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47 giornalismo professionalizzato, in precedenza unico depositario delle notizie

rilevanti, che si è dovuto di conseguenza adeguare, scrivendo di storie che ruotano più intorno alle personalità che agli “issue”71. Per resistere alla dura concorrenza di televisione e web i quotidiani non hanno potuto fare altro che scendere a patti con il pubblico, pubblicando quello che appariva anche sugli altri media che la gente è abituata a consultare, arrendendosi a lasciare sempre più spazio alle cosiddette soft news, le notizie leggere. Senza esprimere giudizi nel merito, ma limitandoci ad analizzare il fenomeno, non sarà sfuggito come sempre più pagine della carta stampata siano piene di notizie riguardanti il Grande Fratello, la trasmissione trash per eccellenza, le mise della mitica Michelle Obama, la amatissima first lady, o ancora le vicende più minime però curiose e quindi (si presume) corrispondenti ai gusti dei lettori. Esiste una sezione su Corriere.it, chiamata “I più letti”, che se cliccata fornisce la classifica degli articoli più visitati: spesso si tratta di notizie irrilevanti sul piano sociale, ma magari particolari, o a sfondo sessuale, in qualche modo sensazionali. “E‟ la stampa, bellezza”, è la frase-simbolo che Humphrey Bogart, nei panni del giornalista Ed Hutchinson, pronunciava nel film "L'ultima minaccia" (1952), diretto da Richard Brooks sul tema della libertà di stampa, a testimoniare oltre tutto che il flusso dell‟informazione non si può arrestare e che può prendere diverse direzioni. Anche una teoria di un famoso giornalista italiano, Paolo Mieli, statuisce che i registri del giornalismo sono altalenanti, e che si deve passare dall‟alto al basso come in un ascensore.

Del resto pubblicare solo il serio omettendo il faceto (in cui va incluso anche l‟orrore, quindi la cronaca nera che va per la maggiore in Italia ma anche altrove), significherebbe rinnegare o ignorare una parte della realtà, mentre il giornalismo ne è un supervisore e un mediatore, che seleziona sì, ma senza false ipocrisie su quello che interessa alla gente, non sempre preoccupata unicamente del serioso dibattito politico. Non ci sarebbe nulla di male, sempre e quando questo giornalismo leggero non tolga spazio alle notizie che meritano maggiore attenzione. In America, più avanti di noi anche sulle nuove tecnologie, l‟era dell‟infotainment è iniziata negli anni Novanta. Fabrizio Tonello, autore de Il giornalismo americano, ha pubblicato nel suo libro una

71Fabrizio Tonello, Il giornalismo americano, Carocci, Roma 2005, p. 91

Il giornalismo tradizionale si adegua ai gusti del pubblico

Le soft news

Paolo Mieli e la teoria

dell’ascensore

La sottrazione di spazio

all’informazione più importante

classifica che 357 giornalisti e manager editoriali dell‟Associated Press compilarono nel 1996 sulle “storie più importanti” a loro dire72.

1)O.J Simpson 2)Susan Smith eletto presidente del Sudafrica Nelson Mandela, continuava l‟assedio di Sarajevo da parte di serbo-bosniaci e l‟amministrazione Clinton aveva aperto (come oggi quella Obama) un acceso dibattito sulla riforma sanitaria negli Usa.

Ogni commento risulterebbe a questo punto superfluo.

3. Cosa è cambiato per il lettore/utente

La rivoluzione digitale ha investito in pieno non solo chi fornisce le informazioni, quindi i giornalisti, ma anche i destinatari delle notizie (il comune cittadino, le istituzioni, gli altri media, etc.), passati peraltro da semplici lettori a utenti di mezzi ad alta tecnologia. Il pubblico è diventato la priorità assoluta per i media: si tratta di un mutamento essenziale per la nuova informazione che l‟analisi dell‟infotainment, visto in chiave di adattamento della notizia ai gusti del pubblico, aveva già fatto affiorare.

