311 Cfr. Fortini 1999: “al passaggio tra il quarto e il quinto il mutamento del periodo fa prevalere quella intonazione
sulla identità delle rime”, p. 63. Sulla questione è naturalmente fondamentale Soldani 1999, pp. 301 e segg., ma comunque cfr. qui il capitolo 3.
della stanza. In 5, infatti, abbondano gli attacchi ritmicamente rilevati312, con i primi emistichi difficilmente caratterizzati da spazio atono prima del costituente di 4a; alla stessa stregua so- no da considerare i frequenti ictus ribattuti in avvio, specialmente quelli di 2a-3a e di 3a-4a, che spesso sono responsabili di esordi complessi sul piano dell’ordo verborum:
I 11, 5-6
È tra Dio questi e l'anime migliori 1-3-4-6 interprete fedel, nunzio giocondo: 2-6-7 IX 84, 5-6
Senso aver parve e fu de l'uom più umano 1-3-4-6-8 il ferro, che si volse e piatto scese. 2-6-8 XII 98, 5-6
Perdona ella il mio fallo, e sol respira 2-3-6-8 in questa speme il cor fra tante doglie. 2-4-6-8 XVIII 79, 5-6
Fra tanto erano altrove al capitano 2-3-6 varie fortune e perigliose occorse; 1-4-8
Concorre al complesso delle considerazioni fin qui fatte l’alta ricorsività degli endecasillabi di 3a-6a con attacco trocaico e dunque con ictus di 1a, anch’essi generalmente responsabili di movimenti sintattici complessi, con una caratterizzazione spesso enfatica in contesti per lo più narrativi, di resoconto evenemenziale o sommario:
VII 56, 5-6
Quinci alcun non aspetta e monta in sella, 1-3-6-8 e fa condursi inanzi il suo prigione; 2-4-6 IX 67, 5-6
Rota il ferro crudel ove è più stretto 1-3-6 e più calcato insieme il popol franco; 2-4-6-8 XI 39, 5-6
Altri appoggia le scale e va per l'erto, 1-3-6-8 altri percote i fondamenti a gara. 1-4-8 XX 11, 5-6
Quando appressa il nemico, e tu di costa 1-3-6-8 l'assali e rendi van quanto e' propose. 2-4-6-7
Ulteriore dato statistico interpretabile nella direzione di una intensificazione accentuativa dell’avvio della seconda quartina è la frequenza relativa piuttosto alta (certo più che non in 1, l’altra posizione di avvio, come visto accentata in modo più serrato) degli endecasillabi di 4a- 6a, con un ampio, inusuale spazio atono nel secondo emistichio. Funzione e tipologia di que- sti versi sono degni di nota, poiché presentano molto spesso una struttura molto riconoscibile e ricorrente nel poema: si tratta di quella figura per cui la principale si chiude nel verso dispa- ri in coincidenza dell’ictus di 6a, seguita da una dilatazione coordinativa sindetica in enjam- bement che trova compimento nell’intero verso successivo:
II 28, 5-6
Come ingannò i custodi? e de la Dea 1-4-6 con qual arti involò l'imagin santa? 3-6-8 VII 79, 5-6
L'accolse il Padre eterno, e fra le schiere 2-4-6 de l'essercito suo tolse a la cura 3-6-7 IX 75, 5-6
scherzan su 'l collo i crini, e su le spalle 1-4-6 si scote la cervice alta e superba, 2-6-7 XIII 5, 5-6
Or qui se 'n venne il mago, e l'opportuno 2-4-6 alto silenzio de la notte scelse, 1-4-8
Ho detto che gli attacchi di 5 tendono ad essere caricati da un piglio robusto in attacco, con il deciso rafforzamento dell’impianto accentuale nel primo emistichio; certamente, però, ciò accade con un passo meno netto di quanto Tasso non imponga nel verso iniziale dell’ottava, e dunque con maggiori armonia e fluidità, in modo tale – sembra – da avviare una progressiva intensificazione che raggiungerà il suo culmine nella complessità del distico baciato, in un rapporto di tensione fonico-ritmica con l’avvio dell’ottava successiva. Questo è un elemento nevralgico della costruzione dell’ottava e dei suoi equilibri: intensificazione dell’avvio di quartina significa in questo caso rilevamento dell’avvio dopo un leggero e fisio- logico