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L’ECONOMIA GLOBALE

1.5 LA CATENA DEL VALORE GLOBALE (GLOBAL VALUE CHAIN GVC)

Dopo aver analizzato le varie sfaccettature dell’internazionalizzazione delle multinazionali è giunto il momento di introdurre un concetto chiave per l’economia globale, quello di catena del valore, per cui si intende una serie di processi, caratterizzati da un valore aggiunto, che occorrono per la produzione di un bene o un servizio.19 Nella catena produttiva si vanno a trasformare le materie prime in prodotti finali per soddisfare le esigenze del consumatore, in modo da creare un prodotto dal quale ricavare, un prezzo di vendita, che non è altro che la somma dei prezzi dei singoli passaggi. Nella suddetta catena del valore, prendendo in considerazione il valore aggiunto che si forma ad ogni passaggio della catena produttiva, si raggiunge il valore finale del prodotto, riconducibile ad un prezzo di vendita. Tutto ciò avviene grazie ad un’oculata organizzazione aziendale, sfruttando il capitale umano a disposizione e le risorse presenti nelle diverse fasi della produzione. A livello generale le fasi della catena del valore sono design, produzione, marketing, distribuzione e supporto al compratore20, ma ogni prodotto richiede step intermedi ulteriori e l’aggiunta di passaggi per perfezionarne la produzione. Per esempio, la catena del valore dei semiconduttori si costituisce di cinque fasi: ricerca, sviluppo e design, fabbricazione, assemblaggio, prova e accorpamento finale; quella della frutta e verdura invece è formata da produzione, imballaggio e stoccaggio, trattamento, distribuzione e marketing.

I processi che portano al prodotto finito, possono essere svolti da uno stesso stabilimento nell’area dell’impresa nazionale, oppure possono essere delocalizzati in aree lontane dal quartier generale, visto che, come è stato già trattato, sempre più, grazie alla globalizzazione, le grandi imprese nazionali si spingono all’estero, diventando multinazionali, per avvantaggiarsi di risorse e di particolari benefici che i paesi stranieri offrono. Nella catena del

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Reinert K. A., An introduction to International economics, New perspectives on the world economy, Cambridge University Press, 2012, p.147

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Ibidem, p.160

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valore è quindi possibile individuare due tipi di impresa: le lead firms cioè aziende guida dell’intera catena, solitamente società transazionali ubicate nei paesi industrializzati più avanzati, il cui compito è quello di controllare e definire le attività in termini di prezzo, spedizione ed organizzazione; e le supplier companies cioè aziende fornitrici che producono beni e servizi nelle fasi intermedie, spesso situate nei paesi in via di sviluppo21. Si creano così, delle reti di produzione globale (Global production networks – GPNs) entro le quali si snoda la catena del valore in cui numerosi paesi diversi contribuiscono alla creazione di un solo prodotto. Di conseguenza nella rete di produzione globale l’apparato gestionale della multinazionale ha un duplice compito dovendo decidere quale parte della catena del valore dislocare, e in quale paese. È necessario distinguere tra dimensione orizzontale e dimensione verticale della rete della produzione globale: per dimensione verticale si intendono tutti gli spostamenti da una fase all’altra della catena del valore, mentre i movimenti da un paese all’altro fanno parte della dimensione orizzontale22.

Un esempio è quello dell’automobile “americana” il cui solo il 37% del valore della produzione viene generato negli Stati Uniti, il restante 63% viene diviso tra le società che intrattengono relazioni commerciali con la casa madre: il 30% va alla Corea per l’assemblaggio, il 17,5% al Giappone per i componenti e le tecnologie avanzate, il 7,5% alla Germania per la progettazione, il 4% a Taiwan e Singapore per parti di minore importanza, il 2,5% al Regno Unito per servizi di pubblicità e marketing e l’1,5% all’Irlanda e alle Barbados per l’elaborazione dati.23

Questo esempio è la chiave di lettura dell’intera questione, la multinazionale americana manterrà nella casa madre i compiti che sa fare meglio e che richiedono una dose di perfezione che solo il controllo diretto dei suoi impiegati più preparati riesce ad eseguire, di solito gli aspetti finanziari, di controllo e la ricerca e sviluppo (Research and Development – R&D). Tutte le altre fasi, come la produzione, il marketing o le vendite, possono essere consegnate nelle mani delle affiliate così da approfittare dei vantaggi che offrono, in modo da massimizzare i profitti e diminuire i costi, ricercando partner commerciali sempre più abili, operando in un numero ridotto di punti strategici nel mondo localizzati soprattutto vicino ai maggiori mercati del Nord America, Europa Occidentale e Asia dell’Est.

