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Nuovo soggettario

1) Norme. Le norme rappresentano la grammatica del linguaggio di indicizzazione:

2.2 Termini del Thesaurus .1 Raccolta dei termini

2.2.4 Singolare e plurale

2.2.4.3 Coesistenza di singolare e plurale

La compresenza nel Thesaurus del singolare e del plurale di uno stesso lemma è possibile solo se le due forme hanno significati chiaramente distinti. Per accertare in modo rigoroso e coerente la distinzione di significato tra le due forme, è opportuno fare riferimento al criterio dello scostamento categoriale: la forma singolare e la forma plurale di uno stesso termine sono ammissibili nel Thesaurus quando al cambiamento di numero corrisponde l’appartenenza a una categoria diversa (scostamento categoriale), ossia se i concetti rappresentati dalle due forme appartengono a due categorie diverse, anche afferenti alla medesima macrocategoria.

Per esempio si possono prevedere termini al singolare e al plurale, come i seguenti:

Scultura (per esprimere l’attività dello scolpire, nella categoria Attività della macrocategoria AZIONI)

Sculture (per esprimere gli oggetti scolpiti, nella categoria Oggetti della macrocategoria COSE)

Legno (nel significato di parte di una pianta e quindi di organismo vegetale, nella categoria Organismi della macrocategoria AGENTI)

Legni (nel significato di strumenti musicali e quindi di oggetti, nella categoria Oggetti della macrocategoria COSE)

Riforma (per indicare il movimento religioso sorto nel XVI secolo, nella categoria Processi della macrocategoria AZIONI)

Riforme (nel significato di modifiche di un’istituzione, di un’organizzazione, di uno Stato, ecc., nella categoria Attività della macrocategoria AZIONI)

Pergamena (nel significato di membrana ricavata dalla pelle di animale, nella categoria Materia della macrocategoria COSE)

Pergamene (nel significato di documenti, codici, manoscritti e simili, scritti su pergamena, nella categoria Forme della macrocategoria COSE).

I casi di coesistenza delle due forme sono presumibilmente più numerosi in un vocabolario generale, piuttosto che in uno specializzato; resta comunque indispensabile la verifica rigorosa dell’appartenenza dei due termini a categorie diverse.

In ogni caso, la compresenza di singolare e plurale non deve rispondere all’esigenza di distinguere le due componenti di un concetto: quella astratta e quella concreta, l’intensione e l’estensione, le caratteristiche distintive di una classe e l’insieme dei suoi individui. Infatti per i concetti numerabili il plurale è in grado di rappresentare sia la classe con i suoi caratteri distintivi, sia l’insieme degli individui appartenenti alla classe o alcuni di essi. Sulla base di questa considerazione, un termine come Donne può essere impiegato uniformemente ed efficacemente per indicizzare opere sulla psicologia della donna, oppure biografie di donne.

L’impiego delle due forme per uno stesso lemma non è, inoltre, giustificato da un diverso ruolo svolto dal termine nella stringa di soggetto: per esempio, come prevedeva il Soggettario, Albi professionali (come voce principale) e Albo professionale (come suddivisione).

La compresenza nel Thesaurus della forma singolare e plurale di uno stesso lemma, nel caso in cui i due termini appartengano entrambi alla stessa categoria, è possibile soltanto se uno di essi presenta una disambiguazione (vedi 2.2.5): per esempio Lingua turca e Lingue turche <Lingue altaiche>.

In caso di coesistenza di entrambe le forme di un termine, singolare e plurale, viene generalmente impiegata una nota d’ambito per differenziarne i significati.

Esempio:

Ceramica

Nota d’ambito: L’arte e la tecnica di fabbricare prodotti ceramici.

Per il significato di ceramica come materiale, usare Materiali ceramici.

Per il significato di oggetti creati con la tecnica o l’arte ceramica, usare Ceramiche 2.2.5 Disambiguazione

I termini di un linguaggio di indicizzazione non devono essere ambigui: cioè, ogni termine deve stare in un rapporto biunivoco con il concetto che rappresenta. Pertanto, riguardo a termini che nel linguaggio naturale hanno più significati (‘omografi’), il

vocabolario controllato adotta dispositivi idonei a eliminare l’ambiguità. La tecnica impiegata per distinguere i differenti significati di uno stesso termine è detta disambiguazione.

Esistono varie modalità di disambiguazione. Il metodo più diffuso nei sistemi di indicizzazione è quello di far seguire i termini ambigui da una qualificazione in parentesi.

Il termine e la sua qualificazione costituiscono un’unità inscindibile, ossia un unico termine65.

Nel Thesaurus del Nuovo soggettario la qualificazione, aggiunta al sostantivo o al sintagma nominale ed espressa con l’iniziale maiuscola, è normalmente un termine più generale, gerarchicamente sovraordinato al termine disambiguato e, dunque, della stessa categoria. Diversamente da quanto avveniva nel Soggettario e suoi Aggiornamenti, si deve evitare per quanto possibile di disambiguare utilizzando termini che indicano discipline o campi di attività, a meno che nessuno dei termini sovraordinati risulti idoneo.

