Le riserve dell abbondanza
2. Nuovi orizzonti per l'industria
Tecnologicamente, l'avvenire è già qui. Attraverso il velo della segretezza del tempo di guerra, abbiamo potuto dare un frettoloso sguardo alle meraviglie di domani. Sotto l'inesorabile pressione della guerra, i nostri laboratori hanno anticipato di molti anni nuove scoperte e nuovi perfezionamenti delle scienze. Abbiamo visto tutto intorno a noi dei nuovi miracoli, tanto per la distruzione quanto per la protezione della vita umana. Le stesse nuove scoperte desti-nate a fini bellici offrono, se applicate in tempo di pace, vaste possibilità di proficue e benefiche occupazioni.
Noi dobbiamo a coloro che sono morti, o che sono stati resi in-validi, di far servire permanentemente tutti questi nuovi progressi scientifici e medici agli usi di pace. Ma per farne uso in modo da stimolare le nuove imprese, senza le quali non potremo conseguire l'occupazione integrale, dovremo avere la libertà tecnologica cosi come la libertà politica. Evidentemente, è funzione dello stesso go-verno che ha richiesto il pieno uso della nostra abilità scientifica nella guerra — e che ha finanziato tanta parte delle ricefche e degli sviluppi avutisi durante la guerra stessa — di provvedere perché l'intera nazione profitti in pace di quei progressi. Soltanto se faremo uso della nostra ricchezza scientifica per garantire un con-tinuo flusso di idee nuove nel campo delle imprese private in concorrenza fra loro, noi potremo mantenere la tendenza al con-tinuo sviluppo nell'industria.
132 Capitolo secondo
Io non vedo all'orizzonte tecnologico immediato alcun nuovo sviluppo che abbia a dare all'iniziativa privata quello stimolo enorme che le diedero le ferrovie, le automobili, l'energia elet-trica e la radio. Sono diventato da poco entusiasta dell'aviazione, e spero di conseguire la mia patente di pilota privato prima an-cora che esca alla luce questo libro, ma penso che l'aeroplano dovrà volare ancora a lungo prima che lo si possa paragonare all'automobile quale fonte di occupazione. Comunque, tanto l'a-viazione commerciale quanto la privata assumeranno un formi-dabile sviluppo negli anni postbellici. Ed anche ora possiamo avere in altri campi nuovi procedimenti, che si svilupperanno entro diversi anni, sino a diventare nuove grandi industrie per il momento imprevedibili.
Ma i perfezionamenti conseguiti nel tempo di guerra in con-fronto ai sistemi antebellici avranno anche formidabile effetto complessivo sull'incremento degli affari. Vi sono stati enormi svi-luppi nel campo delle materie plastiche in genere; in quello dei siliconi (silicones = nuova serie di resine sintetiche ottenute dal petrolio, acqua satura di sale e sabbia comune); nelle materie plastiche laminate, usate per pulegge, pannelli e tubi; e natu-ralmente negli apparecchi elettrici, con i quali possiamo ora so-stituire 1'« occhio elettrico » all'abilità ed al giudizio umani. Pos-siamo prevedere un grande sviluppo di certe industrie, come quella del condizionamento dell'aria e della refrigerazione. E l'uso di apparecchi per il rapido congelamento di sostanze ali-mentari può avere effetti radicali su tutto il nostro sistema di vendita dei prodotti alimentari.
Le ricerche nel campo della radio e del radar hanno gua-dagnato decenni durante la guerra; ed i perfezionamenti nelle radiotrasmissioni a frequenza modulata e nella televisione offrono vaste possibilità all'industria delia radio nel dopoguerra. JNuovi miracoli nel campo dei prodotti chimici e dei prodotti sinte-tici interessano migliaia di articoli di uso giornaliero: prodotti medicinali, articoli di gomma, benzina ed oli, colori, materie
Nuovi orizzonti per l'industria 133 coloranti e materie plastiche. E le super-automobili de! futuro — che le nostre attuali cognizioni meccaniche, i metalli leggeri, i super-combustibili ed i progressi fatti nel periodo bellico in relazione ai motori renderanno possibili — esigeranno abbon-danti super-strade, come la grande Pennsylvania Pike.
