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CHICORY - CICORIA- CICHORIUM INTYBUS Le immaginazioni sulla cicoria,

che hanno trovato riflesso in leggende ed aneddoti accennano tutte alle

ca-ratteristiche scoperte nel fiore da Edward Bach. Chicory aiuta gli individui a superare una

personalità iper possessiva ed a convertire questa quali-tà negativa in un vero, altruistico sentimento; insegna a dare senza chiedere niente in cambio, così che l’amore possa essere realmente libero e ispirato, e non in qual-che modo imposto, dovuto, comprato. Insegna anqual-che ad essere tolleranti con gli altri, perché tutti hanno il di-ritto di essere se stessi, anche a costo di fare qualche

errore. La persona che ha bisogno di Chicory è felice quando si sente necessaria e può aiutare qualcuno, deve però stare attenta a non soffocare gli altri con il troppo zelo.

Chicory aiuta a donare in modo altruistico ed a farlo soltanto se ciò che si dona è gradito, senza aspettarsi qualcosa in cambio: si agisce senza programmare al-cun vantaggio.

Molti bambini hanno bisogno di Chicory. Li si riconosce già nella culla, per il fatto che esigono sempre l'atten-zione dei familiari per sé e che reagiscono con pianti impazienti se li si lascia soli. Quando crescono ed il pianto non serve più, ricorrono ad altri trucchi, passan-do dalla lusinga attraverso lo zelo sino alla malattia od a piccole estorsioni del tipo "Faccio i miei compiti, ma solo se non devo andare in palestra domani". E' utile anche per quelli eccessivamente attaccati alle gonne della mamma, che vorrebbero per sé un'attenzione co-stante e che diventano possessivi nei confronti dei gio-cattoli e degli amici.

CHICORY armonizza L’Altruismo

La cicoria sta ai margini delle strade e dei campi, su terreni secchi e duri; si erge per oltre un metro verso l'alto e rivolge i suoi fiori celesti al sole del mattino. Più d'uno, passando, se ne raccoglie un mazzetto; ma, arri-vato a casa, scopre che tutti quei fiori sono spariti. L'in-genuo botanico dovrebbe sapere che la cicoria ha un suo ritmo tutto particolare: al mattino, verso le sei, di-schiude i suoi fiori; intorno alle undici li richiude. Se il

so-le è coperto da nuvoso-le scure, non apre affatto i sui ca-polini. Comincia a fiorire dopo il solstizio d'estate, quando i giorni iniziano a riaccorciarsi. Intorno all'equi-nozio d'autunno, quando la forza del sole s'indebolisce, sono già appassiti gli ultimi fiori. La pianta si abbando-na totalmente al sole. L'alchimista Alberto Magno la chiama, a ragione, la «sposa del sole». Una leggenda popolare ne fa una principessa incantata che, con i suoi occhi blu, guarda continuamente verso oriente, giù per la strada lungo la quale se ne andò il suo cavaliere partendo per Gerusalemme. Un'altra leggenda raccon-ta di una fanciulla che per sette lunghi anni pianse il suo amato caduto in guerra. Quando alla fine la esor-tarono a sceglierne un altro, rispose:

“Prima che io smetta il mio pianto Me ne vado lungo la strada

Per diventare un fiore di campo”

Questo fiore narra, dunque, di un amore che non si ras-segna ma, in un certo senso, anche di auto-commiserazione e perfino di egocentrismo. Gli steli late-rali scarni, quasi senza foglie, sui quali sono posti i capolini, richiamano infatti alla mente le smunte figure di quelle persone che si struggono di nostalgia.

Se i fiori celesti appaiono come un simbolo di pazienza, c'è in essi ugualmente una inaspettata vivacità, una te-sa impazienza. Al minimo tocco di un insetto, gli stami si ritraggono immediatamente.

Nel tradizionale linguaggio dei fiori si dice: “Come la cicoria, che si gira sempre verso il sole, così niente può

distogliermi da te”. Una monaca di Augusta, del 15° se-colo, scrisse che, chi porta con sé la cicoria, vuoI signi-ficare «che non riesce a trovare la via per compiacere il suo amato e desidera che qualcuno gliela indichi».

Ma chi regala uno stelo di cicoria parla invece dell'ar-dore del suo amore disinteressato: “la cicoria si volge sempre come meglio può verso il sole, quantunque ne tragga sofferenza; tuttavia le è di conforto la convin-zione di far la cosa giusta”.

Culpeper scrive: “Chicory muove gli umori flemmatici, riattiva i blocchi del fegato, della colecisti e della mil-za” In effetti, l'infuso di cicoria è un insuperabile rimedio epatico. In omeopatia è indicato come depurativo del fegato, della milza e del sangue; nella spagirica è utiliz-zato come rimedio contro i disturbi del fegato, dello stomaco, nonché nei casi di calcolosi biliare. La fanta-sia popolare riconobbe nella cicoria anche un aspetto negativo, freddo ed egocentrico, soprattutto nelle re-gioni cattoliche, dove era chiamata “fiore del povero peccatore”. Nella pianta vedevano, non la fanciulla che aspetta il suo diletto, bensì una povera egoista che rifiutò di dar da bere al Salvatore che, assetato, le pas-sava accanto. Perciò fu condannata a restare, come cicoria, ai margini della strada, fino alla sua redenzione nel giorno del giudizio.

Gli psicoanalisti hanno constatato che alcuni individui non vogliono riconoscere la loro inconscia sete di do-minio o la durezza d'animo e cercano di compensarla con un eccesso condizionante di premurosità e

preoc-cupazione nei confronti del loro prossimo. Questi stati psichici negativi si ripercuotono, di solito, sull'apparato digerente: disturbi gastrici e intestinali cronici tradisco-no il desiderio, predisposto nella primissima infanzia, di essere amati e sfamati e di poter costringere gli altri a farlo e possono anche esprimersi in stipsi. Sul piano fisi-co e a livello psichifisi-co, giova il fiore celeste, fisi-come fisi- con-statò Edward Bach. Basta dare uno sguardo al fiore e, almeno per un breve istante,ci si dimentica delle delu-sioni e dell'autocommiserazione.

La cicoria è una pianta composita. Ciò significa che la bella creatura che ci appare come un singolo fiore è invece un intero cesto, una minuscola aiuola nella qua-le numerosi fiori, stretti gli uni agli altri, si raggruppano a fondare simmetrici «superfiori». Come un individuo uma-no si inserisce nella società, così il singolo fiore si inte-gra armonicamente in una unità superiore. L'apparente

«egoismo» della cicoria viene dunque superato nella sua infiorescenza.

Le antiche tradizioni hanno molte altre cose meraviglio-se da raccontare su questa pianta. Essa veniva appesa alla trave di colmo come protezione contro i temporali.

Chi, il giorno di san Giacomo, (25 luglio), ne scavava la radice usando un attrezzo d'oro -mai di ferro -e la por-tava sempre con sé, divenpor-tava invulnerabile.