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Le caratteristiche comuni

Una ulteriore analisi è stata descritta in Femicide, the politics of woman kil- ling da Jill Radford, co-autrice con la Russel; la studiosa infatti spiega che non esiste un femmicidio ma ne esistono molte forme ad esempio quello do- mestico, quello coniugale, dello seriale etc. Queste distinzioni non sono net- te, spesso le forme di violenza sono legate tra loro, ma una categorizzazione permette un'analisi migliore da parte degli studiosi.

Vi sono determinate caratteristiche comuni del femmicidio: • le ragioni sono di genere,

• la vittima è una donna,

• la vittima non intesa come una persona ma un oggetto di proprietà dell'assassino,

• vi è una relazione di intimità o conoscenza tra vittima e aggressore, • ha molte rappresentazioni nei media ma pochi dati uciali.

Il problema della mancanza di dati, di fonti uciali e le scarsa attenzione scientica e politica sono caratteristiche del femminicidio italiano.

Dagli anni settanta ad oggi nel nostro paese il movimento femminista è riuscito ad ottenere diverse vittorie per le donne: la legge sul divorzio e 21http://archiviostorico.corriere.it/2013/aprile/30/Violenza_sulle_donne_umiliata_chi

la legge sul diritto di famiglia; successivamente l'emendamento che dichiarò lo stupro un reato e la creazione della commissione nazionale per le pari opportunità.

Ma è solo in anni recenti che la violenza contro le donne è stata ricono- sciuta come un problema sociale.

E' del 1997/98 la prima indagine Istat in cui all'interno della sezione sicu- rezza dei cittadini è stata inserita una parte relativa alla molestie e violenze sessuali.

Solo nel 2006 si avrà la prima indagine Istat relativa alle Violenze contro le donne.

Questa scarsità di dati dimostra quanto manchi una reale consapevolezza del problema, poichè non basta parlarne su giornali o programmi televisivi: bisogna che vi siano numeri uciali e statistiche che possano essere con- sultate da tutti i cittadini interessati e che permettano veramente un pieno riconoscimento pubblico.

L'ho uccisa perché...

l'immagine della violenza

Vi sono fatti di cronaca che attraverso le immagini riescono a rendere meglio che a parole la drammaticità di un evento, ad esempio quello che successe il 29 settembre 1975 quando tre giovani della borghesia romana dei Parioli portano due ragazze della periferia in una villa a Punta Rossa, sul promonto- rio del Circeo. Per una notte Donatella Colasanti e Rosaria Lopez verranno violentate e seviziate da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira.

Di questa storia che sconvolse l'opinione pubblica non si ricordano solo il triste evento, il processo e la vicenda dell'unica sopravvissuta, ma le immagini che pur essendo in bianco e nero furono incredibilmente d'impatto.

(c) Rosaria Lopez (d) Donatella Colasanti

Figura 3.1: Immagini riportate nei giornali del ritrovamento delle vittime del massacro del Circeo.

L'attenzione al particolare diventa morbosa, sia per chi scrive sia per chi legge: sembra che bisogna sapere tutto e vedere ogni cosa, mostrare la foto della vittima, dell'aggressore e se è possibile anche il luogo con il cadavere, sembra che se l'occhio non vede non sia possibile credere.

In Italia la televisione (94%), i quotidiani (63%) e la radio (61%) rappre- sentano mezzi tradizionali e, ancora oggi, ampiamente utilizzati per infor- marsi. In particolare, quasi la totalità della popolazione apprende le notizie dallo schermo televisivo1.

Insieme alle notizie di politica, sport e cronaca la popolazione viene a contatto con gli stereotipi di genere e la violenza di genere.

Anche se la discriminazione delle donne in tutti gli ambiti della vita ha una radice nella cultura patriarcale è attraverso i media che viene presen- tata constantemente. La Casa delle donne di Bologna ha portato avanti un'indagine sul rapporto tra Media e Violenza ossia su come il fatto viene riportato.