La nostra produzione di magnesio è cresciuta di 35 volte tra il 1939 e il 1943. Milioni di dollari sono stati investili dal nostro governo durante la guerra in impianti per la produzione del magnesio. E gli uomini che troveranno nuovi usi per il ma-gnesio salveranno diverse grandi comunità che si sono costituite intorno a questi impianti.
Il genio inventivo ed il sapere tecnologico sono fra le nostre più preziose attività nazionali. Lo sviluppo industriale della na-zione e la sicurezza nazionale esigono che allarghiamo costan-temente i nostri orizzonti scientifici. Però il nostro vanaglorioso compiacimento per la nostra eminente posizione nel campo scien-tifico è stato notevolmente scosso in questi ultimi anni : in primo luogo, dalla impressionante rivelazione della influenza esercitata in tutto il mondo dai cartelli tedeschi; e, in secondo luogo, dagli stupefacenti progressi della stessa Germania e dalla rapida appli-cazione da essa fattane in relazione a nuove e perfezionate armi di guerra. Per conseguenza, io sono certo che ci rendiamo conto adesso che nel mondo di domani dovremo stare continuamente all erta se vorremo conservare il nostro vantaggio nella scienza e nella tecnica.
Ma la libera iniziativa sarà impastoiata e limitata, se l'opera di ricerca sarà dominata da un piccolo numero di grandi società e cartelli. Questo controllo ha già escluso dei piccoli industriali dal partecipare a molti dei nostri sviluppi industriali. Certo che le applicazioni della scienza moderna non dovrebbero essere il dominio eselusivo di grandi società e cartelli, che possano, ove lo vogliano, restringere e sopprimere nuove invenzioni e notizie scientifiche per promuovere i loro interessi privati in luogo del-l'interesse pubblico.
134 Capitolo secondo
La nostra civiltà tecnologica richiede spesso, nell'interesse pubblico, la messa in comune di brevetti e procedimenti da parte di grandi società, al fine di conseguire un miglior prodotto per la distribuzione massiccia. Ma, ove il piccolo uomo non abbia accesso ai vantaggi della tecnica, la libera iniziativa soffrirà a detrimento dell'occupazione integrale dei lavoratori e della piena utilizzazione delle nostre risorse.
La piccola industria non può mantenere i grandi e costosi laboratori che sono indispensabili alla moderna ricerca scien-tifica. La massima parte delle possibilità dì ricerca è ora concen-trata in circa 100 società; e questa concentrazione porta inevita-bilmente ad una restrizione nell'uso delle notizie e dei proce-dimenti scientifici. Migliaia di piccole aziende sono cosi escluse dalla utilizzazione delle scoperte della scienza. Per soddisfare questa necessità, io credo che il governo federale dovrebbe fare in modo che potessero esse pure disporre dei mezzi occorrenti per tali ricerche.
Il campo dell'agricoltura offre una lezione per la ricerca industriale. Per più di due generazioni il governo ha preso una parte attiva nell'eseguire, favorire e coordinare le ricerche. In-vero, di gran lunga la maggior parte delle ricerche in questo campo è stata iniziata od aiutata dal governo. Non voglio dimi-nuire il merito che, del tutto giustamente, si attribuisce agli agri-coltori, ai negozianti in generi alimentari, ai fabbricanti di mac-chine agricole, ai manipolatori di prodotti agricoli ed ai rivenditori per il meraviglioso compito che si sta svolgendo per nutrire e ve-stire una gran parte del mondo. Io credo che hanno diritto a tutto il merito che si attribuisce loro e di più. Ma credo che nessuno vorrà seriamente contestarmi che, se essi sono in grado di con-seguire tali notevoli risultati, ciò è dovuto in larga misura all'im-menso numero di miglioramenti nella produzione dei raccolti, nella manipolazione e trattamento dei prodotti che gli anni hanno recato. E qui il Ministero dell'Agricoltura, le varie stazioni speri-mentali finanziate in comune dal governo federale e dagli Stati ed
Nuovi orizzonti per l'industria 135 i quattro grandi laboratori agricoli regionali forniscono abbondanti e decisive prove dei vantaggi della ricerca governativa.
