• Non ci sono risultati.

Mauthausen e il laboratorio fotografico

2. Gli autor

3.2 Mauthausen e il laboratorio fotografico

Come già detto, dal punto di vista temporale la trama si divide in due parti, il 1965 e il lasso temporale tra il 1940 e il 1945 mentre, dal punto di vista spaziale, tale suddivisione corrisponde alla casa di Colonia di Ricken e i vari settori all’interno del campo di concentramento di Mauhausen.

Il campo, situato accanto all’omonimo paese austriaco, è stato costruito inizialmente per ospitare i criminali “incorregibili” (gitani, prostitute e omosessuali) provenienti da Austria, Germania, Cecoslovacchia e Polonia, divenendo presto la destinazione degli oppositori del nazismo, ossia comunisti, anarchici, socialisti, intellettuali antifascisti dei Paesi sotto l’occupazione nazista, e

119 I racconti sui kapi sono imprecisi e molti erano conosciuti principalmente con dei nomignoli.

Anche i kapi spagnoli erano terribili; considerati dei traditori dai connazionali, sono stati gli unici a essere perseguitati dai compatrioti dopo la liberazione. Tra questi José Pallejá Caralt, detto “il Negus”: noto pederasta, colpiva chiunque, anche gli infermi, solo per il piacere di farlo. Era così tremendo che perfino gli altri kapi minacciavano i prigionieri che li avrebbero portati al suo cospetto se avessero dato problemi. Le sue vittime preferite erano i francesi, per i mesi in cui era stato recluso nel 1939 a Argèles-sur-Mer. In PIKE, 2004, pp. 125-127.

62

degli ebrei in soprannumero, per un totale di 200 000 persone morte (Pike, 2004: 15.

Costruito nel 1938 subito dopo l’Anschluss (annessione dell’Austria alla Germania nazista), tale località è stata scelta per la presenza delle cave di granito120, dato che Hitler aveva in mente grandi progetti edilizi che richiedevano materiale e, soprattutto, manodopera di schiavi. Il numero di questi ultimi è diventato così ingente da richiedere più volte un ampliamento di Mauthausen121, che è arrivato a

comprendere più di cinquanta sottocampi e kommandi. Al momento della liberazione, nel maggio 1945, erano internate 85 000 persone e gli spagnoli, i primi ad arrivare e gli ultimi ad uscire, erano meno di 2000122.

Come già accennato, molti spagnoli hanno occupato posti di rilievo all’interno del lager e, in particolare, i protagonisti dell’opera (Toni e Paco) sono assegnati all’ Erkennungsdienst123 (servizio d’identificazione fotografica): le attività principali consistevano nel fotografare e prendere le impronte dei prigionieri, vivi o morti, e tenere un registro fotografico delle visite al campo delle persone importanti. C’era una macchina fotografica in posizione fissa, azionata da una leva che faceva tre foto a ogni prigioniero, seduto su una sedia, di fronte, di mezzo profilo e di profilo, con il proprio numero accanto. Di ogni foto si facevano cinque copie perché quattro copie erano distribuite ai quartieri generali delle SS di Berlino, Oranienburg, Linz e Vienna. In tutto il periodo della permanenza di García (da maggio 1941 alla liberazione), solo l’ufficiale SS responsabile aveva l’autorizzazione a fare le fotografie; gli aiutanti servivano unicamente per sviluppare i negativi e fare le copie, classificare e archiviare i negativi (come detto anche nel testo teatrale, a p. 20). Le foto (sono state scattate circa 40 000 istantanee

120 Si trova infatti in una collina irrigata dal Danubio, a 25 km da Linz. A breve distanza si trova la

più grande cava di granito d’Austria, che in origine apparteneva alla città di Vienna (il che spiega il nome Wienergraben). La cava era stata scavata in una montagna di pietra bianca ed era accessibile solo attraverso i famosi 186 scalini, di grandezza diversa e molto scivolosi quando c’era il ghiaccio, che iniziavano proprio dal campo. Successivamente la cava è stata gestita dalla DEST - Deutsche Erd und Steinwerke GmbH – un’azienda di proprietà delle SS che controllava la produzione all’interno dei campi.

