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Capitolo 4. La Croce Rossa Americana da organo di volontariato a strumento diplomatico Un’attenzione sulla sua istituzionalizzazione fino al primo conflitto

4.1. Clara Barton e la fondazione della Croce Rossa Americana

Quando si parla di Croce Rossa Americana, inevitabile è il riferimento e l’associazione con la personalità e la figura di Clara Barton. Fornire una breve disamina dei suoi aspetti più caratteristici sembra preliminare alla spiegazione e successiva comprensione dei meccanismi alla base della nascita dell’American Red Cross e dei ruoli che, nel corso del primo conflitto mondiale, sono stati riconosciuti alle donne dell’istituzione stessa. La possibilità di individuare delle disparità tra l’ente statunitense e quello italiano in termini organizzativi, dipende dall’assetto socioculturale in cui le due organizzazioni si sono sviluppate, il quale ha indirettamente influito sulle concessioni e sull’accettazione delle proposte avanzate dai loro promotori. Nel caso dell’American Red Cross, Clara Barton fu l’ideatrice e la prima presidente di una simile organizzazione e, nonostante la diffusa credenza nel ritenere le donne inferiori rispetto agli uomini [Darwin, 1882; Lombroso, 1926; Lombroso, Ferrero, 1915; cfr. Pula, 2012], fu detentrice di un ruolo espressamente operativo. La sua esperienza diretta con gli effetti negativi dell’American Civil War1, i contatti intrattenuti con l’International

Committee of the Red Cross (ICRC) e la testimonianza della guerra franco-prussiana,

influirono sul suo senso di umanitarismo e sulla capacità di dotare gli Stati Uniti di un organismo di welfare state in grado di intervenire in caso di necessità a favore dei più bisognosi. L’intraprendenza e la perseveranza di Clara Barton nel fornire assistenza ai soldati feriti e ammalati della guerra di secessione americana ha influito, inoltre, sulla considerazione delle donne come risorsa necessaria al miglioramento degli Stati Uniti [Burton, 1995]. È, infatti, in quel periodo che, per sopperire all’esigenza di personale in grado di assistere l’operato dei medici e dei chirurghi, si iniziò ad accettare il lavoro volontario di alcune donne, come Dorothea Dix2, Frances Gage3, Mary Bickerdyke4, Mary A. Livermore5, Katherine

1 La guerra civile americana o di secessione fu combattuta tra il 1861 e il 1865 tra gli Stati dell’Unione e gli

Stati Confederati d’America. I motivi alla base di tale conflitto riguardavano la promozione da parte del 16° Presidente degli Stati Uniti d’America Abraham Lincoln dell’abolizione della schiavitù in tutti i territori degli Stati Uniti. Sette Stati nel meridione del paese (Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, South Carolina e Texas), temendo in un collasso delle loro economie, perché basate essenzialmente sulle piantagioni di cotone e sugli schiavi che vi lavoravano al loro interno, decisero di opporsi alla proposta dei repubblicani e del presidente formando una nuova repubblica. La proposta della Confederazione di una loro secessione fu ritenuta illegale sia da parte del presidente democratico uscente James Buchanan che della forza politica opposta. L’impossibilità di individuare una soluzione e un compromesso tra le parti confluì nello scoppio della guerra, con la successiva vittoria dell’Unione, la dissoluzione della Confederazione e l’abolizione della schiavitù.

2 Dorothea Dix, dopo aver volontariamente prestato servizio nell’assistere i soldati feriti e ammalati, fu

nominata a capo del Department of Female Nurses dell’Union Army e fu la prima donna ad assumere un ruolo decisionale [cfr. Burton, 1995].

Wormely6 e Clara Barton7. Quest’ultima, consapevole del materiale e dei medicinali necessari alla sanità militare statunitense, chiese l’autorizzazione al Colonnello Ruckerdi giungere sul campo di battaglia e distribuire ciò di cui l’esercito abbisognava. Sebbene si ritenesse che la guerra fosse un ambito completamente vietato alle donne, dopo aver visto la mole di risorse di cui la Barton disponeva, Rucker autorizzò il suo intervento sul campo e una sua assistenza in tal senso. L’istintivo bisogno della Barton di aiutare l’altro perdurò per tutto il conflitto; dopo aver coadiuvato, infatti, il lavoro del personale sanitario e distribuito materiale e risorse necessarie, fu posta a capo del Missing Soldiers Bureau, grazie al quale forniva aiuto agli ex prigionieri e ai soldati disorientati che necessitavano di ritornare presso le loro unità e/o famiglie.