So benissimo che vi sono campi immensi di necessarie ricerche, i quali non possono e non dovrebbero essere riservati alle sole so-cietà il cui fine e la cui funzione principale è di promuovere gli interessi dei loro azionisti. Queste società, e specialmente i gi-ganti industriali, hanno compiuto e compiono cose meravigliose nel campo delle ricerche industriali. Ma si deve badare, non ai progressi fatti, ma piuttosto a ciò che si sarebbe potuto fare e non è stato fatto, e a ciò che si dovrebbe fare ed a quello che non sa-rebbe lecito fare. In non pochi casi la colpa della mancanza di progressi va senz'altro attribuita a interessi privati, il cui egoismo ha sbarrato la via al progresso. Ma, in un numero di gran lunga maggiore di casi, del mancato progresso non ha colpa alcuna so-cietà né alcun gruppo. Credo che sia dovuto piuttosto alla man-canza di un ente generale costituito in modo da fare previsioni a lunga scadenza ed attrezzato in modo da poter dare un fattivo contributo. Ed è proprio questo che hanno fatto nel campo agri-colo le ricerche appoggiate dalle autorità pubbliche.
Il governo federale e la tecnica.
La tecnica è divenuta sempre pili un affare che riguarda la politica. Le improvvise scosse determinate dalle nuove scoperte scientifiche producono spesso degli sconcerti nella nostra propria economia e nella vita economica di altri paesi. Le nuove inven-zioni hanno spesso il risultato di causare immediatamente dolori a qualche categoria. La locomotiva rese inutili i canali e gli addetti al traffico su di essi ed eliminò gran parte della naviga-zione sui nostri fiumi occidentali. I trebbiatóri furono scacciati dalla macchina mietitrice-trebbiatrice. E si stima che dopo la guerra la macchina per raccogliere il cotone potrà privare dei loro scarsi mezzi di sussistenza circa 2 milioni di raccoglitori di cotone. Eppure saranno pochi coloro che deprecheranno le grandi
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nuove invenzioni ed i nuovi procedimenti perché sono causa di temporanee privazioni a certe categorie. In complesso, e tutto con-siderato, esse hanno elevato il tenore di vita, hanno creato nuove industrie ed aumentato la ricchezza della nazione e la produttività generale. Essi fanno sorgere quello che si potrebbe chiamare un
problema permanente della riconversione, il problema di sapere
Come si possa trarre il maggior profitto dalle nuove invenzioni con il minor costo in fatto di dislocazioni nell'industria e fra i lavo-ratori. Il governo deve essere organizzato in modo da far fronte a siffatte situazioni e da arrivare a eque e giuste soluzioni. Ma, per far questo, il governo ha bisogno di sufficienti risorse e cognizioni tecniche per formulare una politica tecnologica e per attuarla ogni-qualvolta lo richieda il benessere generale. Tenuto conto delle nostre esperienze in pace e in guerra, io proporrei il seguente pro-gramma :
1) Si dovrebbe istituire un organo tecnico centrale del go-verno federale. Quest'organo dovrebbe coordinare le crescenti atti-vità del governo nei campi della scienza. Non dovrebbe imporre i metodi da seguirsi dagli uffici scientifici federali esistenti, ma dovrebbe fungere da stanza di compensazione per tali uffici.
2) Ogni azienda ed ogni istituto dovrebbe avere pieno ac-cesso a tutte le invenzioni e a tutti i risultati delle ricerche con-seguiti a spese del governo. Il Congresso ha stanziato somme enormi che vengono profuse nei laboratori federali, universitari e industriali. L'intenzione del Congresso è che queste somme siano spese a vantaggio del pubblico in generale, e non a van-taggio esclusivo di poche società. Cosi pure i brevetti dei sudditi nemici confiscati dal Curatore dei Beni Stranieri dovrebbero di-ventare proprietà del governo federale ed esser messi a disposi-zione di tutte le aziende.
