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DAL CACAO AL CIOCCOLATO: LA CATENA GLOBALE DEL VALORE DEL CACAO

LO SRUTTAMENTO DI LAVORO MINORILE NELLE PIANTAGIONI DI CACAO IN COSTA D’AVORIO E GHANA

3.4 DAL CACAO AL CIOCCOLATO: LA CATENA GLOBALE DEL VALORE DEL CACAO

Se il metodo di raccolta e vendita dei semi di cacao, come vedremo, si svolge in ogni stato in modo differente, il risultato che ne deriva è sempre lo stesso: barrette, bevande, snacks e dolciumi. Il sistema viene rappresentato graficamente nella alla Figura 8.

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Figura 8 – Dal cacao al cioccolato148

Analizziamo dunque la catena globale del valore del cacao. Una spiegazione semplice e lineare viene fornita dal sito internet della World Cocoa Foundation in cui si descrive, fase per fase, il ciclo che porta da cacao a cioccolato149.

i. LA CRESCITA (GROWING)

Gli alberi di cacao crescono in piccole fattorie in un clima tropicale entro i 15-20 gradi a nord o a sud dall’equatore. È una coltura molto delicata e va protetta sia dagli agenti naturali come sole e vento, sia dalle malattie che possono compromettere l’intero raccolto. L’albero raggiunge il massimo della sua produttività dopo il quinto anno e continua l’attività almeno per altri 10 anni.

ii. IL RACCOLTO (HARVESTING)

L’albero del cacao produce i suoi frutti continuamente e si possono trovare baccelli maturi in ogni momento dell’anno, ciò nonostante sono stati individuati due momenti dell’anno di massimo picco produttivo nei quali viene effettuato il raccolto, il primo da ottobre a gennaio ed il secondo da maggio ad agosto. Le condizioni meteo avverse o fenomeni naturali improvvisi possono mandare a monte il lavoro di un’intera stagione, causando forti fluttuazioni di prezzo.

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Anti-Slavery International, The cocoa Industry in West Africa: A history of exploitation, 2004, p. 17

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Per non rovinare i semi gli operai utilizzano bastoni molto lunghi per far cadere la cabossa a terra e solo in quel momento romperla con machete o altri strumenti acuminati per estrarre i semi. Per ogni cabossa si possono trovare dai 20 ai 50 semi, dipende dalla varietà di cacao.

iii. FERMENTAZIONE ED ESSICCATURA (FERMENTING AND DRYING)

Una volta che i semi vengono rimossi dal loro guscio vengono sistemati in pile coperte con un tappeto di foglie di banano. In questa fase, la polpa che circonda i semi si surriscalda e inizia il processo di fermentazione dei semi che permette la maturazione dei semi di cacao, conferendo loro il tipico odore e sapore. Questo procedimento può durare dai tre ai sette giorni.

iv. VENDITA (MARKETING)

I semi vengono poi riposti all’interno di sacchi e venduti agli agenti locali che li trasportano verso le compagnie esportatrici. Queste ultime li esaminano ulteriormente per poi stoccarli in grandi magazzini vicino al porto, pronti per l’esportazione.

La vendita al dettaglio è il canale principale di distribuzione del cacao in cui gli attori protagonisti, i dettaglianti, sono l’unico collegamento tra i produttori e i consumatori in grado di gestire la domanda dei consumatori rispetto all’acquisto di cacao da parte dei produttori. I maggiori acquirenti di cacao si riscontrano tra le grandi multinazionali dell’impresa dolciaria e l’1-2% nell’industria cosmetica. Come si diceva poco fa, il settore dolciario è dominato da pochi attori, molto ricchi, come Kraft che detiene il 14.9% della vendita totale di prodotti a base di cacao, Mars con il 14.5%, Nestlè (7.9%), Hershey’s (4.6%) e Ferrero (4.5%)150. La loro attività si focalizza essenzialmente sulla produzione in scala di prodotti che poi vendono a prezzi moderati in modo da mantenere la domanda costante, ma sempre alta, a scapito di standard di lavoro non a norma. Per queste ragioni, dalla fine degli anni '90, produttori e commercianti lavorano sotto continue pressioni dal momento in cui l’attenzione dei media si è scatenata contro il modo in cui le grandi multinazionali operano in alcuni passaggi della filiera produttiva, senza curarsi delle condizioni in cui viene coltivato il cacao che importano e senza tenere conto che questi standard molto bassi sono dovuti anche al prezzo che loro pagano per il cacao che ricevono. La loro prima reazione è stata quella di controbattere dicendo che l'industria del cacao è troppo complessa per garantire standard di lavoro accettabili nelle fattorie, in

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Florian Zoll, Buying a Chocolate Bar: The Cocoa Commodity Chain and its Actors in respect to economic,

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quanto il cioccolato che comprano arriva da paesi diversi e questo sistema non permette di garantire un'adeguata tracciabilità del prodotto; successivamente però molte di queste aziende si sono adoperate per certificare il loro cioccolato in base agli standard vigenti in tema di condizioni di lavoro cooperando con gli altri attori della filiera del cioccolato. Questo aspetto verrà trattato nello specifico in seguito.

