3.3 L’offerta di energia
3.3.4 Le fonti fossili .1 Petrolio
3.3.4.3 IL CARBONE Il quadro d’insieme
Nel 2005 il consumo di combustibili solidi è diminuito dell’1,3% a causa della minore produzione di energia elettrica da carbone, dovuta soprattutto al lungo periodo di sospensione di attività della centrale di Brindisi Nord.
Il consumo di combustibili solidi avviene quasi esclusivamente nel settore termoelettrico e il fabbisogno nazionale è coperto quasi interamente da importazioni (la produzione interna e le esportazioni si attestano su valori trascurabili).
Produzione
L’unica risorsa carbonifera italiana è concentrata nel bacino del Sulcis Iglesiente, localizzato nella Sardegna sud-occidentale. Il deposito è costituito da numerosi strati di carbone, con potenze variabili da pochi centimetri a qualche metro, intercalati a calcari, marne, argille carboniose ed arenarie. L’attuale area di interesse minerario contiene, in base alle più recenti stime sulle riserve coltivabili nelle attuali condizioni, oltre 57 milioni di tonnellate di carbone mercantile44 con potere calorifico maggiore di 5000 kcal/kg ed elevato contenuto di ceneri e zolfo.
Il bacino carbonifero, le cui attività estrattive erano state sospese nel 1972, è stato riattivato nel 1997 nel quadro del Piano di disinquinamento del territorio Sulcis Iglesiente che prevede fondamentalmente due piani di azione:
44 La riserva in situ è di circa 128 milioni di tonnellate, con produzione a regime fino a 3,3 milioni di t/anno di grezzo (40% di ceneri).
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• interventi sugli impianti industriali esistenti, finalizzati ad un adeguamento dei limiti di emissioni nell’ambiente ed al ripristino di specifiche situazioni di degrado;
• promozione dello sviluppo congiunto minerario ed energetico del Sulcis Iglesiente.
In sintesi, il DPR 28.1.94 (“Attuazione del piano di disinquinamento del territorio del Sulcis Iglesiente”) stabilisce che, ai fini dello sviluppo del bacino carbonifero del Sulcis, venga affidata una “concessione integrata per la gestione della miniera di carbone del Sulcis e la produzione di energia elettrica e cogenerazione di fluidi caldi mediante gassificazione”.
Nell’ambito del Protocollo d’Intesa firmato il 25 febbraio 2003 con la Regione Sardegna, il Ministero delle Attività Produttive e la Regione Sardegna si erano impegnati, per quanto di loro competenza, a promuovere uno studio di fattibilità per gli approfondimenti riguardanti la individuazione delle opportune soluzioni tecnologiche, la sostenibilità economico-finanziaria, amministrativa e soprattutto ambientale con particolare riferimento alle condizioni circa la realizzazione di nuova capacità produttiva termoelettrica che, oltre al rilancio della miniera di carbone del Sulcis, potesse consentire favorevoli ricadute in termini di alimentazione elettrica per le industrie di base dell’area, verificando la possibilità di costi dell’energia comparabili con quelli attualmente riconosciuti dai regimi speciali in essere. Lo studio, svolto dalla Società Sotacarbo S.p.A. e consegnato nel giugno 2004 alle amministrazioni competenti, ha evidenziato come i livelli di costo dell’energia elettrica auspicati dalle industrie energivore (in linea con i regimi speciali in essere) siano conseguibili solo attraverso l’integrazione miniera-impianto di produzione, che costituisce l’opportunità per recuperare le risorse, in termini di contributi in conto esercizio per la produzione di energia elettrica da cedere in rete, previste dal DPR 28 gennaio 1994. Un impianto di tecnologia avanzata, di taglia intorno ai 650 MW, con un’alimentazione al 50% con carbone Sulcis ed al 50% con carbone di importazione, consentirebbe, secondo lo studio, il mantenimento dell’attività mineraria e la messa a disposizione delle industrie energivore dell’area dell’energia elettrica richiesta ai costi auspicati.
Successivamente, a seguito di una serie di valutazioni condivise tra il Ministero delle Attività Produttive e la Regione Sardegna, nell’ambito delle disposizioni emanate con il decreto legge 15 marzo 2005, n. 35 convertito con modifiche con legge 14 maggio 2005, n. 80 allo scopo di consentire lo sviluppo produttivo ed incrementare la competitività delle imprese, è stata prevista all’art. 11, comma 14, l’assegnazione da parte della Regione Sardegna di una concessione integrata per la gestione della miniera del carbone Sulcis e la produzione di energia elettrica da una nuova centrale, realizzabile con una potenza massima di 640 MW. In vista della privatizzazione della Carbosulcis, la Regione Sardegna ha quindi indetto una gara internazionale, tuttora in corso.
