• Non ci sono risultati.

VAS: applicazioni e best practice energetiche

CAPITOLO 4 : IL GOVERNO DEL SISTEMA ENERGETICO TRA ESIGENZE LOCALI ED OBIETTIVI NAZIONALI

4.5 Territorio e sostenibilità ambientale

4.5.1 VAS: applicazioni e best practice energetiche

La finanziaria 2007 ha previsto una serie di interventi incentrati sul tema dell’energia, dell’efficienza e del risparmio energetico, promuovendo attraverso diversificate forme di incentivazione, uno stimolo importante verso l’adozione di comportamenti e soluzioni maggiormente rispondenti ai nuovi obiettivi del Paese riguardanti la riduzione delle emissioni inquinanti e, più in generale, la riduzione del consumo di energia.

Di seguito si elenca una sintesi di questi interventi:

- Agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici - Fondo per l’incentivazione di edifici ad altissima efficienza - Contributi per frigoriferi ad alta efficienza

- Incentivi per l’installazione di motori industriali ad alta efficienza e a velocità variabile - Semplificazioni amministrative per i piccoli auto-produttori di energia elettrica

- Incentivi per i biocarburanti

- Interventi sulla fiscalità energetica per finalità sociali - Iva agevolata per energia ecologica

39 Molto vari sono gli strumenti finanziari utilizzati: l’IVA, le accise, gli incentivi alla semplificazione amministrativa, da più parti considerata come uno degli strumenti più necessari. L’adozione di un approccio articolato è senz’altro quello che risponde maggiormente in termini di efficacia all’estrema complessità del tema energetico e all’adozione di comportamenti più virtuoso da parte dei molteplici soggetti, pubblici e privati, collettivi e individuali, coinvolti in una strategia comune che ridisegni il nuovo assetto energetico del paese. In particolare, si evidenzia il fatto che negli ultimi tempi c’è una stata una certa tendenza da parte di Regioni ed enti locali verso la promozione e il cofinanziamento di interventi di ristrutturazione edilizia finalizzati al risparmio energetico e al ricorso a fonti di energia rinnovabili, in linea con quanto previsto dalla finanziaria. Pur essendo evidente che in questo momento storico si è accentuata l’attenzione dei governi e delle imprese sui modi di consumo dell’energia, espresso attraverso la priorità dell’efficienza energetica, il tema

“energia” continua a coniugarsi con il tema “territorio” attraverso l’analisi e la progettazione di interventi riguardanti la correlazione tra sistema di produzione e sistema di consumo.

La UE ha cercato di regolamentare i rapporti tra questi due sistemi attraverso una serie di normative, alcune obbligatorie (VAS e VIA) ed altre volontarie, proponendo e sostenendo che solo attraverso processi di governance con metodologie di condivisione delle scelte si potessero rendere i tempi di progettazione, e realizzazione compatibili con i cambiamenti oggi presenti nel settore energetico. L’insieme delle tematiche energetiche territoriali, cioè dei problemi che devono essere risolti, riconduce sostanzialmente ancora a due elementi fondamentali: la scelta delle fonti e la localizzazione degli impianti necessari al loro utilizzo (estrazione, produzione, trasporto, consumo differenziato. Assume in questo contesto una particolare importanza la rete di distriuzione dell’energia elettrica.

Rete di distribuzione energia elettrica

La rete di distribuzione si presenta come uno degli strumenti più importanti per la gestione del settore energetico, e anche gli ultimi eventi negativi, black-out parziali, hanno evidenziato notevoli problematicità, riassumibili in:

1. Controllo europeo e non solo nazionale della rete

2. Tempi di risposta della rete nazionale ai picchi di richiesta

3. Tempi di risposta della rete nazionale ai guasti anche extra territoriali nazionali 4. Influenza dell’efficienza della rete nazionale sui costi e sulle perdite

Per quanto attiene al punto 1, il dibattito è tutto politico in questa fase ed appare appena avviato, sia in sede nazionale che UE, per cui non si può segnalare altro che il cresciuto interesse verso la realizzazione di un centro di controllo UE della rete di distribuzione. Si vuole qui indicare soltanto, in aggiunta, che una gestione integrata della rete di distribuzione consentirebbe di migliorare anche l’uso di impianti energetici da FER di piccola taglia, distribuite oggi sia come numero che come potenza efficiente lorda in modo disuniforme sul territorio UE.

