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Finalità principali di un Business Plan

Nel documento STRATEGIA & BUSINESS PLAN (pagine 35-41)

Capitolo 2: Il Business Plan come strumento di sviluppo della strategia

2.2 Finalità principali di un Business Plan

“La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la

scrittura lo rende preciso.”

(Bacon Francis, filosofo inglese, 1561‐1626)

Come si è asserito nei precedenti paragrafi, il Business Plan rappresenta uno dei principali strumenti di attuazione della strategia di impresa. Le finalità ad esso ricollegabili sono molteplici: a differenza di come si possa superficialmente pensare, questi non deve essere redatto solamente nel caso in cui il management aziendale intenda avviare un nuovo progetto imprenditoriale. Il piano di fattibilità assume rilevanza anche come strumento di pianificazione a medio - lungo termine per imprese già esistenti, che ne consente di esplicitare le strategie e di prevederne gli effetti economici e finanziari, ponendo le basi per la programmazione operativa con orizzonte annuale e per il controllo di gestione.

I principali impieghi del Business Plan possono essere conglomerati come segue:

1. Promuovere una nuova iniziativa imprenditoriale. Realizzare un piano di impresa

nell’istante in cui ci si appresa ad avviare un nuovo progetto è sicuramente il modo migliore per verificare se la propria idea imprenditoriale presenti i giusti presupposti di

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Il rating è l'insieme di procedure di analisi e di calcolo attraverso le quali un istituto di credito valuta quanto un cliente (inteso come persona fisica o giuridica) sia rischioso e quanto sarà produttivo in futuro, se gli venisse concesso il finanziamento richiesto.

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riuscita. Questi infatti costringe il top management a prendere in considerazione tutti quegli aspetti che possono interagire a trecentosessanta gradi nel futuro ciclo di vita del progetto in questione. In tale ipotesi il Business Plan non deve essere redatto per l’esclusivo fine di ottenere eventuali agevolazioni previste a supporto dell’avvio di nuove attività, ma innanzitutto per comprendere a fondo i punti di forza e di debolezza

dell’iniziativa in questione, ovvero la sua concreta possibilità di riuscita51

e per verificare se esista una nicchia di mercato nella quale inserirsi. L’obiettivo consiste nel cogliere quei fattori potenzialmente d’ostacolo alla riuscita dell’iniziativa e quelli che invece rappresentano possibili vantaggi da ghermire.

L’utilità del Business Plan tuttavia non si limita alle considerazioni sopra menzionate; questi rappresenta lo strumento che, attraverso una serie di proiezioni numeriche, permette di determinare i fabbisogni finanziari complessivi e i margini di profitto attesi. In definitiva sono questi i due elementi discriminanti che decreteranno la fattibilità del progetto in quanto un’iniziativa, pur validissima, potrebbe rivelarsi finanziariamente non attuabile o economicamente non conveniente.

2. Investire in un’azienda esistente. L’azienda è una realtà dinamica che per operare sul

mercato in maniera competitiva necessita di seguire o, meglio ancora, anticipare le tendenze. Nel mondo di oggi l’innovazione costante è una necessità per le aziende: un’impresa che si sente “arrivata” e che cessa il proprio continuo aggiornamento tecnologico, sia produttivo sia commerciale, è destinata ad essere “tagliata fuori dai giochi” nel medio periodo; e riconquistare in un secondo momento quote di mercato perse, è aspetto più complesso che non acquisirne nella fase iniziale, dato che ci si dovrà scontrare con eventuali pregiudizi formatisi nel tempo. Si tratta quindi di intervenire in anticipo rispetto al momento in cui la struttura aziendale dell’impresa raggiungerà limiti di obsolescenza tecnica tali da non consentire più al management di portare avanti la produzione in maniera economicamente soddisfacente.