alleggerimento in piccola clausola, ma non implica una strategia di contrasto, di mar- catura degli estremi delle quartine a contatto, e anzi pare avere la funzione opposta, armo- niosa, di progressivo innalzamento tonale man mano che ci si avvicina al distico baciato. Questa è la conferma della predilezione tassiana per la marcatura delle sedi esterne dell’ottava, indipendentemente dalla funzione sintattica e narrativa di cui quei versi sono di volta in volta responsabili; all’interno della stanza, invece, anche in situazioni contestuali le- gate a rilancio sintattico dopo i versi di chiusura intermedia, Tasso sente l’esigenza di varia- re, di non eccedere in tensione ritmica e in buona sostanza di garantire alla sua ottava una
certa scorrevolezza – fluidità comunque lenta e solenne, mai fiacca, comunque melodica- mente equilibrata. A ciò concorrono naturalmente gli endecasillabi di 3a-6a, con il loro armo- nico passo ternario particolarmente adatto alla specializzazione narrativa, in particolare in avvio: e infatti, lo ricordo, 5 è proprio la posizione della seconda quartina con il maggior nu- mero di versi siffatti. Quanto detto fin qui trova conferma, analogamente a quanto accennato in precedenza a proposito della piccola clausola, nella frequenza in 6 di moduli intermedi quali i patterns di 4a-8a, dotati di un andamento prosodico scorrevole e rassicurante, e pure non privi di un passo elegante e adatto alla chiusura della frase, a suo modo pacatamente arioso e solenne; ma effetto simile avviene quando vi siano endecasillabi con spazio atono di 6a-10a, come si può vedere nell’ottava XI 25, in cui proprio l’ottava sede atona in 6 risalta per contrasto (certo in virtù della dispositio, che ne rileva l’andamento conclusivo), in una se- quenza molto cadenzata:
Però ch'altronde la città non teme 2-4-8 de l'assalto nemico offesa alcuna. 3-6-8 Quivi non pur l'empio tiranno insieme 1-4-5-8 il forte vulgo e gli assoldati aduna, 2-4-8 ma chiama ancora a le fatiche estreme 2-4-8 fanciulli e vecchi l'ultima fortuna; 2-4-6 e van questi portando a i più gagliardi 2-3-6-8 calce e zolfo e bitume e sassi e dardi. 1-3-6-8
Altro dato piuttosto interessante mi pare la frequenza dei moduli con contraccento di 6a-7a in 5, in modo ancora un volta analogo ma temperato rispetto alla prassi del verso di avvio; è dunque evidente che una delle funzioni del ribattimento più ‘nobile’ sia proprio quella di im- porre un passo immediatamente solenne e netto all’avvio sintattico della quartina, sia nei frequenti casi di ribattimento a cavallo di una pausa identificabile come una sorta di cesura (anche se, come visto nel capitolo precedente, si tratta per lo più di pause sintattiche interne ad un flusso discorsivo più ampio, spesso incisi o ‘code’ circostanziali):
XIII 21, 5-6
Come rugge il leon, fischia il serpente, 1-3-6-7 come urla il lupo e come l'orso freme 2-4-6-8 XVI 58, 5-6
Odi come consiglia! odi il pudico 1-3-6-7 Senocrate d'amor come ragiona! 2-6-7 XVII 9, 5-6
ne l'ora a punto a la rassegna eletta. 2-4-8
sia in quelli, forse più peculiari sul piano stilistico per le implicazioni fonico-ritmiche nel segno della gravitas, in cui la contiguità ribatte su termini sintatticamente legati, o addirittura facenti parte del medesimo sintagma:
XIII 73, 5-6
Or cominci novello ordin di cose, 3-6-7 e gli si volga prospero e beato. 4-6 XV 49, 5-6
Egli scote la verga aurea immortale 1-3-6-7 sì che la belva il sibilar ne sente, 1-4-8 XVII 95, 5-6
L' alba intanto sorgea nunzia del sole, 1-3-6-7 e 'l ciel cangiava in oriente aspetto, 2-4-8
