CAPITOLO 5 : SCENARI EVOLUTIVI DEL SISTEMA ENERGETICO ITALIANO
5.1 L’evoluzione tendenziale del sistema energetico
5.2.1 Caratterizzazione dell’intervento e risultati
Le misure di implementazione previste dallo scenario di intervento (riassunte nel Box 1) sono caratterizzate dalla loro discontinuità, a volte anche molto significativa, rispetto alle tendenze storicamente riscontrate nel nostro Paese, ma sono compatibili sia con il quadro di sviluppo economico italiano ed europeo, che con la prevista evoluzione delle tecnologie nel contesto internazionale.
In sostanza, si è cercato di definire un insieme di interventi che dovrebbero rappresentare quanto sembra realisticamente possibile fare fino al 2020, e nel decennio successivo, per modificare la struttura del sistema energetico italiano. Ma si sottolinea che questo non significa che in un singolo ambito non si possa fare di più, in presenza di una forte volontà politica di agire in una certa direzione.
La quasi totalità delle misure qui considerate ha come denominatore comune l’obiettivo della promozione di una o più tecnologie. Gli interventi previsti sono stati valutati sulla base della loro praticabilità tecnica ed economica, intesa sia in termini di investimenti complessivi che in termini di necessaria fine della vita utile degli impianti esistenti.
In generale, la promozione di una tecnologia è sempre connessa a misure che facilitino la transizione del mercato verso quella tecnologia, che altrimenti stenta ad affermarsi
“spontaneamente”.
Le misure possono essere riferite schematicamente a due distinti periodi temporali. Il primo riguarda il breve-medio periodo e contiene misure relative a tecnologie già disponibili per l’efficienza energetica e per le fonti rinnovabili. Il secondo riguarda il lungo periodo (dopo il 2020), nel quale si prevedono misure di intervento su tecnologie, oggi ancora in fase di sviluppo, per l’uso pulito dei combustibili fossili compreso il sequestro e il confinamento dell’anidride carbonica.
Quanto agli interventi di promozione delle tecnologie qui considerati, essi possono essere catalogati nelle tipologie degli strumenti di regolamentazione diretta (o di comando e controllo), della regolamentazione indiretta (strumenti economici), delle politiche di informazione e persuasione (o di moral suasion, che puntano a ottenere un effettivo comportamento socialmente responsabile senza utilizzare la forza delle leggi e/o dei regolamenti), delle politiche infrastrutturali.
Il mix di misure tecnologiche e normative considerate deriva da numerosi studi19 a livello nazionale ed europeo, che nel corso degli ultimi anni hanno identificato pacchetti di possibili interventi nei vari settori, al fine di aumentare l’efficienza complessiva del sistema. Esempi classici sono costituiti dal “labeling” (politica di informazione e persuasione), che ha favorito la diffusione degli elettrodomestici a basso consumo, e dai Certificati Bianchi (strumento
19 Due recenti riferimenti molto significativi vengono dalla Commissione Europea, DG Energia e Trasporti: Fare di più con meno. Libro verde sull’efficienza energetica, 2005, e l’Action Plan for Energy Efficiency: Realising the Potential, Comunicazione della Commissione Europea del 19/10/2006 (COM(2006)545 final).
25 economico). La diffusione nel mercato porta poi a ulteriori miglioramenti tecnologici e riduzioni dei costi, come nel caso dell’eolico tra le energie rinnovabili.
Nel Box 1a/1b sono riepilogate tutte le misure previste, distinte secondo le tipologie sopramenzionate (le misure sono in primo luogo raggruppate per settore di uso finale dell’energia, per facilitare il paragone con altri studi dello stesso tipo, mirati a singoli settori).
Entrando più nel dettaglio, per quanto riguarda l’efficienza energetica lo scenario prevede un diffuso impiego di tecnologie a basso consumo sia nel civile che nell’industria e, soprattutto, un importante intervento nel settore dei trasporti, basato sia sullo shift modale che sulla diffusione di veicoli con motori ad alto rendimento, inclusi i veicoli ibridi e ad idrogeno.
Il maggiore ricorso alle fonti rinnovabili riguarda la produzione di energia elettrica (per la quale si è però scelto di adottare ipotesi piuttosto conservative, in particolare riguardo alla generazione fotovoltaica e agli impianti a biomasse), gli usi termici nel settore civile, i biocombustibili nel settore dei trasporti.