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Gereffi G., Luo X., Risks and opportunities of participation in Global Value Chains, The World Bank, 2014, p.5

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Reinert K. A., An introduction to International economics, New perspectives on the world economy, Cambridge University Press, 2012, p.162

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Esistono diversi tipi di mansioni che sono necessarie per raggiungere la piena implementazione della catena del valore, che sono più o meno presenti a seconda del bene che si vuole produrre, come vediamo nella Tabella 3.

Tabella 3 – Mansioni e produzione24

- Lavoro casalingo di piccole famiglie (small scale household and home base work):

questo livello della rete di produzione, è caratteristico dei paesi in via di sviluppo coinvolti nella produzione agricola o nel lavoro artigianale. La produzione avviene all’interno o nei luoghi limitrofi all’abitazione, comprende sia il lavoro pagato che quello non pagato e spesso è il tipo di impiego in cui il lavoro minorile si propaga più velocemente e senza un completo controllo. Come si evince dalla tabella questo tipo di lavoro è preponderante nell’attività agricola, ed è scarso invece nella produzione di tecnologie.

- Mansioni non qualificate e ad uso intensivo del lavoro (low-skilled, labour-intensive work): in questo caso il lavoratore, pagato in denaro o in beni materiali, svolge un lavoro poco qualificato che spesso aiuta le imprese a ridurre i costi in alcuni step della produzione, come l’imballaggio; è molto richiesto soprattutto nella produzione di capi di vestiario, poco presente invece nei servizi finanziari.

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Gereffi G., Luo X., Risks and opportunities of participation in Global Value Chains, The World Bank, 2014, p.12

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- Lavoro mediamente qualificato con un mix di tecnologie (medium-skilled, mixed production technologies work):

in questo tipo di lavoro i fornitori coordinano l’intero processo che porta alla consegna del prodotto finito, per questo sono necessarie competenze medie e il possesso di tecnologie per far fronte ad ogni fase della produzione, come nel caso del settore automobilistico, ma presente in maniera più o meno significativa, in tutti gli altri settori.

- Lavoro qualificato ad uso intensivo di tecnologia (high skilled, technology-intensive work): questo tipo di lavoro emerge negli anni ’80 e ’90 nelle aziende a capo dei settori tecnologici e finanziari come quello automobilistico e elettronico, e che si sono sviluppate come fornitrici di prodotti elettronici e di semiconduttori.

- Lavoro ad uso intensivo del capitale delle conoscenze (knowledge-intensive work):

richiesto soprattutto nei settori finanziari, amministrativi, medici, ingegneristici, e quindi negli ultimi due settori della tabella.25

La catena del valore globale, secondo i risultati degli studi empirici portati avanti dal Prof. Gereffi, si compone di quattro dimensioni essenziali:

- La struttura input-output: è il cuore della catena del valore, cioè il processo che porta un prodotto o un servizio dall’idea iniziale del creatore alle mani del consumatore. In tutti questi passaggi, non è insito solamente il ciclo di vita del prodotto, ma anche il lavoro di molte persone coinvolte nel processo produttivo, con le loro storie e le loro mansioni. Ogni passaggio messo in atto, che crea un valore aggiunto, ha specifiche caratteristiche e dinamiche26.

- Localizzazione geografica: grazie allo sviluppo della rete dei trasporti e delle telecomunicazioni oggi le catene di produzione sono disperse nei paesi strategici del mondo, dove vengono svolte le diverse attività che portano un prodotto al suo compimento. L’analisi geografica consiste nell’identificazione delle imprese leader per ogni segmento di cui si compone la catena del valore, in modo che la multinazionale possa avere un prodotto con un grande valore aggiunto ad ogni passo della catena produttiva, per fare ciò può essere utile esaminare i dati di un paese come le esportazione e i segmenti produttivi in cui si concentrano le esportazioni.27

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Tutto il punto elenco ricavato da: S. Barrientos, G.Gereffi, A. Rossi, Economic and social upgrading in global

production networks: a new paradigm for a changing world, International Labour Review, Vol.150, n.3-4,

2011, pp.326-328

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Gereffi G., Fernandez-Stark K., Global Value Chain analysis: a primer, 2011, pp.5-6

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- Governance: la governance viene definita da Gereffi come “l’autorità e le relazioni che determinano come le risorse finanziarie, materiali e umane sono allocate e circolano nella catena del valore”28. Da questo si evince che un’attenta analisi della governance è necessaria per il successo della CGV e la soddisfazione di ogni suo membro.

- Importanza delle istituzioni: il contesto istituzionale identifica come le politiche locali, nazionali ed internazionali influenzino ogni passaggio della catena del valore; essa è fortemente connessa con le dinamiche economiche (costi del lavoro, infrastrutture e finanza), sociali (come la partecipazione al lavoro di entrambi i sessi ed educazione) ed istituzionali (tasse, regolazione del lavoro e sussidi) dei paesi interessati.29

1.6 CAPTURING THE GAIN: RISCHI ED OPPORTUNITA’ NELLA CATENA