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Campo di concentramento di Mauthausen Dicembre

(Laboratorio fotografico.)

TONI: Ti spiego: questa porta dà su una camera oscura per lo sviluppo, che

comunica con un'altra camera pure per sviluppare. Entrambe hanno un bagno e un gabinetto. Questa porta è quella del magazzino. Qui si conserva di tutto, i negativi, la carta fotografica, i liquidi, di tutto... Infine, lo stanzino in fondo, serve per la smaltatura dei positivi e lavori così... Sì, questa è la porta dell'ufficio di Ricken, occupato anche da altre SS.

PACO: Sei entrato? TONI: A volte.

PACO: Quanta confidenza. Vivi bene qui. E la guardia di fuori, entra qualche

volta?

TONI: Quasi mai.

PACO: Questo è il paradiso, compagno. TONI: Io non direi che questo è il paradiso. PACO: Sempre meglio che nella cava. TONI: Tu non sei stato nella cava. PACO: E tu neanche.

(Silenzio.)

PACO: Perché hai voluto che venissi?

TONI: C'è molto lavoro. Non ce la facciamo. Negli ultimi tempi arrivano

moltissimi prigionieri. Migliaia di foto, di sviluppi, di elenchi, di archivi...

PACO: E che si suppone debba fare io?

TONI: Classificare i negativi, annotarli nei quaderni e archiviarli. PACO: Entusiasmante. Mi divertirò.

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PACO: Cosa fotografa Ricken?

TONI: Devi metterti a lavorare. In queste scatole ci sono migliaia di negativi. Sono

mesi di lavoro arretrato. Li conserviamo con un certo ordine, ma ora esigono che ogni rullino abbia una descrizione particolareggiata delle immagini che conserva, una per una, e che porti anche la data. Qualcuno vorrà vedere, per esempio, che è successo nel lager il 27 aprile del ‘41, e dobbiamo fornirglielo all'istante. Questo è il tuo lavoro. In pochi minuti, devi tirare fuori la striscia nella quale si vede Himmler passeggiare nella cava. In pochi minuti. Ed è meglio non farli aspettare. Ti stancherai di vedere cosa fotografa Ricken.

PACO: Delizie d'Austria, come se le vedessi. Paesaggi, innamorati, tramonti, il

Danubio... E qual è il tuo lavoro?

TONI: Sviluppare i negativi e fare... cinque copie su carta. PACO: Che vanno?

TONI: Non so dove vanno. Se le portano, ma non so dove, né che ci fanno.

(Di nuovo urla strazianti. TONI, anche se è più esperto del posto, non sembra abituarsi.)

PACO: Questo posto è sempre così animato?

(SCENARIO: Sogno della Morte.)

PRIGIONIERO 4: Trentacinque modi di morire a Mauthausen.

PRIGIONIERO 1: In quel momento è entrata una che sembrava una donna, molto

elegante. Un occhio aperto e uno chiuso, vestita e priva di ogni colore; per un verso era una fanciulla e per un altro era una vecchia; alcune volte arrivava lentamente e altre di fretta; sembrava che fosse lontana ed era vicina, e quando ho pensato che stava per entrare era già al mio capezzale. Chi sei?

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PRIGIONIERO 3: (Agghindato come la morte, molto elegante, con parrucca,

reggicalze e berretto delle SS.) La Morte.

PRIGIONIERO 1: La Morte? Allora, perché vieni? PRIGIONIERO 3: Per te.

PRIGIONIERO 1: Gesù, che spavento! Se è così, sto per morire.

PRIGIONIERO 3: Non stai per morire. Devi venire con me ben vivo a fare una

visita ai defunti, perché sono venuti tanti morti dai vivi, ragion per cui sarà un vivo ad andare dai morti e i morti saranno ascoltati. Forza, vieni con me.

PRIGIONIERO 1: Non mi farai vestire?

PRIGIONIERO 3: Non è necessario, che con me nessuno va vestito.

PRIGIONIERO 1: Ma io non vedo i segni della morte da nessuna parte, perché ce

la dipingono con le ossa scarnite e la falce.

PRIGIONIERO 3: Quella non è la morte, bensì i morti o, meglio, ciò che resta dei

vivi. La morte non la conoscete, e siete voi stessi la vostra morte, ha il volto di ognuno di voi e tutti siete la morte di voi stessi; il teschio è il morto e il volto è la morte e ciò che chiamate morire è finire di morire e ciò che chiamate vivere è morire vivendo. In questo luogo ci sono tante morti quante persone. Che guardi?

PRIGIONIERO 1: Guardo l'Inferno, e mi sembra di averlo visto altre volte. PRIGIONIERO 3: Questo è l'Inferno, ci vivi dentro e vi ci trovi tante morti.

C'è la morte per freddo, la morte per la fame, la morte per la paura, la morte per la sete, quella per il bastone, quella dell'affogato, quella dell'impiccato, quella del folgorato, dello sgozzato, del dissanguato, dello schiacciato, del soffocato dal gas, dello smembrato, del fucilato, del gettato giù, ...

PRIGIONIERO 2: Dello sfissiato nel camion, del bruciato vivo, dello squartato

con l'ascia, ...

PRIGIONIERO 4: Dello sbranato dai cani, della vittima di esperimenti medici… PRIGIONIERO 2: Per iniezione letale al cuore, per malattia, a frustrate, per

suicidio reale o indotto, ...

PRIGIONIERO 4: ... per un colpo alla nuca, dell’avvelenato, ...

PRIGIONIERO 2: ...del decapitato, dello stremato, dell’accoltellato, del lapidato,

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PRIGIONIERO 4: ...del seppellito, del calpestato, del trapanato e dello scoppiato,

in tutto trentacinque.

PRIGIONIERO 1: Dio ci ha dato una vita sola e tante morti? In un modo si nasce

e in tanti si muore? Se io torno al mondo, cercherò di cominciare a vivere.

PRIGONIERO 3: Morti, morti, morti! Tornare al mondo? Da qui si esce solo

trasformato in fumo e dal camino.

(Da qualche parte del cervello di RICKEN, si leva il suono di un violoncello. LA MORTE interpreta la suite n° 1 in Sol maggiore di Bach con lo scheletro Balbino tra le gambe come strumento. RICKEN corregge la postura de LA MORTE e fotografa la scena con la sua Leica.)

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NEL POSTRIBOLO.