Per un intervento significativo nella diversificazione del mix di combustibili per la generazione termoelettrica, e quindi per una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e delle forniture, lo scenario prevede (oltre al suddetto incremento dell’uso delle fonti rinnovabili) anche un maggiore ricorso al carbone rispetto all’evoluzione tendenziale, mediante l’impiego delle più recenti tecnologie a basso impatto ambientale, predisposte anche per il sequestro dell’anidride carbonica (nel lungo periodo).
Il modello utilizzato per le elaborazioni consente di specificare sia tetti fisici di emissione che costi di emissione dei principali inquinanti. Poiché nel caso dell’anidride carbonica l’imposizione di un tetto fisico alle emissioni tende a distorcere il modo di funzionare del modello (come evidenziato in letteratura), risulta in genere preferibile imporre un costo alle emissioni (carbon tax), con alcune eccezioni (i processi industriali sono esentati, sempre per motivi “tecnici”).
Negli scenari di intervento questo costo sale gradualmente, fino a 30 €/t CO2 nel 2020 e poi ancora fino a 50 €/t nel 2030. Considerato che un aumento del prezzo del petrolio di 10 $/bbl equivale ad una tassa di circa 20 $/t CO2 e che il prezzo medio del barile è di circa 50 $ nel 2010 (con tendenza a salire), si vede come le ipotesi fatte siano equivalenti ad una oscillazione addizionale verso l’alto del prezzo del petrolio tra i 15 ed i 20 $/bbl. In definitiva, visti gli andamenti recenti del mercato petrolifero, l’ipotesi di una carbon tax di 50 $/t sembra può essere considerata prudente.
Nel caso degli ossidi di azoto si sono invece utilizzati dei tetti emissivi diversificati a livello settoriale, uno schema che consente al modello di riprodurre le scelte del legislatore, che non segue sempre logiche “fredde” di minimo costo, ma tiene conto di effetti economico-sociali.
Queste scelte si traducono in diversi “costi di emissione” a livello settoriale, influenzando la scelta delle diverse opzioni alternative (le tecnologie).
Infine, è il caso di sottolineare come sia possibile una riflessione ulteriore volta ad ipotizzare politiche di contenimento della domanda di beni e servizi energetici (risparmio energetico), ovvero diversi modelli di sviluppo, un’opzione che non è stata esplorata in questo scenario, che considera solo quote marginali di risparmio energetico. Questa tematica coinvolge aspetti sociali ed economici, per la cui valutazione possono essere utili anche metodologie diverse da quella qui utilizzata. Tra l’altro, i modelli di ottimizzazione tecnico-economici, grazie alla loro struttura molto dettagliata ed esplicitamente connessa alla produzione di beni fisici e ai servizi energetici, hanno il grande pregio di permettere valutazioni quantitative di scenari alternativi di sviluppo del sistema, ma le decisioni sull’eventuale disincentivazione di alcune tipologie di domanda di beni e servizi energetici restano inevitabilmente di competenza del decisore politico.
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Box 1a - Schema riepilogativo delle Politiche & Misure previste negli scenari di intervento SettoreTecnologie interessate / Programma Impatto / obiettiviStrumento di promozione della tecnologia FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: estensione dei sussidi alle tecnologie di generazione elettrica Aumento generazione elettrica da FER Economico (regolamentazione indiretta) COMBUSTIBILE DA RIFIUTI: Facilitazioni per la produzione di CDR Incremento produzione di combustibile da rifiuti fino a 1/3 della produzione annua di RSU Politiche di informazione e persuasione FOTOVOLTAICO: Incentivo all'installazione di pannelli FV mediante "conto energia" 1.000 MWp di potenza installata entro il 2015 (con limite annuale di 85 MW) Economico (regolamentazione indiretta) TELERISCALDAMENTO: Incentivi alla diffusione del teleriscaldamentoCopertura mediante teleriscaldamento del 15% circa dei consumi Economico (regolamentazione indiretta)
FONTI PRIMARIE/ PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ E CALORE CARBONE NUOVA GENERAZIONE E/O GASSIFICAZIONE (con e senza Carbon Capture and sequestration (CCS)): Sostegno alla costruzione di nuova potenza a carbone "pulito"
