico192. Ricche di minerali, idrocarburi ed energia geotermica, le Filippine hanno visto un costante aumento delle esportazioni. Le principali voci dell’export sono i semiconduttori, prodotti elettronici, mezzi di trasporto, capi di abbigliamento, prodotti di rame, prodotti petroliferi e l’olio di cocco; i principali partners commerciali sono il Giappone (21.1% del commercio estero), Stati Uniti (15%), Cina (10.9%), Hong Kong (10.6%), Singapore (6.2%) e Germania (4.5%)193.

Ma a questa favolosa crescita economica non è seguita una redistribuzione della ricchezza194. Il Paese continua infatti ad essere caratterizzato da forti disparità sociali con

191 Fonte: sito di SACE/Scheda Paese, consultabile al link https://www.sace.it/.

192 La notizia è fornita dall’articolo pubblicato da SACE, Filippine: Arcipelago Di Opportunità. Conti pubblici in ordine e ingenti riserve di valuta estera”, consultabile sul sito https://www.sace.it/media/mag-

online/mag-online-dettaglio/filippine-arcipelago-di-opportunita/.

193 Fonte: sito di SACE/Scheda Paese, consultabile al link https://www.sace.it/.

194 M. Gallo, Filippine: la politica neoliberista è più devastante dei tifoni, 16\02\2014, articolo tratto

72 particolare riferimento al rapporto tra aree urbane e zone rurali, nonostante negli ultimi anni si sia registrato l’emergere di una nuova classe media. Chi ha tratto allora i benefici di questi ultimi quindici anni di forte espansione economica? Principalmente, i conglomerati industriali guidati dalle più influenti famiglie del Paese. Quella delle Filippine, infatti, non è stata una crescita economica inclusiva poiché il gap delle diseguaglianze si è progressivamente dilatato tanto che, secondo i dati forniti dall’ Asian

Development Bank, la società filippina si configura come tra le più ineguali di tutto il

continente asiatico. Secondo alcune stime, soltanto il 40% della popolazione controlla il 76% dell’economia nazionale e più di un quarto della popolazione - su un totale di 107,6 milioni di abitanti- vive tuttora in condizioni di povertà assoluta. Il numero di disoccupati ha toccato quota 10 milioni, corrispondente al 7% della forza lavoro195. Per fare un

raffronto, la media dei tassi di disoccupazione nei Paesi ASEAN non ha mai superato il 4%196.

Al di là dei numeri, il sistema economico del Paese è affetto da una serie di distorsioni strutturali che rischiano di mettere a repentaglio gli sforzi intrapresi nel decennio scorso. Un primo problema è la mancanza di un’effettiva regolamentazione nei settori chiave dell’economia, quali l’agricoltura, il trasporto marittimo e l’energia. Oltre a ciò, vi è l’assenza di un sistema reticolare di trasporti ed infrastrutture efficiente, l’alto costo delle

utilities (soprattutto dell’elettricità) e la piaga della corruzione. Nella fattispecie, secondo

i dati forniti nel 2017 da Transparency International197, il Paese-arcipelago occupa il 111° posto su 180 per livello di corruzione percepita, uno dei peggiori risultati tra i Paesi del

Per approfondimenti consultare il link https://www.globalproject.info/it/mondi/filippine-la-politica- neoliberista-e-piu-devastante-dei-tifoni/.

195Fonte: Country Risk map 2016 consultabile sul sito di SACE al link https://www.sace.it. 196 R.Neroni, Filippine: rischi e prospettive di un’economia in ascesa, op.cit.

197Transparency International (TI) è un'organizzazione internazionale non governativa che si occupa della

corruzione, non solo politica. Nel 1995 TI ha sviluppato l'Indice di corruzione percepita - Corruption

Perceptions Index (CPI), una lista comparativa della corruzione percepita in tutto il mondo che viene

aggiornata e pubblicata ogni anno.Il CPI classifica le Nazioni con il maggior indice di corruzione basando i propri dati sulle interviste fatte agli imprenditori.

73 Sud-est asiatico, dove peraltro la corruzione si è dimostrata essere una pratica endemica198. Un quadro del genere non favorisce certamente gli investimenti esteri, molto bassi rispetto agli standard regionali. Non deve dunque sorprendere se il Paese nel 2013 occupava il 138° posto su 189 nella classifica Doing Business stilata dalla World Bank Group199. Ciò spinse Aquino a lanciare una task force (EODB Task Force) con l’obiettivo di studiare come rendere il Paese più attrattivo e competitivo e a creare un’Agenzia intergovernativa per implementare riforme finalizzate a rendere più facile “fare business” nelle Filippine200. I risultati non sono mancati (tra questi si annoverano miglioramenti sui tempi di apertura di nuove imprese e sulla facilità nel pagare le tasse) e in soli tre anni il Paese ha scalato la classica del Doing Business guadagnando ben 35 posizioni (classificandosi 103° su 189 nel 2016).

