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L’ECONOMIA GLOBALE

1.7 LA REGOLAZIONE DEL MONDO DEL LAVORO – IL RUOLO DELL’O.I.L.

Alla luce di quanto detto finora, la presenza sia di un dumping normativo che di un dumping sociale, porta alla necessità di trovare un equilibrio tra questi due aspetti. Nel primo caso, siamo in presenza di aziende dotate di un fattore capitale mobile che tendono a spostarsi verso luoghi con regole più efficienti alla ricerca di una più conveniente localizzazione produttiva. Nel secondo caso invece è visibile una concorrenza regolatoria spietata in cui ogni paese apre le proprie frontiere commerciali offrendo notevoli agevolazioni alle imprese multinazionali, per massimizzare il proprio vantaggio competitivo44.

In questo nuovo scenario, risulta quindi necessario trovare un nuovo ordine capace di rispondere alle sfide che l’economia globale lancia, trovando spazio per lo sviluppo sostenibile e i diritti umani45 conciliando la sfera dell’economia globale ed i diritti sociali. Nel panorama mondiale sono presenti quattro diversi livelli che attraverso i loro attori fondamentali, cercano di trovare delle soluzioni efficienti per conciliare dimensione economica della catena globale del valore, e sociale dei diritti del lavoratore:

- Dimensione internazionale: di questa dimensione fa parte l’Organizzazione Internazionale del lavoro, che ha il ruolo di vegliare sul rispetto dei diritti fondamentali di base in concerto con altri attori come l’Organizzazione Mondiale del Commercio;

- Dimensione regionale: qui emergono aggregazioni come l’Unione Europea, l’Accordo di libero scambio nord-americano (Nafta) o altre forme regionali come il Mercosur o l’Asean, tutti organismi sovrannazionali con poteri normativi o giudiziari capaci di influenzare i paesi membri;

- Dimensione nazionale: di cui fanno parte gli stati stessi, anche se come è stato detto in precedenza nell’epoca della globalizzazione stanno via via perdendo i loro poteri sovrani a favore di entità sovrannaturali;

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Gereffi G., Luo X., Risks and opportunities of participation in Global Value Chains, The World Bank, 2014, p.20

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Brino V., Perulli A., Manuale di Diritto internazionale del lavoro, Giappichelli, 2013, pp.2-3

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- Dimensione dell’autoregolazione: in questa sezione spicca il potere della lex mercatoria, cioè tutte quelle regole di tipo consuetudinario che sono nate spontaneamente dagli usi e costumi dei settori commerciali. Di questa sezione fanno parte i codici di condotta adottati autonomamente dalle imprese internazionali che vedremo nel dettaglio nei prossimi capitoli.46

Volendo analizzare più attentamente la dimensione internazionale di regolazione del lavoro, è indispensabile parlare dell’organizzazione che ha come suo fine ultimo la promozione della giustizia sociale e il riconoscimento internazionale dei diritti umani e del lavoro, sostenendo che il lavoro degno è essenziale per la prosperità e lo sviluppo: l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

L’OIL nasce nel 1919, dopo che gli stati firmatari del Trattato di Versailles istituirono la Commissione per la Legislazione Internazionale del Lavoro composta da nove paesi: Belgio, Cecoslovacchia, Cuba, Francia, Giappone, Italia, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti47. Si tratta di paesi molto eterogenei tra loro ma che guardano tutti in un’unica direzione, regolare il mondo del lavoro a livello internazionale cosicché non si ripetessero più le condizioni pessime e degradanti visibili nelle fabbriche di tutta Europa alla fine dell’800. A quell’epoca era stata fatta molta pressione affinché venissero istituite delle forme base di tutela del lavoro nelle fabbriche, sui temi dell’orario di lavoro e della salute dei lavoratori, specialmente per donne e bambini che venivano assunti in modo irregolare, prestandosi alle mansioni più degradanti e a basso costo. Così, partendo dai circoli intellettuali fino ad arrivare alle istituzioni nazionali il problema fece presa sugli animi dei leader di tutto il mondo considerando l’importanza dell’introduzione di regole minime di tutela del lavoratore un modo per garantire una pace universale e duratura48. Venne istituito così un precursore dell’OIL, l’Ufficio Internazionale del Lavoro, istituito a Basilea nel 1901 che ha il merito di aver stipulato due convenzioni molto importanti in tema di standard lavorativi, come il divieto di lavoro notturno per le donne nel settore industriale e il divieto dell’uso del fosforo bianco nell’industria dei fiammiferi. È però con la Conferenza di pace di Parigi del 1919 che si cominciano ad intravedere le prime regole internazionali circa temi di diritti sociali e di sviluppo economico, per arrivare poi all’istituzione ufficiale nel 1919 dell’OIL, grazie al

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Brino V., Perulli A., Manuale di Diritto internazionale del lavoro, Giappichelli, 2013, p.11

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Ibidem, p.29

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Trattato di Versailles il cui testo contenuto nella parte XIII del trattato è ancora oggi l’atto costitutivo dell’OIL, seppur con delle modifiche.49

Nel 1944, dopo aver interrotto le sue attività a causa della Seconda Guerra Mondiale, i membri dell’OIL firmano la Dichiarazione di Filadelfia con la quale affermano a gran voce il ruolo prominente dell’OIL in materia di lavoro e iniziarono la loro lotta per creare un mondo del lavoro equo e dignitoso per ogni essere umano, diventando nel 1946 l’agenzia specializzata dell’Onu per la promozione dei diritti dei lavoratori, dell’occupazione e della protezione sociale50.

Questa importante agenzia delle Nazioni Unite si compone di 185 stati ed è considerata l’unica agenzia ONU di origine tripartita, cioè composta dai rappresentanti dei governi, degli imprenditori e dei lavoratori.

