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Il Carlo della tradizione

Nel documento DON BOSCO (pagine 130-137)

Don Desramaut ha fatto, a nostro avviso, lavoro soprattutto di critica

1. Il Carlo della tradizione

La più antica relazione diretta al gran pubblico è del

1881

ed è dovuta a Carlo d'Espiney, dottore nizzardo, in gran dimestichezza coi Salesiani stabi- litisi a Nizza nel 1875, ammiratore devoto di Don Bosco, al quale prestò più di una volta le sue premure di medico ( 7 .

I1

Dom Bosco del d'Espiney è un profilo aneddutico: brevi episodi scritti con stile scorrevole (6). Da alcune annotazioni di Don Michele Rua a una let- tera del d'Espiney si ricava che a Torino, dove il dottore aveva inviato il pro- prio manoscritto, si desiderava una maggiore precisione storica e, praticamente, si auspicava una rifusione del lavoro (').

I1

d'Espiney richiese il manoscritto, forse lo ritoccò in qualche parte e un anno dopo lo consegnò alle stampe.

( 5 ) Charlcs d'Espiney morì a Nizaa il 13 aprile 1891. Necrologia in Bulletin rolésien,

13 (1891), p. 92-94.

I1 d'Espincy è citato anche a proposito del Gngio, il cane che aiutò più volte D. Bosco in circostanze critiche. Bollettino sal., 6 (1882), p. 13; Bulletin sal., 4 (1882), p. 55.

( 6 ) D'ESPINEY, Dom Bosco, Nice, typographie et lithographie Malvano-Mignon

. . .

,

1881.

(7) Tr&s-bien. I1 faudra ccpendant le modifier [le manuscritl en quelque endmit:

1. quelque inexactitude chronologique; 2. supprimer quelque chose non pas à propos dans ces temps . . . ». Annotazione alla lettera del d%spiney, Nice, 15 juillet 1880. AS 123 d'Espiney.

I1 d'Espiney d'altronde non si sentiva sicuro appunto per il periodo in cui collocò l'episodio di Cado: « Les faits m'ont été racontbs avec tant de variantes, que je crains bien des incxactitudesn. A D. [Rua], Nice, 21 jnin 1880.

L'episodio del giovane risuscitato chiude la biografia. I1 d'Espiney lo inti- tolò: « Lève-toi »: parole che ricordano quelle di Gesù a1 figlio della vedova di Naim. L'episodio è collocato a Roma. Don Bosco sarebbe accorso da Fi.

renze.

I1

fatto nel suo complesso, come vedremo, è narrato in termini tali, da concentrare l'attenzione sulla sua natura miracolosa

('1.

A Don Bosco dispiacque questa indesiderata pubblicità. Da una lettera del salesiano Don Luigi Cartier, che fu dirertore a Nizza dal 1886 al 1902, apprendiamo che il Santo non mancò di lamentarsene col d'Espiney, pur non negando che il fatto fosse accaduto ed eludendo le pressanti domande che questi gli rivolse per fargli confessare che aveva risuscitato un morto ( 9 ) .

L'atteggiamento

di

Don Bosco spiegherebbe come mai negli ambienti uffi- ciali salesiani la biografia del d'Espiney non abbia avuto sulle prime un'acco- glienza del tutto cordiale

I1

Bollettzno salesilmo dedicò esplicite presentazioni al Don Borco di Albert du Boys, pubblicato a Parigi nel 1883 e nominò appena incidentalmente il lavoro del medico nizzardo(lO). Eppure la biografia non mancò di avere il suo piccolo successo. Nel 1882 comparvero la seconda e la terza ristampa, nelle quali il fatto di Carlo rimase immutato ('l).

Forse erano ispirati al d'Espiney i versi estemporanei di un seminarista di Saint-Sulpice a Parigi: « Don Bosco, nous dit-on, a fait de grands miracles,

-

Ressuscité des morts, et rendu des oracles

.

,

.

»("). Certamente

il

Dom Borco giovò ad alimentare i1 clima di simpatia e venerazione che circondò Don Bosco in Francia specialmente nel 1883.

Nel 1883 comparve a Nizza una nuova edizione, rielaborata ed accre- sciuta, liberata dall'episodio di Carlo (O).

L'ingresso ufficiale nel mondo salesiano si ebbe nel 1888, quando apparve la decima edizione, totalmente rifusa ed ampiamente arricchita. Nel sottotitolo si notava espressamente: « approuvé par les Salésiens » (").