In attesa della realizzazione dell’impianto integrato, la miniera ha recentemente ripreso le attività produttive per predisporre l’approvvigionamento di carbone della centrale ENEL Produzione Sulcis 3 esistente e della centrale a letto fluido atmosferico circolante da 360 MW, di prossima entrata in esercizio. È prevista una produzione complessiva di 1.100.000 tonnellate in 36 mesi ad un prezzo indicizzato alle quotazioni del carbone CIF di Rotterdam.
Importazione
L’Italia importa via mare circa il 99% del totale del proprio fabbisogno di carbone il quale presenta provenienze molto diversificate in relazione alla qualità ed agli impieghi dei carboni richiesti dal sistema industriale nazionale: i principali Paesi di provenienza sono gli USA, il Sud Africa, l’Australia, l’Indonesia e la Colombia, con quote significative provenienti anche dal Canada, dalla Cina, dalla Russia dall’Ucraina e dal Venezuela.
Le importazioni totali di combustibili solidi fossili sono diminuite del 3% circa, passando dai 25,8 milioni di tonnellate del 2004 ai 25,0 milioni di tonnellate del 2005: il contributo maggiore è derivato dal carbone da vapore, mentre c’è stato un recupero del carbone da coke (tabella 3.59).
98 Tabella 3.59 - Importazioni di carbone per Paese di provenienza. Anno 2005 (t)
Paese Carbone
da Coke Coke
metallurgico Carbone da
Vapore Lignite Altri Totale
Carboni Coke di
AUSTRALIA 2108861 29054 681674 0 0 2819589 0
BOSNIA-ERZEGOVINA 0 53576 0 0 0 53576 0
RUSSIA 13774 0 1032164 0 50497 1096435 0
SUD-AFRICA 205407 0 4394694 0 0 4600101 0
UCRAINA 0 76121 886000 0 139309 1101430 0
U.S.A. 2430881 82189 204271 0 0 2717341 1543260
VENEZUELA 105603 0 394412 0 50516 550531 717706
TOTALE Paesi Terzi 5501702 848666 17879543 0 305437 24535348 2260966 TOTALE Anno 2005 5784504 848666 18061726 8269 306588 25009753 2261107 TOTALE Anno 2004 5074423 1086909 19309421 8599 283798 25763150 2502181
Variaz.% 2005/2004 14 -22 -6 -4 8 -3 -10
Fonte: Bollettino Petrolifero, MSE
Esportazione
Nel 2005 si è registrata in Italia una limitata attività di esportazione di combustibili solidi, poco più di 331.000 tonnellate (contro 348.526 tonnellate nel 2004), di cui circa 282.700 tonnellate indirizzate verso i Paesi UE ed il resto verso Paesi terzi, da ascrivere per quasi il 70% al flusso di coke metallurgico. Nella tabella 3.60 è illustrato il quadro completo delle esportazioni italiane di carboni per Paese di destinazione.
Tabella 3.60 - Esportazioni per Paese di destinazione. Anno 2005 (t)
Paese Carbone da
Coke Coke
metallurgico Carbone da
Vapore Lignite Altri Totale
Carboni Coke di
TOTALE Anno 2005 0 229482 60301 0 41678 331461 142069
TOTALE Anno 2004 0 244157 55118 0 49251 348526 111657
Variaz% 2005/2004 0 -6 9 0 -15 -5 27
Fonte: Bollettino Petrolifero, MSE
99 Prezzi
Nel 2005, è proseguita la crescita dei prezzi internazionali del carbone, a causa sia del favorevole andamento della domanda sia di alcuni problemi produttivi. La tendenza è generalizzata a tutte le principali aree geografiche fatta eccezione per l’Europa Occidentale dove i prezzi sono calati a 60 $/t nel 2005 (da una media di 70 $/t nel 2004). L’aumento dei noli marittimi, causato della scarsità del naviglio, è uno dei fattori che negli anni scorsi ha inciso sulla crescita dei prezzi internazionali. Tale fenomeno potrebbe ridurre in prospettiva in maniera significativa la competitività del carbone rispetto agli altri combustibili fossili.
Un fattore di pressione sui prezzi internazionali ancora più determinante della disponibilità di flotte di trasporto è la forte crescita della domanda proveniente dall’Asia: in Cina, nell’ultimo biennio si è verificata una crescita della domanda pari a quella registrata nel decennio 1993-2003.
