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Caratteri generali di un Business Plan

Nel documento STRATEGIA & BUSINESS PLAN (pagine 32-35)

Capitolo 2: Il Business Plan come strumento di sviluppo della strategia

2.1 Caratteri generali di un Business Plan

“Noi viviamo in contemporanea tre tempi: il presente del passato, che è la storia; il presente del presente, che

è la visione; il presente del futuro che è l'attesa.”

(Sant'Agostino, Le Confessioni, 397 d.C.)

Essendo il Business Plan un documento che rappresenta le risultanze economiche, finanziarie e patrimoniali di un determinato progetto imprenditoriale, è essenziale che la

struttura basilare sottintenda una serie di principi ineluttabili44. Il motivo è di semplice

intuizione: il Business Plan ottempera una duplice finalità interna ed esterna; pertanto rispettare i principi di redazione consente al management da un lato e agli istituti finanziari e

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I primi tre principi visionabili nell’elenco puntato sono tratti dal sito internet della “Front Europe S.r.l.”, (attualmente disponibili all’indirizzo http://www.frontpoint.it/it/materiali/business_plan.asp). Gli ultimi quattro fanno riferimento alla classificazione impiegata nell’opera A. Borello, Il Business Plan, Milano, McGraw‐Hill Italia, Terza Edizione, 2005, pp. XXIII. Ciascun principio è stato analizzato sulla base dell’esperienza acquisita sul campo.

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di credito dall’altro, di avere una visione chiara e immediata del quadro generale di

riferimento45.

Il piano di fattibilità in particolar modo deve essere:

 Sintetico. Il contenuto deve essere focalizzato al progetto che si sta elaborando, esponendo nel modo più conciso possibile le argomentazioni da trattare in esso. In

riferimento ad una medio‐piccola impresa46, regole standard suggeriscono una

lunghezza complessiva massima di venti/venticinque pagine per il Business Plan e non più di due/tre pagine per l’Executive Summary;

 Comprensibile anche ai non esperti. L’esposizione del progetto deve risultare chiara al soggetto a cui il Business Plan è indirizzato, soprattutto se il destinatario è ricollegabile ad un istituto finanziario o di credito che dovrà decidere se erogare o meno il finanziamento richiestogli. Tali istituzioni non possiedono i giusti requisiti per conoscere nel dettaglio il funzionamento del settore in cui l’impresa intende operare, né tantomeno le dinamiche che in esso intercorrono. La chiarezza è inoltre fondamentale internamente per il top management, al fine di avere un’idea la più nitida e limpida possibile sul progetto in toto, dalla mission aziendale alla fattibilità dell’idea imprenditoriale.

 Credibile. Le previsioni economico‐finanziarie in esso contenute devono sostanzialmente rispettare tre criteri: devono essere veritiere, realistiche e facilmente verificabili. Obiettività di analisi, consapevolezza e responsabilità del management sono elementi indispensabili alla costruzione della credibilità dell’azienda;

 Completo ed esaustivo. Il principio della completezza attiene in particolar modo al complesso di dati economico‐finanziari contenuti nel documento di pianificazione strategica. Un Business Plan, per essere considerato “completo”, deve annoverare al suo interno informazioni circa i bilanci prospettici, i flussi di cassa e l’analisi per indici. Quest’ultima infatti è fondamentale per comprendere la relazione tra rendimento e rischio di un progetto, verificandone la reale fattibilità.

 Realistico. Un Business Plan non può essere redatto solamente sulla base dei punti di forza dell’idea imprenditoriale o delle opportunità che il progetto si propone di offrire. È altresì indispensabile individuare e segnalare le falle del progetto, ovvero i punti di debolezza dell’impresa, gli aspetti critici della mission aziendale e le plausibili minacce presenti nell’ambiente esterno di riferimento, unitamente alle azioni preposte a eliminarli.

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Per quadro generale si intende tutto ciò che attiene al Business Plan, da mission e vision aziendale alle tendenze del settore, dal quadro concorrenziale alla fattibilità economico‐finanziaria del progetto, e così via.

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Si cerca di distinguere tra medio‐piccola e grande impresa per le rimarchevoli differenze presenti fra le due realtà in merito alla struttura organizzativa interna, alla disponibilità di risorse tangibili, intangibili ed umane e alle conseguenti opportunità di ampliamento del proprio business di riferimento.

