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Il ‘cardinal nepote’: Flavio Chigi e la biblioteca di famiglia

Status quaestionis

16 STORIA / DELL’UNIVERSITÀ / DEGLI STUDJ DI ROMA / DETTA COMUNEMENTE LA SAPIENZA /

3.2 Il ‘cardinal nepote’: Flavio Chigi e la biblioteca di famiglia

Alessandro VII non fu il solo ad accrescere la raccolta di famiglia. Fu infatti il ‘cardinal nepote’ Flavio41, fra 1659 e il 1681 bibliotecario della Biblioteca Vaticana,42 ad arricchire

considerevolmente la raccolta iniziata dallo zio.

Nato a Siena l’11 maggio 1631, figlio di Mario e di Berenice della Ciaia, trascorse la sua giovinezza a Siena fino a quando lo zio Fabio, legato a Münster e ad Aquisgrana per conto di papa Innocenzo X, lo chiamò in Germania per avviarlo alla carriera ecclesiastica; l’esperienza purtroppo durò ben poco, perché fu presto rimandato in Italia. Dedicatosi agli studi di filosofia e diritto, prese gli ordini minori nel 1651. Dopo il noviziato presso i Gesuiti, il 3 giugno del 1656 divenne sacerdote e l’anno seguente, il 9 aprile, fu nominato cardinale.

Appena giunti a Roma, i parenti del papa andarono a vivere a Montecavallo, cioè al Quirinale. Poco dopo fittarono, per poi acquistare nel 1661, il palazzo dei principi Colonna di Gallicano, oggi Odescalchi, a piazza SS. Apostoli. L’edificio, ingrandito e ristrutturato dal Bernini e poi da Carlo Fontana, divenne, secondo il disegno di Flavio, tra i più monumentali di Roma, come idonea residenza di un cardinale di tale ceto.43 A causa dei radicali lavori, e per questa sua destinazione, il palazzo a SS. Apostoli rappresentava una soluzione anch’essa provvisoria per la famiglia laica del papa. Così Agostino, in occasione delle nozze con Virginia Borghese,44 nel 1659 acquistò dalla suocera Olimpia Aldobrandini, per 41.314 scudi, il palazzo di piazza Colonna, poi palazzo Chigi.45

41 Cfr.ENRICO STUMPO, Chigi, Flavio, in DBI, 1980, vol. 24, pp.747-751.

42 Sulla figura di Flavio Chigi bibliotecario cfr. Orietta Filippini, La biblioteca tra Innocenzo X (1644-1655) e

Innocenzo XII (1691-1700): cardinali bibliotecari, custodi, scriptores, in La Vaticana nel Seicento (1590-1700): una biblioteca di biblioteche, a cura di Claudia Montuschi, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana,

2014, pp. 125-173.

43 Cfr. RENATO LEFEVRE,Palazzo Chigi, Banca Nazionale dell’Agricoltura, 1973, pp.114-115. 44 Figlia di Paolo e Olimpia Aldombrandini.

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La figura di Flavio Chigi sarà determinante per l’accrescimento della biblioteca di famiglia. Durante la sua formazione il giovane porporato entrerà in contatto con personalità di spicco, grazie alle quali potrà maturare interessi letterari, artistici e antiquari. L’entourage che circondava Alessandro VII fu sicuramente stimolante per la sua crescita, dal momento che vantava nomi d’eccezione per la cultura romana seicentesca. Oltre al Bernini, possono esservi inclusi Allacci, Lucas Holstenius – primo custode della Biblioteca Vaticana dal 1653 al 166146 – il poeta anglosassone Alban Gibbes47 e l’antiquario Ottavio Falconieri, che nel 1655, per i

tipi di Ignazio Lazzari, pubblicò L’Urania, un’ode ob summum pontificem creatum

Alexandrum septimum gratulatio,48 mentre l’anno dopo compose un opuscolo in greco, latino

e italiano dedicato alla Regina Cristina di Svezia che, dopo l’abdicazione e la conversione,49 si

era guadagnata le simpatie dei Chigi e l’entrata nell’ambiente culturale romano.

