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I suoi cambiamenti, sfide e dilemmi

2. CAPITOLO: “ Il terrorismo dopo l’11 Settembre 2001: aspett

2.1 Che cos’è il terrorismo?

2.1.3 I suoi cambiamenti, sfide e dilemmi

Terrorismo e psiche. I dati statistici dicono che le vittime fatte dal terrorismo sono

numericamente inferiori rispetto alle vittime fatte da altri fenomeni che caratterizzano la

79 David le Breton, Jalons pour une anthropologie du jihadisme, Sicurezza e scienze sociali V, 2/2017 80www.affaritaliani.it/cronache/nizza-isis-perde-terreno-in-siria-europa-rischia-altri-attentati-432089.html

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nostra società. Nonostante questo, la paura dilaga, poiché giustamente, secondo l’opinione comune il numero di morti legati agli attentati dovrebbe essere pari a zero. Ne consegue che l’impatto psicologico ha una grandissima forza nonostante le statistiche, le quali non hanno alcun valore.

Coloro che ne sono più colpiti sono chiaramente coloro che hanno avuto parenti tra le vittime, che sono sopravvissuti, o che fanno parte delle squadre di soccorso. Queste persone vivono nella paura costante che l’evento possa ripetersi. Come per controllare tale senso di insicurezza costante, le vittime cambiano il loro modo di vivere, le loro interazioni sociali, le loro abitudini, nel tentativo estremo di poter controllare il fenomeno e potersi riappropriare della propria esistenza. Nonostante le famiglie delle vittime e i superstiti siano senza ombra di dubbio i più colpiti dal punto di vista psicologico, in realtà tutta la società vive una situazione di shock generalizzato e può manifestare una sintomatologia. Le reazioni emotive, somatiche e comportamentali non sono rare, anche quando le conseguenze non sono eccessivamente gravi. Questo non permette di affrontare in maniera corretta l’esperienza traumatica, andando quindi a causare il rischio di sviluppare un Disturbo Post Traumatico da Stress, che può essere più o meno grave.81

“The September 11, 2001 terrorist attacks were broadcast live on television and watched by

millions as they unfolded. Many networks repeatedly broadcast vivid images of the September 11 attacks, including the collision of the airplanes with the World Trade Center (WTC) towers, people falling from the towers, the towers collapsing, and people running for their lives. One survey conducted soon after the attacks found that 98% of people in the U.S. watched at least an hour of television coverage on September 11 (Schuster et al., 2001). Considering the wide reach of television into homes across the country, it is important to examine the role television watching may play in shaping psychopathology in the aftermath of a disaster. Media coverage plays an essential role of communication in disaster situations and also has the potential to affect powerfully those watching (Holloway, Norwood, Fullerton, Engel, & Ursano, 1997). The relation between television watching and psychopathology in the context of major traumatic events is controversial, with most extant research conducted among children and adolescents (Nader, Pynoos, Fairbanks, Al-Ajeel, & Al-Asfour, 1993; Pfefferbaum, 2001; Pfefferbaum, Gurwitch et al., 2000; Pfefferbaum, Moore et al., 1999; Pfefferbaum, Nixon et al., 1999; Pfefferbaum, Nixon, Tivis et al., 2001;

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Pfefferbaum, Nixon, Tucker et al., 1999; Pfefferbaum, Seale et al., 2000). After September 11, four studies that assessed mental health in the general population of adults demonstrated associations between watching television coverage of the attacks and symptoms of PTSD (Ahern et al., 2002; Schlenger et al., 2002; Schuster et al., 2001; Silver, Holman, McIntosh, Poulin, & Gil-Rivas, 2002). Our research team conducted a telephone survey of Manhattan residents one month after the September 11 attacks and found associations between watching the image of people falling or jumping from the World Trade Center and probable PTSD (Ahern et al., 2002). This effect was strongest in persons who were directly affected by the attacks (Ahern et al., 2002). Other research found associations between several measures of television watching and symptoms of PTSD in the days and months following the September 11 attacks (Schlenger et al., 2002; Schuster et al., 2001; Silver et al., 2002).”82

Il Disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è un disturbo mentale comune. In psicologia e psichiatria il PTSD è l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono a un evento traumatico, catastrofico o violento. A prescindere dal fattore che lo scatena causa un disagio clinicamente significativo o una compromissione delle interazioni sociali, della capacità di lavorare o altre importanti aree di funzionamento di un individuo. Il PTSD può svilupparsi dopo che una persona è stata esposta a uno o più eventi traumatici, quali incidenti stradali, aerei, terremoti, aggressioni sessuali, terrorismo o altre minacce alla vita di una persona. Lo studio di questa sindrome è iniziato solamente in seguito alla Prima guerra mondiale, quando gli psichiatri si ritrovarono a curare numerosi soldati con una nuova sintomatologia che si manifestava sempre nelle stesse modalità.83

Secondo la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-5; APA, 2013), per lo sviluppo di un PTSD è necessario che:

- LA PERSONA SIA STATA ESPOSTA A UN TRAUMA, quale la morte reale o una minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale (Criterio A) facendo un’esperienza diretta o indiretta dell’evento traumatico oppure venendo a conoscenza di un evento traumatico violento o accidentale accaduto ad un membro della famiglia o ad un amico stretto. Un’altra possibile causa traumatica che può

82Jennifer Ahern , Sandro Galea MD, MPH, DrPH , Heidi Resnick & David Vlahov (2004) Television

Watching and Mental Health in the General Population of New York City After September 11, Journal of

Aggression, Maltreatment & Trauma, 9:1-2, 109-124,

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portare allo sviluppo di un PTSD è l’esposizione ripetuta o estrema a dettagli crudi dell’evento traumatico come ad esempio succede ai primi soccorritori che raccolgono resti umani o agli agenti di polizia ripetutamente esposti a dettagli di abusi su minori.

