La pressione del settore turistico sull’ambiente. (Fabrizio Ferrari e Barbara Grugnale)
9. La balneabilità delle acque
Certamente ognuno di noi è consapevole del fatto che l’acqua è la fondamentale risorsa esistente alla base della vita di qualunque specie, cosi come dell’evoluzione economica e sociale del cosmo.
L’acqua dolce, disponibile per la vita sui continenti, costituisce però molto meno dell’1% della totalità delle acque; a questo si aggiunga il fatto che ciascuna persona, per vivere, ha bisogno di circa 3 litri di acqua dolce al giorno, che dunque devono essere continuamente disponibili. L’acqua dolce è una risorsa rinnovabile, ma al contempo limitata ed esauribile; detta rinnovabilità deve essere considerata sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Infatti, spesso l’acqua, pur essendo quantitativamente presente, o addirittura abbondante, possiede qualità talmente compromesse da essere inutilizzabile: anziché costituire risorsa, arriva in tal caso a costituire un problema igienico e come tale a non poter essere utilizzata. Anche la rinnovabilità della risorsa non va vista esclusivamente in termini di quantità fisica dovuta all’acqua che continuamente riproducendosi viene da monte, bensì come fenomeno qualitativo. Gli ecosistemi acquatici, infatti, attraverso i meccanismi naturali di autodepurazione chimico-fisica ed eco-biologica, promuovono e rinnovano la qualità delle acque inquinate da sostanze biodegradabili e metabolizzabili rendendole nuovamente disponibili.
Affinché gli ambienti di acque dolci possano svolgere al meglio la loro funzione di nascosta ma incessante ed efficace depuratore naturale, occorre garantire un livello adeguato di integrità ecologica per le coste dei mari, per le sponde e gli alvei dei fiumi, cercare di avere un corretto uso del suolo e del territorio, evitare la contaminazione con sostanze biocide ed indegradabili, limitare al massimo gli eventuali sprechi.
La provincia di Pescara è abbastanza ricca di acque, in quanto ricomprende, lungo la fascia ovest-sud-ovest, i versanti dei massicci montuosi più imponenti dell’intero arco
appenninico: il sistema Maiella-Morrone e quello del Gran Sasso d’Italia. Queste montagne sono interessate da elevate precipitazioni, grazie ai flussi ascensionali delle correnti umide provenienti dall’Adriatico, che per espansione e raffreddamento, condensano l’acqua atmosferica trasportata.
I massicci che sono di natura prevalentemente carbonatica, e quindi ad elevata capacità di accumulo per la permeabilità assicurata dalle fatturazioni e per le diffuse manifestazioni carsiche, fanno sì che le acque scolanti dai sistemi montuosi diano origine a bacini idrografici che poi versano in Adriatico. I bacini idrografici di maggior rilievo nel territorio della Provincia di Pescara sono la parte bassa dell’Aterno-Pescara e, per la quasi totalità, quello del Fino-Tavo-Saline.
La Provincia di Teramo è alimentata dalle acque dei versanti del Gran Sasso d’Italia-Monti della Laga, uno dei massicci montuosi più imponenti dell’intero arco appenninico. Anche queste montagne sono interessate da elevate precipitazioni (mediamente da 1000- 1600 mm/anno): è’ questo il motivo per cui i versanti montuosi teramani sono lussureggianti rispetto a quelli occidentali: a parità di quota la parte teramana del massiccio ha una piovosità all’incirca doppia rispetto al versante aquilano.
I massicci sono di natura prevalentemente carbonatica (Gran Sasso) o di arenarie con intercalazioni marnoso-arenacee (Monti della Laga) e, in generale, elevata è la capacità di accumulo per via della complessa esistenza di fessurazioni, fratturazioni, e per le diffuse manifestazioni carsiche caratteristica tipica di detti terreni.
Le acque scolanti dai predetti sistemi montuosi danno origine a bacini idrografici che versano in Adriatico con le aste fluviali principali fra di loro sub-parallele ed orientate in direzione sudovest-nordest .
