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Bilanci per una produzione nazionale di 200 miliardi di dollari

Nel documento Lavoro per tutti (pagine 186-191)

Schema di guerra nel 1944

C o n s u m a t o r e I n d u s t r i a G o v e r n o

Durante la guerra il governo assorbì quasi la metà della produzione nazionale e il rimanente fu assorbito dai civili. Il governo fece la massima parte delle spese per impianti ed attrezzature.

Schema dell'industria in rialzo artificioso (boom)

M i l i a r d i di d o l l a r i 0 2 0 4 0 6 0 8 0 1 0 0 1 2 0 1 4 0 1 6 0 1 8 0 2 0 0

Subito d o p o la guerra potremo avere una economia producente per 200 miliardi di dollari con l'industria in rialzo artificioso e con ec-cessive spese da parte dei consumatori. Ciò porterebbe a . . .

Schema della depressione industriale

C o n s u m a t o r e l n d u s t r i a G o v e r n o

... una grave depressione, alla contrazione delle spese dell'industria, a grave disoccu-pazione

e a vaste spese del go-verno per sostenere l'attività di una eco-nomia di 200 miliardi di dollari.

M i l i a r d i di d o l l a r i 0 2 0 4 0 6 0 8 0 1 0 0 1 2 0 1 4 0 1 6 0 1 8 0 2 0 0

L'occupazione integrale continua determina un alto livello delle spese dei consumatori. Del bilancio complessivo, circa due terzi sarebbero spesi dai consumatori ed il rimanente si dividerebbe tra l'industria

e il governo.

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l'altro nel dopoguerra, ciò potrebbe esser causa di instabilità, ove i consumatori facessero in qualche anno spese sproporzionate per l'acquisto di beni di lunga durata, anziché di beni e servizi che occorre acquistare continuamente. Per questa ragione può essere più saggio e più realistico mirare ad un punto di equilibrio tra lo schema dell'industria e quello del consumatore, punto di equi-librio che potrebbe essere dato dallo «schema consumatore-indu-stria », l'ultimo che figura nella tabella III.

Questi schemi di bilancio nazionale non sono che saggi preli-minari. Tutta l'idea è nuova, e si viene rapidamente sviluppando. Per esempio, sarà probabilmente necessario che venga più com-piutamente mostrato l'effetto dei pagamenti « trasferiti », come sa-rebbero quelli effettuati in dipendenza di assicurazioni sulla vita o della vendita e del rimborso dei Buoni del Tesoro serie E, che rappresentano miliardi di risparmi che non figurano nella cifra « netta ». Per ora è la necessità di una chiara contabilità nazio-nale — e non la forma di essa — alla quale si dovrebbe soprattutto badare.

Non mi sembra che abbiamo sinora esaminato e discusso suf-ficientemente il problema della preparazione di un bilancio nazio-nale per poter dire con precisione dove si trovi il punto di equi-librio tra potere d'acquisto del consumatore e produttività indu-striale. Per il momento sono propenso a credere che conseguiremo probabilmente i maggiori progressi mirando a che i consumatori forniscano circa i due terzi dei 200 miliardi di spese nazionali, e che il rimanente venga ripartito in misura uguale tra le spese dell'industria e del governo. Ma sono certo che è a questo punto che si richiedono le migliori qualità politiche negli esponenti del governo, dell'industria, dei lavoratori e degli agricoltori. La sag-gezza che sarà dimostrata a questo punto contribuirà molto alla decisione se saremo per avere l'occupazione integrale o per avere di nuovo una disoccupazione massiccia.

Il pareggio del bilancio nazionale 187 il bisogno di flessibilità.

Ci siamo sinora occupati principalmente di considerazioni ri-guardanti scelte di bilanci per un periodo che s'inizierà vari anni dopo la guerra. Vi sono però alcune osservazioni, riguardo alle spese tanto dell'industria quanto dei consumatori, che vanno fatte in relazione al periodo dell'immediato dopoguerra.