Per quanto riguarda la rete nazionale, punti 2-3-4, dopo un periodo piuttosto lungo di stasi, durato dal 1992 al 2000, durante il quale la struttura della rete si è impoverita, perdendo tratti operativi ed in generale efficienza, dal 2000 in poi, attraverso la progettazione di una procedura di VAS concordato tra TERNA ed i vari Ministeri, si è determinata una ripresa del processo di rinnovamento e adeguamento della rete nazionale, sia nelle componenti dorsali, che nelle parti periferiche. Si illustra nel seguito, come esempio di best practice, la procedura messa in atto da TERNA..

Descrizione metodologica best practice

La metodologia applicata per l’efficientamento della rete si articola principalmente in tre fasi:

− analisi della criticità territoriale;

− analisi della sostenibilità del Piano di Sviluppo;

− studio dei corridoi.

40 L’analisi della criticità territoriale prende origine dall’inquadramento ambientale e socio culturale dell’intero territorio regionale. E’ infatti necessario disporre di elementi di natura ambientale, territoriale e socio-culturale, ad una scala di riferimento regionale, per poter collocare le opere previste dal Piano di Sviluppo in un contesto di cui si abbia una conoscenza adeguata. Tale inquadramento, derivante dalla sovrapposizione ragionata di cartografia tematica, è mirato ad individuare particolari situazioni in cui l’inserimento di una infrastruttura elettrica necessiti di un approfondimento e un’attenzione particolari; situazioni dunque che presentino una qualche “criticità potenziale”. I livelli di criticità sono da considerarsi come indicazioni di carattere generale e non come un divieto o una prescrizione. L’analisi della sostenibilità del Piano di Sviluppo (seconda fase) è basata sull’applicazione di indicatori, opportunamente individuati, raggruppati secondo quattro indici, rappresentativi dei macro-obiettivi della sostenibilità: congruenza tecnica, congruenza economica, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale. Gli interventi previsti dal Piano di Sviluppo già approvato sono caratterizzati dagli indicatori precedentemente citati, i cui livelli di giudizio, aggregati in maniera adeguata, consentono di valutare il grado di sostenibilità complessiva del Piano di Sviluppo.

Lo studio dei corridoi, che rappresenta la terza ed ultima fase dello studio di VAS, è finalizzato ad individuare, per ogni intervento avente una implicazione territoriale significativa, porzioni di territorio all’interno delle quali è possibile realizzare le linee elettriche (aree di fattibilità) e successivamente quelle che più si prestano ad ospitare gli impianti previsti dal Piano di Sviluppo (corridoi). I criteri per l’individuazione dei corridoi, condivisi con la Regione e, attraverso essa, con gli Enti locali, sono basati su tre categorie: Esclusione, Repulsione, Attrazione. Le tre categorie sono articolate in livelli che facilitano la classificazione delle aree e la selezione del corridoio con il più elevato grado di compatibilità/sostenibilità ambientale, sociale, economica e tecnica. I corridoi così individuati sono sottoposti al processo concertativo con Regione/Enti locali per giungere ad una loro condivisione.

Le tre fasi della VAS, seppure distinte, sono sviluppate in modo che i risultati di una contribuiscano ad una migliore attuazione delle altre attraverso meccanismi virtuosi di feed-back. La figura 4.10 illustra lo schema nel suo complesso.

Questo processo, ottenuto attraverso l’applicazione delle normative europee in tema di valutazione ambientale e di condivisione e governance delle scelte di sviluppo, di seguito illustrato nello schema 1, ha consentito il recupero di efficienza della rete ed il superamento, molto importante dal punto di vista operativo, dei conflitti sociali e locali legati alla realizzazione di nuovi impianti.