La situazione che si prospettava nel corso della guerra di secessione americana non potrebbe, anche solo minimamente, essere paragonata all’intervento volontario che interessò le donne della Croce Rossa Americana nel corso della Grande Guerra. Essa, infatti, fu il primo evento di grande portata statunitense e, come tale, furono organizzati degli interventi che si basavano principalmente sulle idee diffuse e sulle capacità operative dell’epoca. Ad esempio, così come la studiosa Jones ricorda [1969], c’era la credenza diffusa di considerare il ruolo dell’infermiera come qualcosa non necessariamente acquisibile attraverso la formazione, perché intrinsecamente presente nella donna. Quest’ultima, infatti, contrariamente all’uomo, era naturalmente predisposta alla cura e all’assistenza dell’altro e dunque capace di svolgere determinate mansioni senza la necessità di una formazione specifica. Per tali motivi, la presenza di scuole strutturate, preposte all’insegnamento dell’infermieristica, non sembrava minimamente contemplabile [cfr. Dock et al., 1922] e, a

dell’Unione perché abolizionista e, nel corso della guerra civile, strinse una forte amicizia con Clara Barton [cfr. https://www.womenshistory.org/education-resources/biographies/clara-barton].

4 Mary Bickerdyke fu una riformatrice sociale che si occupò principalmente di assistere i veterani una volta

terminato il conflitto; mentre durante la guerra civile faceva parte dell’US Sanitary Commission, occupandosi di fornire l’assistenza e il materiale necessario ai soldati bisognosi [cfr. Favor, 2004].

5 Mary A. Livermore si arruolò come volontaria per assistere i soldati malati e feriti perché sostenitrice

dell’Unione. Ella era inoltre un’attivista dei diritti delle donne, divenendo membro dell’American Woman Suffrage Association, e editrice del più importante quotidiano nazionale suffragista [Venet, 2005].

6 Katherine Wormely prestò il suo servizio a favore dell’Unione nell’assistenza dei soldati, così come le altre

donne in precedenza menzionate.

7 La provenienza di Clara Barton da una famiglia di stampo liberale e democratico, protesa al sostenimento

dell’emancipazione femminile, facilita la comprensione della sua personalità progressista e all’avanguardia nell’ambito dell’assistenza sociale e dell’umanitarismo. Sin da quando era ragazza, si era battuta affinché si eliminassero le diseguaglianze di genere. Ella, infatti, prima di impegnarsi nell’organizzazione della Croce Rossa Americana, si distinse per le sue brillanti capacità organizzative, lavorando come impiegata presso lo US Patent Office e divenendo una delle prime donne ad assumere un simile ruolo. Inoltre, prima di prestare servizio in ambito burocratico, aveva esercitato la professione dell’insegnante, battendosi affinché alle donne fosse riconosciuta la medesima paga destinata agli uomini per la stessa mansione. «Potrei a volte essere disposta a insegnare per nulla, ma se tutti sono pagati per farlo non farei mai un lavoro di un uomo per ricevere una paga inferiore a quella di un uomo» [Pryor, 1987: 23].

causa di ciò, le donne che fornivano un’assistenza volontaria erano costrette a sviluppare le loro capacità sul campo. Solo con il termine del conflitto e dopo aver considerato l’esperienza e le testimonianze di quelle donne, che si istituirono, nel 1873, in tre grandi ospedali (Bellevue Hospital, Massachusetts General Hospital e New Haven Hospital) delle scuole specifiche in grado di formare infermiere professioniste. Già dal 1862, però, con l’apertura del

New England Hospital for Women and Children, per opera della Dott.ssa Marie Elizabeth

Żakrzewska e delle suffragiste Lucy Goddard e Ednah D. Cheney, si predisposero i primi corsi formativi in ambito infermieristico e medico, destinati essenzialmente a donne disposte a intraprendere una simile carriera [Pula, 2012].