La scelta di mantenere la situazione esistente, in quanto comunque soddisfacente, evitando cambiamenti che andrebbero potenzialmente a stravolgere il sano equilibrio aziendale, potrebbe significare non soltanto rinunciare ad un eventuale maggiore utile, bensì anche gettare le basi per perdere quote di mercato future a vantaggio della concorrenza.

Stabilita quindi la necessità di un aggiornamento pressoché costante dell’impresa, si tratta ora di capire quando giungerà il momento di investire, a quali condizioni e come farvi fronte. A tale proposito, la predisposizione di un Business Plan rappresenta indubbiamente la modalità più idonea e adeguata a disposizione del singolo imprenditore o del management (a seconda della dimensione strutturale dell’impresa) al fine di verificare e valutare quattro aspetti significativi di seguito elencati:

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La possibilità di riuscita del progetto che si intende avviare non viene verificata solamente attraverso un’analisi dei punti di forza e di debolezza della stessa, bensì anche attraverso una quantificazione analitica ed esaustiva dei mezzi patrimoniali e finanziari necessari.

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 Coerenza del progetto ipotizzato con gli obiettivi e le strategie generali perseguiti dall’impresa;

 Compatibilità tecnica degli investimenti con la struttura esistente52

;

 Grado di validità economica dell’iniziativa, incidenza sulla redditività

aziendale e i tempi complessivamente necessari per il suo completo rientro53;

 Fattibilità del progetto dal punto di vista finanziario, tenendo conto altresì di eventuali agevolazioni pubbliche a cui è possibile accedere.

3. Analizzare le dinamiche di sviluppo di un’azienda. La necessità di un continuo

adattamento e coordinamento dei fattori produttivi interni ed esterni alle esigenze dell’impresa, porta ad impiegare lo strumento del Business Plan nella valutazione ponderata dei pro e dei contro di ogni scelta operativa, da quelle apparentemente più banali, fino alle decisioni strategiche. Difatti, una volta realizzato l’indirizzo prescelto, è essenziale monitorarne gli effetti, valutando i probabili scostamenti rispetto alle ipotesi

poste a base della scelta iniziale e ponendo in essere gli eventuali correttivi54.

È chiaro quindi che i presupposti di una sana e buona gestione si creano attraverso una corretta analisi e programmazione della complessità degli indirizzi aziendali.

A tale proposito lo strumento del Business Plan esplica la sua azione in due principali funzioni:

 Favorire una costante programmazione delle linee guida dell’impresa in tutte le

sue componenti. Il piano strategico deve prendere in esame tutti i principali

aspetti della vita aziendale (ambito produttivo, organizzativo, finanziario, ecc.), affrontandoli sia singolarmente sia nelle loro reciproche interazioni. Come tutte le realtà dinamiche, l’impresa deve aggiornare costantemente le proprie linee guida in funzione dell’ambiente esterno nel quale interagisce.

 Monitorare l’andamento aziendale in modo organico e funzionale. Redigere e

aggiornare55 il piano d’impresa permette di verificare in primis se si sta

52 Uno degli effetti degli investimenti dal punto di vista tecnico, ad esempio, può riguardare la capacità produttiva dell’impresa, intesa sia in termini quantitativi, qualitativi e temporali, sia in termini di rapidità, prontezza ed efficienza dei nuovi impianti produttivi.

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La maggiore capacità produttiva o la realizzazione di prodotti con caratteristiche qualitative differenti da quelli offerti sul mercato di riferimento dovrebbero garantire all’impresa un maggior fatturato, per effetto rispettivamente dell’incremento dei volumi di vendita o dell’innalzamento dei prezzi. La possibilità teorica di un futuro incremento dei ricavi significherà inizialmente una crescita dei costi, di cui si dovrà tener conto per verificare la convenienza dell’investimento stesso. È necessario sottolineare come non tutti gli investimenti hanno tempi di ritorno identici; alcuni sono apparentemente improduttivi. Pertanto si deve procedere con la quantificazione dell’arco temporale necessario per il completo rientro degli esborsi sostenuti per avviare il progetto.