Dal punto di vista operativo nel periodo 1994-2003 si sono infatti avute dismissioni della rete a 380 KV ed equivalente, pari a ad una media di -39 km/anno, mentre dal 2002 al 2005, applicando la procedura VAS si sono avute autorizzazioni, progettazioni e costruzioni della stessa rete in totale pari a circa 600 Km, cioè una media di +150 km/anno.

Per quanto riguarda il ruolo della rete nel sistema energetico, oggi diviso in aree commerciali, si tenga conto che la capacità produttiva del paese è concentrata prevalentemente nell’area nord e nell’area sud, territori in cui la rete è già congestionata, con conseguente rischio di non garanzia delle condizioni di sicurezza del sistema. Si ricorda che una criticità della rete comporta la non ottimale utilizzazione della capacità produttiva, e che, come emerge dai dati dei nuovi impianti e delle ulteriori autorizzazioni, citate in seguito, tali criticità si aggraveranno nel breve periodo, entro il 2010. Per l’area sud e le isole, particolarmente la Sardegna, nella quale si hanno in campo progetti rilevanti nel campo dell’energia eolica, si ricorda che gli attuali collegamenti di rete sono oltre che di limitata portata, anche molti vecchi, per cui occorre ipotizzare un loro efficientamento e ammodernamento.

41

Figura 4.10 - Best practice, schema di applicazione VAS di TERNA Fonte TERNA 2006

Resta allo stesso livello

Resta allo stesso livello

Individuazione esigenze/criticità e macroalternative . . .

Anno i Regione …

Monitoraggio

Anno i+1Anno i+2 Resta allo

stesso livello

MonitoraggioStrategico regionaleMonitoraggioStrutturale regionale

Anno i+3 Monitoraggio

Anno i+4 Attuativo regionaleProgettazione/ procedura VIARegione A

MonitoraggioStrategico nazionale

Nazionale Strutturale nelle regioni coinvolte. . . Torna a un livello precedente

Torna a un livello precedente Resta allo stesso livello

Nessuna delle macro-alternative risulta praticabile Resta allo stesso livello Nessuna delle macro-alternative risulta praticabile

Nello schema precedente, quando è possibile livelli successivi (strategico e strutturale) possono anche svolgersi nello stesso anno, mentre la presenza nel piano livello attuativo sarà necessariamente oggetto di ulteriore approfondimento. Infatti tale livello costituisce la cerniera tra VAS e VIA. Nel caso in cui esso sia incluso nel piano occorre comunque lasciare adeguato margine decisionale alla procedura di VIA, ad esempio valorizzando la fase di scoping, che potrebbe rappresentare l’anello di congiunzione tra VAS e VIA. Il processo è condiviso dal Gestore con Ministeri (MAP, MATT, MiBAC, MIT) e Regioni, attraverso l’attivazione di tavoli istituzionali. Nello schema sono inclusi alcuni momenti di confronto formalizzati, rispettivamente in apertura del processo, al termine della fase di orientamento (scoping), al termine della consultazione, per dare indicazioni sulla revisione del piano o di sue porzioni e per l’individuazione delle misure di mitigazione e degli eventuali interventi di compensazione, ed eventualmente in fase di approvazione del piano, su richiesta di almeno una delle Istituzioni, qualora permangano criticità irrisolte.

Tra le best practice connesse alla rete, oltre al caso TERNA, va anche citato il caso della ACEA-Electrabel che ha collegato le proprie politiche di mercato con una policy di efficientamento della gestione della rete e con azioni di supporto per il risparmio energetico.

Tali azioni, diffuse dal nord al sud del paese, hanno avuto due capisaldi: l’attuazione di un cosiddetto federalismo energetico, raggruppando piccoli operatori comunali dispersi, e la fornitura di supporto di analisi e di reperimento tecnologie ai consumatori.