Una volta che la guerra civile terminò, Clara Barton decise di concedersi un periodo di tregua e di pace allontanandosi da ciò che le aveva fornito operatività senza tregua. Pensando, infatti, di visitare un posto tranquillo, decise di andare in Europa per godere delle sue bellezze. Lì però la situazione che si prospettava non era delle più miti; l’egemonia francese, infatti, stava per essere messa in crisi dal nazionalismo e dalla voglia propagandista tedesca, con una degenerazione della situazione nella guerra franco-prussiana del 1870-18718. Fu proprio in quel contesto e grazie a quell’avvenimento che la Barton iniziò a familiarizzare con i principi caratterizzanti la Croce Rossa e l’idea originaria del ginevrino Henry Dunant. La conoscenza diretta della Barton con i fondamenti e gli aspetti peculiari dell’istituzione umanitaria, però, non si limitò alla testimonianza diretta della guerra, ma fu alimentata anche dalle informazioni fornite sul “Comitato internazionale di soccorso ai militari feriti”, attualmente noto come Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) (o International

Committee of the Red Cross (ICRC)). Durante un breve soggiorno in Svizzera, ella fu

introdotta al Dott. Appia, il quale, consapevole del suo precedente impegno umanitario, pensò bene di socializzarla ai principi caratterizzanti il CICR, proponendo un’apertura degli Stati Uniti a un simile impegno umanitario9.

8 La neutralità della Francia nella guerra austro-prussiana del 1866 (o terza guerra di indipendenza italiana,

nel corso della quale si contrapponevano l’alleanza italo-prussiana e l’impero d’Austria, con una vittoria della Prussia e del Regno d’Italia sull’Austria) voleva essere inizialmente ripagata con la connessione del Ducato di Lussemburgo alla Francia da parte del primo ministro prussiano Bismarck, il quale prima promise una simile situazione e in seguito ritrattò la sua posizione. Nonostante l’episodio, le tensioni tra Francia e Prussia si inasprirono sempre più in seguito alla volontà prussiana di far succedere al trono di Spagna (rimasto vacante nel 1868 con il rovesciamento del regno di Isabella II) un parente del re Guglielmo I. La Francia, infatti, temendo in un accerchiamento prussiano dichiarò guerra e l’esito della stessa fu la vittoria tedesca nel 1871.

9 Alla Conferenza di Ginevra dell’agosto del 1864, infatti, dodici furono gli Stati firmatari (Granducato di

Baden, Belgio, Danimarca, Francia, Granducato di Hesse-Darmstadt, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Prussia, Spagna, Svizzera e Württemberg) [Focarelli, 2013]; bisognerà attendere fino al 1882 per una ratifica da parte

Così come anticipato in precedenza, l’episodio della guerra franco-prussiana non è certamente da sottovalutare nella realizzazione dell’American Red Cross. Una valenza alquanto importante ebbe la relazione che andò instaurandosi tra Clara Barton e la volontaria di Croce Rossa Antoinette Margot. Sebbene non fosse stata autorizzata da parte del consolato americano, come forma precauzionale, una presenza della Barton al fronte, ella non rimase inerme e iniziò a visitare tutte le cittadine direttamente coinvolte nel conflitto. L’esplorazione di quei territori la fece scontrare con una realtà fatta di malattie, carestie e di un costante bisogno di aiuto. In seguito alla visita della città di Strasburgo e alla scoperta che la maggior parte delle vittime coinvolte fossero donne e bambini, che fu proprio su di loro che scelse di concentrare il suo intervento. Ritenendo, infatti, le donne molto più coraggiose di qualsiasi altro uomo caduto in guerra, scelse di indirizzare un suo aiuto in tal senso [cfr. Pryor, 1987]. Pianificò e organizzò, secondo l’idea sviluppata dall’americana Josephine Griffing10, una serie di workrooms all’interno delle quali le donne avrebbero fornito un loro aiuto, cucendo e predisponendo tutto il materiale necessario. In questo modo, dunque, si forniva sia un’assistenza sia un’attività che fosse in grado di tenere le donne impegnate e capaci di sopperire alla mancanza del “capofamiglia” e della principale entrata economica11. Nonostante le atrocità della guerra e le problematiche a essa conseguenti, ciò che sconvolse di più la Barton fu la condizione nella quale le donne europee versavano e il loro trattamento da parte del genere maschile. Ella, infatti, sosteneva di non aver mai assistito a una simile situazione negli Stati Uniti, ovverosia di donne sfruttate, costrette a lavorare tutto il giorno nei campi e a continuare una medesima condizione una volta ritornate a casa, ripetutamente insultate e offese senza una precisa motivazione [Ivi]. Le donne con le quali la Barton si era da sempre confrontata (ad esempio le attiviste impegnate a favore dell’Unione nel corso dell’American Civil War e la femminista Susan B. Anthony) erano persone combattive, che avevano dedicato la loro vita al riconoscimento alle donne delle medesime opportunità di

