• Non ci sono risultati.

Come è veicolata l’informazione attraverso i new media

1. Dal blog a Twitter, l’informazione libera

Internet compie quest‟anno il suo ventesimo compleanno: era il 13 marzo 1989 quando il papà del World Wide Web, l‟ingegnere inglese Timothy John (Tim) Berners-Lee, presentò ai suoi responsabili del Cern di Ginevra il progetto – dal titolo “Information Management: A Proposal” - che prevedeva un sistema di distribuzione/visualizzazione ipertestuale di dati scientifici su computer collegati in Rete su scala planetaria. A due decenni da quella storica proposta, si fa fatica a ricordare come fosse il mondo prima di Internet, senza la velocità delle informazioni di cui disponiamo oggi e l‟accesso a tutti i tipi di conoscenza in tutto il mondo attraverso due soli oggetti: un computer e una connessione alla Rete. E come possono sfuggire i benefici che la rivoluzione digitale ha portato con sé per chi è cresciuto insieme con essa, così ci si può dimenticare a volte che il web ha di fatto stroncato le possibilità stesse di applicazione della censura, prendendo le redini della libertà di informazione. Tutto lo scibile umano può circolare in Rete immesso da chiunque (non senza correre il rischio di informazioni infondate, errori, e abusi di altro genere), e non avrebbe senso oggi per i giornali o i media istituzionali omettere notizie magari sconvenienti che se non sono già online potrebbero finirci nel giro di pochi minuti. Il blog in particolare, come spazio personale che ognuno può aprire in Rete per dire la propria, è lo strumento per eccellenza depositario di questa funzione. Un caso verificatosi di recente lo esemplificherà .

Vent’anni di World Wide Web

Tutta la conoscenza oggi sul web

Qualche settimana fa è circolata la notizia di un caso di censura ai danni del quotidiano britannico “The Guardian”. Questa la storia56: a maggio scorso il giornale di Alan Rusbridger pubblica un articolo basato su un rapporto che dimostra la responsabilità della società inglese Trafigura nel deposito di rifiuti tossici in Costa d‟Avorio. L‟azienda cerca quindi di insabbiare la notizia affidandosi a uno studio legale esperto in diritto dell‟informazione, e l‟11 settembre ottiene dall‟Alta Corte britannica un‟ingiunzione che vieta la pubblicazione del rapporto. Il tutto si conclude momentaneamente con un accordo per il pagamento dei danni a carico della Trafigura. Il 12 ottobre un deputato laburista dirige un‟interrogazione parlamentare contro il ministro della Giustizia Jack Straw, chiedendogli spiegazioni a proposito di quel caso di censura; a quel punto sull‟edizione online del “The Guardian” spunta un articolo che dà conto di come all‟autore fosse stata proibita la pubblicazione della cronaca dei lavori parlamentari da un‟ulteriore ingiunzione provvisoria, mentre il direttore della testata tenta il ricorso contro il provvedimento e pubblica su Twitter un post sull‟accaduto. Il tam tam della Rete comincia però a farsi sentire, rimbalzando di blog in blog e chiedendo a gran voce di pubblicare quelle notizie. E‟ così che in poche ore la società petrolifera rinuncia alla censura e sul sito di “The Guardian” appare la storia completa.

Oltre alle questioni legate alla libertà di stampa che la vicenda britannica solleva, quello che emerge è la straordinaria potenzialità della Rete e del suo passaparola nel far circolare ogni tipo di informazione, dalla peggiore delle bufale alla più scottante verità: è il risultato dell‟inarrestabile affermarsi dei new media e del Web 2.0, che si è soliti contrapporre al primo World Wide Web per l‟interattività con l‟utente, e di cui la blogosfera è solo una parte.

Apparso per la prima volta nel 1997 in America, dove poco a poco cominciò a prendere piede, il blog, contrazione di web-log ovvero “traccia su rete”, ha superato di gran lunga la sua funzione originaria di diario online, diventando uno strumento di informazione e dibattito, non solo espressione del citizen journalism, ma anche mezzo giornalistico professionale che spesso fa meritare al blogger il titolo di giornalista a tutti gli effetti anche se non iscritto all‟albo. E del resto oggi i blog tenuti da professionisti dell‟informazione

56 Blog “Giornalismo d‟altri” di Mario Tedeschi Lalli, post del 13 Ottobre 2009

L’inchiesta censurata dal Guardian

Impossibile oscurare notizie in Rete

La comparsa del blog

sono sempre più numerosi e di successo, occupando sezioni intere dei siti dei quotidiani oppure editi come blog autonomi: è il caso del famoso “Huffington Post”, blog-aggregatore di notizie americano di cui è autrice Arianna Huffington. I dati più recenti, pubblicati da Editor & Publisher57, rivelano che questo ha superato i contatti del “Washington Post” – uno dei principali quotidiani americani - toccando quota 9,4 milioni di utenti unici con una crescita del 26%. Certo, si tratta di un caso molto particolare non comparabile con gli esiti della miriade di blog che aprono e chiudono ogni giorno praticamente ignorati dal popolo della Rete, ma sarebbe sbagliato minimizzare la portata del dato: quella iniziata con Internet e sfociata nei new media è stata e sarà una rivoluzione inarrestabile per il sistema dell‟informazione.

Tant‟è che anche un‟impresa all‟avanguardia come Amazon, ha deciso di sfruttare il seguito crescente di cui gode la blogosfera, in particolare quella tenuta da professionisti, offrendo ai blogger la possibilità di far leggere i propri post sul nuovo Kindle DX, fino ad ora ad accesso limitato per una ristretta cerchia di cui facevano parte i blogger più di tendenza. Da un uno notizia uscita su Corriere.it lo scorso 9 maggio si apprende invece che chiunque potrà d‟ora in poi vendere i propri articoli in abbonamento, aumentando in questo modo le vendite dell‟e-reader, anche se poi Amazon - che deve necessariamente lucrare sull‟iniziativa - compenserà gli autori con solo il 30%

della tassa di iscrizione. La vendita dei post non arricchirà quindi gli autori di blog, la maggior parte a mala pena ricompensati del lavoro svolto sul web dagli irrisori introiti pubblicitari, ma dimostra comunque la credibilità e il crescente successo del fenomeno.

Twitter, social network creato nel 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco, salito alla ribalta insieme al suo compagno meno informativo ma più comunicazionale come Facebook, rappresenta invece la nuova frontiera del blog, la risposta al fratello meno serio e più giocoso Facebook. E‟ anche conosciuto come servizio di microblogging (i post hanno lunghezza massima di 140 caratteri: di qui il nome Twitter, dall‟inglese “to tweet” che significa cinguettare), in cui a ogni utente è fornita una pagina personale (ma non per inserire foto o tag) attraverso la quale postare continui aggiornamenti su cosa

57 Marco Pratellesi in Media Blog su Corriere.it, 21 ottobre 2009

L’Huffington Post tocca quota 9,4 milioni di utenti unici

I blog leggibili su Kindle

Arriva il microblogging di Twitter

41