Aumento carbone nella termoelettrica per diversificazione del mix di combustibili (dal 2020)Politiche di informazione e persuasione ILLUMINAZIONE: Estensione dei Certificati bianchi Estensione / incremento degli obiettivi di risparmio: penetrazione lampadine a basso consumo circa tripla rispetto al trend INDUSTRIA FORZA MOTRICE: Estensione dei Certificati bianchi. Standard sui nuovi motori industriali Estensione / incremento degli obiettivi di risparmio: motori ad alta efficienza al 15% del mercato nel 2010, al 30% nel 2020
Economico (regolamentazione indiretta) e Comando e controllo ILLUMINAZIONE / RISCALDAMENTO: Estensione dei Certificati bianchi Estensione / incremento degli obiettivi di risparmio: penetrazione lampadine a basso consumo circa tripla rispetto al trend TERZIARIO FORZA MOTRICE (piccola potenza): Estensione dei Certificati bianchi. Standard sui nuovi motori
Estensione / incremento degli obiettivi di risparmio: motori ad alta efficienza oltre il 50% del mercato dopo il 2015
Economico (regolamentazione indiretta) e Comando e controllo ELETTRODOMESTICI: Estensione dei Certificati bianchi. Etichettatura energetica Estensione / incremento degli obiettivi di risparmio: penetrazione della tecnologia più efficiente più che doppia rispetto al trend ILLUMINAZIONE: Estensione dei Certificati bianchi. Etichettatura energetica Promozione lampadine a basso consumo: penetrazione più che doppia rispetto al trend
Economico (regolamentazione indiretta) e Politiche di informazione e persuasione ACQUA CALDA: Estensione dei Certificati bianchi. Direttiva EU Energy Performance in Buildings
Penetrazione della tecnologia più efficiente doppia rispetto al trend. Solare termico al 30% della domanda nel 2020
RESIDENZIALE RISCALDAMENTO / ISOLAMENTO: Estensione dei Certificati bianchi. Direttiva EU Energy Performance in Buildings Aumento dell'isolamento fino a un risparmio del 10% dell’energia consumata Economico (regolamentazione indiretta) e Comando e controllo
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Box 1b - Schema riepilogativo delle Politiche & Misure previste negli scenari di intervento SettoreTecnologie interessate / ProgrammaImpatto / obiettiviTipologia dell’intervento/misura BIOCOMBUSTIBILI: Supporto alla produzione Crescita consumo fino al 2.5% del totale trasporti nel 2012, 7.5% nel 2020 Regolamentazione diretta (comando e controllo) MODALITA' TRASPORTO PASSEGGERI: Shift modale verso ferrovia e autobus Incremento del peso di bus e metro al limite di fattibilità tecnico economica delle infrastrutture (raddoppio per bus, 3 volte per metro e tram), significativo in %, risultati contenuti in assoluto. Treno ostacolato dal mancato completamento infrastrutture AV, sale significativamente (+40%) dopo il 2020
Politiche infrastrutturali AUTOMOBILI BASSO CONSUMO Aumento diffusione fino all'80% del mercato del nuovo nel 2020 Regolamentazione diretta (comando e controllo) AUTOBUS URBANI A GAS NATURALE: Aumento flotta autobus a emissioni basse / nulle Aumento flotta autobus a emissioni basse / nulle fino alla quasi totalità del mercato urbano e commuters Regolamentazione diretta (comando e controllo) e Politiche infrastrutturali TRASPORTO MERCI Aumento diffusione Light Duty Vehicles e High Duty Vehicles "locali" a metano Economico (regolamentazione indiretta)
TRASPORTI MODALITA' TRASPORTO MERCI: Shift modale da strada a ferrovia
Raddoppio del trasporto su ferrovia rispetto ad oggi, raddoppio incidenza ferrovia sul totale merci solo dopo il 2028, a causa dei ritardi nelle linee ad alta velocità ed i centri di interscambio.
Politiche infrastrutturali e di informazione e persuasione TECNOLOGIE FOSSILI DI GENERAZIONE/USO FINALE: Tassa sulla CO2, crescente fino a 50€ nel 2030 (30€ nel 2020)
Parziale internalizzazione dei costi esterni legati all’uso dei combustibili fossili, per la stabilizzazione delle emissioni di CO2. Incremento della produzione non- fossile e competitività della CCS ELETTRICO, RAFFINERIE: tetto alle emissioni di NOx Estensione e rafforzamento della Direttiva NEC INDUSTRIA: tetto alle emissioni di NOx Estensione e rafforzamento della Direttiva NEC
EMISSIONI TRASPORTI: tetto alle emissioni di NOx Estensione e rafforzamento della Direttiva NEC Economico (regolamentazione indiretta) e Regolamentazione diretta (comando e controllo)
28 Consumi totali di energia
Le politiche energetiche e ambientali permettono di stabilizzare i consumi energetici dai primi anni del prossimo decennio.