Ciò è stato realizzato creando joint-venture locali, volte al introdurre innovazioni tecnologiche e gestionali di risparmio energetico, dalle lampade alle analisi agli impianti a basso consumo e controllo automatico tra i consumatori, così come a modificazione dei cicli di produzione supportati con innovazione dei materiali, compresi i controlli e l’eliminazione delle microcadute di tensione durante le fasi di lavorazione.

Dopo circa 6 anni di progressiva liberalizzazione del Mercato Elettrico successiva al “Decreto Bersani” si possono notare molte positive evoluzioni, qui in particolare si vuole evidenziare lo sviluppo di una strada originale per percorrere l’opportunità fornita dall’apertura del mercato alla concorrenza, attuato da ACEA Electrabel.

L’approccio positivo si è basato su un’immagine di sedi storiche, e quindi dotate di un loro mercato di riferimento, utilizzate per creare siti di collegamento tra cittadino, residenti e imprese, dove l’utente trova un supporto gestionale e tecnologico verso l’efficienza energetica, creando i presupposti per una fornitura individualizzata e “guidata all’efficienza ed al risparmio.

Quindi si sono create a diverse JV in Italia basandosi su accordi con società Municipalizzate pre esistenti. In Umbria a Terni con ASM Terni è stata costituita Umbria Energy che opera su tutta la Regione e estende le sue operazioni sulle Marche; nell’oltrePò Pavese con ASM Voghera è stata costituita V.E.V., che opera territorialmente nell’area Pavia, Lodi, Cremona, Alessandria, Novara, La Spezia, con estensioni ad altre province della Lombardia, del Piemonte e della Liguria; in Toscana con CONSIAG è stata costituita Elettrica, che si occupa del mercato toscano. Infine recentemente con AMGAS Bari e AMET Trani è stata costituita ELGASUD che gestirà le operazioni nelle Regioni Puglia e Basilicata.

Queste realtà territoriali che operano con le stesse modalità della società madre utilizzandone i servizi tecnici e di Marketing a matrice sono costituite con capitale paritetico e si pongono l’obiettivo non solo di vendere energia elettrica e gas nelle aree di competenza ma anche di avviare un circolo virtuoso che ha l’obiettivo di far permanere nei territori detti ricchezza senza trasferimenti verso altre aree del paese ed essere partner per lo sviluppo delle imprese.

Per fare un esempio si segue un po’ la strategia della grande distribuzione che si presenta sul territorio con più marchi ma con piattaforme di controllo e centrali di acquisto unificate.

Economia di scala, operatività comune ma specializzata sul territorio e sui segmenti di mercato, sharing dei rischi e degli investimenti i dati significativi, con una accumulazione di capacità di orientamento del mercato che è spendibile in termini di riduzione e controllo dei consumi.

Nell’immediato futuro si sta lavorando per mettere questo approccio in consonanza con:

i)utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ii)campagne di ottimizzazione e risparmio energetico, iii)realizzazione di nuovi impianti produttivi, e più a lungo termine, iv)raggiungere un equilibrio consumi-zone di produzione che potrebbe dare grandi vantaggi alla rete di trasporto e distribuzione dell’energia.

Sempre tra le best practice vanno segnalate anche quelle relative alle azioni proposte sistema finanziario, dirette all’efficienza energetica dei singoli consumatori, intesi come cittadini e come imprese.

Si evidenzia un certo interesse da parte delle banche a creare prodotti finanziari specifici per tipologie di clienti che vogliano adottare impianti alimentati a FER e/o risparmio energetico.

Tra quelle più generali si segnala la banca Montepaschi, che ha previsto un prodotto finanziario specifico per la clientela, sia imprese che enti pubblici, che intende dotarsi di impianti fotovoltaici con potenza fino a 1000 kW per nuova costruzione o rifacimento/potenziamento impianto esist

ente.