- SINTOMI INTRUSIVI CORRELATI ALL’EVENTO TRAUMATICO insorgano dopo l’evento traumatico,(Criterio B) e possono manifestarsi sotto forma di ricordi del trauma ricorrenti, involontari ed intrusivi, sogni spiacevoli ricorrenti in cui il contenuto e/o le emozioni del sogno sono collegati all’evento traumatico e reazioni dissociative come flashback in cui ci si sente o si agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando. Le reazioni dissociative possono arrivare alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante. Inoltre può essere presente intensa o prolungata sofferenza psicologica nonché marcate reazioni fisiologiche all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simboleggiano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.

- EVITAMENTO PERSISTENTE DEGLI STIMOLI ASSOCIATI ALL’EVENTO TRAUMATICO viene messo in atto dopo l’evento traumatico (Criterio C). La persona evita o tenta di evitare ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o strettamente associati all’evento traumatico. Inoltre, vengono evitati fattori esterni quali persone, luoghi, conversazioni, attività, oggetti e situazioni che possono suscitare ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o strettamente associati all’evento traumatico.84

- ALTERAZIONI NEGATIVE DI PENSIERI ED EMOZIONI ASSOCIATE ALL’EVENTO TRAUMATICO si manifestano dopo l’evento traumatico (Criterio D). La persona può non ricordare qualche aspetto importante dell’evento traumatico, sviluppare persistenti ed esagerate convinzioni o aspettative negative su se stessi, gli altri, o il mondo come ad esempio “io sono cattivo”, “non ci si può fidare di nessuno”, “il mondo è assolutamente pericoloso”. Possono manifestarsi pensieri distorti e persistenti relativi alla causa o alle conseguenze dell’evento traumatico che portano a dare la colpa a se stessi oppure agli altri. Si può inoltre sperimentare uno stato emotivo negativo e provare sentimenti persistenti di paura, orrore, rabbia, colpa o vergogna, una marcata riduzione di interesse o

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partecipazione ad attività significative, sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri o incapacità di provare emozioni positive come felicità, soddisfazione o sentimenti d’amore.85

- MARCATE ALTERAZIONI DELL’AROUSAL E DELLA REATTIVITÀ ASSOCIATI ALL’EVENTO TRAUMATICO si manifestano dopo l’evento traumatico (criterio E) come comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia (con minima nessuna provocazione) tipicamente espressi nella forma di aggressione verbale o fisica nei confronti di persone o oggetti, comportamento spericolato autodistruttivo, ipervigilanza, esagerate risposte di allarme, problemi di concentrazione, difficoltà relative sonno come difficoltà nell’addormentarsi o nel rimanere addormentati oppure sonno non ristoratore.86

La durata delle alterazioni descritte è superiore ad 1 mese (criterio F).

Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (criterio G).

Il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza come ad esempio farmaci o alcol o a un’altra condizione medica (criterio H).

A seguito di un evento stressante, oltre a sviluppare un PTSD, si possono manifestare anche SINTOMI DISSOCIATIVI non attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o ad un’altra condizione medica. Questi sintomi dissociativi possono riguardare:

LA DEPERSONALIZZAZIONE: ci si può sentire distaccati dai propri processi mentali come se si fosse un osservatore esterno al proprio corpo (ad esempio sensazione di essere in un sogno; sensazioni di irrealtà di se stessi o del proprio corpo o del lento scorrere del tempo).

LA DEREALIZZAZIONE: si possono avere cioè persistenti o ricorrenti esperienze di irrealtà dell’ambiente circostante (ad esempio il mondo intorno sembra irreale, onirico, distante o distorto). 87

L’80% degli individui con PTSD può avere anche altri disturbi mentali (APA, 2013) come ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare, problemi di sonno,

85 https://www.istitutobeck.com/disturbo-post-traumatico-da-stress 86 https://www.istitutobeck.com/disturbo-post-traumatico-da-stress 87 https://www.istitutobeck.com/disturbo-post-traumatico-da-stress

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somatizzazione, abuso di sostanze e altre dipendenze comportamentali. Inoltre, è frequente l’associazione con il Disturbo Dissociativo dell’ Identità (DDI) e con i disturbi di personalità, in particolare con il Disturbo Borderline di Personalità (DBP), con il Disturbo Evitante di Personalità (DEP), con il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità e il Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP).

Il PTSD colpisce circa il 5% degli uomini e il 10% delle donne e può manifestarsi a qualsiasi età, anche durante l’infanzia, sebbene i giovani e gli anziani siano più vulnerabili. Nella popolazione generale, i bambini presentano un tasso di prevalenza del PTSD pari al 16,6%. Le donne sono più vulnerabili rispetto agli uomini perché tendono a manifestare maggiori reazioni cognitive ed emotive negative in risposta agli eventi traumatici.

Come abbiamo detto, il PTSD è frequente nelle persone che sono state esposte a eventi traumatici estremi come ad esempio guerre, crimini, disastri naturali, aver assistito all’uccisione o ferimento di un’altra persona, essere stati minacciati con un’arma da fuoco o essere stati coinvolti in un incidente che ha messo a rischio la propria vita. Inoltre, il PTSD ha un’elevata prevalenza negli adulti sopravvissuti ad abuso fisico e sessuale durante l’infanzia con percentuali che variano dal 37% al 44%.88