Riallargando un poco lo sguardo, si può notare come non siano affatto infrequenti casi di isoritmia a cavallo delle due quartine, e dunque tra 4 e 5, rilevanti a maggior ragione nei casi, prevalenti statisticamente, di stacco sintattico: è questo un effetto di sutura ritmica tra le due quartine, a garanzia di scorrevolezza e continuità, in modo certo molto lieve ma in qualche misura simile ad un ribattimento d’accento, o ad una ripresa lessicale. Un paio di esempi, dai quali comunque emerge come “al passaggio fra il quarto e il quinto verso il mutamento del periodo fa prevalere quella intonazione sulla identità delle rime”313:
I 18, 3-6
se già bramava, or tutto arde d'imporre 2-4-6-7 fine a la guerra ond'egli è duce eletto. 1-4-6-8 Non che 'l vedersi a gli altri in Ciel preporre 1-4-6-8 d'aura d'ambizion gli gonfi il petto, 1-6-8 III 44, 3-6
ché 'n guisa lor ferì la nuca e 'l tergo 2-4-6-8 che ne passò la piaga al viso, al petto. 4-6-8 E per sua mano ancor del dolce albergo 4-6-8 l'alma uscì d'Amurate e di Meemetto, 1-3-6 VII 114, 3-6
quest'era forse il dì che 'l campo invitto 2-4-6-8
de le sante fatiche al fin giungea. 3-6-8 Ma la schiera infernal, ch' in quel conflitto 3-6-8 la tirannide sua cader vedea, 3-6-8 XI 80, 3-6
ma già colui non fère ove è diretta, 2-4-6-8 ch'egli si piega e 'l capo al colpo invola; 1-4-6-8 coglie il fedel Sigiero, il qual ricetta 1-4-6-8 profondamente il ferro entro la gola, 4-6-7 XIV 53, 3-6
forse perché bramava irsene ascosto 1-4-6-7 sotto insegne men note e men famose. 1-3-6-8 Prese l'armi la maga, e in esse tosto 1-3-6-8 un tronco busto avolse e poi l'espose; 2-4-6-8
Chiudo il paragrafo dando conto di quelle situazioni in cui un’anafora abbia il ruolo di con- nettere e rinsaldare le sezioni della seconda quartina; “la forza strutturante delle riprese ana- foriche [...] deriva essenzialmente dal fatto che esse, oltre a sottolineare le partizioni della stanza, svolgono un preciso ruolo sintattico, poiché (insieme alle pause logiche) demarcano alcuni segmenti del discorso in sé autonomi ed estesi quanto la sottounità strofica, e pertanto costituiscono un segnale della sincronia fra tempi metrici e misure sintattiche”314. Il fatto è in- teressante poiché sovente la seconda quartina è discontinua sintatticamente, e dunque la ripresa funge da elemento coesivo e compattante “garantendo la massima attenuazione (fino alla soprressione) delle normali connessioni subordinative o coordinative”315: qualora la ri- presa sia anche ritmica e non solamente di tipo retorico-sintattico, il rafforzamento del lega- me tra le componenti è naturalmente accentuato:
II 17, 5-8
Move fortezza il gran pensier, l'arresta 1-4-8 poi la vergogna e 'l verginal decoro; 1-4-8 vince fortezza, anzi s'accorda e face 1-4-5-8 sé vergognosa e la vergogna audace. 1-4-8 XIII 1, 5-8
onde a i Franchi impedir ciò che dispensa 1-3-6-7 lor di materia il bosco egli procura, 1-4-6-7
onde contra Sion battuta e scossa 1-3-6-8 torre nova rifarsi indi non possa. 1-3-6-7
314 Soldani 1999, p. 158; cfr. anche Lepschy 1996, pp. 163-79. Sulla questione nel Furioso, cfr. Cabani 1990a, in
part. pp. 9-114.
XIII 74, 5-8
Fiammeggiare a sinistra accesi lampi 3-6-8 fur visti, e chiaro tuono insieme udissi. 2-4-6-8 Accompagnan le genti il lampo e 'l tuono 3-6-8 con allegro di voci ed alto suono. 3-6-8
2.4.2.4. distico baciato
Se la parte centrale dell’ottava tassiana è tendenzialmente caratterizzata dalla ricerca di una certa stabilità melodica, di volta in volta declinata in modo differente, decisamente il di- stico finale rompe il sistema di complessa armonia che lo precede ed è tutto giocato sull’intensificazione e la variazione sistematica, elementi che naturalmente sono strettamente legati alla strategia retorico-sintattica di obliterazione dello stesso distico baciato.