Esempi:

Divisione <Operazioni aritmetiche> (non Divisione <Aritmetica>) Batterie <Strumenti a percussione> (non Batteria <Musica>) Traduttori <Programmi per elaboratori> (non Traduttori <Informatica>) ma

Attribuzione <Psicologia sociale>

Clientela <Diritto romano>

Nel Thesaurus si disambiguano tutti i termini di un gruppo di omografi tranne uno, individuato secondo i seguenti criteri:

− il termine accolto per primo nel Thesaurus;

− il termine che non risulta disambiguato nel Soggettario e negli Aggiornamenti;

− il primo, in ordine di tempo, o il più usato nell’indicizzazione dalla BNI o dalle biblioteche di SBN;

− il termine il cui significato è dato come principale nei dizionari di riferimento, oppure è maggiormente legato all’uso linguistico corrente.

Esempi:

Canoni (nel significato di corrispettivo per l’utilizzazione di un bene o servizio) Canoni <Forme musicali>

Canoni <Modelli>

Radici (nel significato di organo delle piante) Radici <Lessico>

Radici <Numeri>

Crittografia (nel significato di scrittura segreta) Crittografia <Enigmistica>

65 Qualificazioni in parentesi sono impiegate anche nei nomi di entità individuali per distinguere entità che hanno lo stesso nome o per facilitarne l’identificazione.

Crittografia <Informatica>

Il termine senza disambiguazione è generalmente corredato della nota d’ambito e della nota di orientamento.

È preferibile evitare la disambiguazione quando esistono forme alternative nel linguaggio naturale. In questo caso il termine disambiguato può essere accolto nel Thesaurus come termine non preferito, se utile come punto di accesso.

Esempi:

Gioco del calcio (non Calcio <Gioco>) Formaggio Bra (non Bra <Formaggi>) Persone celebri (non Celebrità <Persone>) Vino Barolo (non Barolo <Vini>)

Casi grammaticali (non Casi <Grammatica>) Accordi musicali (non Accordi <Musica>)

La tecnica della disambiguazione è impiegata per termini che presentano un’effettiva ambiguità nel linguaggio di indicizzazione. Pertanto, non si applica nei seguenti casi:

a) quando un termine è solo potenzialmente ambiguo, cioè dotato di altri significati nel linguaggio naturale che tuttavia non sono presenti nel vocabolario (né lo saranno probabilmente in seguito) oppure, se presenti, sono rappresentati da termini più appropriati (disambiguazione preventiva o ridondante).

Esempi:

Dimostrazione (non Dimostrazione <Filosofia>)

(poiché il significato di manifestazione collettiva di volontà è rappresentato nel Thesaurus da Manifestazioni pubbliche; quello di competizione sportiva è rappresentato da Gare sportive)

Mezzi di corredo (non Elementi di corredo <Archivistica>)

(poiché ‘corredo’ nel significato di corredo funebre è espresso da Corredo funebre; nel significato di corredo nuziale da Corredo nuziale) b) per chiarire il significato di un termine, quando si ritiene che non sia

immediatamente comprensibile (disambiguazione esplicativa).

Esempi:

Abduzione (non Abduzione <Logica>)

Babuvismo (non Babuvismo <Scuola socialista>) Recettori (non Recettori <Biologia>)

Entusiasti (non Entusiasti <Movimento religioso>)

c) per precisare i significati accessori di un termine o quelli che riflettono l’uso del termine in contesti particolari che rimangono, tuttavia, compatibili col suo significato di base (disambiguazione sintattica): in questi casi, riferibili per lo più a termini con significato generico (che hanno cioè molti campi di applicazione), il compito di precisare il senso del termine può essere affidato alle relazioni espresse nella stringa di soggetto.

Esempi:

Dolo – Diritto canonico (non Dolo <Diritto canonico>) Dolo – Diritto civile (non Dolo <Diritto civile>) Dolo – Diritto penale (non Dolo <Diritto penale>) Piovre – Mitologia (non Piovra <Animali mitici>)

Quando un termine disambiguato, presente nei precedenti strumenti di indicizzazione o in altre fonti e accolto nel Thesaurus come non preferito, viene scomposto, si crea il legame reciproco fra il termine disambiguato non più accettato e i singoli termini derivanti dalla scomposizione (vedi 2.4.1). In questi casi, il termine scomposto è corredato di nota storica (vedi 2.3.1.3).

Esempi:

Comunicazione <Psicologia>

USE+ Comunicazione, Psicologia

Nota storica: Scomposto in: Comunicazione, Psicologia Dolo <Diritto canonico>

USE+ Diritto canonico, Dolo

Nota storica: Scomposto in: Diritto canonico, Dolo (La sigla USE+ sta per ‘Usare in combinazione’)