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Il decalogo del buon giornalista

Pochi sono gli spettatori ed i lettori che conoscono il decalago di Raccoman- dazioni della Federazione Internazionale dei giornalisti per l'informazione sulla violenza contro le donne, che dovrebbe essere invece ben noto a chi fa del giornalismo la propria professione.

Un codice etico per utilizzare nel linguaggio giornalistico termini rispet- tosi della dignità della donna, evitando stereotipi che possano condizionare l'opinione pubblica.

Laura Gianni8 ha detto:  Troppo spesso si tende ad usare un linguaggio

che tende a giusticare i responsabili di omicidi di donne, che spesso arrivano alla ne di un lungo processo di vessazioni e di violenze di altro tipo. Quan- do si dice l'ha uccisa per gelosia o per troppo amore in qualche modo si tende a guardare il fatto più dal punto di vista maschile che femminile, senza

rendere appieno la gravità di un fenomeno, come è quello del femminicidio, i cui numeri sono in preoccupante aumento nel nostro paese. Bisognerebbe che i giornalisti, che svolgono un servizio pubblico, oserei dire una missione, mettessere attenzione nella descrizione dei fatti senza entrare in particolari che scavano nell'ambito della privacy o delle abitudini sessuali delle donne vittime di reato. I femminicidi non hanno nulla a che fare con il sentimen- to e l'utilizzo di termini appropriati permetterebbe di far emergere tutto il dramma di un fenomeno in espansione e, magari, suscitare una maggiore attenzione al fenomeno. [...] Parlare di una violenza che le stesse vittime stentano a riconoscere come tale signica parlare di un problema che è in- nanzitutto culturale. Quella di genere è infatti una violenza che aonda le radici nella mancata percezione da parte dell'opinione pubblica della gravità e della specicità del fenomeno, troppo spesso destinato a rimanere chiuso tra le pareti domestiche. Ogni volta che viene preferito al termine femmi- nicidio, categoria criminologica che indica ogni forma di discriminazione e violenza commessa ai danni di una donna in quanto tale, la più generica espressione omicidio, viene privata della propria identità e specicità la vio- lenza di genere. Non ne viene riconosciuta a pieno l'esistenza, sminuendone così la gravità e rischiando di comprometterne la percezione collettiva. Della violenza di genere non si parla abbastanza, dunque. O meglio, se ne parla in maniera distorta. Il rischio è che i media rinuncino così al loro importan- te ruolo sociale, politico e culturale: quello cioè di portare all'attenzione di opinione pubblica e istituzioni il fenomeno in questione, contribuendo alla presa di coscienza del problema e, quindi, a una sua possibile risoluzione9.

La Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stam- pa Italiana rilancia nei confronti di tutti gli operatori dell'informazione le raccomandazioni elaborate dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti - IFJ, organizzazione che rappresenta oltre mezzo milione di giornalisti in cento paesi, a proposito di informazione sulla violenza contro le donne. Identicare la violenza initta alle donne in maniera esatta attraver-

so la denizione internazionale inclusa nella Dichiarazione delle Nazio- ni Unite del 1993 circa l'eliminazione della violenza nei confronti delle donne.

Utilizzare un linguaggio esatto e libero da pregiudizi. Ad esempio, uno stupro o un tentato stupro non possono venire assimilati ad una nor- male relazione sessuale; inoltre il traco di donne non va confuso con la prostituzione. I giornalisti dovranno riettere sul grado di dettagli che desiderano rivelare. L'eccesso di dettagli rischia di far precipitare il reportage nel sensazionalismo. Così come l'assenza di dettagli rischia di ridurre o banalizzare la gravità della situazione. Evitare di colpe- 9Vittime colpevoli: la violenza di genere nella cronaca nera, incontro dibattito tenutosi

volizzare in qualche modo la persona sopravvissuta alla violenza (se l'è cercata) o di far intendere che è responsabile degli attacchi o degli atti di violenza subiti.

Le persone colpite da questo genere di trauma non sempre de- siderano venir denite vittime a meno che non utilizzino esse stesse questa parola. Venir etichettati può infatti far molto male. Un termine più appropriato potrebbe essere sopravvissuta.

Un reportage responsabile implica l'assunzione dei bisogni della sopravvissuta anche al di là dell'intervista. E' opportuno che l'intervistatrice sia una donna. Il luogo dell'intervista dev'essere sicuro e riservato, nella consapevolezza che può innescare un dramma sociale. Sta ai media evitare di esporre la persona intervistata ad ulteriori abusi: certi comportamenti ne possono mettere a rischio la qualità della vita e la posizione in seno alla comunità d'appartenenza.