1. Il movente è esplicitato nel titolo : Strangola la moglie per gelosia2,

Folle di gelosia uccide la moglie a coltellate3, Uccide la moglie folle

di gelosia per un messaggio sul telefonino4, Palermo, tragedia per

gelosia: uccide a colpi d'ascia moglie e amica, poi si suicida5

2. L'assassino viene descritto come una persona che ha compiuto un ge- sto: folle, accecato dalla gelosia, depresso, disoccupato, in preda ad un raptus o ad uno scatto d'ira.

3. Il femmicidio viene rappresentato come: dramma della gelosia, causato da troppo amore, delitto passionale.

Oggi è molto importante che la comunicazione mediatica cambi perchè bisogna che tutta la società si assuma le responsabilità.

Continuare ad inserire i femminicidi all'interno di una retoraca puramente amorosa è assolutamente controproducente. Se si pensa al femminicidio come situazione che si verica solo all'interno di una coppia allora anche la violenza domestica verrà vista solo come un problema di dialogo tra moglie e marito. Se la questione resta in un ambito privato allora lo Stato in un certo modo può non intervenire, se la descrizione riguarda le relazioni intime tra i soggetti non si giungerà a capire le responsabilità dei governi rispetto a tale situazione. Spesso le stesse immagini che vengono usate per trattare il tema della violenza hanno un risvolto negativo.

Viviamo in una società della comunicazione dove l'immagine veicola e assume in sé messaggi e stereotipi: quando le modelle sono giovani, belle

1Dati Osservatorio nazionale et Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori) 2http://www.net1news.org/cronaca/omicidio/uccide-moglie-e-poi-si-spara-era-folle-di- gelosia-foto.html 3http://www.leggo.it/NEWS/CRONACA/folle_di_gelosia_uccide_a_coltellate _la_nbsp_compagna_30enne_a_cremona_foto/notizie/-187696.shtml 4http://archiviostorico.corriere.it/2000/marzo/02/Uccide_moglie_folle_gelosia_per _co_0_0003026509.shtml 5http://siciliatoday.net/quotidiano/articolo.php?Palermo-uccide-a-colpi-d-ascia- moglie-e-amica-poi-si-suicida-2966

e conturbanti poco importa se l'immagine che viene riprodotta è violenta perchè viene invece vista dai fruitori potenziali come trasgressiva.

(a) Cesare Paciotti (scarpe) (b) Duncan Quinn (vestiti per uomo)

(c) Servizio fotograco pubblicato su

Vogue Vanity, Abito Rosso di Valentino (d) Superette, abiti e accessori uomo/donna

Se nelle campagne pubblicitarie la violenza viene nascosta o diventa lo strumento in più per attirare lo sguardo dei possibili acquirenti mentre sfo- gliano una rivista oppure mentre fermi al semaforo vedono una cartellone pubblicitario, in alcuni casi anche le campagne portate avanti per contro la violenza rischiano di non centrare il proprio obiettivo.

La violenza sulle donne è ignoranza, è follia. Aiutaci a fermarla. Rispetta le donne.

Rispetta il mondo.

Così recitava una campagna pubblicitaria promossa dal Ministero delle Pari Opportunità, ad una prima lettura il messaggio è chiaro e il lettore è concorde con quanto scritto.

Cosa c'è di sbagliato?

La violenza non è una questione di ignoranza, non dipende dal livello di istruzione; vi sono uomini violenti che per mestiere fanno gli operai ...uccisa dal marito nel corso di una lite Tiziana Rizzi, 36 anni, trovata morta nella sua abitazione a Landriano, in provincia di Pavia. Come rife- rito dai carabinieri che indagano sull'omicidio, il marito, Marco Malabarba,

(e) Jimmy Choo, scarpe e accessori donna (f) Campagna pubblicitaria per Bisazza mosaico

(g) Calvin Klain jeans (h) Superette, abiti e accessori uomo/donna

operaio di 39 anni...6, vi sono noti avvocati Lucia Bellucci era scomparsa

da venerdì scorso. Il corpo trovato nel portabagagli della vettura dell'uomo, un noto avvocato veronese di 44 anni e campione amatoriale di tennis: Non accettava la rottura7.

