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BANCHE PIEMONTESI Enrico Orsini

Nel documento Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1977 (pagine 32-36)

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La pubblicazione della Camera di com-mercio sulle principali società piemon-tesi, volutamente prescindeva dalle im-prese creditizie e finanziarie, con l'esclu-sione della Locat per la natura della sua attività e lo stretto legame con il settore industriale. Questo panorama sulla economia piemontese può essere ora ulteriormente completato con una analisi delle principali istituzioni banca-rie aventi la sede principale all'interno della regione.

Si sono prese in esame le trenta prin-cipali banche operanti nel settore con caratteristiche abbastanza varie: si va infatti dalle banche operanti a livello nazionale (S. Paolo, Banca Popolare di Novara), alle Casse di Risparmio ope-ranti a livello regionale o provinciale, fino alle Casse Rurali con un raggio di azione limitato a uno o più comuni agricoli.

In base alla personalità giuridica tro-viamo: un ente di diritto pubblico (S. Paolo), tre Banche Popolari, undici Casse di Risparmio, sei Casse Rurali ed Artigiane, nove società a carattere inte-ramente privato.

Nel 1975 la raccolta delle banche prese in esame ha superato gli 11.600 miliardi contro i quasi 8.750 dell'anno prece-dente, con un incremento del 33,2% (tab. 1). Data la presenza delle due Banche nazionali parte di questi depo-siti proviene da altre regioni come, del resto, anche parte degli impieghi era indirizzato verso l'esterno della regione. Al primo posto nella graduatoria tro-viamo l'Istituto Bancario S. Paolo di Torino che con i suoi 4.407,5 miliardi ha raccolto nel '75 il 37,8% dei depositi totali delle trenta banche considerate, con un incremento in termini monetari pari al 4 6 , 5 % . Globalmente le tre mag-giori banche regionali (oltre al S. Paolo, la Banca Popolare di Novara e la Cassa di Risparmio di Torino) hanno assorbito circa l'80% dei depositi.

Tenuto conto di un aumento dell'indice generale dei prezzi per il 1975 pari al 17,5% vediamo come ad eccezione di due istituti (Cassa di Risparmio di Ver-celli, Banca di Alessandria) l'incremento della raccolta sia stato per tutti gli altri superiore a questa percentuale, pur se

in misura diversa. Il forte incremento medio ( + 33,2) è stato naturalmente influenzato verso l'alto dai risultati del-l'Istituto S. Paolo, ma altre banche pri-vate ed alcune Casse rurali hanno mes-so in evidenza un buon dinamismo nel-l'acquisire nuovo denaro; al contrario hanno perso terreno le Casse di Rispar-mio, tutte hanno infatti registrato incre-menti inferiori alla media.

Il discorso non muta molto dal lato degli impieghi intesi come i crediti con-cessi all'economia od agli enti pubblici. Per questo confronto (tab. 2) si ripor-tano solo venti istituti in quanto per gli altri non è stato possibile reperire sufficienti informazioni. Risulta subito come la predominanza dei tre mag-giori istituti sia ancora maggiore rispet-to a quella dei depositi, raggiungendo l'84,8% del totale. In questo ramo di attività i confronti con l'anno prece-dente mettono in evidenza andamenti difformi tra i vari istituti: crescono in misura più forte gli impieghi degli isti-tuti di maggiori dimensioni con alcune eccezioni per quanto riguarda le banche minori; queste ultime ed in genere le Casse di Risparmio (con l'eccezione del-la Cassa di Risparmio di Cuneo) mostra-no invece alcune difficoltà ad accrescere gli impieghi in un anno che per il siste-ma economico è stato particolarmente negativo.