Trattare la sopravvissuta con rispetto. Informandola cioè, in maniera completa e dettagliata, circa i soggetti citati nel corso dell'intervista e le modalità d'utilizzazione dell'intervista stessa. Le sopravvissute han- no il diritto di riutarsi sia di rispondere alle domande sia di divulgare informazioni ulteriori rispetto a quelle che desiderano rivelare. Il gior- nalista deve lasciare alla persona intervistata le proprie coordinate, per permetterle di ritornare in contatto se lo desidera o ne ha necessità. L'uso di statistiche e informazioni sull'ambito sociale permette di col-

locare la violenza nel proprio contesto, entro una comunità o un conit- to. I lettori e gli spettatori hanno bisogno di un'informazione su larga scala. Utilizzare l'opinione di esperti, come quelli dei DART (Cen- tri post-traumatici), amplica la comprensione del pubblico e fornisce informazioni precise ed utili, contribuendo a sconggere l'idea che la violenza contro le donne sia una tragedia inesplicabile e irrisolvibile. Raccontare la vicenda per intero: spesso i media isolano degli inciden-

ti specici e si concentrano sul loro aspetto tragico. Sarebbe invece conveniente mostrare anche come la violenza s'iscriva in un problema sociale ricorrente.

Difendere la riservatezza: fra i doveri etici dei giornalisti c'è la respon- sabilità di non citare i nomi o identicare i luoghi la cui identicazione potrebbe mettere a rischio la sicurezza e la serenità dei sopravvissuti e dei loro testimoni. Una posta particolarmente importante allorché i responsabili della violenza sono forze dell'ordine, forze armate impe- gnate in un conitto, funzionari di uno stato o d'un governo o inne membri di organizzazioni potenti.

Utilizzare le fonti locali: i media che assumono informazioni da esperti, organizzazioni di donne o territoriali su quali possano essere le migliori tecniche d'intervista, le domande opportune e le regole del posto ot- terranno buoni risultati ed eviteranno situazioni imbarazzanti o ostili; come ad esempio che un cameraman o un giornalista s'introducano in spazi appartati. Da qui l'utilità d'informarsi precedentemente su costumi e contesti culturali locali.

Fornire informazioni utili: un reportage che citi recapiti e coordinate de- gli intermediari, delle organizzazioni e dei servizi d'assistenza svolge una funzione utile e spesso vitale nei confronti dei sopravvissuti, di testimoni e loro familiari, ma anche di tutte le altre persone che po- tranno venire colpite da un'analoga violenza. La stessa etica in parte dovrebbe averla chi si dedica ad un altro strumento di divulgazione più o meno scientica, ossia gli autori di libri.

Ultimamente basta andare in un qualunque negozio facente parte alle grandi distribuzioni per poter vedere che sono nati settori speci sulla vio- lenza contro le donne e il femminicidio. Sicuramente l'attenzione riguardo il problema ha avvicinato molti autori a scriverne; ad esempio Serena Dandini oltre ad aver pubblicato Ferite a morte lo ha fatto diventare una pièce tea- trale che è stata portata in scena con un grande cast di donne della cultura e dello spettacolo (Lilli Gruber, Geppi Cucciari, Susanna Camusso, Malika Ayane) nell'occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Facendo una ricerca per categoria sui siti internet maggiormente noti e forniti come Amazon o Ibs si ottengono questi risultati:

• Femminicidio su Ibs i testi disponibili sono 7 e su Amazon sono 14, • Violenza contro le donne su Ibs i testi sono 17 e su Amazon sono 31. Mentre facendo una ricerca estesa solo con in termini Violenza donne i testi su Ibs sono 56 mentre su Amazon sono ben 286.

Navigando in Internet uno dei siti che si può consultare per avere una pa- noramica sulla questione della violenza contro le donne è http://27esimaora. corriere.it/; nel sito tra i molti articoli interessanti vi è una bibliograa

consigliata composta da 50 titoli da cui partire per comprendere la vastità del problema e la sua attualità.

