Il Fondo Chigi della Biblioteca Universitaria Alessandrina
4.5 Riflessioni conclusive
Il risultato ultimo di questa ricerca ha portato all’individuazione e catalogazione di 393 opere divise in 530 volumi. Il comune denominatore tra gli esemplari presi in esame è stato la presenza di una nota manoscritta che permettesse di ricostruire idealmente quanto è stato donato alla Biblioteca Alessandrina ad opera e per volontà dei membri della famiglia Chigi.
La ricorrenza delle note riconducibili ai protagonisti delle vicende può essere così sintetizzata:
POSSESSORI O PROVENIENZE N. VOLUMI
Flavio Chigi
(doppioni Biblioteca Chigiana) 51
Alessandro VII
(doppioni Biblioteca Vaticana) 285
Alessandro VII - Vincenzo Preti 144
Alessandro VII - Giovanni Uterlusci 50
Totale 530
76 Questa nota confermerebbe l’ipotesi che il possessore dei libri sia appunto Giovanni Uterlusci, contrariamente
da quanto sostenuto da Rita che invece parla di ‘fratelli Uterlusci’. Cfr. G. RITA,La Biblioteca Alessandrina di Roma (1658-1988). cit., p. 33.
77 Si segnala la presenza di un esemplare Uterlusci presso la Biblioteca di Palazzo Falson a Malta. Si tratta di
un’opera di Justus Lipsius dal titolo Poliorceticon siue De machinis. Tormentis. Telis. Libri quinque, Anversa, ex Officina Plantiniana, apud Ioannem Moretum, 1605. Sul frontespizio è presente la nota manoscritta “Ex Bibliot.
Jo. Uterlusci dono data ab Alex. Vij P. M.” e il timbro arabescato della Biblioteca Alessandrina. La presenza del
timbro daterebbe la cessione/vendita dell’esemplare dopo il 1770, anno in cui il bibliotecario Nicola De Romanis «aveva bollato 23.503 esemplari con un piccolo emblema arabescato» a causa degli innumerevoli furti verificatisi in Alessandrina nella prima metà del XVIII secolo. Cfr.G.RITA, La Biblioteca Alessandrina di Roma (1658-1988),
cit., p. 76. Cfr. ASR, fondo Università, b. 203, f. 408. La versione digitalizzata dell’esemplare è consultabile al link https://www.vhmml.org/readingRoom/view/132744
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Per quanto riguarda i doppioni provenienti dalla Chigiana, mancherebbero all’appello 33 volumi rispetto a quelli contati negli inventari; in riferimento ai doppioni della Biblioteca Vaticana 168 volumi; per Preti 468 e per Uterlusci 456.
Le mancanze potrebbero essere dovute a diversi fattori. Ad esempio, è probabile che alcuni di questi volumi siano stati a loro volta ceduti in qualità di doppio, o che siano stati venduti per l’acquisto di altri libri. Non sono da escludere, ovviamente, eventuali furti e perdite verificatisi nel corso dei secoli, anche a causa del trasferimento della biblioteca – avvenuto negli anni Trenta del Novecento – dal Complesso di S. Ivo alla Sapienza alla Cittadella Universitaria a Piazzale Aldo Moro.
È anche vero che i volumi non risultano dalla ricerca effettuata nell’OPAC dell’Alessandrina perché durante l’immissione dei dati in SBN, avvenuta in occasione di precedenti catalogazioni, come si è già detto, non sempre è stata segnalata dai catalogatori la presenza di eventuali note di possesso e di provenienza.
Infatti durante l’attività di schedatura sono stati rinvenuti ulteriori esemplari rilegati insieme a quello che era emerso in fase di ricerca. Oppure si è verificato il caso di esemplari che, per significative legature o altre caratteristiche, sono stati individuati da me durante le fasi di ricognizione nei magazzini.
Una ricerca senza riferimenti all’interno di un fondo librario che conta circa 40.000 volumi antichi a stampa risulterebbe davvero troppo ostica. Per poter implementare il lavoro avviato qui, sarebbe opportuno partire dagli inventari, individuare le edizioni, effettuare una ricerca mirata nel catalogo dell’Alessandrina e prelevare singolarmente ciascun esemplare per verificare l’effettiva presenza delle note di possesso o di provenienza. Tuttavia, è bene considerare che un’operazione di questa portata richiederebbe un consistente sforzo di risorse e la creazione di un gruppo di lavoro dedicato.
Le edizioni del ‘Fondo Chigi’ coprono un arco cronologico che va dal 1509 al 1664. C’è da considerare che la più alta percentuale è rappresentata dalle edizioni del XVII secolo – pari al 67,6% del totale – mentre le edizioni del XVI si attestano al 32%; esulano da questo calcolo soltanto due edizioni prive di data di pubblicazione.78
Risulta interessante anche il dato relativo ai paesi di pubblicazione dei volumi. Questo permette di poter comprendere in maniera significativa quali fossero le peculiarità della
78 Si tratta di Johann Host von Romberch, Informatio clara atque perfecta, Colonia, [s.n.], [s.d] e di Philippe de la
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circolazione libraria nella Roma del Seicento, considerando che questo fondo rappresenta l’unione di nuclei bibliografici formatisi in differenti contesti.
PAESI DI PUBBLICAZIONE VOLUMI %
Italia 55.2 Francia 19.9 Germania 5.8 Svizzera 5.1 Belgio 4.6 Olanda 2.6 Spagna 0.9 Gran Bretagna 0.4
È evidente che il numero più significativo è rappresentato dalle edizioni italiane: molte sono quelle romane, seguite dalle veneziane, dalle bolognesi e dalle napoletane.
CITTÀ VOLUMI % Roma 27.6 Venezia 12.2 Napoli 3.8 Genova 1.8 Brescia 0.9 Torino 0.6 Milano 0.6 Cremona 0.6 Bologna 4.1 Firenze 0.4 Verona 0.3 Udine 0.3 Treviso 0.3 Piacenza 0.3
76 Parma 0.3 Messina 0.3 Macerata 0.3 Ferrara 0.3 Urbino 0.1 Tortona 0.1 Pisa 0.1 Pesaro 0.1 Perugia 0.1 Palermo 0.1 Padova 0.1 Bracciano 0.1
Un ultimo significativo dato è quello desumibile dall’applicazione della Classificazione Decimale Dewey. Questa ha permesso di individuare gli argomenti trattati da ciascuna opera al fine di inquadrare i generi e le materie che Alessandro VII aveva selezionato per la biblioteca dello Studium Urbis. La scelta di classificare le opere per ambito disciplinare ha reso possibile valutare l’impronta culturale che il papa Chigi desiderava per l’élite intellettuale, una scelta che non sembra casuale per i movimenti culturali della Roma barocca.
CLASSE VOLUMI % 000 - Generalità 0 100 - Filosofia e Psicologia 17 200 - Religione 39.9 300 - Diritto 11.2 400 - Grammatica 2.9
500 - Scienze naturali e matematiche 4.1
600 - Scienze applicate 2.6
700 - Le arti, belle arti e arti decorative 0.4
800 - Letteratura 7.9
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Ancora numerosi sono i quesiti a cui questo lavoro non può rispondere in modo esaustivo. I dati finora raccolti rappresentano un tassello che va ad integrare gli studi pregressi sulla storia della Biblioteca Universitaria Alessandrina e dei suoi fondi, tuttavia appare sempre più forte l’esigenza di avere informazioni precise per contestualizzare fenomeni qui affrontati quali la circolazione, i modi d’uso e il consumo dei libri, indispensabili strumenti del sapere.
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