Questa difficoltà risulta ancora più evi-dente dal confronto del rapporto tra impieghi e depositi per gli anni 1975 e 1974: solo tre istituti (Istituto S. Paolo, Banca Popolare di Intra e Cassa di Risparmio di Cuneo) lo hanno accre-sciuto, mentre per tutti gli altri è dimi-nuito in alcuni casi anche in misura rilevante. L'esame della tabella n. 3 mette inoltre in evidenza un generale basso rapporto tra gli impieghi e i depo-siti caratteristica comune di tutto il si-stema bancario nazionale ed in special modo di quello regionale. In soli tre casi si ha un rapporto superiore al 5 0 % ed ai primi due posti troviamo le ban-che a carattere nazionale ban-che possono indirizzare gli impieghi anche al di fuori della regione. La metà degli istituti con-siderati presenta un rapporto inferiore al 4 0 % e tra questi troviamo quasi tutte le Casse di Risparmio, compresa

Tabella 1. G r a d u a t o r i a in b a s e ai depositi

Graduatoria Depositi %

Banche ~ 1975 1974 1975 1974 75/74

istituto Bancario S. Paolo di Torino 1 1 4.407,5 3.009,5 46,5 Banca Popolare di Novara 2 2 2.669,3 2.078,1 28,4 Cassa Risparmio Torino 3 3 2.242,3 1.791,4 25,1 Cassa Risparmio Cuneo 4 4 362,8 291,9 24,3 Cassa Risparmio Asti 5 5 313,5 253,2 23,8 Cassa Risparmio Alessandria 6 6 260,6 213,3 22,2 Cassa Risparmio Biella 7 7 220,1 175,5 25,4 Banca Mobiliare Piemontese 8 8 156,6 127,5 22,8 Banca Sella 9 9 155,0 124,6 24,4 Banca Popolare Intra 10 11 140,5 111,0 26,6 Cassa Risparmio Vercelli 11 10 128,0 114,0 12,3 Banca Subalpina 12 12 94,1 63,0 49,4 Banca Cuneese Lamberti Mainardi e C. 13 13 68,5 50,0 37,0 Cassa Risparmio Tortona 14 14 58,6 48,5 20,8 Cassa Risparmio Saluzzo 15 16 55,6 42,5 30,8 Cassa Risparmio Bra 16 15 54,7 43,9 24,6 Cassa Risparmio Fossano 17 17 51,3 41,4 23,9 Cassa Risparmio Savigliano 18 18 50,3 39,9 26,1 Banca Anonima di Credito 19 19 32,0 26,0 23,1 Banca di Casale e del Monferrato 20 20 29,7 22,4 32,5 Banca Ceriana 21 21 19,6 14,7 33,3 Cassa R.A. Carrù 22 22 16,5 11,9 38,7 Cassa R.A. Boves 23 23 10,2 8,6 18,6 Cassa R.A. Ve zza d'Alba 24 27 9,8 6,2 58,1 Banca Brignone 25 25 9,0 7,0 28,6 Cassa R. A. Gallo Grinzane 26 26 8,3 6,6 25,8 Banca di Alessandria 27 24 7.6 7,3 4,1 Cassa R. A. Caraglio 28 28 5,7 4,6 23,9 Banca di Savigliano Martina e C. 29 29 5,0 4,0 25,0 Cassa R. A. Sant'Albano Stura 30 30 4,3 3,3 30,3 11.647,0 8.741,8 33,2

Tabella 2. G r a d u a t o r i a in b a s e agli impieghi

Graduatoria Impieghi % Banche

Istituto Bancario S. Paolo di Torino Banca Popolare di Novara Cassa Risparmio Torino Cassa Risparmio Cuneo Cassa Risparmio Asti Cassa Risparmio Biella Banca Sella

Banca Popolare Intra Banca Mobiliare Piemontese Cassa Risparmio Vercelli Banca Subalpina

Banca Cuneese Lamberti e Mainardi Cassa Risparmio Fossano

Cassa Risparmio Savigliano Cassa Risparmio Tortona Cassa Risparmio Bra Cassa Risparmio Saluzzo Banca Ceriana