A parte i forti aumenti dei prezzi verificatisi negli ultimi due anni, la competitività del carbone dovrà confrontarsi con i futuri scenari, delineati da un lato dal Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di emissioni di gas serra, in accordo alla direttiva 2003/87/CE, e dall’altro dagli impegni derivanti dal Protocollo di Kyoto, con i relativi costi specifici associati alle emissioni di anidride carbonica.
Tecnologie
Dopo l’adesione dell’Italiana all’accordo internazionale Carbon Sequestration Leadership Forum (finalizzato allo sviluppo di tecnologie per la rimozione ed il confinamento dell’anidride carbonica dai combustibili solidi), sono stati avviati due progetti di ricerca finanziati dal MIUR.
Il primo progetto, che si avvale della partecipazione di Sotacarbo, ENEA, Ansaldo Ricerche e Università di Cagliari, prevede la produzione di idrogeno e di altri combustibili puliti dalla gassificazione del carbone, con cattura della CO2;
il secondo progetto (ZECOMIX), prevede invece la produzione di idrogeno dal carbone con un processo zero emission.
È stato inoltre firmato un protocollo di intesa fra la Regione Sardegna e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, per la produzione di metano artificiale attraverso la gassificazione del carbone.
Organizzazione industriale del mercato
Nel 2005 è calato il consumo di combustibili solidi che, con 16,9 Mtep (-1,3% rispetto al 2004) hanno contribuito per l’8,5% alla copertura del fabbisogno energetico nazionale. In particolare, gli impieghi in termoelettrica hanno evidenziato una contrazione significativa: in base ai dati forniti dal GRTN, sono stati prodotti complessivamente in Italia 43,6 GWh da combustibili solidi contro i 45,5 GWh del 2004, con una diminuzione rispetto all’anno precedente dell’ordine del 4,2% e con un consumo superiore ai 17 milioni di tonnellate. A tale contrazione ha contribuito il parziale funzionamento della centrale EDIPOWER di Brindisi.
L’ENEL, che ha ormai completato il programma di miglioramento ambientale delle centrali termoelettriche a carbone esistenti con l’obiettivo di abbattere le emissioni inquinanti, ha annunciato l’intenzione di riconvertire a carbone entro il 2009 centrali ad olio combustibile per ulteriori 5000 MW, per portare la propria quota di elettricità prodotta dal carbone intorno al 50% e ridurre i costi di produzione elettrica di almeno il 25%, con un investimento atteso di sei miliardi di euro complessivi.
EDIPOWER ha allo studio l’eventuale trasformazione a carbone della centrale di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, attualmente alimentata ad olio combustibile e un progetto di ristrutturazione per la centrale di Brindisi: si tratta di un piano che prevede, sostanzialmente, l’ambientalizzazione dei due gruppi a carbone attualmente in esercizio (da 320 MW ciascuno), la realizzazione del carbonile coperto ed il collegamento con la banchina di attracco delle navi carboniere mediante nastri trasportatori chiusi che permetteranno di evitare qualunque rischio di dispersione di polveri durante il trasporto. Inoltre il piano prevede l’installazione di un ciclo combinato a gas da 400 MW in sostituzione dei due gruppi a carbone fermi da tempo. In totale a Brindisi sono previsti circa 300 milioni di euro di investimenti45.
L’iter di riconversione delle centrali già esistenti prosegue lentamente:
45 Quotidiano Energia 31-1-07.
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• è stato avviato l’iter autorizzativo per la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle in provincia di Rovigo, la cui produzione a regime sarà di 16,5 miliardi di kWh all’anno destinati al carico di base. Nel luglio 2005 si è svolta presso il Ministero delle Attività produttive la prima conferenza dei servizi relativa al progetto e a dicembre è stata raggiunta un’intesa tra Enel e Regione Veneto per la realizzazione di tre gruppi a carbone (invece dei quattro inizialmente previsti) per complessivi 1.980 MW e un investimento di oltre 1,5 miliardi di euro;
• il progetto di riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia (Enel), alimentata ad olio combustibile, è entrato nella fase esecutiva con lo smantellamento di uno dei quattro vecchi gruppi. Tali processi proseguono con notevoli ostacoli, soprattutto per la contrarietà manifestata dalle amministrazioni locali;
• il progetto di riconversione della centrale di Rossano Calabro è stato definitivamente abbandonato a causa delle opposizioni locali.
101 3.4 Le emissioni di gas ad effetto serra
3.4.1 Andamento delle emissioni di gas ad effetto serra in italia