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Cfr. Borello, Il Business Plan cit., pp. XV‐XVI 55

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procedendo nella direzione dell’idea aziendale di base o se ci si sta allontanando da essa, e in secondo luogo di constatare se i margini di attività si stiano disgregando o meno, se le strategie pianificate si dimostrano sempre adeguate e competitive rispetto alla situazione attuale, ed ancora, se il modello organizzativo adottato è tuttora funzionale o se non si sono create, nel corso

degli anni, eventuali diseconomie di gestione56, e così via.

4. Accedere al credito bancario. L’accesso a fonti di finanziamento esterne riveste da

sempre un ruolo cruciale e preminente nel ciclo di vita di un’impresa, e la stesura di un efficace Business Plan rappresenta il mezzo obbligato attraverso cui ottenere la concessione di un finanziamento. A titolo informativo, e senza dilungarci eccessivamente in tal senso, è doveroso precisare che ad oggi coesistono sul mercato molteplici strumenti operativi in grado di offrire alle imprese ampie scelte di selezione finanziaria, commisurate alle peculiari esigenze produttive di ciascuna realtà aziendale. Strumenti ormai consolidati come le diverse forme di anticipazione a breve

termine, le aperture di credito in conto corrente (i c.d. fidi bancari), il factoring57, la

locazione finanziaria, i mutui e i finanziamenti, rappresentano anche per il futuro forme di finanziamento sufficientemente agevoli e particolarmente gradite dalle imprese. Accanto al ruolo tradizionale del sistema bancario si stanno diffondendo sempre più forme di finanziamento esterne, note anche come “finanza innovativa”, tra

cui si ricomprendono la quotazione in borsa, il venture capital58 e il project

financing59. Ciascuna di queste forme tecniche di finanziamento richiede la stesura di un Business Plan mirato che dia risalto alle caratteristiche del progetto imprenditoriale.

In riferimento alla funzione di accesso al credito bancario quindi il Business Plan esplica due funzioni:

 Valutare le forme tecniche di finanziamento più adeguate alle esigenze

aziendali. Tenuto conto della varietà di istituti di credito presenti sul mercato

e della quanto mai variegata offerta di strumenti finanziari, è opportuno individuare quella più appropriata, prendendo in considerazione una serie di elementi, fra cui la valutazione economica e finanziaria dell’operazione, i

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Le diseconomie di gestione, conosciute meglio con il termine diseconomie di scala rappresentano quel fenomeno in presenza del quale all’aumentare della dimensione aziendale si genera un incremento del costo marginale dell’output (bene o servizio esso sia) con un conseguente innalzamento del costo medio di produzione.

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Il factoring è un particolare tipo di contratto, di derivazione anglosassone, con il quale un soggetto (cedente) si impegna a cedere tutti i crediti presenti e futuri scaturiti dalla propria attività imprenditoriale ad un altro soggetto (factor) il quale, dietro un corrispettivo, si impegna a sua volta a fornire una serie di servizi fra cui ad esempio il finanziamento dell’imprenditore cedente sia attraverso la concessione di prestiti sia mediante il pagamento anticipato dei crediti ceduti.

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Il venture capital è una forma di finanziamento a medio‐lungo termine, mediante l’apporto di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo.

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Il project financing è una forma di finanziamento diretta ad un singolo progetto, che non considera lo stato complessivo dell’azienda beneficiaria, ma la bontà del progetto stesso, in quanto in grado di rimborsare il debito.

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tempi di perfezionamento della stessa60 e le garanzie (reali o personali)

richieste a fronte dell’affidamento.

 Presentare l’azienda e il proprio progetto imprenditoriale in maniera tale da

fornire al soggetto finanziatore la generalità di informazioni di cui necessita.

