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Dalla protesta alle nuove categorie criminologiche

far diventare Ciudad Juarez il simbolo del femminicidio, non a caso vista anche la peculiare posizione di frontiera: a ridosso del deserto e centro per lo sfruttamento delle maquilas e di traci è un emblema perfetto.

(a) Locandina lm (b) Attrice Maya Zapata

Bordertown è un lm del 2006 scritto e diretto da Gregory Nava, ed inter- pretato da Jennifer Lopez (anche produttrice), Antonio Banderas e Martin Sheen.

Il lm narra la vera storia delle numerose donne assassinate a Ciudad Juárez, e di una reporter americana mandata sul posto dal suo giornale per scrivere un articolo.

Il dramma dei femminicidi attraversa tutto il Centro e il Sud Ameri- ca:dai dati disponibili in ordine di entità il triste primato va al Guatemala seguito dal Perù, El Salvador, Messico, Honduras, Nicaragua,Costa Rica e Panama12.

2.7 Dalla protesta alle nuove categorie criminologi-

che

Il passaggio da movimenti di sensibilizzazione e lotta contro la violenza di genere a qualcosa di più concreto, che andava oltre rispetto a cortei e testi- monial hollywoodiani per arrivare ad un riconoscimento giuridico uciale, è stato tutt'altro che breve.

Il primo passo fatto è stato la costituzione di un metodo criminologico per le indagini, non solo in America Latina ma anche nel resto dei paesi, ad esempio gli Stati Uniti, per provare a quantizzare, catalogare, studiare e per 12Barbara Spinelli, Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico,

poter ideare uno strumento utile per tutte le donne per conoscere, denunciare e sconggere la realtà di violenza che sono costrette a subire.

La Lagarde prende una posizione precisa riguardo l'inclusione nel concet- to di femminicidio delle così dette living dead, le donne che perdono l'interesse per la vita a causa delle violenze siche e psicologiche subite e si lasciano vivere. In precedenza la Russell non era stata precisa a riguardo e per tale ragione era stata criticata da altre studiose del genere, ad esempio Nadera Shaloub Kevorkian o da C.A. Douglas.

La ricerca femminista ha iniziato a rinnovare il campo della criminologia, focalizzando l'attenzione su molte delle lacune che erano esistenti nelle cate- gorie che venivano usate per catalogare i crimini. Ad esempio per l'omicidio dei una donna si scriveva Uxoricidio, nel caso di omicidio da parte del marito e Omicidio per i restanti casi, senza prendere in considerazione il rapporto che poteva esserci tra vittima e assassino. Probabilmente il legame poteva essere stato tenuto in conto durante le indagini ma non ne rimaneva traccia nelle denizioni, e non permetteva studi su casi passati.

La relazione aettiva tra vittima e autore è una delle caratteristiche del femminicidio e deve essere sottolineata.

Nel 1976 Carol Smart condusse le prime ricerche sulla donna come sog- getto passivo dei crimini; in passato infatti le donne erano state oggetto di studio solo in quando autrici di crimini.

A tale proposito si può ricordare che il padre della moderna criminologia, Cesare Lombroso, ha studiato il crimine femminile nel suo saggio La donna delinquente, la prostituta e la donna normale (1893). Ha diviso le donne in buone e cattive, ha cercato di individuare i segnali sici della cattiveria femminile. Secondo lui infatti la donna criminale ha caratteristiche siche che la avvicinano agli uomini più che alle donne normali, inoltre la donna è irrimediabilmente inferiore all'uomo sotto tutti gli aspetti, da quello biologico a quello creativo. La donna è addirittura un uomo arrestato nel suo sviluppo. Questa visione permette di focalizzare l'interesse sulle donne violente poichè risultano anomale mentre quasi motiva l'essere donna e vittima perchè è inferiore all'uomo in tutti gli aspetti della vita, comprese forza e resistenza. I primi passi compiuti dalle studiose Jane Caputi, Debora Cameron ed Elisabeth Frazer riguardarono l'analisi dei crimini sessuali come prospettiva di genere, in particolare per Cameron e Frazer per lo studio delle indagini che riguardavano gli assassini con movente sessuale. Jane Caputi si spingerà oltre presentando un'interpretazione politica per i reati sessuali: nei casi in cui il movente restava apperentemente nullo la studiosa rintracciò l'elemento di dominazione di tipologia patriarcale.

Nel suo testo The Age od Sex Crime13 spinse i suoi lettori a non farsi

ingannare perché nella società patriarcale il maschio-violento è il cosidetto uomo denitivo della società. Che lo stupratore-omicida è disprezzato,

interdetto e vituperatosono solo degli aggettivi ipocriti perchè nella mo- derna società occidentale la violenza sessuale sulle donne è segretamente desiderata, approvata, istituzionalizzata e, inne autorizzata. La chiave sta in quel segretamente14.

E' importante considerare che le categorie criminologiche vennero mes- se in discussione dalle studiose ma vi fu anche chi nonostante l'apprezza- mento per questa nuova fase ne fu molto critica, come Nodera Shalhoub Kevorkian15.