121 Mauthausen era originariamente stato concepito per 3000 detenuti. In PIKE, 2004, p. 61. 122 Il monumento commemorativo degli spagnoli morti a Mauthausen è dedicato a 6503 persone

sebbene varie fonti attestate ci forniscano cifre differenti. In PIKE, 2004, p. 43. È stato eretto nel 1962 e la cifra fornita da Roig (2017: 141) è di 7189 repubblicani; di questi ne sarebbero sopravvissuti 2183.

63

a Mauthausen) potevano ritrarre un matrimonio, un’elettrocuzione, una festa di ufficiali o un’impiccagione e solo per la seconda visita di Himmler nel ’41 sono stati fatti almeno 4000 scatti.

Kornacz, (a comando del laboratorio, prima di Ricken) aveva sei assistenti (un austriaco, tre polacchi e due spagnoli, García e un tale Ruiz che a un certo punto è stato sostituito da un altro polacco) che godevano di certi privilegi, come dividere il bagno con il comandante e il diritto a una doccia ogni giorno. Quando Antonio ha assunto l’incarico di sviluppare i negativi, supervisionare le copie e gli ingrandimenti, ha scoperto che chi lo aveva preceduto faceva una sesta copia di alcune fotografie selezionate, che conservava in una collezione segreta nel tetto, nascosta da une trave di legno. Ha deciso di continuare il lavoro, ritenendo però che un cassetto fosse un luogo più sicuro; ne ha avuto la conferma una volta che, aprendo il cassetto, alcune foto vengono scoperte. García si è giustificato dicendo che erano di cattiva qualità e dovevano essere rifatte. Con questa risposta, che è la stessa che Toni dà a Ricken a pp. 66-67, è riuscito a mantenere segreto il suo piano. Dopo l’offensiva di Hitler il 22 giugno 1941, Kornacz è stato inviato al fronte orientale e, con gran sollievo di Antonio, viene sostituito dall’SS-Hauptscharführer Paul Ricken. Inoltre, nella seconda metà del 1941, il laboratorio viene trasferito per delle ristrutturazioni dalla Politische Abteilung al lato orientale del campo per un tempo che doveva essere limitato, ma che nei fatti non lo è stato124: al centro del nuovo laboratorio si trovava la postazione per le foto e la macchina fotografica di Ricken, già sistemata con i riflettori e, allineato alla parete, c’era un armadio dove erano conservati tutti i negativi. Da una porta si accedeva all’ufficio di Ricken, che aveva sia a destra che a sinistra dei laboratori fotografici.L’Erkennungsdienst era molto vicino al luogo delle esecuzioni e, poiché pranzavano dentro il laboratorio, assistevano alle fucilazioni che avvenivano alla stessa ora; dopo il 1942, infatti, le esecuzioni erano aumentate a tal punto da dover cambiare luogo e si pretendeva che nessun prigioniero assistesse alla scena. Per questa ragione, eranoo state poste delle tende scure che però avevano delle fessure dalle quali i detenuti potevano osservare: García non guardava mai ma Boix sì e lo faceva sempre usando un certo black

124 Pare che tale decisione sia stata rivista per merito di Ricken, che odiava e temeva i suoi

supervisori, sia per le atrocità a cui lo costringevano ad assistere, sia per nascondere il mercato nero delle fotografie. In PIKE, 2004, pp. 255-256.

64 humour (esattamente come accade nel testo a pp. 32-35 e come testimoniato in Pike

a p. 318).

Il fatto che le foto di Mauthausen siano state le uniche prove visive dell’orrore di quel campo non significa necessariamente che gli altri lager non avessero un laboratorio fotografico ma, probabilmente, esso è stato l’unico in cui delle fotografie sono state portate via mentre era ancora in funzione.