Figura 5.38 – Consumi di energia primaria negli scenari tendenziali e negli scenari di intervento (Mtep)
Il primo risultato di rilievo che emerge dal confronto fra la “forchetta” degli scenari tendenziali e quella degli scenari di intervento riguarda i consumi di energia primaria, che tendono sostanzialmente a stabilizzarsi a partire dai primi anni del prossimo decennio.
E’ significativo come i risultati dell’evoluzione alternativa non prevedano una riduzione dei consumi primari, neanche all’orizzonte 2030 e nonostante le ipotesi di interventi “forti”. Questi risultati traducono in cifre una certa “rigidità” del sistema economico ed energetico italiano nel periodo considerato, di cui è opportuno tenere conto nelle valutazioni.
Riguardo alla composizione dell’energia primaria per fonte (figura 5.39), gli scenari di intervento determinano (rispetto al caso tendenziale) una riduzione ancor più significativa del peso del petrolio e un aumento più limitato di quello del gas. Il peso del carbone risulta invece inferiore fino al 2020, ma torna poi ad aumentare nel decennio successivo, con l’affermazione delle tecnologie di sequestro della CO2. Quest’ultimo dato, aggiunto al forte aumento del peso delle fonti rinnovabili, fa sì che nel 2020 la quota di energia “carbon free” (comprensiva dell’energia da fonti rinnovabili e della generazione da carbone con sequestro della CO2) raggiunga il 16% del totale (contro il 10% del caso tendenziale).
Fig. 5.39 – Energia primaria per fonte nel 2020 in due scenari (%)
N.B.: per energia “carbon free” si intende qui la somma dell’energia da fonti rinnovabili e dei consumi di carbone per generazione elettrica con sequestro della CO2
Fig. 5.40 – Incremento della generazione elettrica da fonti rinnovabili tra il 2005 e il 2030 in due scenari (TWh)
Analizzando più nel dettaglio le fonti energetiche rinnovabili, la figura 5.40 mostra come lo scenario A2, rispetto allo scenario A1, sia caratterizzato da: una identica produzione eolica on-shore, in quanto già nello scenario tendenziale tale fonte raggiunge quello che sembra il suo potenziale; una significativa penetrazione dell’off-shore, che le misure contenute nello scenario rendono evidentemente competitiva;
un quasi raddoppio della produzione fotovoltaica, che però corrisponde direttamente al maggior incentivo specifico (conto energia) previsto nello scenario, non al raggiungimento della competitività da parte della
Scenari tendenziali Scenari di intervento
29 tecnologia; un significativo incremento della produzione da biomasse, che risulta in sostanza la tecnologia rinnovabile “marginale”, cioè l’ultima ad essere attivata.
Gli scenari mostrano dunque che il raggiungimento di livelli di produzione da rinnovabili molto più elevati, anche nel lungo periodo, è reso difficile dal fatto che, dati i limitati margini di sviluppo di idroelettrico e geotermoelettrico, con il progressivo sfruttamento dei siti eolici viene ad avere un ruolo chiave lo sfruttamento della biomassa, che (con l’eccezione dei rifiuti) nella generazione elettrica risulta competitiva se usata in co-combustione, che è però di scarsa applicazione in Italia. L’utilizzo delle biomasse continua altrimenti a rimanere poco competitivo, per i prezzi di mercato elevati, legati principalmente alla domanda che viene dal settore residenziale per usi termici, dove è usata in sostituzione degli altri combustibili, fortemente penalizzati dalla tassazione (a differenza di quanto avviene negli altri paesi europei). Negli scenari A2/B2, infatti, l’incremento della generazione da biomasse è legato principalmente alla maggiore produzione (e quindi disponibilità per il sistema) di combustibile da rifiuti, utilizzato in co-combustione, ipotizzata in tali scenari.
