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HONEYSUCKLE, CAPRIFOGLIO - LONICERA CAPRIFOLIUM,

il Caprifoglio, detto anche ma-dreselva, è un'esile liana appar-tenente alla famiglia delle Capri-foliaceae Il secolo scorso erano coltivate, insieme a rosai

rampi-canti e clematidi, come piante ornamentali. Inselvati-chito, il caprifoglio si trova ora anche ai margini dei bo-schi. È una pianta estremamente romantica. Appartiene alle calde notti estive, ai poeti e agli innamorati che passeggiano nella morbida luce lunare. A sera, i lunghi fiori aprono le corolle ed emanano un profumo dolce, che sembra appartenere a una favola da Mille e una Notte e la cui intensità è paragonabile solo al profumo del gelsomino. Fiorisce senza posa, da giugno a set-tembre. I fiori sono riuniti in un verticillo simile a una graziosa corona, degna di una principessa degli elfi. I fiori chiari sono bianchi all'interno e hanno sfumature rossastre all'esterno. Luccicando al chiarore lunare, e col loro seducente profumo, attirano le farfalle nottur-ne.

I fiori hanno un aspetto vivo, quasi animale. Già dalla loro insolita fisionomia ci si può accorgere che in essi si cela molto di animico. Essi sono fortemente «astralizza-ti», come direbbe Rudolf Steiner.

Insieme al sambuco e al viburno, appartiene alla fami-glia delle caprifofami-gliacee. Tale denominazione deriva dal fatto che la capra è l'unico animale da pascolo che non disdegna il gusto piuttosto sgradevole e la lie-ve tossicità delle foglie.

Per la loro forte «animicità» hanno sacrificato molto del-la loro forza vitale eterea. Perciò non ce del-la fanno a di-ventare giganti arborei legnosi e longevi. Già l'ovario infero, che matura producendo bacche rosse o nere e

più o meno velenose, testimonia quanto l'astralità sia qui profondamente legata alla materia lità.

La componente animica delle caprifogliacee trova e-spressione nelle immagini fantasiose che i nostri antena-ti percepivano in queste piante, soprattutto nel sambu-co. Esse erano consacrate all'antica Dea Madre, Holle, signora della notte, della morte e della rinascita. Holle governa l'Aldilà, la caverna dove le i anime soggiorna-no in attesa di nuove incarnazioni. Ma nel contempo le caprifoliacee hanno una loro parte nell'erotismo popo-lare e negli incantesimi amoosi. In Turingia si usava met-tere un ramo di sambuco sul davanzale delle finestre di ragazze.

Il linguaggio dei fiori dà al caprifoglio un significato a-nalogo. Il fiore è simbolo di amore profondo e pieno di sentimento.

«Questa pianta si attacca agli alberi, come la donna all'uomo che ama e che la deve proteggere”, si dice nella Francia borghese del diciannovesimo secolo. In Inghilterra, donare un ramo di caprifoglio fiorito signifi-ca promessa d'amore eterno.

La saggia donna della brughiera olandese, Mellie U-yldert, afferma che il veleno che si produce nel l'anima per la nostalgia insoddisfatta, per l'amore non vissuto, viene neutralizzato dal caprifoglio. In base al principio omeopatico “il simile con il simile”, la pianta legger-mente tossica agisce contro il fatale filtro d'amore il cui incantesimo tiene nostalgicamente legati al passato coloro che ne hanno bevuto.

Mellie Uyldert sottolinea che i fiori di caprifoglio hanno effetto fitoterapeuticamente rilassante, le foglie verde-blu sono toniche e la radice produce un colorante verde-blu.

Blu è naturalmente il colore satunino della fedeltà, del-la nostalgia, del «blues», (malinconia e nostalgia), e dei «fiori azzurri» di romantici poeti e spiriti girovaghi, che amano fuggire dal presente per rifugiarsi in un lon-tano passato.

Culpeper considera questa rampicante una pianta di Mercurio, perché cresce torcendosi come un serpente, muove gli «Umori» e agisce sui polmoni, organi mercu-riali, specialmente quando questi sono aggrediti da «un Giove negativo».

Edward Bach, il quale sicuramente non si occupava molto di storia, etnologia e medicina popolare tradizio-nale, - il numero dei suoi paziente non lo permetteva, - ha tuttavia riconosciuto intuitivamente il carattere della pianta. Egli scrive: “ l'essenza dei fiori di Honeysuckle è

«per coloro che col pensiero si soffermano molto nel passato, rimpiangono un tempo felice, si abbandonano al ricordo di un amico perduto o a vecchi sogni che non si sono realizzati. Essi non nutrono . alcuna speranza di vivere ancora momenti felici se non nel passato”.

idealizza i giorni lontani per paura di affrontare le inco-gnite del presente. Manca d’interesse per il presente, non vi trova soddisfazioni e vive di rimpianti, di ricordi, di nostalgia di un passato idealizzato con cui ha un le-game non risolto. E' scoraggiato per non aver realizzato le proprie ambizioni. Immerso nei ricordi di un tempo

perduto, riguarda le fotografie, parla dei bei tempi an-dati, usa gli stessi vestiti e lo stesso profumo per anni. Ri-fiuta i cambiamenti, il nuovo e lo sviluppo personale. Ha paura del futuro, non accetta di crescere e finisce con il trovarsi invecchiato di colpo. Vuole fermare il tempo e non accetta la vecchiaia che avanza. Non fa espe-rienze perché non si aspetta nulla di positivo né dal presente né dal futuro. Non pensa di ritrovare una felici-tà simile a quella che ha già conosciuto. Ha amato una volta e crede che ciò non accadrà mai più. Rigido inte-riormente, è fermo e bloccato, e perde energia vitale.

Lo sguardo è assente e i movimenti sono lenti. Non ha desideri né volontà. E' triste, malinconico, pessimista, incapace di gioire, scherzare, ridere. Chiuso ai piaceri dell’ambiente, malinconico, romantico, stanco, poco reattivo, infelice. Immigrati, anziani e vedovi, rottura sentimentale, forzato allontanamento da luoghi cari.

Gusto dell’antico, delle rovine, dei cimiteri. Pessimismo universale: poesia, filosofia. Apatia, scontrosità, muso-neria, testardaggine, mutismo, isolamento. Disinteresse per la buona tavola e il sesso. Gusto del deprezzamento di sé e degli altri.Caratteristiche positive: capacità di far rivivere oggi il passato (archeologo, storico), colle-gamento del passato al presente, saper fare dei con-trattempi di un tempo un vantaggio per l'oggi, usare il ricordo della felicità passata come forza nel presente.