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Lo scenario europeo sull’informatizzazione della giustizia è senza dubbio piuttosto variegato, sia per le dimensioni dei vari Stati, sia per le diverse strutture di governo che caratterizzano l’organizzazione del sistema

giudiziario. Nel panorama attuale, a puro titolo di esempio, Paesi come la Spagna e l’Austria, pur mostrando una notevole autonomia assegnata alle

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mentre la Germania vede la presenza della giustizia federale e di quella statale con ben diciassette Ministeri della Giustizia. La Francia, il Belgio, il Lussemburgo e l’Italia hanno un ordinamento giudiziario unitario con

la presenza del tradizionale Ministero della Giustizia. Tutto il processo telematico si inserisce in un quadro europeo di e-justice

di notevole sviluppo, dove il nostro sistema si colloca in posizione apicale per quanto riguarda la giustizia civile. Cercando dunque di sottolineare gli aspetti più innovativi che la “roadmap” europea presenta, soprattutto dal punto di vista della

digitalizzazione del frangente civile, è interessante fare riferimento alla conferenza organizzata dalla DGSIA insieme al CED (Centro Elettronico di Documentazione), durante il semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, tenutasi presso la Corte di Cassazione nell’ottobre 2014213, ed in cui sono stati illustrati molteplici scenari comunitari. In questa sede è stato infatti osservato che la Germania, per esempio, possiede il Portale della giustizia tedesca che contiene numerosi servizi

on line già operativi da diverso tempo in quasi tutti gli stati federati.

La firma elettronica qualificata e la PEC sono utilizzate da oltre dieci anni per lo scambio di atti e documenti, e la procedura del decreto di ingiunzione è operativa fin dal 2003. Spostandosi invece nel Regno Unito, le principali novità connesse ai sistemi informatici sono state introdotte nel 2013, prevedendo quattro riforme principali, tra cui il

213 Conferenza dal titolo “E-justice e e-law conference. Toward better pan european

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tentativo di consentire il pagamento telematico delle tasse di Giustizia e la digitalizzazione del sistema delle procure d’ufficio del Public

Guardian (tutore pubblico)214. Merita inoltre una particolare attenzione il programma “Money Claim Online”, che permette di ottenere una sorta di decreto ingiuntivo esecutivo attraverso l’utilizzo di una procedura

informatica. Infatti, mediante il sito internet215, qualsiasi cittadino che ritenga di poter esigere un credito di valore non superiore a 150.000 sterline, riempie un modulo on line e lo inoltra all’ufficio giudiziario (virtuale) che provvede alla notifica alla parte debitrice. Se quest’ultima non si oppone, la procedura emette automaticamente e senza l’intervento del giudice, un decreto ingiuntivo esecutivo che l’attore potrà fare valere

nelle forme previste dalla Legge inglese. Se, invece, il debitore si oppone,

il procedimento torna nell’alveo originario.

È sempre di matrice inglese un altro caso di efficace utilizzo di un programma informatico volto ad accelerare i tempi dei contenziosi,

denominato “Bulk Center”. Esso si fonda su un’idea molto semplice: una pluralità di procedimenti

considerati non particolarmente complessi (come piccoli crediti, violazioni del codice della strada, etc) sono gestiti a livello nazionale da una struttura che li tratta informaticamente e li rinvia all’ufficio giudiziario locale, concretizzando un notevole risparmio sia di tempo che

214 Il sistema permette ai cittadini di compilare on line e trasmettere gli atti predisposti per la nomina di un procuratore per la gestione dei propri affari in caso venissero meno, in futuro, le proprie capacità psicofisiche.

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di risorse economiche. Sembra poi essere stato recentemente proposto un ulteriore elemento di innovazione per le Corti britanniche, legato alla possibilità di istituire un processo interamente on line per le cause di valore inferiore a 25.000 sterline, in cui i giudici potrebbero sfruttare la posta elettronica, le udienze telefoniche e (ancor più sorprendente) le videoconferenze via Skype. In Austria spicca, invece, la capacità di gestire in maniera piuttosto rigida, ma sicuramente efficace, il rapporto fra gli uffici giudiziari e gli avvocati per quanto riguarda le transazioni elettroniche. La sperimentazione circa la possibilità di utilizzare lo scambio informatico di dati tra le parti e i tribunali nacque addirittura nel

1989, con un sistema chiamato “ERV”216, allo scopo di sostituire il

trasferimento convenzionale cartaceo di documenti.

Si stima che nel 2013, grazie all’implementazione tecnologica nel settore giuridico, oltre il 95% dei procedimenti sommari siano stati depositati telematicamente, con un totale di 4,4 milioni di documenti trasmessi. Gli studi professionali sono infatti inseriti in un “virtual private network” con

gli uffici giudiziari, con la possibilità di invio telematico di atti al posto

del deposito cartaceo degli stessi217. Il tutto avviene attraverso uno

speciale codice di identificazione che permette un addebito diretto dei

costi della procedura al soggetto di riferimento. Un ulteriore esempio di Paese che da sempre risulta essere tra i più

216Acronimo per “Elektronischer Rechtsverkehr”.

217 G. TADDEI ELMI, Un panorama europeo dell’informatizzazione della giustizia, in

Tecnologie e organizzazione giudiziaria in Italia e in Europa, di F. Contini e M. Fabri,

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avanzati ed organizzati a livello di innovazione processuale digitale è senza dubbio la Finlandia che, già dal 1993, anno di riforma del codice di procedura civile, prevedeva l’opportunità di iniziare un procedimento

attraverso una comunicazione elettronica, con il 65% di tutti i documenti ricevuti dalle Corti per via telematica. Si evince quindi che gli sviluppi maggiormente interessanti sul frangente del processo telematico, sono connessi alla possibilità di interscambiare informazioni e dati attraverso sistemi informatici. Ormai una molteplicità di transazioni elettroniche può essere eseguita senza dover necessariamente impiantare piattaforme particolarmente complesse, che renderebbero molto difficoltoso il loro

utilizzo218. Per queste ragioni, dall’analisi del sistema giudiziario

“informatico” europeo, emerge chiaramente come il filo conduttore tra le

differenti applicazioni telematiche nei vari Stati membri, sia la convinzione comune che, solo attraverso la diffusione di massa di questi nuovi strumenti, si possa implementare e rendere più efficiente il funzionamento del processo nel suo complesso, sia a livello “comunitario”, sia a livello nazionale.

218 V. CAROLLO, La roadmap del processo civile telematico in Europa, 2015, consultabile in www.agendadigitale.eu

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