Fig. 5.41 – Consumi di elettricità negli scenari tendenziali e negli scenari di intervento (Mtep)
Fig. 5.42 –Scomposizione dei consumi energetici in due scenari
Un altro dato di rilievo è che negli scenari di intervento la riduzione dei consumi elettrici rispetto all’evoluzione tendenziale, pur significativa (circa 30 TWh in meno nel 2020, più di 40 TWh in meno nel 2030, figura 5.41) è meno pronunciata di quanto visto per l’energia primaria. Questo risultato trova un riscontro nei consumi elettrici relativamente bassi in Italia, tanto pro-capite quanto per unità di PIL, rispetto alla media europea. Considerando i dati settoriali, nel civile la riduzione dei consumi è comunque pari nel 2020 a quasi il 15% dei consumi (del 2005), che diviene il 20% circa nel 2030, e anche nell’industria le riduzioni percentuali non sono di molto inferiori.
La caratteristica “strutturale” del sistema energetico italiano di consumi elettrici relativamente bassi risulta confermata se, come già fatto per l’evoluzione tendenziale, gli effetti sul sistema determinati dalle misure di politica energetica e ambientale sono analizzati scomponendo la crescita dei consumi energetici nelle tre componenti attività, struttura, intensità. A parità di effetto attività (per ipotesi invariato tra scenario A1 e scenario A2), la significativa riduzione dei consumi energetici nello scenario A2 può essere spiegata dagli altri due effetti:
- per un verso, dal più forte contributo della componente tecnologica (effetto intensità), che nello scenario alternativo è costantemente inferiore al -0,5% medio annuo (figura 5.42);
- per un altro verso, dal fatto che lo scenario A2 induce già nel medio periodo una crescita della domanda di servizi energetici inferiore alla crescita del PIL, per cui l’effetto struttura risulta negativo. E’
interessante sottolineare come da questo punto di vista le misure previste nello scenario A2 abbiano in qualche modo un effetto simile a quello degli alti prezzi dell’energia. In ogni caso, un elemento rilevante che emerge dalla figura 5.42 è che, almeno nel medio periodo (fino al 2020), anche nello scenario A2 la capacità dell’effetto struttura di frenare la crescita dei consumi energetici risulta piuttosto modesta.
30 Consumi di energia per settore: civile
Nel civile la riduzione dei consumi può essere molto significativa. Nel terziario la riduzione dei consumi è più difficile, ma i margini di incremento di efficienza sono comunque significativi Fig. 5.43 – Consumi di energia finale nel Residenziale
negli scenari tendenziali e di intervento (Mtep) Fig. 5.44 – Consumi di energia per alcune tipologie di uso finale nel residenziale in due scenari (2004=100)
Un dato significativo del settore civile (terziario e residenziale) è la tendenza alla crescita dei consumi che permane in tutte le alternative considerate, soprattutto per la spinta che viene dal terziario. La riduzione dei consumi (rispetto all’evoluzione tendenziale) nell’insieme dei due sottosettori raggiunge però valori piuttosto consistenti: all’orizzonte 2020 la riduzione di consumi è infatti pari a circa 5 Mtep (più del 10%
dei consumi finali del settore) fino ad avvicinarsi ai 10 Mtep nel 2030.
Valutazioni di tipo puramente tecnologico (per le quali si rimanda ancora al successivo par. 5.3) ritengono possibile entro il 2020 un risparmio che supera il 30%. Il modello Markal-Italia qui utilizzato, che stima all’orizzonte 2030 una possibile riduzione superiore al 20%, concorda in sostanza con queste valutazioni, ma indica la probabile necessità di un periodo di tempo più lungo e evidenzia il ruolo che possono svolgere prezzi più alti dell’energia per sfruttare il potenziale tecnologico disponibile.
Scendendo nel dettaglio sottosettoriale, la possibile riduzione dei consumi è particolarmente marcata nel residenziale (figura 5.43): circa 3 Mtep nel 2020, che divengono circa 5 Mtep nel 2030. La figura 5.44 mostra come i margini di aumento di efficienza siano particolarmente ampi nell’illuminazione e negli “altri usi elettrici obbligati”.
Fig. 5.45 – Consumi di energia finale nel Terziario negli
scenari tendenziali e negli scenari di intervento (Mtep) Fig. 5.46 – Consumi di energia per alcune tipologie di uso finale nel terziario in due scenari (2004=100)
Come detto, la tendenza crescente dei consumi nel terziario (figura 5.45) sembra più difficile da contrastare, in quanto come visto nell’analisi dell’evoluzione tendenziale del settore, i consumi sono in parte spinti da fattori “strutturali” su cui non è semplice intervenire, quali la domanda crescente di servizi quali alberghi, ristoranti, centri commerciali, ecc…, sempre più basati sull’elettricità, l’incremento della superficie media degli edifici commerciali, gli effetti del progressivo invecchiamento della popolazione.