Durante il periodo del trapasso dallo stato di guerra a quello di pace, non possiamo fare assegnamento su stabili situazioni per quanto concerne sia le spese dell'industria sia quelle dei consu-matori. Ciò vuol dire che durante il periodo del trapasso è neces-saria la massima flessibilità nel nostro modo di considerare le parti del nostro bilancio -»azionale facenti capo rispettivamente all'in-dustria, ai consumatori ed al governo, in modo da consentire gli opportuni adattamenti ai mutevoli bisogni del nostro organismo produttivo nazionale.

Riguardo alle spese dell'industria per impianti ed attrezzature, troveremo indubbiamente che ne sarà necessaria una notevole espansione per garantire il conseguimento della mèta costituita da un elevato livello dei consumi. Il governo federale ha speso all'in-circa 16 miliardi di dollari per costituire i mezzi occorrenti alla produzione bellica. Ma io dubito molto che più di un terzo di questa nuova potenzialità possa essere trasformata in modo da ser-vire per una proficua produzione di pace. Di più, il necessario fun-zionamento di giorno e di notte ha causato un eccessivo deprezza-mento di tutti i nostri impianti industriali, rendendo indispensa-bili vaste sostituzioni. Occorrerà molto tempo e saranno forse ne-cessarie speciali provvidenze per avere la nuova attrezzatura e le sostituzioni tanto necessàrie per farci conseguire nel 1950 il tenore di vita possibile con una produzione di 200 miliardi di dollari. Ma se agiremo profittando dei vantaggi del bilancio nazionale per rag-giungere l'occupazione integrale, queste mutevoli necessità e si-tuazioni — ed i problemi che esse fanno sorgere — potranno più facilmente prestarsi alla considerazione generale da parte degli

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interessati, privati ed enti pubblici, restandone facilitate l'elabo-razione e l'attuazione degli opportuni provvedimenti.

Ci troviamo parimenti di fronte ad un serio problema per quanto concerne le spese dei consumatori durante e oltre il periodo del trapasso. Esiste effettivamente il pericolo che, nei primi anni dopo l'abolizione delle restrizioni alla produzione civile, i consu-matori si avvalgano in troppo larga misura dei risparmi realizzati

durante la guerra nella loro avidità di comprare case, automobili, ghiacciaie, macchine per lavare ed altre cose loro negate durante il periodo bellico: il pericolo che si precipitino nel negozio più vicino per acquistare cose che non hanno bisogno di rimpiazzare, semplicemente per il piacere di comperare. In altre parole, nel pe-riodo del ritorno alla produzione ed al consumo del tempo di pace dovremo tener presente che cosa si verificherebbe se si avessero quattro o cinque anni di acquisti esagerati da parte dei consumatori, seguiti da quattro o cinque anni di deficiente domanda da parte dei consumatori medesimi. Dobbiamo trovare il modo di regolarizzare gli acquisti dei beni di consumo di lunga durata ed al tempo stesso di espandere le spese per i beni di pronto consumo e i servizi, come: alimenti, vestiario, igiene, istruzione e mezzi ricreativi, per viver meglio, e spendendo di più appunto per viver meglio. 11 bilancio nazionale e le imposte.

Hanno importanza primordiale agli effetti dell'equilibrio fra le varie parti del bilancio nazionale le imposte prelevate dal governo federale; e nel formulare la nostra politica tributaria postbellica dobbiamo mettere la massima cura: 1) nel trovare sistemi di impo-sizione tali da costituire il massimo stimolo alla produzione nazio-nale; 2) nel tutelare il pubblico interesse dalle pretese di coloro che vogliono ottenere speciali privilegi tributari.

Sebbene possiamo permetterci in pace una imposizione meno gravosa che in guerra, avremo tuttavia ancora bisogno di riscuo-tere a favore del governo federale, dei governi degli Stati e degli

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