Flavio fu un grande collezionista di antichità, come testimoniano gli inventari redatti dal notaio Franceschini,50 un appassionato del raro, del curioso e dell’esotico,51 a cui si aggiunse la passione bibliofilica trasmessa dallo zio pontefice.

Il 31 agosto 1660 Alessandro VII sottoscrisse un breve col quale permise al cardinale Flavio e ai possessori futuri della biblioteca di famiglia di tenere e leggere qualunque sorta di libri:

prohibiendos, et damnandos libros, manuscripta, et opera. Iam hactenus in lucem edita, possessenda, seu scribenda […] collocatos, collocata, et collocanda, habere, legere et tenere.52

I documenti d’archivio riportano interessanti dettagli riguardo ai lavori e agli acquisti commissionati dal ‘cadinal nepote’ per la biblioteca di famiglia. Alla data 20 agosto 1662

46 Holstenius lasciò in eredità a Flavio Chigi alcuni dei suoi libri: All’Eminentissimo Sig. Cardinal Chigi Padrone

Nipote di S. Santità, e Bibliotecario le lascio li libri in lingua Italiana, che parimente le saranno consegnati dal mio Erede, supplicando riverentemente S. Eminenza a ricevere in picciol segno dell’umilissima mia servitù verso S. Eminenza, e verso tutta l’antichissima sua e nobilissima Casa. BAV, Ms. Barb. lat. 6486, ff.49-52 v. Il testamento è stato già pubblicato in ALFREDO SERRAI, La biblioteca di Lucas Holstenius, Udine, Forum, 2000, pp. 74-75.

47 Cfr. BEATRICE CACCIOTTI, La collezione di antichità del cardinale Flavio Chigi, Roma, Aracne, 2004, p. 2. 48 Cfr. MATTEO SANFILIPPO,Falconieri, Ottavio, in DBI, 1994, vol.44, pp. 385-387.

49 Cfr. OTTAVIO FALCONIERI, Christinae Suecorum Reginae plausus trilinguis, Roma, Ignazio Lazzari, 1656. 50 ASR, Fondo Notai, A.C.3248.

51 È noto, infatti, che possedesse un suo Gabinetto di curiosità. Cfr. GIOVANNI PIETRO BELLORI,Nota delli musei,

librerie, galerie, et ornamenti di statue e pitture ne’ palazzi, nelle case, e ne’ giardini di Roma, Roma, appresso

Biagio Deuersin, e Felice Cesaretti: nella stamperia del Falco, 1664, p. 17.

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risultano effettuati «lavori da falegname eseguiti per la biblioteca da Francesco Gualdi Falegname»53 – presumibilmente si trattava di scansie in noce – mentre numerose sono le fatture

emesse da librai, legatori e stampatori per l’approvvigionamento di libri. Nel dettaglio si tratta di note di libri disposte per data di pagamento:

- sollecita di pagamento emessa il 17 giugno 1661 da Gio: Blaeu per 500 copie de’Fasti Senesi a 79 soldi L’uno;54

- acquisto libri da Bartolomeo Lupardi libraro il 4 luglio 1662;55

- Gio: Andrea Magnelli Libraro […] dodici tomi di libri in folio scudi trenta;56

- Conto dei libri per servitio del Em.mo R.mo Sig. Card. Chigi sottoscritto da Gregorius Andreoli

Libraro;57

- Historia del Concilio di Trento del Soaue acquistato da Gregorio Andreoli nel 1664;58

- Theatrum vita Umana ult.ma edit.ne;59

- Hieronimi Cardani de Utilitate;60

- Annales Ecclesiaticiij Baronij to.12 fol. 35 scudi;61

- Conto di Libri che erano di Mons. Bagli comprati da mons. Biagio libraro per serv.o della

Libreria dell’Emin.mo Chigi, datato 12 giugno 1664;62

- Acquisti fatti da Giovanni Crozier libraro francese nel 1670;63

- Acquisti fatti da Gia.mo Vecchi libraro in Parione alla croce d’oro, datato 16 gennaio 1690.64

53 BAV, AC.8802.

54BAV, AC.8801, f.1r. Si tratta de’ Fasti senenses ab Academia Intronatorum editi. Edizione pubblicata tra il 1660

e 1669 a Roma e corrisponde alle collocazioni BAV Stamp.Chig.I.700 e Stamp.Chig.II.324.