10 Griffing faceva parte della National Freedmen’s Relief Association, associazione impegnata nell’assistenza

lavorativa nei riguardi di coloro che fino allo scoppio della guerra di secessione erano considerati schiavi e quindi versavano in una condizione di subalternità. Il suo obiettivo si estendeva non solo agli uomini ma anche alle donne di quella categoria. Ella, infatti, organizzò una serie di scuole in cui si insegnavano alle donne una serie di abilità (come cucire) potenzialmente spendibili in ambito lavorativo. In questo modo, quelle persone considerate inferiori e non degne di agire nel pieno rispetto della dignità umana, potevano rendersi autonome e iniziare a vivere alla maniera della classe bianca. Per un maggiore approfondimento cfr. Melder K.E. (1963),

Angel of Mercy in Washington: Josephine Griffing and the Freedmen, 1864-1872, “Records of the Columbia

Historical Society, Washington, D.C.”, Vol. 63/65: 243–272. Testo disponibile al link: http://www.jstor.org/stable/40067364

11 Alle donne, infatti, veniva concessa una giusta paga in corrispondenza di ciò che avevano prodotto. Poiché

la Barton predisponeva i piani di assistenza inizialmente a sue spese, per poi chiedere l’autorizzazione e la predisposizione di finanziamenti pubblici e/o privati, che nel giro di breve, lamentando una penuria di soldi, si dedicò al fundraising. La Principessa Louise di Prussia, nonché Gran Duchessa di Baden, e la Croce Rossa tedesca supportarono economicamente il lavoro della Barton.

partenza. Fu per questo motivo che l’approccio con un’altra realtà innescò in lei una riflessione e un paragone rispetto alla cultura d’oltreoceano dalla quale proveniva.

Il ritorno in patria e il successivo scoppio della guerra russo-turca del 1877-187812 riaccese quel senso di umanitarismo che l’aveva da sempre contraddistinta, inducendola a impegnarsi totalmente nella creazione di un’American Red Cross Society. Reduce della sua conoscenza con il Dott. Appia, prontamente gli inviò una lettera nella quale chiedeva il permesso di far conoscere in territorio statunitense i principi del CICR. Il Comitato accettò di buon grado la proposta della Barton, fornendole pieno appoggio anche nella creazione di una futura

American Red Cross. Naturalmente suggeriva una condivisione del Trattato di Ginevra,

perché senza di esso l’eventuale Croce Rossa nascente non avrebbe avuto alcuna validità legale. Sebbene gli Stati Uniti avessero già preso parte all’incontro del 1864 e avessero deciso di non ratificare il trattato, in base ai principi della Dottrina Monroe – secondo i quali gli Stati Uniti non avrebbero tollerato alcuna intromissione negli affari americani da parte dell’Europa e viceversa non si sarebbero intromessi nelle controversie tra le potenze europee –, la Barton decise di recarsi a Washington con la finalità di ottenere un cambio di posizione. Prese i contatti con l’ambiente politico e dopo esserle stato negato l’incontro con il Segretario di Stato William M. Evarts, rimase fortemente delusa dall’esito del suo appuntamento con l’Assistente del Segretario di Stato Frederick W. Seward, il quale ribadì la posizione degli Stati Uniti di non voler ratificare il trattato. A seguito dell’epidemia di febbre gialla nella valle del Mississippi del 1878 e delle sue terribili conseguenze, la Barton impugnò nuovamente la causa di una Croce Rossa Americana, la quale avrebbe potuto abilmente intervenire e garantire un’assistenza migliore ai più bisognosi. Nonostante il suo costante impegno nel pubblicizzare i principi del CICR e l’importanza di creare una Società di Croce Rossa statunitense, bisognerà attendere l’ascesa del 20° Presidente degli Stati Uniti James Abram Garfield, nel 1881, e la voglia, in ambito politico, di porre fine a quell’isolamento statunitense così tanto proclamato dalla Dottrina Monroe, affinché l’idea della Barton possa vedersi accolta. Dopo aver incontrato una certa apertura a livello politico, il 12 maggio del 1881, il gruppo capeggiato dalla Barton e sostenitore dei principi alla base della Croce Rossa, si riunì a casa del Senatore Omar D. Conger per confermare una loro adesione all’istituzione nascente. Dieci giorni dopo quell’incontro (22 maggio), ventuno furono le persone che si

12 Le motivazioni alla base del suddetto conflitto potrebbero essere riassunte nella voglia espansionistica

della Russia, la quale approfittando del malcontento degli slavi cristiani che abitavano i territori dell’Impero Ottomano europeo, decise di prendere le loro difese dichiarando guerra alla Turchia. L’esito del conflitto si ebbe

proclamarono membri della nuova organizzazione umanitaria13. Gli obiettivi alla sua base e dei membri che la costituivano riguardavano l’adozione del Trattato di Ginevra, il riconoscimento dell’istituzione da parte del governo statunitense, l’organizzazione di un sistema nazionale di assistenza e la cooperazione con le altre Società di Croce Rossa. In occasione dell’incontro, inoltre, Clara Barton fu eletta presidente dell’ente, al giudice Lawrence fu riconosciuta la carica di vice-presidente, a Solomons quella di tesoriere e a Kennan quella di segretario.