Intensificazione, quindi affollamento di ictus, e variazione sono con ogni evidenza obiettivi perseguibili attraverso strumenti stilistici che ho già più volte esposto nel corso di questo stu- dio: penso in primo luogo all’aumento delle parole e al conseguente impiego di espedienti ‘gravi’ quali sinalefi e raffronti consonantici; ad artifici retorico sintattici di rallentamento, e dunque in primo luogo inversioni più e meno nette; ad un aggravamento melodico-intonativo attraverso inarcature sintattiche e infrasintagmatiche, spostamento di cesura e partizioni me- lodiche del verso decentrate, plurime o eccentriche. Ovviamente, questa è un’interpretazione particolarmente netta e – diciamo – sbilanciata verso quei fenomeni più vistosi sul piano espressivo e stilistico; non bisogna naturalmente dimenticare che l’ideale della magnificenza stilistica tassiana corrisponde ad una cadenza classicamente impostata, solenne, nobile ed equilibrata, a maggior ragione nelle sedi più esposte quali quelle conclusive, oltretutto mar- cate dalla rima baciata, e pertanto la statistica di Soldani per cui le figure simmetriche, ten- denzialmente bipartite, si incrementano proprio in 8 sarà certo eloquente. Cercherò dunque di distinguere alcune diverse configurazioni ritmico-sintattiche apparentemente contradditto- rie ma perfettamente coerenti nella realtà del poema; la cui principale caratteristica sul piano stilistico, mi preme ricordarlo, è proprio la compattezza, la capacità di unire il molteplice sotto un segno unitario e coeso.
Tutti i dati statistici relativi all’accentazione del verso, ad ogni modo, concorrono a raffor- zare l’ipotesi di un atteggiamento stilistico bifronte, complesso nel tentativo di riduzione ad unum di tendenze apparentemente in contrasto: innanzitutto, il distico finale è il più refrattario ad ospitare endecasillabi del gruppo c, i più diffusi in assoluto nel poema e proprio per que- sto – come già accennato in precedenza a proposito delle clausole intermedie – altamente riconoscibili e responsabili di una sorta di tono medio, di andamento più tipico e in qualche
modo più atteso dal lettore; al contempo, sono versi duttili ma particolarmente adatti alla pro- gressione narrativa, e per questo la loro diminuzione in coda alla stanza è certo sintomatica. Due corollari, di segno opposto, a questo rilievo: innanzitutto, il ribattimento in 4a-5a (neces- sariamente ‘variante’ dei pattern di 4a-8a) vede le sua percentuali massime di occorrenza proprio in posizione prefinale316, a dimostrazione di come Tasso preferisca, in luogo delle versioni più piane ritmicamente, quelle complicate dall’ictus soprannumerario, nei termini di Dal Bianco317:
I 33, 7-8
Concluso ciò, fama ne vola, e grande 2-4-5-8 per le lingue de gli uomini si spande. 3-6 XVI 29, 7-8
Intanto Ubaldo oltra ne viene, e 'l terso 2-4-5-8 adamantino scudo ha in lui converso. 4-6-8 XVI 59, 7-8
E s'è destin ch'esca del mar, che schivi 2-4-5-8 gli scogli e l'onde e che a la pugna arrivi, 2-4-8 XVIII 100, 7-8
par che Siòn, par che l'opposto monte 1-4-5-8 lieto l'adori, e inchini a lei la fronte. 1-4-6-8
In secondo luogo, il modulo del gruppo c dal passo più cadenzato e sostenuto, ovvero quello ad attacco giambico di 2a-4a-8a, che peraltro è il singolo profilo accentuativo in assoluto più frequente nel poema, vede la sua sede di occorrenza prediletta proprio nella grande clausola di 8. Il dato non è certo in contraddizione con quanto sopra dichiarato, anzi: nell’ottica di quella calibrata e solenne variatio che soggiace alla strategia stilistica della magnificenza, è certo segnale eloquente che responsabile delle chiuse più lineari sia proprio il modulo più ti- pico e, tra quelli del gruppo, il più uniforme e simmetrico, oltretutto spesso assai disponibile a ospitare bipartizioni certamente adatte a conferire alla clausola un passo sobriamente ele- gante e sostenuto318. Segnalo poi come siano abbastanza comuni distici finali con isoritmia di 4a-8a; l’effetto è naturalmente opposto a quello di obliterazione della riconoscibilità di 7-8, più volte segnalato:
316 Ricordo che 7 è l’unica posizione dispari che ospita più contraccenti di 4a-5a rispetto al verso pari seguente. 317 Cfr. Dal Bianco 2007, p. 17 e segg.