3) L'appoggio del governo federale dovrebbe continuare ad essere concesso nel periodo postbellico. Vi sono molti campi di ricerche che non sono ancora completamente esplorati dai labo-ratori privati esistenti. L'appoggio del governo federale dovrebbe
Nuovi orizzonti per l'industria 137 essere recato in questi campi. Io credo che con i fondi federali si dovrebbero aiutare specialmente: a) la scienza fondamentale, madre delle scienze applicate, sulle quali si fondano il benessere e la prosperità della nazione; b) le ricerche ed i conseguenti svi-luppi in tutti i casi in cui sia in giuoco l'interesse nazionale, come la difesa nazionale, la sanità pubblica, le abitazioni popolari, e l'equilibrato sviluppo regionale dell'intera nazione. II governo fe-derale dovrebbe vigilare perché non vi fosse alcuna concentrazione dei vantaggi di queste ricerche in istituti o zone speciali.
4) Le informazioni tecniche dovrebbero essere messe a dispo-sizione delle piccole aziende dal governo federale attraverso uffici di informazione tecnica stabiliti in ciascuno Stato. Di più, i centri statali dovrebbero iniziare quelle ricerche che presentino parti-colare interesse per la loro rispettiva zona.
Non vedo assolutamente alcun motivo di conflitto fra il pro-gramma da me proposto e gli enti privati di ricerche attualmente esistenti. Non vedo invece che la possibilità di stimolarsi a vi-cenda, sempreché noi intendiamo che libera iniziativa in regime di concorrenza voglia dire equilibrato sviluppo di tutte le aziende, grandi e piccole, e che la meta comune sia, non la scarsezza, ma l'abbondanza.
Il Sud: possibilità di nuovi sviluppi.
In uno dei primi capitoli — nell'osservare che cosa significhi l'occupazione integrale per l'industriale ai fini dell'espansione dei mercati per beni di consumo di basso prezzo, prodotti in massa e venduti in massa — ho sottolineato l'importanza di ampliare il nostro ambiente economico in casa nostra, con particolare rife-rimento al Sud. Successivamente ho messo in rilievo quello che significherebbe la eliminazione dei salari differenziali, non soltanto al fine di creare nuove possibilità per il Sud, ma per l'intera na-zione. Nel presente capitolo ho dato un elenco parziale di queste
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nuove possibilità nel nostro stesso paese. E qui io torno a parlare del Sud. quale sintesi, di per sé, di queste possibilità.
Il Sud ha bisogno da lungo tempo di liberarsi da una troppo stretta dipendenza dal cotone e dal tabacco, per dedicarsi a colture diverse da queste e ad industrie non agricole. Il TV A ha contri-buito sostanzialmente a questo, e d'altra parte le industrie mani-fatturiere si sono negli ultimi decenni sviluppate piti rapidamente nel Sud che nel resto del paese. Ma questo processo di industria-lizzazione è appena all'inizio.
Ciò di cui ha bisogno il Sud è un programma di riconver-sione a lunga scadenza, che collochi l'agricoltura su di una più efficiente e più redditizia base, stimolando in tal modo lo sviluppo di industrie non agricole, e creando cosi la possibilità che un maggior numero di appartenenti alla popolazione agricola venga assorbito dall'industria. Il Sud otterrebbe cosi una maggior pro-porzione dei posti di lavoro disponibili nel paese.
Questo programma di riconversione e industrializzazione ri-chiederebbe un aumento di 5 milioni di posti nelle occupazioni non agricole del Sud, cioè da 8 milioni nel 1940 a 13 milioni nella metà del decennio 1950-1960. Il grosso di tale aumento si verificherebbe nelle industrie manifatturiere, nel commercio e nelle industrie produttrici di servizi. È stato sempre deplore-volmente vasto lo scarto tra i guadagni per testa d'abitante vi-genti nel Sud e quelli vivi-genti nel Nord. Ma con l'attuazione di un programma di riconversione industriale, cosi i redditi agricoli come quelli non agricoli e come il potere d'acquisto nel Sud verrebbero almeno raddoppiati e si avvicinerebbero cosi al reddito medio per testa d'abitante esistente nel resto del paese.