Don Cartier sul Bullettn salésien ne presentava le credenziali: « Les rela-

(8) Cf. All. I. - I1 racconto di Carlo con le medesime circostanze del d'Espiney passò a M. SPINOLA, Don BOSCO y su obra por e1 obispo de Mila..

. ,

Barceilona 1884, p. 47 s, che commentò: «Tales milagros y otros que seria larga tarea narrar, demuestran qoe D. Bosco es un verdadero taumaturgo*.

( q ) All. 11,

(lD) A. DU BOYS, Don Bosco et la Pieuse Société des Salésiens, Paris, Jules Gervais 1883. L'anno successivo comparve la traduzione italiana (S. Benigno Canavcse, tip. e libr.

Salesiana), ch'ebbe l'anno stesso altre edizioni.

Le rispettive presentazioni sono sul Bulletin ralésien, 6 (1884) p. 64; 83s; Bollettino salesiano, 8 (1884) p. 119 S.

I1 Bulletin fa un cenno riguardoso anche al d'Espiney, il cui intento era stato n di mettere in luce I'intervento prodigioso della bontà onnipotente di M. Ausiliatrice » (p. 64).

("1 Nice, Malvano.Mignon.

('9

Bulletin salkien, 53 (1931) p. 167 s; MB 16, p. 172 nota.

(l3) C. D'ESPINEY, Dom BOSCO.

. .

Louée soit Notre-Dame Auxiliatrice

-

Nouvelle édition, Nice, Impr. et Libr. du P~tronage St.-Pietre, 1883.

('4) C. D'ESPINEY, Dom BOSCO.. . dixidme érlition entièrement refondue et enrichie d'un grand nombre de jaits inédits. Ouvrage approuué par le8 Sal6,riens et orné du por- trait

.

. .

,

Nice, Impr. ed Libr. du Patronage St,-Pierre 1888. La prima segnalazione sul

tions constantes et d'un ordre intime que M. d'Espiney eut toujours avec Don Bosco lui-meme, Don Rua, sou Vicaire et maintenant son successeur, Don Durando et tout le Chapitre Sup6rieur de Turin, comme avec le Patronage St.-Pierre

i

Nice, dounent

i

son récit un genre d'autorité qui est une garantie pour le lecteur (li).

Nella nuova edizione i fatti sono. ordinati cronologicamente. La risurre- zione di Carlo ormai non vi figura più.

*

b

*

La tradizione del fatto doveva essere affidata ad un documento assai più autorevole, su cui si sarebbe basata la tradizione posteriore: le Memorie bio- grafiche di Don Bosco scritte dal salesiano Don Giovanni Battista Lemoyne (1839-1916).

La risurrezione di Carlo vi è narrata con molteplici particolari nel volume terzo, apparso nel 1903 (l6). La redazione delle MB, apparentemente unitaria, è in realtà frutto di continui ritocchi e soprattutto di accrescimenti, che oggi è possibile in gran parte ricostruire e valutare.

Don Lemoyne dichiara ch'egli senti narrare l'episodio da Don Bosco stesso nel collegio salesiano di Borgo S. Martino nel 1882 (l7).

Forse a q u e s t o racconto di Borgo

-

e a un altro anteriore, riferito da Don Giulio Barheris in una << Cronichetta D del 1876 - s'ispira sostanzialmente la redazione che Don Lemoyne affidò, ancora vivente Don Bosco, al terzo volu- me di Documenti per scrivere la storia d i Don Giovanni Bosco, dell'oratorio di S. Francesco

di

Sales e della Congregazioize salesiana (ls).

Dall'esame dell'intero volume non ci è sembrato che si possa ricavare qualche elemento che aiuti a stabilire esattamente il tempo in cui il Lemoyne Bollettino è tra gli annunzi. bibliografici del novembre (p. 4). La prima versione italiana sull'undicesima edizione francese apparve a Genova, S. Pier d'Arena, 1890. Seguirono numerose ristampe, edizioni e traduzioni in altre lingue.

(l5) Bulletin salésien, 10 (1888) p. 97.

('6) Memorie biografiche d i don Giouanni Bosco raccolte dal sac. salesiano Giovanni Batt. Lemoyne, ediz. extra-commerciale, volume 111. S. Benigno Canavese, Scuola tipografica e libreria salesiana, 1903, pp. 495-500.