Tra quelle indirizzate ai cittadini, si segnalano quelle delle Banche di Credito Cooperativo di Carugate e di Cernusco sul Naviglio. In base all’iniziativa della provincia di Milano, cittadini potranno ottenere prestiti da queste banche, per ristrutturare le proprie case e ridurre i consumi energetici a tasso zero e restituiranno solo il denaro prestato senza pagare interessi;

gli interessi sui prestiti saranno ripartiti equamente tra la Provincia di Milano e le, che hanno aderito all’iniziativa provinciale.

Gli interventi di ristrutturazione dovranno però essere tali che il risparmio di energia conseguito annualmente sia maggiore o al massimo uguale alle rate di rimborso del prestito al netto degli interessi. Interessi che come detto, sono a carico della Provincia e delle Banche.

Inoltre grazie alla finanziaria appena approvata, oltre all’IVA al 10% si potrà usufruire di una detrazione di imposta lorda pari al 55% dalla spesa sostenuta, da ripartire in tre anni.

Tutto questo fa parte dell’impegno assunto dalla Provincia allorquando nel febbraio di quest’anno nell’ambito del Patto per l’Energia sono stati individuati i principali strumenti per raggiungere l’obiettivo di ridurre di 35.000 tep/anno i consumi finali di energia: nuovi regolamenti edilizi per dimezzare i consumi, certificazione energetica degli edifici per rendere più trasparente il mercato edilizio, la costruzione di una rete di sportelli informativi per aiutare i cittadini nelle loro scelte, l’adozione di contratti di servizio per garantire i risultati promessi, e infine un costo del denaro molto ridotto.

Entro gennaio verrà emanato il bando per i singoli proprietari di case e per i condomini;

verranno adottate procedure molto snelle per erogare i prestiti e gli edifici ristrutturati verranno certificati con le nuove procedure definite dal Sacert, il sistema di accreditamento costituito appositamente con i principali portatori di interessi del mondo edilizio per diffondere la conoscenza sui consumi e per assicurare che la qualità energetica di un edificio, non sia più una caratteristica nascosta ma diventi un valore importante.

Per quanto riguarda invece l’efficienza energetica delle imprese, si aggiunge l’iniziativa della banca San Paolo, che ha istituito un finanziamento a medio-lungo termine volto a soddisfare le specifiche esigenze di tutte le imprese, e particolarmente a quelle caratterizzate da consumi energetici elevati, interessate al contenimento dei consumi e alla garanzia dell’approvvigionamento.

Possono essere finanziati progetti di investimento di durata fino a 24 mesi, ed in particolare:

- investimenti fissi finalizzati alla realizzazione/ampliamento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate, all’ammodernamento/riconversione di quelli convenzionali, al risparmio energetico nei processi produttivi ad alta intensità energetica (compresi i costi di progettazione, terreni, opere civili, macchine, cavidotti, trasformatori, quadri elettrici, allacciamenti ecc.);

- investimenti immateriali riguardanti studi di fattibilità, acquisizione di know-how, software gestionali ecc.;

- investimenti inerenti la produzione su scala industriale di attrezzature o materiali per la produzione di energia alternativa o il risparmio energetico, con tecnologie innovative;

- l’acquisizione di rami d’azienda o la partecipazione in società di produzione di energia. Il costo dei progetti non deve essere inferiore a 250.000 euro e - di norma - non può superare i 6 milioni di euro.

Le imprese che porteranno positivamente a termine il piano degli investimenti beneficeranno, nella fase di ammortamento, di una riduzione dello spread in misura variabile tra il 15% ed il 5% per progetti realizzati nell’ambito delle fonti di energia rinnovabili e del risparmio energetico. Per consentire all’impresa di avviare speditamente il proprio piano tecnico, l’erogazione del finanziamento, per i progetti in regola con le necessarie autorizzazioni, avviene per gran parte in via anticipata rispetto alla spesa.

