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RENCONTRES D’ARLES

5. DESCRIZIONE E CONTESTO

5.2 Il festival Internazionale di Fotografia Rencontres d’Arles

5.3.4 CARATTERISTICHE DELL’EVENTO

La celebrazione dei dieci anni di Reflexions Masterclass si è quindi profilata come un evento nato dal basso e dall’interno, senza fondi e grazie alla partecipazione corale di tutti gli agenti coinvolti nel già avviato network relazionale dell’organizzazione.

Tra le caratteristiche più generiche196, ricordo come citato che l’evento della mostra si è tenuto in un luogo prestabilito e abituale per il Festival, come evento a calendario a frequenza periodica annuale e sempre della durata di tre mesi estivi (02 luglio – 23 settembre 2012); le partecipazioni sono pubbliche e a pagamento, di norma finalizzate alla visita/spettacolo più che alla pratica – benché alcune attività del Festival prevedano la partecipazione attiva dei visitatori, in questo caso la mostra di RM prevedeva il solo percorso espositivo, con possibilità di maggiore interazione attraverso canali virtuali online. La

tematica di tutto il festival e dell’evento è monotematica, dedicata alla fotografia

contemporanea (con eventuali approfondimenti video o compenetrazioni con altre arti). Si tratta di un evento locale con alta partecipazione internazionale, che gode quindi di elevata visibilità e rappresenta un fattore importante nei curricula dei partecipanti rappresentati nonché nell’allacciamento di molte relazioni lavorative, anche on location in particolare per i presenti nella settimana professionale di vernissage.

Le altre caratteristiche su cui l’evento ha fondato la propria identità sono state:

195 Il tour ufficiale di apertura non prevede la visita anche agli altri spazi espositivi presenti in città, per sola praticità e logistica.

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121 a. l’unione dell’immagine e qualità dell’organizzazione RM tutta con

l’eccellenza dei singoli partecipanti – ricordo infatti che Reflexions Masterclass non è una scuola ma un laboratorio di confronto, cui partecipano artisti già tecnicamente formati, molti già rinomati giovani artisti, scelti in sede di selezioni secondi criteri di eterogeneità che portano alla presenza di personalità e stili molto diversificati . Il bilanciamento tra il talento ma anche la ricerca di successo del singolo e la compatibilità con l’uniformità del frame dell’organiz zazione hanno portato a un successo congiunto dell’aspetto individuale e collettivo, particolarmente sentito in un contesto dove – se non prevale – traspare spesso una logica dell’offerta, per cui il valore culturale generato da questo incontro producono di per sé interesse e dinamismo, facendo incontrare il “vendibile” con il merito. RM si è quindi mostrato quasi come una punta élitaria e sperimentale, o per lo meno “en dehors des rangs”, delle Rencontres, come all’interno di una logica di compensazione.

b. Inoltre la variabile della gratuità (non tanto della partecipazione all’evento in

sé, che rientrando nel circuito ufficiale del Festival prevede infatti il pagamento del regolare biglietto d’ingresso: dai 27 ai 35 € con il forfait Festival o 8 € per l’entrata nel singolo spazio espositivo; quanto legata alla stessa natura del seminario non-profit di RM, alla cessione dello spazio e dei mezzi realizzativi, al lavoro volontario e collaborativo degli organizzatori principali e degli artisti e di tutto il personale che durante il Festival si è interessato all’evento decidendo di pubblicizzarlo) ha contraddistinto lo spirito del seminario e la sua partecipazione all’interno di un Festival, invece molto più proiettato verso la dimensione commerciale, tanto nella scelta di un determinati gruppo di artisti che “fanno notizia” quanto nelle scelte di linguaggi e mezzi comunicativi utilizzati, dagli slogan ai colori sgargianti a mascotte accattivanti nel genere della fumettistica.

Queste due variabili – qualità e gratuità – si rendevano in qualche modo visibili anche nel layout della mostra stessa197: diversamente dalle altre mostre in circuito ufficiale, caratterizzate da una certa uniformità i n supporti e segnaletica, anche nel caso di mostre di collettivi poiché sempre gestiti dagli stessi organizzatori del

197 Il forte fattore qualitativo è sicuramente molte rilevante nel successo del libro; non tanto l’aspetto di gratuità, dato che è venduto regolarmente nelle librerie Actes Sud, sebbene i relativi proventi rimangano alla casa editrice e tutti i contributori all’opera hanno partecipato a titolo grazioso o cedendo i diritti d’autore.

