L’andamento dell’economia nella Maremma Toscana con particolare focus sul comparto
3.2 Il settore agroalimentare in Maremma
3.2.1 Cenni storici e breve descrizione del territorio della Maremma
La Maremma è un territorio che si estende tra Toscana e Lazio, per circa 5000 kmq64, dalla foce del fiume Cecina fino a Tarquinia e comprende tre parti: a Nord l’Alta Maremma (a sua volta suddivisa in Maremma livornese e pisana), al Centro quella grossetana e a Sud la Maremma laziale.
Terra di paludi e laghi costieri, il nome Maremma secondo alcuni studiosi deriva da marétima, dal latino loca maritima, utilizzato dai Romani per
indicare una regione paludosa affacciata sul mare. Secondo altri studiosi il nome deriva dallo spagnolo marismas che significa palude (gli spagnoli la dominarono nel XVII secolo).
Grazie alla maggiore notorietà e rappresentando un campo di maggiore interesse da parte di chi scrive, nel presente lavoro l’analisi riguarderà prevalentemente il territorio della Maremma grossetana.
La Maremma grossetana ovvero il territorio della Provincia di Grosseto è un territorio molto vasto caratterizzato da una forte naturalità, bassa antropizzazione e quindi una bassa industrializzazione, clima mite e una grande varietà di ambiente: mare, montagna, colline. Sono tutte caratteristiche che rendono questo territorio un paradiso verde, pulito, dove si può respirare l’aria fresca e osservare le stelle grazie a un cielo poco inquinato. Insomma, la grande bellezza è qui. Tuttavia, la Provincia di Grosseto nonostante la vasta estensione e l’ambiente bello e ancora poco contaminato, è tra le meno popolate in Italia (224.481 persone65) e per densità abitativa (50 abitanti /kmq66) è la nona in Toscana, superando solo la Provincia di Massa Carrara. La città di Grosseto conta 82.087 abitanti (al 31/12/2015) con un tasso di crescita totale pari a -3,70 ‰, dato che sarebbe ancora più basso se non era per il lieve tasso di crescita dell’immigrazione.
Ma come era la Maremma prima e perché ancora oggi questo territorio fatica a svilupparsi e a valorizzare appieno le sue tante ricchezze?
“Un selvaggio, melanconico deserto di putride paludi, un bosco che da nessun sentiero era segnato. […] Evita queste terre, queste spiagge
65 Centro studi e ricerche CCIAA Maremma e Tirreno su dati ISTAT al 31/12/2015 66 idem
d’Italia;; ogni città è abitata da pestilenze67”, scriveva nel 1848 George Dennis uno dei tanti viaggiatori che visitavano queste terre, nonostante la Maremma era una zona esclusa nelle mappe del Grand Tour con un invito ad evitare assolutamente di inoltrarsi in aree così pericolose, dove si metteva in gioco la salute e dove i briganti la facevano da padroni68.
Già ai tempi dei Romani l’aria di questo territorio era ritenuta nociva. Plinio osservava: Est sane gravis et pestilens ora Tuscorum, quae per littus extenditur.69 Questa citazione dimostra a sufficienza il timore che si nutriva nei confronti dell’aria infetta delle coste toscane nel periodo più florido dell’Impero Romano. Sappiamo che i Romani era un popolo con forte iniziativa, perseverante e molto audace nel campo delle opere pubbliche, tuttavia, non hanno escogitato nessun rimedio a questo problema, probabilmente perché lo ritenevano non di loro pertinenza perché derivante dalla qualità naturale dell’atmosfera e pertanto, irrimediabile.
Le terre di Maremma iniziarono a conoscere una svolta con l’arrivo dell’ultimo Granduca di Toscana, Leopoldo II che governò dal 1824 al 1859 e investì fin dai primi anni del regno, tempo e denaro nella difficile impresa della bonifica che divenne per lui una vera e propria “missione civilizzatrice” sentita come un obbligo morale da condurre a termine. Dopo aver constatato personalmente le condizioni di degrado ambientale e sociale in Maremma, il Granduca, in continuità con il riformismo di suo nonno Pietro Leopoldo, che già si era adoperato a un processo di risanamento che portò
67 Grosseto e la Maremma – Viaggi e viaggiatori 1790 – 1910;; Edizione fuori
commercio stampata da Ediprint Service s.rl. per la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio;; 1995, p. 31.
68 De Ruggiero A., Leopoldo II Granduca di Toscana, I viaggi, i documenti e la bonifica
in Maremma, ASKA, Firenze 2016, p. 83.
69 Grosseto e la Maremma – Viaggi e viaggiatori 1790 – 1910;; Edizione fuori
commercio stampata da Ediprint Service s.rl. per la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio;; 1995, p. 29.
in gran parte alla conformazione attuale della pianura, delle sue strade, della rete di canali, delle terre da coltivare e delle comunità che la popolano70.
Leopoldo II investì molto capitale anche privato, tra cui l’intera dote della prima moglie e vent’anni di lavori costanti tra il 1828 e 1848 portarono al risanamento di quasi 10 mila ettari, alla costruzione di un efficiente sistema stradale e di quant’altro rendesse possibile il concentrarsi di stabili insediamenti abitativi. Tuttavia, nonostante la paternalistica promessa rivolta al popolo toscano, questi lavori non furono risolutivi, ma gli anni a venire ne avrebbero comunque dimostrato i benefici71.
Solo dopo la prima guerra mondiale fu avviata la “bonifica integrale”, cioè non solo idraulica e sanitaria ma anche agraria, con un’economia basata non più esclusivamente sulla cerealicoltura estensiva. Con la partecipazione dell’Opera Nazionale Combattenti vennero introdotte nuove colture di qualità e nuove razze bovine, potenziate le infrastrutture e favorita l’immigrazione di contadini veneti, ma anche emiliani, anche se le testimonianze dirette parlano di arrivi forzati dal regime di allora proprio per portare a termine la bonifica di questa terra, in particolare quella della zona di Alberese. Con la riforma agraria (legge del 1950), attuata dall’Ente Maremma, venivano colpiti i latifondi degli ultimi grandi proprietari e mirava alla diffusione della piccola proprietà72, assegnando alle varie famiglie di nuovi arrivati dei poderi, mettendo i contadini in condizione di coltivare le terre e di gestire la loro attività agricola in autonomia.
70 De Ruggiero A., Leopoldo II Granduca di Toscana, I viaggi, i documenti e la bonifica
in Maremma, ASKA, Firenze 2016, p. 19.
71 Idem, p. 20
72 www.iloveprincipina.it - Un po’ di storia – bonifica della Maremma;;