55 BAV, AC.8801, f.5r. 56 BAV, AC.8801, f.7r. 57 BAV, AC.8801, f.8r.

58 BAV, AC.8801, f.19v. Si tratta de Historia del Concilio Tridentino di Paolo Sarpi. Potrebbe trattarsi

dell’edizione del 1629 e corrisponde alla collocazione BAV Stamp.Chig.IV.182.

59 BAV, AC.8801, f.22v. Si tratta de Magnum theatrum vitae humanae di Laurens Beyerlinck. Potrebbe trattarsi

dell’editio nouissima, singulari cura recognita pubblicata a Lione tra il 1665 e 1666 da Jean-Antoine Huguetan e Marc-Antoine Ravaud. Non risultano esemplari di quest’opera all’interno del Fondo Chigi della Biblioteca Apostolica Vaticana.

60 BAV, AC.8801, f.29r. Si tratta del De utilitate ex adversis capienda libri IV di Girolamo Cardano. Potrebbe

trattarsi dell’edizione pubblicata a Franeker nel 1648 da Idzard Albertsz e corrisponde alla collocazione BAV Stamp.Chig.V.1166.

61 BAV, AC.8801, f.39r. Si tratta degli Annales ecclesiastici di Cesare Baronio. Potrebbe trattarsi dell’edizione

pubblicata a Roma tra il 1588 e il 1607 dalla Tipografia Vaticana e corrisponde alla collocazione BAV Stamp.Chig.I.522 (1-12).

62 BAV, AC.8801, f.39r. 63 BAV, AC.8801, f.71r. 64 BAV, AC.8801, f.151r.

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La vastità culturale della collezione è ricostruibile grazie all’Index redatto dal bibliotecario cremonese Giovanni Battista Cerioli. Si riporta di seguito la trascrizione facsimilare del frontespizio manoscritto:

INDEX / LIBRORUM IN BIBLIOTHECA / EMINENT.MI / Principis Cardinalis / CHISII

/ EXISTENSIUM / IN QUO / Alphabeti ordine Scriptorum / Nomina, Cognomina, ac Rerum, de / quibus agitur Materiae diferuntur / Opera et studium / Ioannis BAPTAE CERIOLI CREMONENSIS / Anno 1665.65

L’imponente manoscritto (43x28 cm) presenta una legatura rigida in pergamena recante sul piatto anteriore lo stemma cardinalizio di Flavio Chigi impresso in oro; sul dorso sono presenti i monti con la stella e la rovere, mentre i tagli sono colorati di rosso. L’Index è composto da 295 cc., segue un ordinamento alfabetico per nome e cognome dell’autore e reca i rispettivi rimandi. Da una prima analisi di questo catalogo risulta possibile affermare che le edizioni sono state impresse in tempi molto vicini alla data della sua compilazione,66 a riprova

che vi era da parte del giovane cardinale un costante rifornimento di nuove tirature.

Un’altra importante acquisizione libraria risulta essere avvenuta nel 1664. In occasione della missione diplomatica svolta in Francia presso il re Luigi XIV,67 Flavio ricevette in dono dal re di Francia alcuni volumi:

65 BAV, Ms. Chig.T.III.13.

66 Dallo studio condotto dalla Commare, emerge che nel Fondo Chigi risultano 1877 opere pubblicate solo a Roma

tra il 1600 e il 1699. Cfr. CECILIA GIOVANNA COMMARE, Testimonianze di un’editoria protoindustriale nella Roma

del Seicento: i librai e le edizioni da loro promosse nel Fondo Chigi della Biblioteca Apostolica Vaticana, in Studi in onore del Cardinale Raffaele Farina, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2013, pp.193-250.