v. IMBALLAGGIO E TRASPORTO (PACKING AND TRANSPORTING)

I semi di cacao, ulteriormente essiccati se necessario vengono caricati sulle navi, pronti per raggiungere le destinazioni oltreoceano. Qui il cacao viene ulteriormente analizzato da un esperto interpellato dal compratore e successivamente portato alle aziende che si occupano della lavorazione dei semi cacao (i processors).

vi. TOSTATURA E MACINAZIONE (ROASTING AND GRINDING)

I semi di cacao, dopo essere stati nuovamente ispezionati e puliti vengono tostati intatti o mantenendo solamente la granella che si trova all’interno, a seconda delle preferenze. Le compagnie impiegate nella macinazione del cacao sono importantissime tanto da registrare fatturati altissimi. Sono tre le imprese multinazionali che dominano questo tipo di mercato: Cargill, con il 14,5%, Archer Daniels Midland (ADM) con il 13,9% e Barry Callebaut con il 12,2% delle vendite globali di cacao lavorato151.

vii. SPREMITURA (PRESSING)

Se attivato un processo idraulico, il cacao liquido può suddividersi in burro di cacao e pasta di cacao; quest’ultima può essere venduta allo stato solido oppure macinata fino a raggiungere una finissima polvere di cacao.

viii. IL CIOCCOLATO (CHOCOLATE MAKING)

Per fare il cioccolato occorre mescolare il cacao liquido con il burro di cacao, zucchero e latte. Il preparato viene quindi messo in grandi contenitori che con un movimento continuo agitano il mix creato. Più il cioccolato viene agitato, più sarà dolce. Dopo questo procedimento il cioccolato liquido può essere tenuto in taniche oppure temperato e versato in appositi stampi per creare prodotti confezionati e snacks.

ix. IL CONSUMO DI CIOCCOLATO (CONSUMER)

Tutto il mondo conosce la golosità del cioccolato consumando circa tre milioni di tonnellate di semi di cacao all’anno in centinaia di forme differenti, con precise preferenze a seconda del paese.

Ecco quali sono i maggiori paesi importatori di semi di cacao, riassunti nella Tabella 16.

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Tabella 16 – Importazione ed esportazione di semi di cacao152

La regione che trae maggiori benefici dalla coltivazione di cacao, come si può vedere, è l’Unione Europea che importa il 54% del cacao mondiale, a seguire l’America e l’Asia.

L’industria pasticcera coinvolge migliaia di persone in tutto il mondo, ma è nelle prime fasi della catena globale del valore del cacao, ricche di manodopera e dislocate in paesi lontani, che si concentra il maggior uso di lavoro minorile, a cui ricorrono i coltivatori per avere più braccia che lavorano, ma sottopagandole o non pagandole affatto. La causa di questo, come è stato visto, deriva soprattutto dal prezzo che viene conferito ai contadini nel momento della vendita dei sacchi di cacao.

In Costa d’Avorio il metodo di vendita del cacao si avvale di pisteurs ossia dei compratori itineranti che vanno di fattoria in fattoria con un piccolo pick-up e comprano il cacao dopo averlo pesato e controllato, in base ad una scala di misura non molto attendibile. La maggior parte dei compratori sono inviati nelle fattorie da qualche grande uomo d’affari o esportatore. Il vantaggio nel fare affari con questi uomini è il pagamento direttamente in contanti, sfruttando questo pretesto alcuni degli agricoltori sono pronti ad accettare anche un prezzo più basso pur di avere contanti immediati.

Successivamente il cacao viene portato nei punti di raccolta nelle grandi città e venduto agli intermediari (traitants), che si dirigono poi verso i grandi porti di Abidjan e San Pedro dove avviene il processo di compravendita con le grandi aziende esportatrici153.

In Ghana invece, i contadini portano personalmente il loro cacao nei centri di compravendita locali che lavorano per la Ghana Cocoa Board (Cocobod) come la Cocoa Marketing

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ICCO, World Cocoa Economy, Past and Present, 2012, Table 6

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Company (CMC) oppure la Produce Buying Company (PBC). Qui il cacao viene pesato, valutato e sigillato in appositi sacchi. Il cacao acquistato nelle fattorie in Ghana non viene pagato in denaro contante ma in assegni Cocobod che mirano ad assicurare un prezzo equo a tutti i contadini. Il cacao è poi spedito verso i punti di raccolta, come il Porto di Tema e venduto alla Cocobod sulla base di un prezzo prefissato, che a sua volta lo rivende alle grandi aziende esportatrici. Altri contadini vendono il cacao che hanno raccolto alle cooperative, come Kuapa Koko importante punto di riferimento per il commercio del cacao equo e solidale154.

3.5 IL LAVORO MINORILE ED IL TRAFFICO DI MINORI NELLE PIANTAGIONI