(1') MB 500114.23. Don Lemoyne entrò all'oratorio già sacerdote il 18 ottobre 1864.

Ciò che egli afferma è riesposto da Don Eugenio 'Ceria nel volume in cui sono narrati gli avvenimenti del 1882. L'episodio è collocato nel luglio, tempo in cui Don Bosco si recò a Borgo per la festa di S. Luigi Gonzaga (MB 15, p. 572).

(l8) Cf. Ali. 2 e Ali. 13. Materialmente questi Documenti si presentano come grossi volumi dalla copertina in tela nera, recanti, stampati in oro, sul dorso in alto la numera- zione progressiva in cifre romane, al centro un'effigie di Maria Ausiliatrice, in basso, gli anni di cui tratta ciascun volume. I volumi constano di fogli bianchi, spessi, che portano incollate lunghe liste di carta sulle quali sono stampati il racconto elaborato da Don Lemoyne e documenti propriamente detti, riprodotti dagli originali manoscritti e stampati, o da copie di varia natura; non rari sono anche ritagli di giornali o di altre stampe, incollati o inseriti nei volumi.

Ogni pagina perciò ha una colonna di stampato ed una bianca, sulla quale Don Lemoyne fece aggiunte o correzioni. La rilegatura è posteriore al lavoro d'incollatura e d'inserzione di stampati vari. La numerazione delle pagine venne fatta per ultima.

abbia compilato l'episodio di Carlo. Insufficiente è, ad esempio, per il nostro scopo, la nota biografica sul canonico Ortalda, fondatore a Torino delle Scuole apostoliche, morto nel

1881

(l9). Ma da una lettera a mons. Giovanni Cagliero in data 7 dicemhre (1885 o 1886) apprendiamo che Don Lemoyne in quel tempo aveva già pronti duecento e più capitoli riguardanti la vita di Don Bosco fino al 1859 ed aveva anche ordinata e scritta la materia fino al 1865 (m). Ah- hiamo pertanto un buon indizio per supporre che prima del dicemhre 1886 Don Lemoyne aveva già composta la narrazione del giovane risuscitato.

L'esame dei Documenti ci permetterà di valutare meglio il lavoro redazio- nale che portò al testo delle MB.

L'episodio è collocato nel 1847.

I1

miracolato è descritto in termini su&- cientemente indicativi. Sulle MB le circostanze più trasparenti vengono eliminate:

Doc 111, 169 MB, 495122.26

<< Un giovanetto sui quindici anni che Un giovanetto sui quindici anni, chia- era solito frequentare l'Oratorio di

D.

mato Carlo, che era solito a frequentare Bosco, cadde nel 1847 gravemente am- l'oratorio di S. Francesco di Sales, cadde malato ed in poco tempo trovossi agli nel 1849 gravemente ammalato, e in po- estremi di sua vita. Abitava nella trar- co tempo trovossi agli estremi di sua toria del Gelso Bianco posto sull'angolo vita. Abitava in una trattoria ed era delle vie Carmine e Quartieri ed era fi- figlio dell'alhergatore ».

glio dell'albergatore P.

La parte che nei Documentt è destinata alle aggiunte marginali porta solo tre note di mano di Don Lemoyne. Esse passarono con lievi ritocchi alle MB.

Indicheremo tali aggiunte i n carattere corsivo.

t Doc.

111,

169 MB, 49612.3

Un giorno e mezzo dopo egli mo- « U n giorno e mezzo dopo egli moriva riva, manzfestando d deside~to di par. domandando spesso di parlare con

D.

lare con D. Bosco ». Bosco ».

MB, 49619-10

. . .

incontrò un cameriere, e tosto gli <<

. .

.incontrò nel primo un cameriere a domandò notizie del giovane, ma questi cui tosto domandò notizie dell'infermo:

-

gli rispose dicendo: Troppo tardz'

E . . .l».

Troppo tardi è venuto, gli rispose

I . . .l».

MB,

49717-9

a

. . .

se sapesse

I .

.

.l E'

DZO che l'ha

.

.se sapesse

I. . .l

È Dio che l'ha

mandato D. mandato

. . .

».

Diversamente da quanto si sente talora affermare (2'), Don Lemoyne non solo non distrusse (e nemmeno disperse) i documenti originali di cui si serviva per comporre'la biografia di Don Bosco, ma neppure distrusse la copia ch'egli

('9) Doc. 111, p. 287 S.