3.1 Parlare di violenza fa audiance

Ma è giusto parlare continuamente di violenza? E' giusto avere trasmissioni in cui i sentimenti, i rapporti e i ricordi dei parenti delle vittime vengono mostrati?

Vi sono programmi che vengono ideati e presentati per far riettere chi guarda, per far conoscere senza puntare al sentimentalismo nonostante i temi trattati; altri invece credono di riuscire nell'intento ma più che alla riessione dello spettatore sembrano ambire alle lacrime.

Del primo gruppo fa parte:

In uno speciale viaggio durato due mesi Riccardo Iacona racconta da vicino le storie delle tante donne uccise nel nostro Paese, un numero che negli ultimi anni non accenna a diminuire.

6http://www.lastampa.it/2013/07/09/italia/cronache/donna-trovata-morta-in-casa-

con-una-ferita-al-collo-pUkElATrntQn81qmpwtdoI/pagina.html

7http://www.repubblica.it/cronaca/2013/08/12/news/pinzolo_cadavere_di_donna

Lo stesso Iacona sottolinea che se la cronaca non mette queste storie l'una a anco all'altra, trattandole come se fossero singoli eventi, nate dentro un rapporto d'amore sbagliato, nisce per uccidere le donne una seconda volta. Proprio il racconto del lo rosso della violenza che collega le vittime del femminicidio è alla base del report di Iacona STRAGE DI DONNE, da cui ha poi tratto il libro Se questi sono gli uomini.

Del secondo gruppo invece fanno parte quei programmi che non fanno la puntata speciale ma che puntano tutta la programmazione sul tema.

La nostra tv è ricca di programmi di questo tipo, questi sono solo alcuni con le loro descrizioni:

Amore criminale è una trasmissione televisiva in onda su Rai 3 dal 2007 in seconda serata e dal 2008 anche in prima serata. La trasmissione è stata condotta da Camila Raznovich dal 2007 al 2011, da Luisa Ranieri dal 2012 al 2013 e da Barbara De Rossi dal 2013. Oltre a condurre la trasmissione, la presentatrice funge anche da voce narrante dei lmati.

In ogni puntata di Amore criminale si racconta una storia d'amore nita con un omicidio.

L'approfondimento giornalistico si focalizza sui casi irrisolti della cronaca degli ultimi trent'anni con interviste e documenti inediti sui grandi e piccoli

gialli che hanno appassionato e diviso l'opinione pubblica, con un'attenzio- ne particolare sul punto di vista della vittima. Lo schema di base consistente nel discutere in studio con gli esperti sugli aspetti della vicenda, magari tra- mite il collegamento esterno coi giornalisti Remo Croci, Filomena Rorro, Simone Toscano e molti altri in grado di fornire informazioni aggiornate direttamente sul luogo.

Il programma tratta inchieste e casi di cronaca bianca e nera, sia di stretta attualità (con inchieste girate sul campo) che famosi delitti irrisolti, con l'aiuto di tecnici ed esperti in studio ed in collegamento. Vi è poi un centralino sempre attivo cui gli spettatori possono chiamare per rivolgere le proprie segnalazioni.

Che il cadavere sia sgurato o no l'importante è descrivere: più detta- gli anatomici vengono riportati in maniera particolareggiata, maggiore è la descrizione delle pratiche violente che ha dovuto subire la vittima, più si fa audience.

Ci viene mostrata la vita della vittima prima della morte, prima che cominciasse a condividerla con il suo aggressore, vengono intervistati parenti e amici, vengono letti parti dei diari o dei blog dove le vittime in assenza di aiuto esterno si sfogavano. Ma è giusto tutto questo?