I bacini idrografici principali di rilievo nel territorio provinciale, sono quelli dei fiumi Tronto, Salinello, Vibrata, Tordino, Vomano e Piomba e, per i torrenti, il Piomba ed il Cerrano
I problemi principali che affliggono le acque non solo della provincia teramana, bensì anche delle altre della Regione, sono:
- riduzioni drastiche delle portate idriche conseguenti alle derivazioni per usi idroelettrici;
- inquinamento chimico-fisico ed organico da scarichi di origine industriale e civile; inquinamento da fonti diffuse (agricoltura, acque piovane che determinano danni a strade);
- modificazioni della struttura dell’alveo e delle sponde; esistenza di sbarramenti che, oltre a interrompere la continuità ecologica indispensabile per il fiume, trattengono il trasporto solido favorendo l’erosione delle coste;
- le perdite idriche dagli acquedotti; gli usi impropri dell’acqua; l’eutrofizzazione dei litorali marini.
Lo stato delle risorse idriche presenti nella Regione Abruzzo è descritto mediante un selezionato gruppo di indicatori relativi a tre temi ambientali: qualità dei corpi idrici, risorse idriche e usi sostenibili (Fig. 9).
Matrice Campionamento Parametri Definizione spaziale Frequenza temporale
Temperatura Salinità
ossigeno disciolto PH
3 stazioni per transetto Stagionale Trasparenza perpendicolare giugno-settembre: clorofilla a ACQUA quindicinale azoto totale nitrati Nitriti Ammoniaca Ortofosfati fosforo totale Enterococchi Fitoplancton
2 stazioni per area Granulometria SEDIMENTO omogenea: annuale IPA
a) stazione di controllo PCB
b) stazione in area composto organostannici soggetta ad metalli pesanti
immisioni saggi biologici
2 stazioni per area
BIOTA omogenea: semestrale metalli pesanti (bioaccumulo a) stazione di controllo IPA
Nei bivalvi) b) stazione in area PCB soggetta ad immissioni BIOTA
(stato cartografia Triennale identificazione di ecosistemi) biocenotica Biocenosi
(Fonte: A.R.T.A., Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001. Volume I, Regione Abruzzo, Teramo, 2001, p. 94). Gli indicatori sono riferiti alle acque superficiali interne, alle acque marino costiere e alle acque sotterranee. Porremo gran parte della nostra attenzione alla qualità delle acque marino costiere.
La Regione Abruzzo dispone di una costa che si estende per poco più di 125 km (Tabb. 10, 11 e 12), gran parte della quale ricadente nella provincia di Chieti; come già si è più volte ricordato, la costa costituisce una preziosissima fonte di ricchezza, sia come luogo di interesse turistico, sia per il patrimonio ittico che le acque adiacenti dispongono, e capace pertanto di porre un essere un mercato nel suo hinterland.
Provincia Comuni N° Punti
Km di costa Francavilla al Mare 7 Ortona 13 San Vito 4 Rocca s.Giovanni 3 CHIETI Fossacesia 3 67,5 Km
(56 punti) Torino di Sangro 6
Casalbordino 4
Vasto 13
San Salvo 3
Tabella 10. Acque marine di balneazione. Punti di campionamento nella provincia di Chieti.
(Fonte: A.R.T.A., Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001. Volume I, Regione Abruzzo, Teramo, 2001, p. 103).
Provincia Comuni N° Punti Km di costa
Città S.Angelo 2
PESCARA Montesilvano 4 13,1Km
(15 punti) Pescara 9
Tabella 11. Acque marine di balneazione. Punti di campionamento nella provincia di Pescara.
Provincia Comuni N° Punti Km di costa Martinsicuro 7 Alba Adriatica 4 TERAMO Tortoreto 5 (45 punti) Giulianova 5 42,5 km Roseto 10 Pineto 7 Silvi 7
Tabella 12. Acque marine di balneazione. Punti di campionamento nella provincia di Teramo.
(Fonte: A.R.T.A., Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001. Volume I, Regione Abruzzo, Teramo, 2001, p. 101).