318 Segnalo come siano abbastanza comuni distici finali con isoritmia di 4a-8a; l’effetto è naturalmente opposto a
quello di obliterazione della riconoscibilità di 7-8, più volte segnalato, ed è ulteriore testimonianza della volontà di variazione. Solo due esempi: VII 32, 7-8: “né più sperar di riveder il cielo per volger d' anni o per cangiar di pelo”; XX 137, 7-8: “ma va cercando (e non la cerca invano) / illustre morte da famosa mano”.
VII 32, 7-8
né più sperar di riveder il cielo 2-4-8 per volger d'anni o per cangiar di pelo 2-4-8 VII 98
sdrusciti i fianchi al tempestoso flutto 2-4-8 non mostra ancor, né si dispera in tutto. 2-4-8 XX 137, 7-8
ma va cercando (e non la cerca invano) 2-4-8 illustre morte da famosa mano. 2-4-8
Allo stesso modo, il segnale di una intensificazione composta, magnifica, diretta a vincolare le tensioni con strumenti retorici e ricomporle proprio in chiusa di stanza, in severe ed ele- ganti costruzioni, viene da una statistica elaborata da Soldani e assai interessante in questo contesto: il distico finale è quello che contiene il maggior numero di parallelismi e di biparti- zioni retoriche. “È chiaro che Tasso vuole – come direbbe Contini – chiudere i propri spartiti, accrescendone l’evidenza ritmica nei punti di snodo e nel finale, su cui converge il discorso e si scaricano gli scompensi ritmico-sintattici accumulati nei versi precedenti. [...] Tale funzione ‘distensiva’ appare tanto più marcata quanto più il dettato tassiano è teso e inarcato rispetto a quello dei predecessori”319. Ritmicamente, questo si traduce in molte chiuse non solo carat- terizzate dall’eufonico pattern di 2a-4a-8a, ma anche con abbondanza di endecasillabi giambi- ci o con ribattimento di 6a-7a; alcuni ulteriori esempi:
X 25, 7-8
Ahi con quanto dispregio ivi le degne 1-3-6-7 mirò giacer sue già temute insegne! 2-4-6-8 XIV 11, 7-8
servo imperio cercando e muta fama 1-3-6-8 né miri il ciel ch’a sé n’invita e chiama. 2-4-6-8 XVI 16, 7-8
par che la terra e l’acque e formi e spiri 1-4-6-8 dolcissimi d’Amor sensi e sospiri. 2-6-7
Dagli esempi che seguono, comunque, si nota la tendenza al costante contrappunto tra segmenti metrici e misure sintattiche, elemento finalizzato al sommovimento della regolare e composta cadenza del verso finale:
319 Soldani 1999, pp. 66-67.
I 5, 7-8
Emulo di Goffredo, i nostri carmi 1-6-8 intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi. 2-4-8 III 27, 7-8
è tuo gran tempo, e tempo è ben che trarlo 2-4-6-8 omai tu debbia, e non debb'io vietarlo. 2-4-8 V 28, 7-8
qual s'ode in riva al mare, ove confonda 2-4-6-7 il vento i suoi co' mormorii de l'onda. 2-4-8 VI 72, 7-8
non sei di me tu degna», e ti conceda 2-4-6 vulgare a gli altri e mal gradita preda.– 2-4-8 XIV 37, 7-8
la qual rampilli in fonte, o in fiume vago 2-4-6-8 discorra, o stagni o si dilati in lago. 2-4-8 XVI 28
già già brama l'arringo e, l'uom su 'l dorso 2-4-6-8 portando, urtato riurtar nel corso; 2-4-8
I versi tendenzialmente giambici del gruppo a vedono in 7 e 8, analogamente ai moduli di 2a-4a-8a, le percentuali massime di occorrenza; quanto visto finora chiarisce già il senso glo- bale di questo dato, ovvero la strategia di intensificazione ritmica del distico finale, massi- mamente rappresentata proprio dalle frequenti coppie di versi baciati tendenzialmente iso- ritmiche:
I 57, 7-8
e spesso è l'un ferito, e l'altro langue, 2-4-6-8 e versa l'alma quel, se questa il sangue. 2-4-8 VIII 11, 7-8
questo gli sembra sol periglio grave, 1-4-6-8 de gli altri o nulla intende o nulla pave. 2-4-6-8 XI 1, 7-8