(a) Riportata da DESRAMAUT, p. 59, n. 11.

(2') CERIA, MB 15, p. 11; DESBAMAUT, p. 62.

spesso ne trasse e la minuta dell'elaborato che ricavò dai Documentz per la ste- sura definitiva delle MB In).

Qualcosa

di

questa minuta ci fu ancora conservata e ci manifesta suffi- cientemente il metodo annalistico del biografo, che ordinava le notizie crono- logicamente, le scriveva quasi sempre in fogli distinti, di formato protocollo, notando in alto, a matita blu, l'anno; oppure, se era incerto, il gruppo di anni, esso ormai si conserva mezzo foglio, originariamente formato protocollo, da cui fu strappata la metà inferiore. bergatore. l'Albergatore. nitori ad invitarlo a con- Visto il pericolo il me- Vistolo in pericolo, il fessarsi, e questi dolen-

Don Lemoyne ritornò sull'episodio di Carlo (molto probabilmente prima di comporre la minuta per le MB) nel volume XLIII dei Documerztz, avente sul dorso i1 titolo: Aggtunta dal

1815

al 1842, ma che in realtà contienc appunti e documentazione riguardanti anche gli anni successivi fino

al

1882 e che fu compilato a quanto sembra nel 1891.92 sulla scorta di appunti di Don Gio- vanni Bonetti (").

Riguardo a Carlo troviamo anzitutto riespresso in dialetto piemontese il dialogo tra Don Bosco ed il servitore, che sulla porta del Gelso Bianco comu-

La composizione manoscritta di Don Lemoyne dovette progredire durante I'anno prece- dente; col procedere delle pagine, si trovano citati documenti di data successiva: 18 febbraio (p. 91); 14 marzo (p. 146); 18 marzo e 9 ottobre (p. 356); 2 dicembre (p. 371); 22 febbraio 1891 (D. 432). Ad ogni modo, la compilazione definitiva, anche se portata al 1892 non . arreca alcuna ripercussione di rilievo su quanto diremo.

(24) Cf All. 3 e All. 14.

(25) MB 49619.16.

di esclamazioni che Don Lemoyne aveva notato in parte su Docunzentt

I11

ed in parte attinse da fonti che presto

Un'altra serie di aggiunte riguarda la tradizione del fatto e le garanzie circa la sua veridicità: prime risonanze tra i giovani dellJOratorio, attestazione di un Fratello delle Scuole Cristiane, esposizione del fatto dovuta a Don Bosco stesso, nominatamente a Borgo

S.

Martino nel 1882, dove Don Lemoyne fu testimone auricolare.

Questi particolari passarono tutti alle MB (=). Da essi si ricava più vigile in Don Lemoyne i'esigenza di documentarsi quanto meglio era possibile, chie- dendo i'appoggio ali'autorità di vari testimoni. A questo tipo d i documenta- zione poté provvedere anche grazie ad un nuovo evento: il processo diocesano informativo per la heritificazione di Don Bosco, aperto nel 1891.

La risurrezione di Carlo venne rievocata da due laici: Pietro Enria, coa- diutore salesiano, e Giovanni Bisio, ex alunno deil'oratorio. Dal modo come essi si esprimono si ricava che, diversamente da altri testi, sono autonomi dai Documenti di Don L e m ~ y n e ( ~ ) : pur coincidendo nella sostanza del fatto, en- trambi hanno terminologia propria e circostanze che Don Lemoyne dovette ri- scontrare facilmente in contraddizione con quanto egli aveva conosciuto ed aveva scritto.

Enria sembrava porre l'evento addirittura all'Oratorio, quasi si trattasse di un giovane interno, degente nell'infermeria: <<Don Bosco andò nell'inferme- ria per vederlo »("). Abbaglio ch'è in qualche modo spiegabile. Come nota lo stesso Don Lemoyne sulle MB, Enria fu uno dei giovani ch'ebbe la famiglia devastata dal colera nel 1854 e solo quell'anno fece il suo ingresso all'ora- torio (3'). Modesto artigiano, divenne poi solerte infermiere a Valdocco e di Don Bosco anche altrove

0').

Secondo Giovanni Bisio il giovane si chiamava Luigi e neli'assenza di Don Bosco sarebbe morto senza sacramenti ("). Ma Bisio (è ancora Don Lemoyne a notarlo sulle MB) entrò all'oratorio nel 1864 (").

(n)

MB

497/15.