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 Coerente. Il piano di fattibilità si suddivide strutturalmente in una serie di parti inscindibili, dall’analisi descrittivo - qualitativa a quella tecnico‐quantitativa ed economico‐finanziaria. Ciascuna di esse è strettamente correlata alle altre, pertanto una coerenza di scrittura pare più che irrinunciabile per evitare un’impostazione

lacunosa del lavoro svolto47.

 Convincente. In ultima istanza il Business Plan deve essere in grado di convincere gli investitori che si tratti di un progetto fattibile su cui vale la pena investire, che presenti buone prospettive di sviluppo e una relazione positiva tra grado di rischio e rendimento. In sostanza tale documento deve dimostrare in maniera rigorosa la validità commerciale del progetto proposto.

Come già anticipato, il Business Plan attiene ad una duplice finalità:

 Interna: l’attenta preparazione del documento rappresenta per il singolo imprenditore (nelle realtà di medio - piccola dimensione) o per il management aziendale (nelle grandi imprese) un'opportunità unica per esaminare in toto gli aspetti della nuova attività, permettendo così di valutare tutte le possibili conseguenze derivanti dalle

diverse strategie finanziarie, produttive, organizzative e commerciali48.

 Esterna: illustrare il progetto agli stakeholders. L’obiettivo principale di un Business

Plan è di convincere coloro che lo leggono che l’attività imprenditoriale proposta è

realizzabile e può generare un reddito sufficiente a remunerare gli investimenti dei soci e dei finanziatori esterni, ovvero consentire loro la valutazione del progetto imprenditoriale e l’assunzione di una decisione che potrà attenere alla concessione di un finanziamento bancario o di un’agevolazione, la partecipazione al capitale di rischio, ecc.

È significativo sottolineare come in altri Paesi, quali ad esempio gli Stati Uniti d’America, dove questo strumento è ormai largamente diffuso e conosciuto, è praticamente impossibile ottenere finanziamenti per sviluppare nuove attività se non si è in grado di presentare un

Business Plan soddisfacente. Ad oggi anche in Italia, con l’introduzione e l’applicazione dei

rigidi accordi di Basilea III49, si sta affermando questa prassi di concessione dei

finanziamenti: prima di elargire uno stanziamento economico, cospicuo o meno che sia, gli istituti di credito richiedono la presentazione di un piano di fattibilità, così da entrare in

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Un’eventuale incongruenza nelle varie sezioni del documento andrebbe a screditare lo stesso agli occhi del lettore, sia esso un’istituzione esterna o un membro interno alla società.

48 Difatti gli investimenti possono risultare più che validi dal punto di vista tecnico‐produttivo ed economico, ma senza un’adeguata copertura finanziaria sarà impossibile, o quantomeno estremamente difficile, realizzarli.

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Basilea II è un documento che definisce a livello internazionale i requisiti patrimoniali delle banche in relazione ai rischi di credito, di mercato e operativi assunti dalle stesse. Secondo tali accordi le banche dei Paesi aderenti dovranno classificare i propri clienti in base alla loro rischiosità, attraverso procedure di rating.

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possesso di tutte quelle informazioni necessarie a calcolare il rating bancario50 del progetto e

valutare la possibilità di somministrare il finanziamento richiesto dall’impresa.

Un numero sempre più crescente di market players dunque lo impiega per affrontare in maniera obiettiva e pragmatica la prospettiva di intraprendere una nuovo progetto, presentandolo in modo chiaro ed accattivante nella sua globalità.

Se utilizzato correttamente, ovvero quando il management aziendale si impegna a tenerlo aggiornato sulla base di una costante attività di pianificazione, il piano di fattibilità permette di gestire al meglio l'impresa. Assolvendo a questa sua funzione, ossia quella di supportare l’attività di impresa nell’analisi della situazione aziendale e dell’ambiente esterno, il Business

Plan si spoglia delle sue vesti convenzionali di documento di presentazione per assumere

quelle più interessanti di strumento di supporto imprenditoriale, e pone le basi dell’attività di valutazione e di controllo dell’evoluzione dell’impresa e degli scostamenti rispetto alle previsioni.

Nel documento STRATEGIA & BUSINESS PLAN (pagine 32-35)