La situazione, però, fu nuovamente messa in crisi con l’improvviso assassinio del Presidente degli Stati Uniti Garfield e la salita al potere di Chester A. Arthur. La Barton, infatti, temendo in un rifiuto da parte del nuovo presidente, visse un periodo particolarmente difficile, specialmente perché altre organizzazione umanitarie andavano istituendosi. Una delle più temute fu la Blue Anchor, la quale fu fondata nel 1881 da un gruppo di donne amiche della Barton stessa (Hannah Shepard e Fanny Atwater) con lo scopo di organizzare, lungo le coste degli Stati Uniti, delle stazioni di salvataggio. Le fondatrici, contrapponendosi apertamente alla nascente American Red Cross, si battevano per un riconoscimento pubblico e un declassamento dell’organizzazione ideata dalla Barton. La presidente della Croce Rossa Americana, però, rispose all’affronto organizzando il 22 agosto 1881 a Dansville il primo ente locale di Croce Rossa, per poi fondarne un altro a Rochester, soprattutto grazie all’aiuto di Susan B. Anthony, la quale riteneva importante un aumento della partecipazione femminile. Nel settembre del 1881, un’area del Michigan, nota come Thumb, fu improvvisamente colpita da un terribile incendio; in un solo giorno, a cause delle potenti folate di vento, del caldo e del terreno arido, il fuoco si estese per migliaia di chilometri. L’emergenza presentatasi poneva dunque la neo Croce Rossa concentrata a dimostrare quell’abilità assistenziale tanto proclamata. In breve tempo, l’associazione riuscì a provvedere alla distrubuzione di cibo e materiale necessario alla popolazione colpita, istituendo anche delle workrooms in grado di accelerare la produzione e la successiva distribuzione di indumenti. In seguito all’episodio e al grande impegno della Barton nel socializzare l’ambiente politico a sposare una causa umanitaria di tale portata, il Presidente degli Stati Uniti Arthur, all’inizio del 1882, acconsentì

13 Tra questi si ricordano: i giornalisti George Kennan, Walter P. Phillips e Richard J. Hinton, coloro che

avevano contatti con l’Europa, come Charles Upton, Joseph Holmes e John Hitz, il giudice Willam Lawrence e il filantropo Adolphus S. Solomons [Pryor, 1987]. Per un maggiore approfondimento al riguardo si veda: Bacon- Foster C. (1918), Clara Barton humanitarian. From official records, letters, and contemporary papers, Columbia Historical Society, Washington.

alla ratifica14 del Trattato di Ginevra e al riconoscimento, in termini di diritto internazionale, dell’associazione istituita.

Dopo una breve disamina dei meccanismi che hanno consentito la nascita della Croce Rossa Americana, bisogna volgere l’attenzione sull’aspetto organizzativo e operativo. Nel corso della presidenza Barton, soprattutto durante i primi anni, a causa dell’inesperienza e dell’inconsapevolezza nella gestione di un ente umanitario nazionale, non è stato possibile individuare sin da subito una specifica strutturazione interna. Poichè all’origine della sua formazione l’esigenza primaria si concentrava sulla ricerca di fondi economici, i quali avrebbero consentito un mantenimento e un proseguimento dell’attività dell’istituzione, che poco spazio era stato rivolto a tutto il resto. Nonostante la nascita dell’istituzione, specialmente durante i primi anni, la Barton continuò a portare avanti una modalità di intervento autonoma e basata sull’agire sul campo in prima persona. «[…] ella approcciava ai disastri e alle calamità nello stesso modo in cui aveva agito durante la guerra civile americana: andava sul campo autonomamente e distribuiva cibo, indumenti, medicine e assistenza morale […]» [Jones, 1969: 39], dedicandosi inoltre ad un’organizzazione e ad una socializzazione delle donne locali, affinché si autonomizzassero e non dipendessero dall’aiuto