Si tratta di spiegare il progetto, nonché il ruolo e l’importanza ricoperta dal finanziatore esterno; è importante focalizzare la propria attenzione sulla presentazione dell’azienda e dei suoi promotori, sui rapporti commerciali, sugli investimenti da realizzare, sugli apporti di capitale previsti e sulle peculiarità delle dinamiche finanziarie dell’impresa.

5. Richiedere agevolazioni pubbliche. La predisposizione di un Business Plan per

concorrere ad incentivi pubblici è una modalità operativa imposta per taluni aspetti dall’Unione Europea; nella cultura comunitaria infatti, esso è il documento su cui si basa la validità e la finanziabilità di un qualsiasi progetto. Su questa base, la redazione di un

Business Plan è stata introdotta come elemento obbligatorio anche in Italia in molteplici

normative agevolate nazionali, dalla L.488/9261 ai vari interventi per la ricerca e alla

L.215/9262per l’imprenditoria femminile, tanto per citarne alcune, fino agli incentivi su

base regionale previsti in attuazione dei vari POR63(Programma Operativo Regionale) o

DOCUP64(Documento Unico di Programmazione).

Le funzioni assolte in questo quadro possono essere schematizzate come segue:

 Valutare l’impatto dell’eventuale agevolazione sulla finanza aziendale. Attraverso proiezioni numeriche si dovranno verificare i benefici dei contributi attesi e il loro concorso alla copertura finanziaria del progetto cui sono destinati, anche in relazione ai tempi previsti per la loro materiale erogazione (funzione interna).

 Sottoporre il progetto imprenditoriale all’ente valutatore in maniera efficace e

completa. L’impresa deve cercare di trasmettere la propria convinzione nelle

irrinunciabili opportunità strategiche legate alla realizzazione dell’iniziativa proposta e deve riuscire a spiegarle nel modo più semplice e chiaro possibile a coloro che saranno chiamati ad esaminarla (funzione esterna).

 Individuare lo strumento agevolativo più idoneo alle specifiche esigenze d’impresa.

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Per “tempi di perfezionamento” s’intende l’arco temporale che complessivamente intercorre fra la presentazione della domanda di affidamento e la materiale erogazione delle somme.

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La legge L. 488/92 prevede la concessione di agevolazioni in favore delle imprese che intendono promuovere programmi di investimento. Il testo può essere scaricato e visionato accedendo al portale sui contributi e sui finanziamenti agevolati (http://www.legge488.it/), nella sezione “Leggi e bandi”.

62

La legge L. 215/92 è reperibile accedendo al portale sui contributi e sui finanziamenti agevolati (http://www.legge488.it/), nella sezione “Leggi e bandi”.

63

Il “POR” è il documento di programmazione per l’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei, integrati da quelli del Ministero dell’Economia e delle Finanze e da quelli delle regioni, al fine di sostenere il decollo dell’economia locale.

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Il “DOCUP” è il documento unico di programmazione attraverso cui la regione utilizza i fondi europei per lo sviluppo del tessuto economico e produttivo delle aree a declino industriale rurale.

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6. Promuovere nuovi rapporti commerciali. Esistono molteplici forme di collaborazione

fra le imprese, fra cui si possono ricordare principalmente le fusioni, gli scambi di partecipazione, le joint ventures, il franchising, la costituzione di consorzi ed il decentramento produttivo. Spesso si pensa che per promuovere nuovi rapporti commerciali non occorrano pianificazioni particolari, ma che sia sufficiente affidarsi alle leggi del mercato, acquisire posizioni di leadership, ovvero offrire prodotti o servizi estremamente competitivi. Tutti questi sono indubbiamente fattori significativi, ma di per sé non sufficienti. La redazione del Business Plan nella fattispecie si sostanzia in un’azione di pianificazione e comunicazione interna ed esterna. La prima (pianificazione interna) mira a determinare la sussistenza o meno di tutti i presupposti e le condizioni per realizzare gli obiettivi strategici prefissati; la seconda (comunicazione interna) fa da

tramite sia per la concretizzazione dell’iniziativa (ma non sempre è necessaria)65

sia per motivare e coinvolgere il personale dipendente che, direttamente o indirettamente, sarà interessato dal progetto.