Figura n°9201

Oltre a quanto già riportato, vi è un ulteriore aspetto che contribuisce a gettare un’ombra di incertezza sulle prospettive di crescita del Paese: i disastri naturali. Secondo le Nazioni Unite, dal 1980 al 2010 il Paese ha subito 363 catastrofi naturali e un numero

198Fonte: Corruption Perceptions Index 2017 di Transparency International al link

https://www.transparency.org/news/feature/corruption_perceptions_index_2017/.

199La Banca Mondiale supporta da tempo l’Ease of doing business index, un indice basato su numerose

variabili che condizionano possibilità e costi degli investimenti. Si va dalla concezione dell’affare, ai permessi di costruzione edilizia, alla fornitura di corrente elettrica, all’accesso al credito, alla protezione della proprietà privata investitrice, e così via considerando oltre un centinaio di parametri di interesse. Sulla scorta di tale indice le società si muovono per ottimizzare le sedi dei loro investimenti.

200Rapporto del 2016 sul Global Attractiveness Index -Il vero termometro dell’attrattività di un Paese, The

European House- Ambrosetti S.p.A., 2016.

201Figura 9: Impatti sulla classifica dell’Ease of Doing Business a seguito dell’iniziativa intrapresa dal

Governo delle Filippine. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, su dati della Banca Mondiale, 2016.

74 di vittime pari a circa 32.956202; a queste vanno aggiunte quelle che hanno colpito le

Filippine negli ultimi anni – Bopha (2012), Haiyan (2013)203, Hagupit (2014) e recentemente Mangkhut (2018) – che hanno vanificato gli interventi di politica economica messi a punto dal governo nei confronti soprattutto delle comunità rurali, le più colpite dalle devastazioni.

Il potenziale economico della Repubblica delle Filippine poggia in larga misura sulla manodopera: giovane, istruita e con un tasso di alfabetizzazione stimato attorno al 96%. Basti pensare che le Filippine, insieme all’India, sono il Paese in cui sono maggiormente delocalizzate le attività di outsourcing di servizi (come call center, assistenza informatica remota, corsi online di lingua). Questo grazie anche alla discreta diffusione di servizi di telecomunicazioni204. Il traino principale dell’economia è

rappresentato dalla domanda domestica alimentata dai consumi privati, che compongono circa il 70% del PIL, grazie al costante afflusso delle rimesse della diaspora dei lavoratori filippini all’estero (soprattutto residenti negli Stati Uniti).

Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, si può affermare che rispetto agli altri Paesi dell’area, le Filippine sono uno dei mercati più accessibili per le imprese italiane. Non solo l’utilizzo diffuso della lingua inglese e spagnola – rispettivamente seconda e terza lingua ufficiale dell’arcipelago – facilita le relazioni commerciali con le aziende locali, ma in più le Filippine sono l’unico Paese a maggioranza cattolica dell’area, determinando

202 V. Giacomin, Filippine, come uscire dall’occhio del ciclone, Il Caffè Geopolitico, 25\11\2013, articolo

consultabile al sito https://www.ilcaffegeopolitico.org/13428/filippine-come-uscire-dallocchio-del- ciclone/.

203 Conosciuto con il nome “Yolanda” il tifone ha avuto conseguenze catastrofiche: ha provocato, nel

computo finale del 6 marzo 2014, 6.245 morti accertati.

204La notizia è fornita dall’articolo pubblicato da SACE, Filippine: Arcipelago Di Opportunità. Conti pubblici in ordine e ingenti riserve di valuta estera, consultabile sul sito https://www.sace.it/media/mag-

online/mag-online-dettaglio/filippine-arcipelago-di-opportunita/.

75 con l’Italia e l’Europa una vicinanza culturale importante, quasi da essere considerate una enclave occidentale nell’Estremo Oriente205.

Nel 2017 l’interscambio è ammontato a 936 mln di euro (+13%)206. Il saldo della

bilancia commerciale, negli ultimi anni sempre a favore italiano, è stato pari a 403 mln di euro. Tale valore colloca Manila al sesto posto in ambito ASEAN. Le prospettive di crescita sono però significative sia per l’ottima performance dell’economia filippina sia, sul fronte dell’export verso l’Italia, per le facilitazioni che il Sistema europeo delle preferenze generalizzate garantisce ad oltre seimila prodotti filippini che possono accedere al mercato dell’UE senza incorrere in barriere tariffarie. Le maggiori opportunità per le imprese italiane dovrebbero arrivare dal settore delle infrastrutture e costruzioni. Infatti, nonostante la rapida crescita economica del Paese negli ultimi anni, pochi sono stati gli investimenti da parte del governo in questo settore: il sistema stradale è carente, specialmente nelle zone rurali, la rete ferroviaria deve essere ammodernata e in tutto l’arcipelago c’è bisogno di implementare sistemi di gestione delle acque per affrontare le frequenti inondazioni dovute alle piogge tropicali.

