Caro Silvio,
ti scrivo questa lettera per mantenere sempre più vigoroso un rapporto di amicizia iniziato tempo addietro e, proprio da te, voluto costante nel tempo anche se, in verità, non mi hai mai concesso di chiamarti “Papi”.
Ricordo ancora quando, nella tua prima grande scadenza elettorale, mi inviasti la lettera autografata con tante false promesse mai mantenute ma di sicuro effetto e, pur non conoscendomi e senza sapere della mia affidabilità, cominciasti a parlarmi con dolcezza dandomi un confidenziale “tu” che non dimenticherò mai.
Non tutti sanno, però, che questo tipo di attenzione è dedicata solo a me non potendo, tutti gli altri, che ammirarti solo in televisione.
In questo periodo, in cui sei costretto tuo malgrado a sopportare tanti attacchi vigliacchi dei tuoi nemici filo-comunisti (che brutta parola!) che non capiscono lo spirito di un Governo costruito intorno a te e la tua capacità di confondere il conflitto di interesse con l’interesse comune, mi sento di esserti vicino rischiando gli strani effetti collaterali che procuri.
Noi amici sappiamo che la tua nascita è stata per partenogenesi ma che le tue televisioni hanno saputo conservarti nel modo migliore, quasi un ectoplasma, facendoti diventare, in breve tempo, il sogno di ogni spacciatore di droga: una grande allucinazione collettiva. Grazie ad essa hai potuto vantare amicizie, di cui non ti nascondo di essere stato geloso, preziose e del tuo rango come la Gelmini, Fede, Vespa, Dell’Utri, la Brambilla, Bondi, Galliani, Previti e, insieme a loro, dare vita alla tua Loggia e ad una Religione che non ammette equivoci e fatta di due semplici comandamenti: “adora il capo” e “evadi le tasse”. Ovviamente, più di una volta, hai omesso la religione delle norme, delle regole che a te non piace seguire. E che dire della tua modesta bontà nell’aiutare e riciclare i capitali degli imprenditori tuoi concorrenti come Riina, Cutolo, Provenzano …. senza nulla a pretendere. Come nulla hai mai preteso dal papà di Noemi nonostante i suoi 24 episodi di concussione avvenuti nel novanta quando era impiegato del Comune di Napoli siano, improvvisamente, spariti per prescrizione.
Ma, mentre la mia gelosia era dovuta ad una sana invidia per la tua vita dissoluta, altri erano acidamente gelosi per come avevi gestito la corruzione sul lodo Mondadori; il caso All Iberian; i pochi spiccioli di contributi (qualcuno dice miliardi) di tangenti al PSI di Craxi; il caso Lentini (falso in bilancio); il caso All Iberian 2 (assolto poichè il reato non fu più previsto dalla legge in seguito alle riforme del tuo secondo governo); il Consolidato Finivest; la spartizione pubblicitaria Rai - Finivest; il falso in bilancio; la frode fiscale; l’appropriazione indebita sui diritti televisivi; i “regalini” (mazzette!) a David Mills; la corruzione giudiziaria; la falsa testimonianza sul caso P2; l’essere stato indagato come mandante, insieme a Dell'Utri, delle stragi del 1992/1993 contro Maurizio Costanzo, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone; l’essere il promoter di leggi truffe a tutela dei più ricchi e a danno dei più poveri; i finanziamenti ai partiti e ai propri giornali, alle tue banche e alle tue industrie.
Gelosissimi anche di un uomo fatto da solo (e chi altri ci avrebbe provato?) che possiede la Medusa Cinema; la Mediaset; la AC Milan; la Mediolanum Banca; il gruppo Mondadori; la Blockbuster; il quotidiano “Libero”; il quotidiano “Il Giornale”.
Eppure, nonostante le tante offese, continui la tua grande battaglia per dimostrare che chi ti segue è un illuminato e gli altri, invece, abbandonando la luce che li guida non possono fare altro che vivere nelle loro convinzioni comuniste e nella più profonda povertà non potendo approfittare dello scudo fiscale (il famoso “decretone della vergogna”).