(29) MB 499 S.

(a) Non fu cosl invece per alcuni testi (Barberis, Berto, Lemoyne . . .). Cf. DESMMAUT,

D. 192-202.

(N) All. 5.

MB 499/8.

(3l) Nacque a S. Benigno Canavese il 20 giugno 1841; entrò aiI'Oratorio il 6 settembre 1854; mori il 21 giugno 1898 (Segreteria gsnerale del Consiglio Superiore dei Salesiani, schedario anagrafico dei confratdli defunti).

(3) All. 6.

i%

MB 49919.

Giovanni Bisio nacque a Capriata d'Orba il 23 aprile 1837 ed e n t d ali'oratorio il 2 agosto 1864 dopo aver fatto il servizio militare; quando depose al Processo informativo diocesano, il 26 e 27 marzo 1895, aveva 57 anni, dichiarava di essere negoziante, possi- dente e padre di famiglia. Cr. Processo diocesano per la beatificazione di D. Bosco, copia ms. presso I'AS ( h il testo ch'ebbe sottomano D. Lemoyne) 161.1/25. Dati anagrafici sul Bisio, nella cosiddetta Anagrafe dei giovani, AS 38, Torino

-

S. Franc. di Sales, Censi- mento dal 1847 al 1869. Mori a Piossasco (Torino) il 12 agosto 1905.

T a n t o Enria che Bisio sentirono il fatto da altri. Enria si rifà a diie antichi giovani delllOratorio, Giuseppe Buzzetti, ch'era però. già deceduto n e l 1 8 9 1 e Carlo Tomatis, cl1"era ancora in vita

(9.

Bisio asseri d'aver sentito il fatto d a << alcuni » dei primi oratoriani e da una certa Teresa Martano, anch'ella già defunta (9).

Le contraddizioni riguardavano circostanze non sostanziali. Don Lemoyne dovette rendersene conto e si servi, comunque, delle due relazioni. Ecco un raffronto tra le testimonianze di Bisio, Enria ed il testo delle MB che da esse dipende:

Bisio: MR, 49713-23

«avvicinatosi al suo letto,' gli scopri [ .

. .l

gli scoperse il volto. Quegli il volto

[....l

il giovane aperse gli oc- [.

. .l

apre gli occhi [ .

..l

e dice:

E.. .l

chi ed esclamò: Oh lei, D. Bosco! L'ho Oh! D. Bosco Oh! se sapesse! L'ho sospirato tanto! Ha fatto bene a venire . sospirato tanto! [.

. .l

ha fatto tanto. be- a vedermi e svegliarmi, perché ho fatto ne a venire e svegliarmi! E . .

.l

un sogno tanto brutto che mi ha molto No fatto un sogno che mi ha gran- spaventato. Mi pareva d'essere suli'orlo demente spaventato. Sognai di essere sul- d'una fornace; e vedeva tante brutte be- Porlo di un'immensa fornace e di fuggi- stie che mi volevano gettar dentro, ma r e da molti demoni che mi perseguita- vi era una signora che si oppose dicendo vano e volevano prendermi: e già sta- aspettate, non & ancora giudicato. E du- vano per avventarmisi addosso e preci- rò per molto tempo quella lotta quando pitarmi in quel fuoco, quando una si- lei D. Bosco mi ha svegliato ». gnora si frappone tra me e quelle brutte bestie, dicendo: Aspettate; non è ancor giudicato! Dopo alcun tempo d'angoscia udii la sua voce che mi chiamava e mi sono svegliato [.

. .l

a.

I n questo brano è trasparentissima la cura di non perdere nessun nuovo particolare. Nei Documenti

I11

Don Lemoyne aveva scritto semplicemente:

<< Sognai di fuggire da molti demoni che volevano prendermi e già stavano per avventarmisi addosso e precipitarmi nell'inferno, quando ho sentito lei a chiamarmi »("). Nelle MB non solo introduce la Signora », ma anche non desidera che si perda la circostanza delle «brutte bestie », senza che questa elimini i << demoni » già espliciti nei Documenti.

I1

racconto di Enria, assai breve, non offriva altre novità all'infuori di una espressione:

Enria: MB, 498111

Lo confesso, e poi gli disse:

-

Arri- « - Dunque a rivederci in paradiso! ».

vederci in Paradiso ed il giovane spirò n.

(35) Su1 B~zzetti e sul Tomatis cf. avanti, note 42, 50 e testo corrispondente.