I possibili aumenti di efficienza sono comunque rilevanti in termini assoluti: la riduzione media dei consumi (rispetto all’evoluzione tendenziale) supera i 2 Mtep all’orizzonte 2020 e i 4 Mtep nel 2030. In questo caso, i margini di aumento di efficienza (figura 5.46) sono inoltre sostanzialmente simili in tutte le principali tipologie di uso finale.
31 Consumi di energia per settore: industria e trasporti
Nell’industria è possibile una sostanziale stabilità dei consumi energetici. Nei trasporti la riduzione dei consumi è difficile nel medio periodo, può essere rilevante nel lungo periodo.
Figura 5.47 – Consumi di energia finale nell’Industria negli scenari tendenziali e negli scenari di intervento (Mtep)
Figura 5.48 – Consumi di energia finale nei Trasporti negli scenari tendenziali e negli scenari di intervento (Mtep)
Anche nel settore industriale, come nel civile, i consumi continuano a salire in tutte le alternative ipotizzate tranne che nello scenario B2 nel quale si arriva a una sostanziale stabilizzazione dei consumi.
La riduzione media dei consumi (rispetto all’evoluzione tendenziale) è inoltre meno pronunciata che nel civile, in quanto è pari a circa 3 Mtep all’orizzonte 2020 e a circa 5 Mtep nel 2030. E’ significativo come quest’ultimo risultato sia in linea con le valutazioni di tipo tecnologico riportate più avanti (paragrafo 5.3), sebbene con un ritardo temporale di circa 10 anni.
Il risultato è anche connesso al fatto che non si prevede di cambiare modello industriale e che quindi il settore continua a produrre tutti i materiali energy intensive ed i prodotti previsti, sfruttando al massimo le relativamente limitate possibilità di aumentare l’efficienza energetica dei processi e delle cosiddette tecnologie orizzontali (illuminazione, forza motrice e produzione di calore).
Nel settore dei trasporti la riduzione dei consumi energetici è contenuta all’orizzonte 2020 (tra 2 e 3 Mtep), ma diviene rilevante nel 2030 (circa 7 Mtep in meno dell’evoluzione tendenziale), soprattutto pel l’evidente inversione di tendenza dei consumi, che indica la presenza di un potenziale di efficienza energetica elevato. E’ importante sottolineare però come questi risultati siano connessi al forte cambiamento modale previsto, con riduzioni del trasporto su strada (sia merci che passeggeri), oltre che all’uso di consistenti flotte di veicoli più efficienti.
Riguardo al trasporto su automobile, anche in considerazione della sua importanza, sono state accuratamente studiate misure di tipo tecnologico volte all’aumento di efficienza dei mezzi. Non sono state invece considerate in questo scenario le misure per aumentare l’efficienza di utilizzo del mezzo (ad es. l’aumento del numero di passeggeri trasportati), sia perché i loro effetti sono aleatori e facilmente reversibili, sia perchè rientrano nel campo della limitazione della mobilità, che non è stata valutata.
La tipologia di veicoli a basso consumo analizzati è articolata e comprende sia veicoli diesel ad alta efficienza che veicoli a benzina più efficienti ed anche i veicoli ibridi. Si tratta sostanzialmente di veicoli a basso consumo gia presenti sul mercato o annunciati sulla base dell’accordo volontario tra la Commisisone EU ed i costruttori di automobili (accordo ACEA), nell’ambito delle politiche finalizzate al rispetto del protocollo di Kyoto. Questi veicoli non sono attualmente “preferiti” dai consumatori e lo sviluppo di opportune politiche di promozione è necessario per una loro ampia diffusione. Questi veicoli dovrebbero saturare il mercato del nuovo dopo il 2020 ma il rinnovo del parco è molto lento, per cui si ipotizza di arrivare a circa il 25%/60% delle percorrenze complessive, rispettivamente nel 2020 e nel 2030. In questo caso il risultato del modello riflette un comportamento razionale dell’utente, che potrebbe non trovare riscontro nei comportamenti reali (si pensi alla preferenza per automobili sempre più grandi e alla scarsa propensione all’uso dei mezzi di trasporto pubblici).