122 Festival, la mostra di Reflexions Masterclass dipendendo dal Méjan godeva di maggiore libertà nelle scelte e mezzi espositivi, comunque ri dotti a causa della carenza di fondi disponibili. La presenza di così tanti artisti e così diversi stili, l’economia di didascalie e informazioni scritte198, l’eterogeneità degli stessi

format e supporti o modalità di fissaggio hanno ben reso l’idea199

di una “fucina di riflessioni”, di una scuola nel senso meno didattico del termine e di un gruppo libero e collaborativo di creazione. Gli stessi materiali di supporto (molte delle cornici o metodi di fissaggio), per quanto funzionali e di buona presenza e qualità, certo contrastavano un poco con alcuni Ateliers adiacenti dove grandi nomi esponevano in raffinate cornici in legno massiccio o su grandi lastre metalliche. Questo scarto più che come un abbassamento qualitativo può essere letto (e così infatti è stato recepito) come un “abbassamento di pretese”, come il risultato di bravi artisti radunati per mostrare le loro riflessioni senza dichiarati obiettivi commerciali o scenografici, quanto di raffinata esposizione dei propri sviluppi e di interrogativo per gli occhi e le menti in vis ita.

Si sottolinea comunque che la sola presenza all’interno del circuito ufficiale delle Rencontres, in uno spazio espositivo piuttosto ampio, è già di per sé percepita come indice di alta qualità dei partecipanti; inoltre, la grande quantità di artisti rappresentati in tutto il festival, la diversità degli spazi espositivi e la presenza di molti emergenti nel circuito off non solo hanno temperato il possibile scarto di percezione sopra riportato, ma anzi ne hanno resa possibile la rivalutazione come un arricchimento del programma generale del Festival. Per lo meno, questi sono gli obiettivi che si ponevano l’organizzazione e l’Association.

Un altro elemento ha sottolineato l’alta veste qualitativa della partecipazione di RM al Festival: la posizione all’interno dell’Atelier n° 5 adiacente alle sale espositive di due grandi artisti internazionali, rispettivamente Pennti Sammallahti nella sala precedente e all’interno dello spazio di RM (in una sorta di enclave circolare) Arnaud Claas – tra l’altro, importante fotografo e insegnante all’ENSP, quindi tra i punti focali delle attenzioni e della tematica 2012. Inoltre, hanno

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se non quelle generiche di presentazione della masterclass e delle liste dello “storico” (cfr. Appendice 1) e gli approfondimenti sui singoli progetti in mostra in due corpose brochure poste all’inizio e alla fine del percorso espositivo.

199 Percezioni evinte da interviste on location e mail e dai canali social messi in atto durante il Festival – per un dettaglio di tali risultati si rimanda al capitolo 7.

123 contribuito a diversificare e rendere ancor più interessante l’ atmosfera di fruizione dell’Atelier n°5 la particolarissima mostra “Learning from Vernacular” presentante risultati di ricerche antropologico -geografiche e ricostruzioni in scala di tipologie abitative provenienti da tutti gli orizzonti geografici e culturali (elemento di rottura e pausa all’interno di un circuito comunque monotem atico) ma soprattutto i “Révoltés de la Moumoutte” che guidati dall’artista Nicolas Henry hanno creato nello spazio aperto antistante l’atelier un vero e proprio “salottino del relax creativo”, ove con materiali di riciclo hanno dato forma a poltrone, tavoli, giochi e opere decorative assolutamente unici, compreso un enorme “strumento polifonico” sospeso utilizzato nelle sere di vernissage per performance musicali e danzanti. RM si integrava dunque in uno spazio davvero “alternativo” e ricercato, cui giungevano oltre ai visitatori generici del circuito anche colore che cercavano spunti visivi e di riflessione un po’ “à coté” dei cartelloni e colori sgargianti degli altri Atelier.

La posizione geografica ha però costituito anche un deterrente della fruizione dell’evento: l’atelier n° 5 si trova infatti alla fine del percorso all’interno della grande area degli Ateliers SNCF: questo fattore risulta molto limitante poiché il lungo tragitto, fatto di rientranze, aree di sosta e aree espositive molto vaste e così ricche, tendono a impigrire il visitatore nelle calde giornate mediterranee e a farlo arrivare alla fine del percorso tardi, stanco o addirittura a farlo regredire prima. La sequenza di spazi espositivi certo non è obbligatoria, infatti i visitatori già informati o interessati a uno spazio in particolare vi arrivano direttamente senza divagazioni, resta il fatto che la distanza da percorrere è notevole e la presenza di uno spazio relax antistante la mostra…spesso porta a soste anche prolungate, o che fanno dimenticare il vero scopo della visita.

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6. LA COMUNICAZIONE DELL’EVENTO A BUDGET E TEMPO