E’ questa generosità manifestata che commuove, che ti rende diverso, che ti permette di avere venti pagine tutte per te sulla Nonciclopedia in cui sono illustrati tutti i tuoi processi (altra brutta parola) evolutivi, politici e sociali, alla faccia del lodo Alfano.
Da cattolico quale sei non hai abusato del tuo potere per liberarti di una moglie che non ti merita, che usa il gossip per colpire alle spalle; hai sempre cercato di mettere in piedi più di una famiglia per condividere con altri il tuo sudato benessere; hai fatto della tua vicinanza alla Chiesa un “nuovo accordo politico” nel campo della pedofilia per risolvere tutto pacificamente come tuo costume (a loro i maschietti e a te le femminucce).
E’ risaputo che il popolino è geloso e, se istigato, non smette di chiacchierare.
Io ti capisco. Io posso capire la tua necessità di voler dimostrare di essere in ottima salute e di saper, ancora, essere un soggetto piacevole per ogni tipo di compagnia.
Chi, al tuo posto, non vorrebbe stare in compagnia di una diciottenne sul bordo di una piscina a raccontare tante di quelle cazzate che nessuno le conta più.
(A proposito, perché non mi inviti più spesso??)
Qualcuno osa paragonarti a Prodi, Veltroni, D’Alema, Bersani, Franceschini. Qualcuno, dimenticando un altro personaggi del meraviglioso Ventennio, osa paragonarti ad anonimi personaggi del nostro secolo con l’unica qualità di essere sempliciotti riciclati mentre a te rimane il dono di prendere voti sempre e ovunque, di saper sorridere pensando a quanti soldi hai fregato agli italiani, di commuoverti sapendo di spendere tutti i soldi delle casse dello Stato, di essere capace di cantare con Apicella (nella vita non si può mai sapere …), di fregare gli abruzzesi investendo sul loro stupido terremoto, di rendere sempre più ricco il tuo harem di bamboline (non dimenticare di farmi sapere della prossima festicciola!).
Si dice che i capi degli altri stati europei, africani e asiatici non ricambiano i legami di affetto e amicizia che vorresti imporre ma è pur vero che ti sei limitato a contattare solo quelli che hanno l’iniziale del cognome come il tuo (Bush, Blair, Bossi) e non sei riuscito a far cambiare il cognome a Putin, che puzza di cipolle e vodka, e ad Angela Merkel che continua a mandarti articoli sadomaso in cambio di qualche tua battuta cretina.
Da amico, quale sento di essere, mi dissocio dai comportamenti vessatori di parte, dogmatici e ideologici, dei tuoi nemici dichiarati.
Non potrò mai essere un difensore della Costituzione che ormai non è legittimata neanche dai partiti che la hanno promulgata, non potrò essere un difensore della Magistratura diventata un covo di sovversivi, dell’Informazione sempre di parte e contro di te, dell’Intelligenza diventata esclusività di chi ti accusa, dell’Onestà prerogativa di chi non vuole votarti, della Guardia di Finanza.
Sono parole vuote che si affollano nel cervello degli Studenti Universitari, di tua moglie (a proposito, è vero quel fatterello con il body-guard?), di Di Pietro, di Marco Travaglio, dei cittadini della Toscana che vedono solo “rosso” e continuano a professarsi alieni comunisti, di Daniele Luttazzi e della Guzzanti (che a me, sotto sotto, piace).
Sei stato capace di mandare subito a casa, e di corsa, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese facendogli credere che il suo compito al G8 di L’Aquila si fosse esaurito mentre era inderogabile la sua presenza in patria per sedare gli albori di una nuova guerra civile nello Xinjiang… tanto gli accordi economici erano già stati firmati ed era meglio che la sua presenza fosse sottratta alla concorrenza.
Ma non voglio tediarti oltre.
A te, grande Cavaliere D’Industria, riporto alla memoria, con affetto, una frase del tuo più caro amico George W. Bush: “Vogliate bene ai vostri figli, poiché saranno loro a scegliere la vostra casa di riposo”.
Detto ciò non mi resta che salutarti inviandoti i miei più calorosi auguri per un felice futuro comprendendo che, per te, la modestia è una qualità in cui credi fermamente pur vivendo nella convinzione che riesci ad arrivare lontano anche senza.
Con poco affetto e meno stima, un tuo non elettore