– Tu movi, o capitan, l'armi terrene, 2-6-7 ma di là non cominci onde conviene. 3-6-7 XI 14, 7-8
indi con chiaro suon la voce spiega, 1-4-6-8 se stesso accusa e Dio ringrazia e prega. 2-4-6-8 XIII 23, 7-8
né senso v'ha colui ch'udir s'arrischia 2-4-6-8 come tonando insieme rugge e fischia.– 1-4-6-8
Anche se forse più interessanti, per la marcatezza della chiusa, sono i casi che vedono il pat- tern perfettamente giambico di 2a-4a-6a-8a accompagnare, sia in 7 che in 8, un verso dall’accentazione decisamente più leggera:
V 74, 7-8
e da la bocca pendon di colui 4-6 che spiega i brevi e legge i nomi altrui. 2-4-6-8 VII 117, 7-8
e la scote de l'arme, e de la luce 3-6 la priva: andianne pur, ché 'l fato è duce.– 2-4-6-8 IX 5, 7-8
proposto avendo già vietar l'acquisto 2-4-6-8 di Palestina a i cavalier di Cristo. 4-8 XII 18, 7-8
È quivi Arsete eunuco, il qual fanciulla 2-4-6-8 la nudrì da le fasce e da la culla, 2-6 XIV 75 7-8
ma voi, gli sguardi e le parole accorte 2-4-8 sprezzando, entrate pur ne l'alte porte. 2-4-6-8
In tutti questi esempi, per quanto eterogenei, si può apprezzare la messa in tensione del pia- no melodico dei versi, che (complici le inarcature, le partizioni intonative e l’ordo verborum) paiono sempre sbilanciare il peso del distico con effetti di asimmetria molto sottili e calibrati esiti espressivi.
Proseguendo nella lettura dei dati e guardando questa volta ai margini, ai pattern accen- tuativi meno diffusi nel poema, spiccano alcune marcate preferenze sintomatiche della volon- tà tassiana di destabilizzare la configurazione ritmico-sintattica del distico finale. Gli endeca- sillabi dattilici, ad esempio, sono davvero ricorrenti, con proporzioni inusuali, generalmente nel distico e soprattutto in 7; come si può apprezzare dagli esempi che seguono, è indubbio che Tasso concentrando tali versi dalla cadenza facile e riconoscibilissima in una posizione così esposta intenda marcare sensibilmente il passo della chiusa d’ottava in cui compaiono, a conferma ulteriore del ruolo stilisticamente ben distinto dei versi di 4a-7a (si noti in particola- re il fatto che, indipendentemente dalla struttura sintattica, talora il verso dattilico si accom- pagna ad un endecasillabo con ribattuto in 6a-7a che in qualche modo ‘riconduce a norma’ il passo eccentrico del dattilo):
buona è la gente, e non può da più dotta 1-2-4-7 o da più forte guida esser condotta. 4-6-7 X 62, 7-8
Ivi n'accolse, e non so con qual arte 1-4-7 vaga è là dentro e ride ogni sua parte. 1-4-6-7 XX 128, 7-8
le fe' d'un braccio al bel fianco colonna 2-4-7 e 'ntanto al sen le rallentò la gonna, 2-4-8
Quanto agli endecasillabi di 1-6, l’alta frequenza relativa in 8 conferma la capacità di tali versi di modulare “chiuse nette ed espressive, giovandosi del cambio di marcia ritmico, della presenza di lessemi sdruccioli e eventualmente del soprannumerario di 7a”320; particolarmen- te significativi mi sembrano questi esempi parzialmente isoritmici e costruiti su uno schema ritmico-sintattico analogo
VI 48, 7-8
Lampo nel fiammeggiar, nel romor tuono, 1-6-9 fulmini nel ferir le spade sono. 1-6-8 XII 44, 7-8
movere ed arrivar, ferir lo stuolo, 1-6-8 aprirlo e penetrar, fu un punto solo. 2-6-8 XX 51, 7-8
fremiti di furor, mormori d' ira, 1-6-7 gemiti di chi langue e di chi spira. 1-6
Gli ictus ribattuti sono soprattutto presenti proprio nel distico finale, in modo diffuso e rela- tivamente omogeneo; se i contraccenti di 6a-7a si mantengono su proporzioni tutto sommato stabili (ma con aumento in 8, imponendo la chiusa esametrica all’intera stanza, e con la fun-