67 Il 20 agosto del 1662 tra la guardia pontificia e alcune persone del seguito dell’ambasciatore di Francia, il duca

di Créqui, vi fu uno scontro degenerato in un vero e proprio assedio del palazzo Farnese. L'incidente, certamente grave, portò il pontefice a nominare una commissione d'inchiesta per decidere come comportarsi con la Francia. Lo stesso Flavio, il 26 agosto, presentò le prime scuse all’ambasciatore francese. Questi, però, abbandonò Roma con la famiglia, provocando una vera e propria rottura fra la Francia e la Santa Sede. Luigi XIV iniziò una vera e propria azione diplomatica per mettere in difficoltà il pontefice. Il 12 febbraio del 1664, a Pisa, fu stipulato l'accordo secondo il quale il fratello del papa, Mario, fu costretto ad ammettere colpe mai avute e Flavio dovette recarsi come legato pontificio presso la corte di Parigi, per presentare le scuse di Alessandro VII al Re Sole. Durante questa missione dimostrò di possedere doti diplomatiche che gli permisero di ricevere tutti gli onori che spettavano ad un personaggio di tale spessore. Cfr.E.STUMPO, Chigi, Flavio, cit., pp.747-751.

50

[…] Le cardinal a une bibliotèque qui n’est pas encore fort nombreuse, mais qui commence très bien par le choix des bonnes éditions et de quelques manuscrits qu’on y trouve. On n’a pas manqué d’y mettre les présent de livres de l’édition du Louvre que le Roy luy donnès […].68

Alla morte del cardinale Chigi, avvenuta il 13 settembre del 1693, le intere collezioni d’arte e la preziosa biblioteca vennero trasferiti al palazzo Chigi di Piazza Colonna, residenza del cugino ed erede Agostino.69 A tale momento si deve la sistemazione della biblioteca Chigiana al piano attico del palazzo, dove fu eretto il vaso adatto a raccogliere la ricca biblioteca dei SS. Apostoli.

La sala (14.5x8.55 m), denominata successivamente «salone alessandrino», era localizzata nell’ala nord-ovest di Palazzo Chigi – all’angolo fra via dell’Impresa e vicolo dello Sdrucciolo – e fu terminata solo nel 1695. Una volta completati i lavori murari, fu realizzata la maestosa libreria in noce massello su disegno dell’architetto Giovan Battista Contini, che impose alla sala un ritmo austero scandito dalle colonne lignee: un notevole esempio di ebanistica seicentesca.70

Così realizzata, la sala poteva contenere l’ingente quantità di libri, la cui dimensione viene confermata dall’ «Inventario della Libraria dell’Em.mo Sig. Cardinale Flavio Chigi»71 che conta circa 8600 opere a stampa e 2655 codici manoscritti. L’inventario, redatto sicuramente da una mano esperta, può considerarsi un vero e proprio catalogo: sono indicati il nome dell’autore, il titolo dell’opera, il luogo e l’anno di stampa, il formato, il numero di tomi e la segnatura. Probabilmente nell’aprile del 1697 si erano conclusi anche i lavori di ordinamento dei libri, come si evince da un mandato di pagamento di 150 scudi intestato a Tommaso di Giulio, già custode della biblioteca del cardinale Flavio e successivamente passato al servizio del principe Agostino. Il documento, datato 18 luglio 1697, riporta:

68 […] Il cardinale ha una biblioteca che non e ancora molto fornita, ma che è nata molto bene con una scelta di

buone edizioni e alcuni manoscritti. Non ha mancato di aggiungere i volumi dell’edizione del Louvre, regalatagli dal Re. […]. Cfr. Specchio di Roma barocca. Una guida inedita del XVII secolo, a cura di Joseph Connors-Louise Rice, Roma, Edizioni dell’Elefante, 1990, pp. 107-109.

69 Cfr. RENATO LEFEVRE, La «libraria» secentesca del cardinal Flavio Chigi, in «Strenna dei Romanisti. Natale

di Roma», 1983, 44, pp. 263-275.

70 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, La Biblioteca Chigiana. Palazzo Chigi, 2009, pp. 9-21.