Per molti anni, come ho osservato in un capitolo precedente, il Sud e l'Ovest furono vittime di un vizioso sistema di discrimi-nazioni in rapporto alle tariffe dei trasporti, che hanno sempre costituito un fattore ritardante il progresso industriale. Con il suo recente responso che uguagliava le tariffe dei trasporti, la
Nuovi orizzonti per l'industria 139 Corte Suprema ha degnamente servito la causa del progresso indu-striale nel Sud ed anche nell'Ovest.
L'attuazione del programma di riconversione nel Sud richiede la predisposizione di piani assai svariati. E si può desumere un'idea della vastità del compito da un programma che il Mini-stero dell'Agricoltura ha recentemente raccomandato come essen-ziale allo sviluppo delle risorse latenti del Sud. Ad alcuni queste raccomandazioni possono sembrare trite e troppo elementari perché metta conto di discuterle. Ma qualunque segretario di Camera di commercio di una qualunque grande o minor città saprà quanto reali e fondamentali siano i punti seguenti:
1) Ogni comunità locale deve diventare un centro per la predisposizione di piani, al fine di constatare che cosa la comunità possa consumare in fatto di prodotti industriali ed agricoli, e per trovare i modi di sviluppare le industrie locali o per impiantarne di nuove.
2) Nel giudicare delle possibilità industriali offerte dalle singole località, si dovrà provvedere alla effettuazione di specifiche ricerche ed all'ottenimento di informazioni tecniche riguardanti il fabbisogno di mano d'opera e di capitali, i costi di produzione e ì mezzi di trasporto. Le comunità devono avere la possibilità di ricorrere ad enti statali, regionali o federali per la soddisfazione delle loro necessità.
3) Con la differenziata produzione agricola che va di pari passo con l'industrializzazione e con l'incremento della popola-zione, si devono progettare anticipatamente ulteriori e nuovi mezzi per lo smercio e per il trattamento dei prodotti alimentari.
4) Devono provvedersi dei servizi per il collocamento e l'ad-destramento professionale a favore degli individui che intendano dedicarsi al lavoro industriale nella loro stessa comunità od altrove.
5) Dove non siano disponibili in loco capitali privati dovrà aversi l'aiuto federale per lo sviluppo industriale. Aiuto che po-trebbe essere dato dalla Reconstruction Finance Corporation, dalle
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di Guerra, ove questo venga, sotto questa o quella forma, tenuto in vita per' promuovere lo sviluppo industriale.
6) Devono essere predisposti piani per l'espansione dei pub-blici servizi: ferrovie, tranvie e filobus, produzione e distribuzione
di energia elettrica, linee telefoniche e telegrafiche; per l'espan-sione di altri servizi di pubblico uso, come strade maestre, fogna-ture ed acquedotti, scuole ed ospedali e uffici postali. Col predi-sporre piani per tutti questi effetti, e disponendo legislativamente per le relative costruzioni prima che ne sorga il bisogno, si darebbe ad ogni comunità una chiara idea delle sue riserve di posti di lavoro.
Finalmente, l'industrializzazione del Sud, per resistere alla concorrenza di altre zone, avrà bisogno e di una maggiore produt-tività e di un maggior consumo da parte della popolazione, tanto bianca che negra. E questo non si potrà ottenere senza rialzare il livello della sanità e dell'istruzione generale.
Ho già fatto cenno specificatamente di vari notevoli esempi della predisposizione di piani da parte di comunità locali e degli Stati del Sud. Invero progressi del genere si vengono facendo in molte altre comunità. Poiché, come ho ripetutamente rilevato, la predisposizione di piani da parte delle comunità e gli stimoli alle nuove imprese — in una parola, la responsabilità delle comunità -deve costituire la base dell'azione nella nostra vita democratica.
Portare altri 5 milioni di lavoratori nell'industria del Sud — aumentare di più del doppio il reddito per testa della popola-zione agricola e industriale del Sud — rialzare il livello della sanità e il tenore di vita di un terzo della nostra popolazione
t o t al e _ e conseguire tali risultati per mezzo di investimenti pri-vati ammontanti a miliardi di dollari con gli stimoli federali dove siano necessari — tutto ciò costituisce davvero un compito entu-siasmante per il tempo di pace. Se il Sud potrà rispondere a questo appello, esso contribuirà immensamente a garantire l'occu-pazione integrale per tutta la nazione.