Collocazione dei nuovi impianti di produzione di energia elettrica, e degli impianti di trasformazione e stoccaggio combustibili gas

Nel periodo 2002-2006 si sono avute importanti variazioni nella distribuzione degli impianti di produzione energia, nella dislocazione della potenza efficiente lorda, e naturalmente anche nei consumi. I grafici e le tabelle seguenti rappresentano le variazioni in termini di numerosità, tipologie e potenze.

Figura 4.11 - Variazione del numero di impianti totali sul territorio nazionale. Anni 2002-2005 (2002=100)

Fonte: elaborazione ENEA su dati TERNA, 2005

Tabella 4.17 - Numero degli impianti: saldi, incrementi e dismissioni. Anni 2002-2005

Produttori Autoproduttori Totale

idroelettrico 158 -77 81

termoelettrico 75 19 94

eolico e fotovoltaico 51 1 52

Fonte: elaborazione ENEA su dati TERNA, 2005

Tabella 4.18 - Potenza efficiente lorda. Anni 2002-2005 (MW)

Produttori Autoproduttori Totale

idroelettrico 644 -40 606

termoelettrico 7541 113 7654

eolico e fotovoltaico 858 2 859

Fonte: elaborazione ENEA su dati TERNA 2005

Tabella 4.19 - Potenza efficiente lorda in MW: media per nuovo impianto. Anni 2002-2005

Produttori Autoproduttori Media totale

idroelettrico 4,1 - 7,5

termoelettrico 100,5 5,9 81,4

eolico e fotovoltaico 16,8 2 16,5

Fonte: elaborazione ENEA su dati TERNA, 2005

70 80 90 100 110 120 130 140 150

produttori autoproduttori totale

idroelettrico

termoelettrico

eolico e fotovoltaico

Figura 4.12 - Variazione della potenza efficiente lorda. Anni 2002-2005

Fonte: elaborazione ENEA su dati TERNA, 2005

L’analisi dei dati sopra illustrati fa emergere le importanti novità nel settore della produzione di energia elettrica, che ha visto aumentare gli impianti di un numero notevole, superando gli stalli degli anni precedenti. Tali impianti sono sia di grande taglia, ma anche di piccola a media, rafforzando così la realizzazione di un sistema distribuito di produzione. Anche se per gli impianti di piccola taglia l’iter autorizzativi è più complesso di quelli di grande taglia. La crescita ha inoltre determinato una concentrazione nei produttori ed una riduzione del peso degli autoproduttori. Va rimarcato anche che nel fotovoltaico e eolico, l’attuale situazione tecnologica (gestione e taglia degli impianti), e gli elementi di policy praticati, hanno generalmente escluso gli autoproduttori da questa tipologia di fonte.

Per quanto riguarda invece gli impianti di stoccaggio gas, elemento rilevante anche a fronte delle problematiche relative alla sicurezza degli approvvigionamenti, su cui inferiscono ragioni di mercato, politiche ed ora anche climatiche, l’Italia si sta dotando di una serie di stoccaggi sotterranei, distribuiti prevalentemente lungo l’asse centro-nord (tabella 4.23).

Nella figura 4.13 si presenta invece il complesso dell’impiantistica di trasporto e approvvigionamento della fonte gas, da cui emerge come l’intera penisola sia variamente interessata da impianti di rigassificazione di gas liquido e da stoccaggi sotterranei. L’insieme ben rappresenta anche la grande dimensione dello sforzo tecnico gestionale necessario per supportare tale pianificazione progettazione con adeguate capacità professionali (tecnologiche e gestionali). Si sottolinea che su tale esigenza si potrebbero riposizionare alcune competenze

Nella figura 4.13 si presenta invece il complesso dell’impiantistica di trasporto e approvvigionamento della fonte gas, da cui emerge come l’intera penisola sia variamente interessata da impianti di rigassificazione di gas liquido e da stoccaggi sotterranei. L’insieme ben rappresenta anche la grande dimensione dello sforzo tecnico gestionale necessario per supportare tale pianificazione progettazione con adeguate capacità professionali (tecnologiche e gestionali). Si sottolinea che su tale esigenza si potrebbero riposizionare alcune competenze