Banca Anonima di Credito Banca di Casale e del Monferrato

1975 1974 1975 1974 75/74 1 1 2.241,8 1.460,1 53,5 2 2 1.432,1 1.176,5 21,7 3 3 880,9 724,0 21,7 4 5 134,0 103,0 30,1 5 4 130,0 115,0 13,0 6 6 107,0 99,0 8,1 7 7 74,0 63,0 17,5 8 9 69,7 52,8 32,0 9 8 55,0 54,0 1,9 10 10 49,0 45,0 8,9 11 11 47,9 33,4 43,4 12 12 32,5 25,3 28,5 13 13 23,0 21,0 9.5 14 13 19,0 21,0 - 9,5 15 15 19,0 17,0 11,8 16 16 18,0 16,0 12,5 17 16 17,0 16,0 6,3 18 19 9,2 7,5 22,7 19 18 9,0 10,0 - 10,0 20 20 5,9 5,0 18,0 5.374,0 4.064,2 32,2

quella di Torino, oltre alle banche pri-vate di minori dimensioni.

Da questo esame appare soprattutto come, prescindendo dalla presenza delle banche di interesse nazionale e di altri grandi istituti operanti all'interno della regione ma aventi altrove la sede, il sistema creditizio regionale sia sostan-zialmente dominato dai tre maggiori isti-tuti, almeno come massa di mezzi am-ministrati. Tra questi assume una posi-zione sempre più rilevante l'Istituto Ban-cario S. Paolo per il quale, occorre ri-cordare, oltre ai dati riportati relativi ai depositi ed agli impieghi, bisogna ag-giungere l'intensa attività svolta nel set-tore del Credito Fondiario e di finanzia-mento alle Opere Pubbliche. In pratica all'ammontare dei depositi raccolti e dei finanziamenti concessi dall'azienda ban-caria, bisogna aggiungere le Cartelle Fondiarie e le obbligazioni per Opere Pubbliche emesse dal S. Paolo ammon-tanti a 1834 miliardi nel 1975 contro i 1407 dell'anno precedente, cui face-vano riferimento corrispondenti mutui fondiari e per Opere Pubbliche ammon-tanti a 1867 miliardi al 31-12-75 contro i 1492 dell'anno precedente.

Diverso è invece il discorso sul ruolo che le varie banche sembrano svolgere all'interno dell'economia regionale. Ab-biamo, a questo riguardo, prima di tutto le Banche nazionali che con accettabili seppur bassi rapporti tra impieghi e depositi sembrano poter sostenere un ruolo di sostegno dell'attività economica regionale che assume naturalmente le varie forme di crediti ad imprese indu-striali e comunali, finanziamenti alle esportazioni, oltre al finanziamento di enti pubblici. Successivamente possiamo individuare alcune banche private ed al-cune Casse di Risparmio (Biella, Asti, Fossano) che a livello più ristretto sem-brano assolvere agevolmente alla stessa funzione pur se con maggiori difficoltà a raggiungere livelli adeguati di impie-ghi. Infine troviamo alcune banche mi-nori ed il vasto arcipelago delle Casse di Risparmio, con bassi livelli di im-piego, che sembrano svolgere più che altro una funzione quasi esclusivamente

di raccolta di r i s p a r m i o . P a r t i c o l a r m e n t e

fun-zione delle Casse di Risparmio nelle quali sono elevati gli acquisti di Titoli obbligazionali, ed i depositi presso altri istituti ed in prevalenza presso l'istituto centrale di categoria che generalmente destina a sua volta i fondi nell'acquisto di altri Titoli ed in alcune operazioni finanziarie di cui difficilmente beneficia la nostra regione. Se si considerano i bassi rapporti di impiego delle Casse di Risparmio e se si tiene conto che di questi una parte è destinata al finanzia-mento degli enti locali si può desumere come scarso sia il loro contributo al sostegno dello sviluppo produttivo della Regione; quasi si può affermare come esse svolgano una funzione di drenag-gio del risparmio redrenag-gionale verso il re-sto del paese.