La conoscenza e la valutazione della qualità delle acque marino costiere e dei punti di scarsa qualità delle stesse (Tabb. 13 e 14) è condizione essenziale per impostare una corretta gestione delle risorse utilizzabili per fini antropici (risorse ittiche, acque di balneazione, navigazione), ambientali, economiche, culturali e sociali (turismo, sviluppo economico).
Le acque costiere rappresentano l’interfaccia principale tra i fattori di pressione localizzati sulla costa e l’ambiente marino, verso i quali prima i fiumi e poi le correnti marine ne veicolano e diffondono gli effetti.
Nella ristretta fascia di mare che interessa la provincia pescarese (appena 13 km di costa), come in ogni ecosistema litoraneo, si sviluppano i più complessi ecosistemi marini (produttività primaria, zone di produzione), che determinano il maggior livello di biodiversità e di ricchezza ambientale. La situazione nel mare antistante il capoluogo assume caratteri di ulteriore complessità, per gli effetti della diga foranea sulle dinamiche del trasporto solido naturale e dell’inquinamento fluviale e per la presenza in tutto il litorale provinciale di barriere emerse, rigide e poste per combattere fenomeni erosivi.
Numero
identificazione Denominazione N° di campioni eccedenti Balneabilità Comunale i limiti di legge (DPR 470/82)
007 (Com.di Pescara) Zona antistante via Cadorna 1 Idoneo 008 (Com.di Pescara) Zona antistante via Mazzini 7 Non idoneo 009 (Com.di Pescara) Zona antistante via Balilla 12 Non idoneo 010 (Com.di Pescara) Zona antistante teatro D'Annunzio 3 Non idoneo 017 (Com.di Pescara) 300 mt.nord molo fiume Pescara 12 Non idoneo 018 (Com.di Pescara) 100 mt.sud molo Porto Turistico 3 Non idoneo 019 (Com.di Pescara) Zona antistante fosso Vallelunga 10 Non idoneo 020 (Com.di Pescara) 100 mt.nord foce fiume Preparo 6 Non idoneo
Tabella 13. Punti di criticità rilevati nella stagione 2000 – provincia di Pescara.
Numero
Identificazione Denominazione N° di campioni eccedenti Balneabilità Comunale i limiti di legge (DPR 470/82)
095 (Ortona) Zona antistante foce fosso Peticcio 6 Non idoneo 104 (Ortona) 350mt.sud foce fiume Foro 3 Non idoneo 087 (S.Vito Chetino) 100 mt. A nord foce fiume Feltrino 3 Non idoneo 108 (S.Vito Chetino) 50 mt. A sud fosso Cintioni 4 Non idoneo 091 (Casalbordino) 200 mt. A nord foce fiume Sinello 1 Idoneo 093 (Vasto) 200 mt. A nord fosso Lebba 3 Non idoneo 098(Vasto) 300 mt. Sud foce fiume Sinello 3 Non idoneo
Tabella 14. Punti di criticità rilevati nella stagione 2000 – provincia di Chieti
(Fonte: A.R.T.A., Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001. Volume I, Regione Abruzzo, Teramo, 2001, p. 117). Per le acque marino costiere sono stati scelti tre indicatori: la conformità della qualità batteriologica ai requisiti per la balneazione, l’indice di stato trofico (TRIX) e l’idoneità delle acque alla vita dei molluschi. Tali indicatori descrivono diversi aspetti della qualità delle acque marine in due distinti ambienti: le acque di balneazione, racchiuse nella fascia di poche decine di metri dalla battigia, e le acque costiere comprese entro i 3000 metri dalla riva (TRIX e idoneità alla vita di molluschi).
Il primo indicatore è costruito sui dati del controllo delle acque di balneazione. Nel ristretto gruppo di parametri presi in considerazione, il numero di batteri coliformi di origine fecale eccedente le 100 unità in 100 ml è il principale responsabile dei provvedimenti di divieto di balneazione.