(36) Nativa di Chieri; domestica dei conti Rademaltcr a Torino (MB, 2, pp. 171; 313).

(") Doc. 111, p. 170.

Le parole, poste in bocca a Don Bosco, ci manifestano che Don Lemoyne dipende dalla testimonianza di Enria ai Processi e non dalla relazione che questi s'era preparata privatamente per la deposizione. In questo documento il fatto si trova esposto con leggere varianti; tra l'altro Enria pone il saluto

« Arrivederci in paradiso » in bocca al giovane morente (").

Una redazione che non ci saremmo attesa come fonte delle MB è quella del d'Espiney.

Non sappiamo se Don Lemoyne sia stato al corrente delle riserve di Don Bosco sull'episodio di Carlo narrato dal dottore nizzardo. Nemmeno sap- piamo quale interpretazione il Lemoyne eventualmente abbia dato al desiderio di Don Bosco che non si parlasse della risurrezione di Carlo. Avrà pensato, anch'egli come il d'Espiney, che Don Bosco si sia espresso in quel modo per umiltà? Non sappiamo infine quando e come Don Lemoyne sia venuto a conoscenza del testo francese, di cui tuttavia non si ha traccia nella redazione dei Documenti.

Dal d'Espiney Don Lemoyne attinse il brano più sensazionale; quello che forse dovette dispiacere maggiormente a Don Bosco, in quanto poneva chiara e netta l'interpretazione miracolosa mediante circostanze che forse Don Bosco conosceva fantasiose, tanto quanto la collocazione deli'episodio a Roma e il violento stato d'impenitenza attribuito al giovane moribondo.

d'Espiney : MB, 496120-21; 28-32

« Lorsque dom Bosco entra dans sa « D . Bosco

1.. .l

fii subito condotto chambre, il le trouva inanimé sur sa nella camera mortuaria [ .

..l

E rivoltosi couche funèbre. a chi lo aveva introdotto, gli disse:

-

Ri-

-

Laissez-moi seul, dit'il, et lorsque tiratevi; lasciatemi solo.

-

Fatta quindi tout le monde fut sorti, il se mit en una breve, ma iervorosa preghiera, be- prière. Puis, d'une voix forte et avec nedisse, e chiamò due volte il giovane le ton du commandement, par trois fois in tono imperativo:

-

Carlo, Carlo, à1- il appela le mort: zati! - A quella voce il morto comin-

« Charles, Iève-toi! Charles, Iève-toi! ciò a muoversi D.

Charles, lève-toi ». Et voilà que Charles se Iève sur son stant D.

Notiamo anzitutto una variante di Don Lemoyne rispetto al d'Espiney.

Secondo questi Don Bosco avrebbe chiamato tre volte il morto; secondo Don Lemoyne, solo due volte. I1 mutamento è dovuto alla cura di accordare tra loro le relazioni. Fu Giovanni Bisio ad asserire che Don Bosco chiamò due volte il defunto, che nel suo caso

-

come dicemmo - è il giovane « Luigi ».

Al d'Espiney è dovuto anche il dialogo conclusivo tra Don Bosco e Carlo:

d'Espiney:

« Dom Bosco [ .

. .l

l'embrasse et lui dit: Mon fils, te voilà en état de grace;

le ciel est ouvert pour toi. Veux-tu y aller ou rester avec nous?

Je veux aller au ciel, répondit le jeune homme; et, à I'instant, il retomba ina- nimé D.

MB, 49817-13

« D . Bosco in fine gli disse:

-

Ora sei in grazia di Dio: il cielo è aperto per te. Vuoi andare lassù o rimanere qui con noi?

-

Desidero andare al cielo, rispose il giovane [ . .

.l

- E

il fanciullo lasciò cadere il capo sull'origliere, chiuse gli occhi, rimase im- mobile e si riaddormentò nel Signore D.

Confrontando la redazione delle MB col tesio primitivo di Documenti 111 si nota come quest'inclusione dal d'Espiney ha semplicemente nuociuto al- l'insieme del racconto. « Don Bosco

-

nota Don Lemoyne sulle MB

-

Confrontando la redazione delle MB col tesio primitivo di Documenti 111 si nota come quest'inclusione dal d'Espiney ha semplicemente nuociuto al- l'insieme del racconto. « Don Bosco

-

nota Don Lemoyne sulle MB

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Nel documento DON BOSCO (pagine 130-137)