Infine è forse utile un confronto tra il sistema bancario ed il resto dell'econo-mia. Nella rassegna sulle « Principali società Piemontesi » risultava come

l'an-// dinamismo non è solo economico.

Tabella 3. R a p p o r t i % t r a i m p i e g h i e d e p o s i t i

Graduatoria % Impieghi e depositi Banche

Banca Popolare di Novara

Istituto Bancario S. Paolo di Torino Banca Subalpina

Banca Popolare di Intra Cassa Risparmio Biella Banca Sella

Banca C u n e e s e Lamberti e Mainardi Banca Ceriana

Cassa Risparmio Fossano Cassa Risparmio Asti Cassa Risparmio Torino Cassa Risparmio Vercelli Cassa Risparmio Savigliano Cassa Risparmio Cuneo Banca Mobiliare Piemontese Cassa Risparmio Bra Cassa Risparmio Tortona Cassa Risparmio Saluzzo Banca Anonima di Credito Banca di C a s a l e e del Monferrato

1975 1974 1975 1974 1 1 53,7 56,6 2 9 50,9 48,5 3 3 50,9 53,0 4 10 49,6 47,6 5 2 48,6 56,4 6 7 47,7 50,6 7 7 47,4 50,6 8 5 46,9 51,0 9 6 44,8 50,7 10 11 41,5 45,4 11 13 39,3 40,4 12 14 38,3 39,5 13 4 37,7 52,6 14 18 36,9 35,3 15 12 35,1 42,4 16 17 32,9 36,4 17 19 32,4 35,1 18 16 30,6 37,6 19 15 28,1 38,5 20 20 19,8 22,3

no 1975 fosse stato particolarmente ne-gativo per i settori industriale e terzia-rio; quasi un terzo delle società aveva visto diminuire il fatturato, mentre solo un terzo aveva registrato un incremento presumibilmente reale, superiore cioè al-l'aumento medio dei prezzi ( + 17,5%). Dal lato reddituale gli utili netti erano nominalmente aumentati nel 4 0 % dei casi, ma il rapporto tra l'utile ed il fat-turato era peggiorato in 81 società sulle 136 per le quali era possibile il confron-to, mentre era stato negativo in 55 casi su 146. Lo stesso non sembra essere avvenuto per il settore bancario. Si è già rilevato il favorevole andamento dal lato della raccolta, cresciuta in ter-mini reali per quasi tutti gli istituti. Gli impieghi si sono anch'essi accresciuti in misura rilevante ( + 32,2%) anche se questo incremento è nettamente in-fluenzato dall'andamento positivo del-l'Istituto S. Paolo. Comunque in soli due casi su venti si è avuta una flessione degli impieghi (che rappresentano con i titoli la principale fonte di ricavo del-le banche) mentre negli altri si sono avuti incrementi più o meno consistenti. Ma ciò che più differenzia il sistema bancario dal resto dell'economia è l'an-damento reddituale; gli utili sono in-fatti aumentati dovunque in termini monetari e sovente in rapporto ai mezzi amministrati, questo nonostante la quasi generale diminuzione del rapporto im-pieghi-depositi dovuta all'anno di reces-sione. È un segno che le banche o han-no accresciuto i ricavi unitari oppure hanno trovato in alternativa forme di impiego (vedasi titoli) estremamente remunerative.

Ciò che appare più evidente da queste considerazioni è la quasi estraneità del sistema bancario dal resto dell'econo-mia. Le banche continuano infatti ad accrescere gli affari e gli utili indipen-dentemente dal funzionamento del siste-ma economico delle imprese; i legami tra i due sistemi sembrano quasi non esistere. Certamente questa distorsione non è imputabile ai dirigenti bancari, come troppo spesso avviene da parte di qualcuno, ma è determinata da squilibri e da nodi ben più gravi esistenti a monte dei circuiti finanziari. Certamen-te è un sintomo della precarietà e del cattivo stato della nostra economia.

PIANI ZONALI

Nel documento Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1977 (pagine 32-36)