È costituita da tre organi principali: la Conferenza Internazionale del Lavoro, in cui risiedono i rappresentanti di tutti gli stati membri ed è l’organo legislativo, in quanto elabora le convenzioni e le raccomandazioni; il Consiglio di amministrazione, che è l’organo esecutivo, che indirizza e coordina le attività dell’OIL; ed infine l’Ufficio internazionale del lavoro, ovvero il segretariato permanente composto da 2000 funzionari di tutti i paesi membri. In più esistono i Comitati di esperti, composti da giuristi che svolgono funzioni di controllo e monitoraggio sulle Convenzioni e le Raccomandazioni dell’Organizzazione51.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro svolge, un’attività di promozione degli standard internazionali di lavoro affinché questo sia dignitoso ed in condizione di libertà e sicurezza per donne, uomini e bambini. Si avvale di Raccomandazioni, non vincolanti per gli Stati membri, e Convenzioni che invece obbligano giuridicamente gli Stati una volta ratificate 52. L’OIL, soprattutto a partire dagli anni ’90 ha cercato di mantenere nel suo lavoro un approccio più pragmatico, in modo da non pensare solo alla tutela del lavoro ma anche ai problemi occupazionali e ai bisogni dei paesi in via di sviluppo, che unendosi all’OIL hanno dimostrato la loro volontà di sviluppare una piena tutela per i lavoratori che è da considerarsi un passo in avanti nel raggiungimento di standard lavorativi realmente comuni in tutto il mondo. Ne è un esempio l’approccio che ha sviluppato nei confronti del lavoro minorile, all’inizio fermo nell’approccio abolizionista condannava il lavoro minorile in tutte le sue forme, poi ha trovato un equilibrio con una visione più pragmatica, volta a condannare immediatamente le peggiori forme di lavoro minorile e lo sfruttamento, venendo incontro

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Brino V., Perulli A., Manuale di Diritto internazionale del lavoro, Giappichelli, 2013, 2013, p.29

50 Ibidem, pp.29-30 51 Ibidem, p.30 52 Ibidem, p.32

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anche a quei paesi in cui il lavoro del bambino è necessario per il sostentamento di tutta la famiglia, a patto che il minore sia tutelato dalla legge nazionale e sia consapevole dei suoi diritti, considerando anche la sempre più diffusa capacità dei bambini lavoratori di riunirsi e combattere per i loro diritti come avviene nei NATs.

Come si può notare dalla tabella sottostante, ad oggi le Convenzioni dell’OIL sono 189, le Raccomandazioni circa 202 e vengono utilizzate per regolamentare gli ambiti di attività dell’Organizzazione come il divieto di lavoro forzato obbligatorio, l’abolizione del lavoro infantile o le condizioni di lavoro.

Tabella 4 – Convenzioni e Raccomandazioni dell’OIL53

I diritti sociali, per cui tanto si batte l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, vengono considerati essenziali per godere di uno status di lavoratore completo e dignitoso. Tali diritti vengono stabiliti dalla Dichiarazione sui Diritti e Principi Fondamentali del Lavoro adottata nel 1998, nella quale viene identificato un corpus di principi fondamentali inalienabili definiti “diritti umani universalmente riconosciuti” o core labour standards, che si fondano sui diritti di tutela della dignità della persona umana e creati attraverso degli standard sociali applicabili a tutti i paesi del mondo indipendentemente dal loro grado di sviluppo54. I diritti sociali riconosciuti universalmente sono:

- La libertà di associazione e il diritto di contrattazione collettiva (Conv. 87/1948; Conv. 98/1949)

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Tabella estrapolata dal libro di Brino V., Perulli A., Manuale di Diritto internazionale del lavoro, Giappichelli, 2013, p.35

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- L’interdizione del lavoro forzato e in schiavitù (Conv. 29/1930; Conv. 105/1957) - Il divieto di sfruttamento del lavoro minorile (Conv. 138/0973; Conv. 182/1999)

- L’uguaglianza e il divieto di discriminazione in materia di impiego (Conv. 100/1951; Conv. 111/1958)55

L’OIL si impegna ad applicare le Convenzioni in questione per aiutare i paesi catapultati nell’economia globale a farla diventare più rispettosa dei diritti umani.

Per fare ciò si avvale di una struttura di appoggio molto importante, collaborando attivamente con le altre agenzie delle Nazioni Unite, con l’Unicef per quanto riguarda i diritti dei bambini lavoratori, o con le organizzazioni non governative ed i governi nazionali al fine di raggiungere veramente ogni angolo del paese in cui lavora. Nel tema del lavoro minorile nelle piantagioni di cacao in Africa Occidentale per esempio, data la crescente consapevolezza della presenza di minori al lavoro nelle piantagioni, i governi si sono adoperati attivamente al fine di collaborare con le organizzazioni più importanti come l’OIL, l’agenzia americana per lo sviluppo internazionale (United States Agency for International Development - USAID) e il Dipartimento americano del lavoro (United States Departement of Labour - USDOL), ma anche con le organizzazioni locali come l’International Istitute of Tropical Agricolture (IITA). Un esempio di questa stretta collaborazione è il documento che ha redatto l’IITA nell’agosto 2002, attraverso il suo programma Sustainable Tree Crops Program (STCP) e grazie anche al patrocinio delle tre agenzie sopracitate; in questo documento si riportano i dati raccolti grazie ai questionari effettuate nelle zone dove si coltiva il cacao in Africa Occidentale, per indagare sul tema del lavoro minorile nelle piantagioni56.

1.8 LA REGOLAZIONE DEL MONDO DEL LAVORO: I CODICI DI CONDOTTA