La determinazione della carica microbica per la balneabilità è essenzialmente un indice della qualità igienico-sanitaria per prevenire malattie infettive e, pertanto, non descrive lo stato di salute ecologica dell’ambiente marino.
Il secondo indicatore, l’indice di stato trofico, è attualmente l’unico indicatore di stato, ben definito e previsto per legge, per la classificazione delle acque marino costiere (D.Lgs. 152/99).
Il terzo indicatore (qualità delle acque per la vita dei molluschi), seppur concepito per fini di tutela igienico-sanitaria, ha una certa valenza nel descrivere la situazione ecologica locale marina in quanto i molluschi sono filtratori di grossi quantitativi di acqua ed in grado di concentrare inquinanti presenti in tracce, nell’ambiente in cui vivono.
Il D.Lgs. 152/99 e il successivo 258/00 costituiscono il punto di riferimento sia per quanto riguarda il monitoraggio, sia per la programmazione e pianificazione delle azioni di tutela e risanamento dei corpi idrici. Il Decreto definisce gli obiettivi di qualità ambientale per tutte le
tipologie di corpi idrici superficiali e sotterranei considerati che dovranno raggiungere uno stato di qualità ambientale sufficiente entro il 2008 e buono entro il 2016.
Da uno studio pubblicato dal Ministero dell’Ambiente, e precisamente dal Servizio Difesa Mare, realizzato in convenzione con le Regioni costiere, relativo al campionamento Aprile 1997-Giugno 1998, si evidenzia in Abruzzo un valore medio del TRIX pari a 4,66, con una deviazione standard pari a 480, che corrisponde al “giudizio di stato trofico buono”, tipico di acque moderatamente produttive. In generale in quasi tutte le stazioni situate a 500 metri, si raggiungono o superano le 5 unità. Mentre in quelle a 3000 metri i livelli sono più bassi con medie intorno alle 4 unità.
Lo stesso studio, riferito al triennio successivo 1999/2001, promosso sempre dal Ministero dell’Ambiente – Servizio Difesa Mare, mostra in Abruzzo una situazione qualitativamente molto simile al triennio precedente. Le aree che sono state sottoposte a controllo sono:
area compresa tra Giulianova e il fiume Tordino; area compresa tra il fiume Saline e Pescara; area compresa nella fascia di Ortona;
area adiacente la località di punta Aderci-Vasto.
Per l’analisi della qualità delle acque di balneazione ed i particolare per il controllo dei requisiti chimici, fisici e microbiologici, si fa riferimento al DPR n. 470 del 8/06/1982, in attuazione della direttiva U.E. 76/160 relativa alla qualità delle acque di balneazione applicata alle acque dolci, correnti o di lago e le acque marine, escludendo quelle destinate ad usi terapeutici ed a quelle di piscina. La tutela igienico-sanitaria è garantita attraverso l’analisi delle caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche su campioni prelevati ogni 15 giorni nel periodo compreso fra il 1 aprile ed il 30 settembre; su ogni campione prelevato vengono ricercati di routine 11 parametri di cui 4 batteriologici e 7 chimico fisici, anche se, in condizioni particolari, si possono ricercare parametri ulteriori. Per il giudizio di idoneità, ogni superamento del limite anche di un solo parametro di qualsiasi prelievo determina campionamenti suppletivi di verifica, dettagliatamente esplicitati dalla norma, in base ai quali si ribadisce l’idoneità o il divieto di balneazione.
Per il controllo della balneazione nelle acque marine, la Regione Abruzzo, ha individuato 116 punti di prelievo distribuiti lungo 125 km di costa nelle province di Teramo, Pescara e Chieti.
Nell’anno 2000 sono stati effettuati complessivamente più di 1500 prelievi su tutti i punti precedentemente elencati e fra questi, quelli analizzati almeno 11 volte nell’intero periodo di campionamento sono 1392. Nelle tabelle di seguito riportate, si evince chiaramente come, in
Provincia di Teramo tutti i 540 campioni analizzati risultano idonei alla balneazione, mentre in quella di Pescara fra i 180 campioni il 30% è sfavorevole, a causa del superamento dei parametri microbiologici; nella provincia di Chieti invece, sui 672 campioni analizzati la percentuale dei campioni non idonei è del 3,5% ed è dovuta principalmente al superamento dei parametri microbiologici oltre che, in due casi, alla quantità di ossigeno disciolto e alla trasparenza (Tab. 15).