La terza invece (comunicazione esterna) è rivolta ai partners commerciali coi quali si intende avviare un rapporto di collaborazione. In tale caso il Business Plan permette

all’impresa di porre in rilievo le basi su cui potrebbe essere impostata la cooperazione66

. Riassumendo, è possibile delineare tre funzioni saggiate dal Business Plan nella promozione di nuovi rapporti commerciali:

 Valutazione dell’accordo commerciale ipotizzato, in termini di rischi,

opportunità e ricadute sulla struttura aziendale;

 Sottoposizione alla proprietà aziendale del progetto di cooperazione

elaborato;

 Esposizione del progetto stesso ai partners partecipanti

7. Ottenere certificazioni di qualità o ambientali. La valutazione della reale importanza

della redazione di un Business Plan per quel che concerne il rilascio di particolari autorizzazioni, quali quelle ambientali o di qualità, è un argomento molto ampio che non può essere espletato nella sua interezza in questo elaborato. In tale sede procederemo semplicemente a fornire le motivazioni che stanno alla base del documento strategico dato che nell’ultimo decennio molte aziende italiane hanno aderito a sistemi di certificazione di qualità e/o ambientale. La spinta alla certificazione è stata generalmente guidata da ragioni di mercato (la clientela richiede un prodotto certificato) e di immagine

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Le esigenze di comunicazione interna emergono soprattutto nelle imprese di grandi dimensioni, con strutture particolarmente articolate, in cui il progetto di promozione di nuovi rapporti commerciali viene messo a punto da una divisione interna dell’azienda per poi essere approvato ed autorizzato dalla direzione aziendale. Quest’ultima, dovendo a sua volta convincersi della bontà del progetto e destinarvi le risorse finanziarie che richiede, svolge un ruolo assimilabile a quello di un finanziatore esterno cui venga sottoposto il progetto stesso.

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Si tratta ad esempio di andare a definire le funzioni e i ruoli dei partners, le ipotesi di suddivisione dei costi e dei ritorni attesi o ancora coinvolgere nel progetto professionalità estranee all’azienda.

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societaria (volontà di dimostrare un’attenzione alle problematiche ambientali). Spesso dunque l’impresa non si rende conto dell’effettivo impatto di tale attività nel proprio

business, considerandola semplicemente come un costo aggiuntivo e non come

un’opportunità di miglioramento. La predisposizione di un Business Plan pertanto ha come obiettivo quello di ponderare e pianificare accuratamente la decisione finale del

management per valutare la convenienza o meno a porla in essere.

Anche in quest’ultimo caso la preparazione di un documento strategico permette di delineare gli obiettivi e i risultati che si intendono perseguire, di identificare i tempi e le risorse (finanziarie e non) necessarie per la realizzazione del progetto, di individuare i presupposti e i principali rischi da affrontare e di analizzare i benefici economici attesi a seguito dell’implementazione del progetto.

Si potrebbero quindi schematizzare le funzioni assolte come segue:

 Monitorare l’impatto dei processi industriali esistenti sull’ambiente esterno e

stimare la loro incidenza reddituale sul conto economico dell’impresa.

 Proporre il proprio progetto agli enti certificatori, ossia a coloro che rilasciano le autorizzazioni di cui si fa richiesta.

 Indicare ai propri collaboratori e dipendenti le linee guida da seguire nel momento in cui si ottiene il rilascio della certificazione per la quale si è presentata l’istanza.

 Coinvolgere e rendere partecipi al progetto clienti e fornitori, finanziatori

esterni, istituzioni ed enti locali, al fine di accrescere il valore aggiunto ed i

benefici economici della certificazione in possesso.

Nel documento STRATEGIA & BUSINESS PLAN (pagine 35-41)