La criminologa rifacendosi a riessioni di sui colleghi, ad esempio Wil- kinson, Abbott e Smart, ritiene che il mettere in discussione le categorie è fondamentale per oltrepassare i rigidi limiti delle denizioni usate no a quel momento in criminologia ma che le ricercatrici femministe sono in realtà in- capaci di approcciare scienticamente alle tematiche di genere senza creare elementi aggiuntivi a quelli già esistenti.

In questo clima il pensiero della Russell e della Lagarde vennero usati per formare delle nuove categorie di femmicidio e femminicidio. La Russel sottolinea che i crimini a sfondo sessuale non sono gli unici che possono rientrare nella categoria femmicidio ma tutto quello che la violenza misogena portata all'estremo può causare.

Inoltre per rendere più preciso il suo concetto distingue il femmicidio dalle altre ipotesi di omicidio.

La Russell porta avanti e raccoglie nella sua antologia Femicide in glo- bal perspective numerossissime ricerche condotte in varie parti del mondo e confrontate tra loro. Dal confronto delle analisi e dei risultati emerge che non vi sono luoghi in cui non esiste in nessuna forma il femmicidio ma che il fenomeno assume connotazioni dierenti in base al contesto in cui è stato studiato in una particolare forma. La Lagarde da parte sua ha il grande me- rito di essere stata la prima ad istituzionalizzare le indagini criminologiche che in altri pesei erano solo portate avanti come studi accademici.

Nel 2003 in Messico è stato creata la Commissione speciale per le indagini sui casi di uccisione di donne a Ciudad Juarez, presso il Senato, e nel 2004 , presso la Camera, è stata creata la Commissione Speciale sul Femminicidio. La Commissione speciale presso la Camera, è formata una équipe compo- sta da 60 ricercatori, tutti di provenienza accademica ed esperti del settore della violenza e del genere; a dirigere l'équipe c'è la stessa Lagarde.

Il compito di questa commissione è quello della raccolta dei dati, del monitoraggio delle indagini e di lavorare anché le giurisdizioni locali colla- borino ai lavori.

Altra teoria criminologia del femminicidio è elaborata da Julia Monarrez Fragoso16, che parla di femminicidio sessuale sistematico ossia l'uccisione di

14Ibidem pag 120 15Criminologa palestinese

16Criminologa messicana e autrice di Feminicidio sexual serial en Ciudad Juárez: 1993-

donne e bambine in quanto donne, torturando, violando, uccidendo, smem- brando e gettando via i corpi in luoghi come i deserti, raorzando il dominio maschile, assoggettando i familiari, in particolare le donne, e costringendo la società ad un contesto di paura cronica.

Il corpo delle donne non appartiene alle donne ma è parte dell'oggetto donna che appartiene alle persone-uomini.

Il corpo parte di un oggetto diventa il mezzo per lasciare dei segnali, per mandare messaggi. Il corpo o le parti del corpo così come vengono fatti trovare, la posizione e i luoghi sono dei codici per altri che comprendono e che utilizzano lo stesso metodo di divulgazione. La stessa Nedera Shaloub Kevorikian che aveva in parte criticato i lavori delle femministe consideran- doli poco scientici, ore una propria denizione dei femminicidio, unendo la visione della Lagarde e in parte della Russell.

Della prima condivide l'argomentazione della dinamica sociale principale e fondante di un mondo che riproduce, mantiene e giustica determinati trattamenti e non solo il rapporto di una relazione uomo-donna o solo il rapporto tra violenza e patriarcato. Della Russell prende il termine femicide e non feminicide, ritenedo il primo più corretto.

Quindi per Nedere Shaloub Kevorikian femicidio è il processo diretto alla morte e alla creazione di una situazione in cui sia impossibile per la vitti- ma vivere. E' il metodo sociale di egemonia maschile usato per distruggere i diritti, le potenzialità, le abilità delle donne e il poter vivere in sicurezza. E' una forma di abuso, attacco, invasività, molestia che degrada e subordina la donna. Conduce a uno stato di paura perenne, frustrazione, isolamen- to, esclusione e pregiudica la possibilità femminile di essere padrone della propria vita. [...] scrivere femicide nell'agenda teorica non è suciente a cambiamenti culturali e sociali. Con questa nuova denizione non solo al- largo l'impalcatura concettuale del crimine femicide, ma anche mostro come relazioni di dominio ingiuste creano crimini che non sono stati neanche ca- talogati come tali dalla ricerca criminologia e vittimologica. L'analisi delle istituzioni sociali,delle strutture organizzative sociali e gli schemi relazionali devono essere incrociati con la voce delle vittime. Solo così si può lottare contro il processo che porta alla morte sica o interiore17.

Il femminicidio viola i diritti umani di metà della popolazione mondiale, spesso con la connivenza delle istituzioni, per questa ragione un altro temi- ne ricorrente in letteratura che può essere messo in relazione alle uccisioni misogene è quello di Gynocide o Gendercide, teorizzata da M.A. Wor- ren, ossia l'unione della connotazione sistematica del concetto di genocidio con la struttura di potere nalizzata all'eliminazione delle donne in quanto genere18.

su viabilidad juridica in Feminicidio, Justicia y Derecho del 2005

17Nadera Shaloub Kevorikian, Reexamining femide: breaking the silence and crossing

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