Le esportazioni italiane hanno raggiunto un totale di 670 mln di euro (+9,6%) e le importazioni un totale di 266 mln di euro (+22,7%). Nello stesso anno, l’Italia è stata il 21° paese fornitore ed il 25° paese cliente delle Filippine. I prodotti italiani più esportati sono stati le componenti elettroniche, i macchinari per impieghi speciali e per impieghi generali. Le importazioni invece sono prevalentemente composte da oli e grassi vegetali, pesce, crostacei, articoli da abbigliamento, escluso l’abbigliamento in pelliccia207.

205 Farnesina, Le Imprese Italiane fanno rotta in ASEAN: destinazione Manila, in “Rivista Diplomazia

Economica Italiana”, n°1\2018, ANNO XI, Gennaio 2018, p. 3.

206 Fonte: Dati forniti da SACE- Scheda Paese\ Filippine consultabile sul sito di SACE al link al link

https://www.sace/.

207Fonte: I dati sono forniti dal MAECI alla scheda Paesi\Filippine, consultabile al link

76 Non sono ancora molte le aziende italiane che si sono accorte del potenziale delle Filippine (circa 50 su tutto il territorio) ma tra queste c’è certamente la toscana Frigel, azienda di Scandicci specializzata in tecnologie per processi di raffreddamento avanzato, che grazie al supporto di SACE, ha ottenuto grandi successi nel settore biomedicale. Nonostante la scarsa presenza, è stata registrata negli ultimi anni una crescente curiosità da parte del sistema imprenditoriale italiano. Ciò è testimoniato dalla missione del 2012 a Manila guidata da Confindustria a cui hanno partecipato ventuno imprese e due associazioni imprenditoriali dall’Italia. La Missione, indirizzata prevalentemente ai settori Energia (specialmente Rinnovabili, Geotermia), Infrastrutture/Grandi Progetti, Manifatturiero, Beni di consumo, Cosmetica e Retail, ha rappresentato l’occasione per approfondire le opportunità di investimento e cooperazione nel mercato e ha visto la partecipazione di rappresentanti di Autorità locali preposti alla regolamentazione e assegnazione dei progetti PPP (Public Private Partnership) e rappresentanti delle zone economiche industriali208. Inoltre, nel 2013, il MISE ha stipulato con l’UNIDO una Convenzione per la realizzazione di un progetto nel settore agroindustriale. In particolare con questo progetto si prevedeva di consolidare la presenza italiana nel mercato locale e diffondere la conoscenza delle eccellenze tecnologiche italiane nel settore della trasformazione alimentare209. Nonostante la collaborazione nel settore, Manila non ha partecipato ad Expo Milano 2015 dedicato al cibo; la presenza del Paese sarebbe stata auspicabile, trattandosi di uno dei principali produttori mondiali di riso e sede dell’International Rise Research Institute, centro di eccellenza il cui compito è quello di preservare il genoma di tutte le specie di riso conosciute, nonché di introdurre le metodologie più avanzate per la sua coltivazione.

208Cfr. D. Kraus, Filippine: Missione imprenditoriale di scouting nelle Filippine, Manila, 20-23 novembre

2012, Rapporto di Confindustria, Politiche industriali, Economia della Conoscenza, Europa e Internazionalizzazione, 30\11\2012.

209 Le Imprese Italiane fanno rotta in ASEAN: destinazione Manila, in “Rivista Diplomazia Economica

77 Sul piano fiscale, di rilievo è stato il risultato ottenuto nell’aprile 2015 con la firma del Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan di due decreti ministeriali che sono andati a modificare i criteri previsti per l’elaborazione delle cosiddette black list per i Paesi a fiscalità privilegiata. Le Filippine vennero finalmente rimosse sia dalla lista “indeducibilità dei costi” che da quella sulle “controlled foreign companies” aprendo quindi la strada ad un auspicabile incremento di rapporti economici e finanziari bilaterali. Infine, nel settembre 2017 il Parlamento ha approvato la Legge di ratifica del Protocollo recante modifiche alla Convenzione tra le due Repubbliche per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l’evasione fiscale210.

Figura n°10211

210 Rife: Legge 11 ottobre 2017, n. 152, Ratifica ed esecuzione del Protocollo recante modifiche alla

Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica delle Filippine per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione fiscale del 5 dicembre 1980.

211 Fonte: Dati forniti da SACE- Scheda Paese\ Filippine consultabile sul sito di SACE al link al link

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Figura n°11212

Figura n°12213

212 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. Per approfondimenti

consultare il sito https://www.infomercatiesteri.it.

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CAPITOLO III

LA COOPERAZIONE MILITARE TRA L’ITALIA E I PAESI DEL