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Marcela Lagarde

Marcela Lagarde è una delle prime studiose femministe del Centro America che, in qualità di docente universitaria di sociologia e antropologia, si trovò a descrivere il fenomeno della Ciudad de Juarez nel 1997, in quella situazione venne alla luce il nuovo termine.

Parlando di violenza contro le donne e soprattutto dei diritti delle donne, la Lagarde, spesso si è trovata a spiegare il percorso che ha portato alla na- scita del concetto della Russell, femmicidio, e dell'allargamento del concetto da lei portato con femminicidio.

...uno de los elementos fundamentales del feminicidio: la incapacidad del Estado y la omisión de investigar, procesar y castigar a los perpetrado- res. Lo que hace excepcional el caso de Ciudad Juárez es la propia gravedad del fenómeno criminal de los homicidios de mujeres. La extraordinaria im- portancia en cuanto al número de víctimas, su sucesión temporal a lo largo de una década, la gravedad intrínseca a cada uno de los crímenes y la comple- jidad de la investigación requerida, han puesto a prueba un sistema, de por sí insuciente, que ha sido desbordado por un desafío criminal para el que no estaba preparado, dando lugar a un colapso institucional que ha determinado la impunidad generalizada de los responsables de los crímenes...9

Inoltre Marcella Lagarde non ha perso mai occasione per sottolineare come l'uso di un termine diverso da quello della Russell non era per andare contro alla studiosa ma per motivi linguistici.

In castigliano il termine femicidio ha un signicato ben preciso e come tale è utilizzato: omicidio di donne.

Utilizzando questo termine si correva e si corre il rischio di minimizzare il signicato che anche la stessa Russel voleva dare, per questo motivo il termi- ne, utilizzato prima solo in Messico e poi in breve tempo in tutta l'America Latina, passa da femicide a feminicide.

Chiamata a dirigere la Comisiòn Especial de Feminicidio (Commissione istituita appositamente per i crimini commessi contro le donne nella città di 9Por la vida y la libertad de las mujeres, n al feminicidio, en: Concha Aida, Leonor y

Gabriela Laballe. Resistencia y Alternativas de las Mujeres Frente al Modelo Globalizador. Red Nacional de Género y Economía. México. p. p. 114-126.

Juarez in Messico), ella giunge ad articolare meglio la teoria strutturale del Femminicidio, includendo la violenza istituzionale:

A partire dalle indagini eettuate ampliamo la teoria del Femminicidio e oggi vi consideriamo inclusa anche la violenza istituzionale, non esiste solo la violenza sociale contro le donne, quella che ammazza, il soggetto attivo del crimine, bensì esiste anche la violenza delle istituzioni quando non si attivano per garantire la vita delle donne (faccio riferimento a quanto elaborato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, in relazione all'indice si sicurezza umana); non c'è la capacità di garantire la vita delle donne e un obbligo dello Stato è garantire la vita delle persone, quando ciò non viene eettuato si tratta di una violenza istituzionale.10

È proprio nell'idea della impunidad social y del Estado che la Lagar- de trova le cause del feminicidio possibile perché le autorità o omettono di attivarsi o sono negligenti o nei casi estremi collaborano con gli assassini, provocandone l'impunità o negando alle donne e alle loro famiglie l'accesso alla giustizia e di conseguenza lo Stato viene meno al suo obbligo di garantire il diritto ad una vita integra e sicura delle donne: una violenza illegale ma legittima.

Riprendendo le parole della Lagarde:

nelle ipotesi di Femminicidio concorrono, in maniera criminale, il silen- zio, l'omissione, la negligenza e la collisione parziale o totale delle autorità incaricate di prevenire e sradicare questo fenomeno. Le condizioni per il Femminicidio si hanno quando lo Stato (o qualche sua istituzione) non dà le sucienti garanzie alle bambine e alle donne e non crea le condizioni di sicu- rezza che garantiscono le loro vite, nelle comunità, nelle case e negli ambiti lavorativi. A maggior ragione, quando l'autorità non realizza con ecienza le sue funzioni. Quando lo Stato è una parte strutturale del problema per il suo segno patriarcale e per la preservazione di quest'ordine, il femminicidio è un crimine di Stato.

Femminicidio è la forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine -maltrattamenti, violenza sica, psicolo- gica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, co- munitaria, istituzionale- che comportano l'impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l'uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o soerenze siche e psichiche comunque evitabili, dovute all'insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia Il femminicidio si insinua nella disuguaglianza strutturale fra donne e uomini, che nella violenza di 10M.Lagarde in B. Spinelli, Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento

genere riproducono un meccanismo di oppressione delle donne. Da queste condizioni strutturali sorgono altre condizioni culturali tali, come l'ambiente ideologico e sociale di maschilismo e misoginia, che normalizzano la violenza contro le donne. A queste condizioni culturali si sommano anche l'assenza legale, e le politiche democratiche con contenuti di genere del governo e de- gli organi di giustizia dello Stato che producono l'impunità e che generano sempre più ingiustizie, così come le condizioni di insicurezza della vita, che mettono in pericolo la vita stessa e permettono l'insieme di atti violenti con- tro le bambine e le donne. Contribuisce al femminicidio il silenzio sociale, la disattenzione, l'idea che ci sono problemi più importanti, la vergogna e la rabbia che non aiutano a migliorare le cose ma al contrario sminuiscono il fatto e si accingono a dimostrare che le morti non sono così innumerevoli o, si aerma anche, che non si tratta di femminicidio, ma solo di crimini con- tro le donne e le bambine. Penso che sia giusto precisare che il femminicidio sussiste in condizioni di guerra e di pace.