Amorosi assassini. Storia di violenze sulle donne, Laterza 2008

Donne che sbattono contro le porte. Riessioni su violenze e stalking, Franco Angeli 2010

Legami che fanno sorire. Dinamica e trattamento delle relazioni di coppia violente, il Mulino 2012

Lettere dal silenzio. Storie di accoglienza e assistenza sanitaria di donne che hanno subito violenza, Franco Angeli 2011

Libere di scegliere. I percorsi di autonomia delle donne per contrastare la violenza di genere, Franco Angeli 2006

Il libro nero della donna. Violenze, soprusi, diritti negati, Cairo 2007 Questo non è amore. Venti storie raccontano la violenza domestica sulle donne, Marsilio 2013

Rompere il silenzio. Piano di interventi locali della provincia di Bari per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza contro le donne e i minori, Ragusa Service 2011

Se non ora, quando? Contro la violenza e per la dignità delle donne, Piemme 2012

Sono caduta dalle scale. I luoghi e gli attori della violenza di genere, Franco Angeli 2013

La violenza domestica. Testimonianze, interventi, riessioni, Ma.Gi 2008 Vittime di un amore criminale. La violenza in famiglia: natura, proli tipologici, casistica clinica e giudiziaria, Franco Angeli 2010

Anna C. Baldry - Dai maltrattamenti all'omicidio. La valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio, Franco Angeli 2011

Rania Al-Baz - Sgurata. La coraggiosa testimonianza della giornalista televisiva saudita massacrata dal marito, Sonzogno 2007

Carla Bertolo - La rappresentazione della violenza, CLEUP 2011 Mar- guerite Binoix - Picchiata, TEA 2007

Rita Canu - La violenza domestica contro le donne in Italia e nel contesto internazionale ed europeo, La Riessione 2008

Stefania Catallo - Ecce Dominae! Il coraggio di raccontarsi. Storie di donne vittime di violenze, Il Roseto 2012

Marco Cavina - Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale, Laterza 2011

Chiara Cretella - Un posto per ricominciare. Un ventennio con la Casa delle donne, La Linea 2011

Daniela Danna - Ginocidio. La violenza contro le donne nell'era globale, Elèuthera 2007

Daniela Danna - Stato di famiglia. Le donne maltrattate di fronte alle istituzioni, Ediesse 2009

Alicia De Alba Gaspar - Il deserto delle morti silenziose. I femminicidi di Juárez, La Nuova Frontiera 2006

Concita De Gregorio - Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Mon- dadori 2009

Roddy Doyle - La donna che sbatteva nelle porte, Guanda 2005

Giovanna Ferrari - Per non dargliela vinta. Scena e retroscena di un uxoricidio, Il Ciliegio 2012

Anna Fichera - Al di là del silenzio. Teoria, giurisprudenza, psicologia e comunicazione della violenza contro le donne, Bonanno 2010

Franca Garrea - In/sicure, da morire. Per una critica di genere all'idea di sicurezza, Carocci 2010

Riccardo Iacona - Se questi sono gli uomini, Chiarelettere 2012 Cinzia Lacalamita - L'uomo nero esiste, Aliberti 2011

Piero Lorusso - Donne e società della violenza. Il secondo sesso tra grida e silenzi, Edicampus 2012

Luisa T. - I quaderni di Luisa. Diario di una resistenza casalinga, Terre di Mezzo 2002

Catharine A. MacKinnon - Le donne sono umane?, Laterza 2012 Isabella Merzagora Betsos - Uomini violenti. I partner abusanti e il loro trattamento, Raaello Cortina 2009

Milena Milone - Donne spezzate. La violenza tra le mura domestiche, Curcio 2009

Ayse Onal - Delitti d'onore. Storie di donne massacrate dai familiari, Einaudi 2009

Francesca Pansa - Donne che odiano gli uomini, Mondadori 2011 Jacqueline Pascarl - Solo per i miei gli, Piemme 2009-2010 Giancarlo Perazzini - Omicidio dell'anima, Il Ciliegio 2012

Katie Piper - Sgurata per gelosia. Nessun uomo può distruggerti dav- vero, Mondadori 2012

Sarah B. Pomeroy - L'assassinio di Regilla. Storia di una donna, del suo matrimonio e del tempo in cui visse, Laterza 2009

Aldo Rocco - Perché gli uomini picchiano le donne, Sovera 2007 Laura Romano - Lividi. Storie di donne ferite, San Paolo 2010

Cinzia Romito - Un silenzio assordante. La violenza occultata su donne e minori, Franco Angeli 2005

Cinzia Romito - La violenza di genere su donne e minori, Franco Angeli 2011

Lisa J. Shannon - Mille sorelle, Piemme 2011

Nicoletta Sipos - Il buio oltre la porta. Un matrimonio da favola. Una casa da sogno. Un corpo pieno di lividi, Sperling & Kupfer 2009

Barbara Spinelli - Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconosci- mento giuridico internazionale, Franco Angeli 2008

Monica Triglia - L'altra faccia della terra, Mondadori 2012

Fakhra Younas ed Elena Doni - Il volto cancellato. Storia di Fakhra dal dramma alla rinascita, Mondadori 2010