71 ASR, Fondo Notai A.C.3248, ff.682-841. Lefevre reca erroneamente il riferimento archivistico alla busta 3242

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quali gli facciamo porgere per sua recognitione di havere assistito nel disporre li libri della gloriosa memoria del signor cardinale Flavio Chigi, trasportati nel nostro palazzo a piazza Colonna, e per il servitio in detta libraria dalli 14 settembre 1693 a tutto aprile prossimo passato.72

Da allora la Chigiana ha costituito una delle maggiori attrattive dell’edificio: tante, infatti, le testimonianze di bibliotecari ed eruditi che hanno frequentato nel corso dei secoli la biblioteca. Un’attenta descrizione della biblioteca Chigiana a Piazza Colonna viene fornita dall’abate Carlo Bartolomeo Piazza già nel 1698:

Non contento per istinto d’animo generoso, e letterario d’hauer Alessandro VII. Fondato a publico benefizio, e commodo la magnifica Biblioteca dentro lo Studio della Sapienza, chiamata, come si è detto, dal suo nome, Alessandrina; vn’altra poco meno splendida, e sontuosa; si fece con grandi industrie, e spesa del Palazzo del Precipe D. Agostino Chigi à Piazza Colonna, dalla cui ampia, e bene intesa Fabrica, ben si può raccogliere, essendo da ogni parte ripiena, e potendosi per eleganti, & ingegnose Scale Segrete, e Ringhiere salire a valersene; quanta sia la copia de’Manoscritti-Volumi in ogni sorte di Professione, Scienze, & Arti, con esquisite per lo più legature, in modo che è nel numero de’Libri, e nella rarità de gli Autori; e nella singolarità de Manoscritti, massimamente spettanti alle materie Ecclesiastiche, e del gouerno della Chiesa passate per le mani di quel saggio, & eloquente Pontefice, e d’altri Antecessori, e per la polizia, con cui vien tenuta; e per la singolar cortesia, con cui vien esposta, con vn Bibliotecario à ciò destinato con assegnata prouisione, può giustamente paragonarsi alle più celebri di Roma. E ciò che dà il compimento à così nobil Libreria, e risueglia la curiosità delle persone erudite, e letterarie, è, oltre gli altri pregi di Statue, e Pitture, è vn nobile Studio di Medaglie, Medaglioni antichi di molta rarità.

Tra le altre cose segnate in essa, sono diversi preziosi Manoscritti altri tutti di mano del medesimo Alessandro VII in diuerse materie; altri da esso con erudite osservazioni postillati. Varij istromenti autentici sopra diuersi affari, che ben dimostrano la grande attenzione, & amore alle lettere di quel Pontefice. Euui un Diario pure autentico, e curioso, delle cose fatte da Sisto V. auuanti il suo Pontificato. Molti Volumi di lettere di Alessandro ne suoi governi, e Nunziature, e molti spettanti la Istoria Gianseniana. Rarissimo pure, & insigne vn Codice Greco di sopra ottocent’anni, che contiene i quattro Profeti Maggiori; & vn breue Commentario sopra il sogno di Nabucc donosor, composto sa S. Ippolito Vescouo di Porto, di cui fa menzione Eufebio, e dopo di esso San Girolamo: e pare, come osseua il P. Mabillon, che sia stato cauato dall’Hesapli d’Origene: di cui vn simile stà nella Vaticana. Vn Codice Latino, vno trà i molti, che contiene gli Atti del Concilio Calcedonense, emendati da gli originali Latini, e Greci da Rustico. E di più vi è il

72 Il documento è in BAV, A.C.1007, f.117. Giù pubblicato inR.LEFEVRE, La «libraria» secentesca del cardinal

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Concilio Romano sotto Martino; & il Concilio Sesto Vniuersale. La Bibbia famosa Polyglotta stampata a Parigi, e nobilmente legata.

Aggiunge grande splendore, e splendidezza à questa Libreria, Palazzo, e Famiglia, l’accrescimento della celebre Biblioteca del Cardinale Flauio Chigi di chiara memmoria, fornita d’Autori d’ogni studio di Lettere, e scelta delle migliori impressioni, col Museo delle curiosità naturali, peregrine, & antiche; degne dell’erudita curiosità de Virtuosi vaghi delle più rare notizie della venerabile antichità.73

3.3 Vincenzo Preti e Giovanni Uterlusci: un inquisitore e un