Province
Teramo Pescara Chieti
KM COSTIERI TOTALI 45,2 13,1 67,5
Punti di campionamento fissati 45 15 56
Punti di campionamento analizzati* 45 15 56
N° campioni effettuati 540 180 672
% campioni conformi 100 % 70 % 96,50 %
% campioni non-conformi 0 % 30 % 3,50 %
Note: * Punti analizzati almeno 11 volte nel corso della stagione.
Tabella 15. Acque marine di balneazione – dati analitici anno 2000.
(Fonte: A.R.T.A., Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001. Volume I, Regione Abruzzo, Teramo, 2001, p. 109).
Dai dati evidenziati in tabella si nota come sia differente la situazione fra le Province, soprattutto per quanto riguarda la qualità microbiologica; molti dei campioni non conformi, soprattutto nella provincia di Pescara, presentano dei valori molto al di sopra del limite di legge, caratteristica evidenziata dall’alto valore percentile dei parametri “Coliformi totali”, “Coliformi fecali” e “Streptococchi fecali”. Ciò ha determinato il divieto di balneazione in molti punti, evidenziando complessivamente una bassa qualità delle acque marino-costiere abruzzesi ad eccezione del tratto nord della costa, prospiciente la provincia di Teramo, in cui tutti i punti di prelievo sono rimasti balneabili per l’intera durata della stagione (Tab. 16)
PROVINCE
Teramo Pescara Chieti
Campioni analizzati 540 180 672
Campioni risultati idonei 540 126 649
Campioni risultati non idonei 0 54 23
Campioni non idonei per
parametri microbiologici 54 22
Campioni non idonei per
parametri chimico-fisici 2
Punti temporaneamente non
balneabili 7 6
Tabella 16. Acque marine di balneazione - Dati analitici anno 2000.
(Fonte: A.R.T.A., Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001. Volume I, Regione Abruzzo, Teramo, 2001, p. 110).
In definitiva, dai dati analitici a disposizione, possiamo concludere dicendo che nel complesso, la sola provincia costiera abruzzese che presenta sempre i caratteri della balneabilità, e che quindi come tale risulta idonea nel corso di tutti i dodici mesi dell’anno, è quella teramana; sulla stessa infatti, che gode di 42,5 km di costa, sono stati fissati ben 45 punti di campionamento, e sui 540 campioni prelevati la totalità sono risultati conformi ai limiti stabiliti dal DPR 470/82.
Per contro invece, la provincia di Pescara (Tab. 5), che possiede soltanto 13,1 km di costa e sulla quale sono stati fissati 15 punti di campionamento, sui 180 campioni effettuati, è risultato che ben il 30% degli stessi non è conforme ai limiti consentiti dalla legge.
Per la provincia di Chieti (Tab. 6), sulla quale ricade la gran parte della costa della regione Abruzzo, ben 67,5 km, la situazione è certamente risultata migliore di quella della provincia pescarese, ma non ottimale come quella teramana: infatti, su 56 punti di campionamento fissati, e sui 672 campioni effettuati, quasi la totalità, e per l’esattezza il 96,5% sono risultati conformi alla normativa vigente mi materia di acque marine balenabili.
Da questi pochi ma efficaci dati, messi a disposizione dall’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente, seppure riferiti per la gran parte all’anno 2000, si riescono a intravedere le motivazioni che inducono numerosi turisti, sia italiani che stranieri, a orientare le proprie preferenze vacanziere, nei riguardi delle coste teramane, alle quali non a caso sono stati attribuiti vari riconoscimenti, tra i quali merita di essere ricordato l’attribuzione della “Bandiera Blu”, che ha il compito di certificare la qualità delle acque marine nella sua totalità, garantendo la balneabilità delle stesse.