Innanzi tutto va ricordato, a costo di risultare cinici, che l‟informazione

profitto, e che in questo senso il lettore o utente è un cliente da convincere a comprare oggi più che mai (la crisi dei giornali ha reso questo aspetto ancora più evidente).

Ma l‟elemento che più spicca nell‟informazione dell‟era di Internet, tale da creare uno spartiacque rispetto al passato, è che è l‟informazione stessa che da qualche anno a questa parte va a cercare il lettore o l‟utente, che tenta di sedurlo per captarne l‟attenzione (abbiamo parlato dei gadget allegati ai quotidiani), che lo intercetta mentre passeggia per strada (il fenomeno della free press lo testimonia), che arriva con sms sul cellulare, che non lo abbandona mai in qualunque luogo si trovi attraverso la tecnologia wireless (Internet senza fili) o i canali all news che trasmettono i loro programmi pressoché ovunque, dall‟aeroporto al bar sotto casa. In sintesi, sono queste le principali novità introdotte dal nuovo modo di fare informazione che, oltre all‟aspetto dell‟infotainment, vanno evidenziate.

La gratuità: nonostante non sia una grande spesa, oggi anche un euro per comprare il quotidiano in edicola può sembrare una cifra spropositata considerato come le stesse notizie della carta stampata si trovino a disposizione gratis e più fresche sul web. E se non sul web, sul canale all news che stiamo guardando in un luogo pubblico, o ovunque ci troviamo in un determinato momento della giornata. L‟informazione è diventata a tutti gli effetti un bene gratuito.

La rapidità. Le notizie sono state adattate alla frenesia dei nostri tempi. E‟

sempre più apprezzata la brevità, di cui Internet è un portabandiera oltre che il supporto più consono per letture corte. Una delle ragioni del fallimento dei quotidiani è proprio che il tempo necessario per poterli leggere debitamente è incompatibile con i ritmi della vita quotidiana. E una rivista prestigiosa come

“Vanity Fair” ha avuto l‟intuizione di introdurre una postilla al termine di ogni articolo che recita “tempo di lettura stimato”, e di seguito i minuti effettivi:

impossibile andare più incontro di così alle esigenze del lettore.

Il tempo reale. L‟aggiornamento continuo è in assoluto la priorità dei nostri tempi, e ha “viziato” gli utenti al punto che il quotidiano che si impagina solo alla fine della giornata non può più competere con questo tipo di informazione.

La

multimedialità dei nuovi mezzi di informazione

E’ l’informazione che va a cercare il lettore

La gratuità dei new media

Le notizie si possono

“consumare” in poco tempo

L’informazione in tempo reale

La notizia del giorno prima è già vecchia, è acqua passata. D‟altra parte il tempo reale ha anche innalzato la soglia di esigenza nei confronti dell‟informazione, che viene richiesta in modo continuo ma senza accontentarsi di bassi standard qualitativi. E anche il confronto tra testate di tutti i tipi e di ogni provenienza, che può essere immediato, è diventato una prassi.

Senza limiti. E‟ inquietante constatarlo, ma Internet può rendere inutile qualsiasi spostamento, perfino andare in edicola. Dicevamo che l‟informazione ci insegue nel senso che non è possibile farne a meno o non essere aggiornati perché questa è ovunque, su Internet o nelle televisioni o sui cellulari di ultima generazione dotati di connessioni alla Rete sempre più sofisticate. Chi desidera conoscere le notizie non dovrà compiere nessuno sforzo: se si trova su un mezzo pubblico ci saranno schermi con lanci di agenzia, e in qualunque altro luogo ci assisterà l‟iPhone. Di questi tempi comprare il giornale può sembrare perfino da nostalgici o retrò .

La dilatazione dell’età dei lettori. La rivoluzione delle tecniche informative ha fatto sì che anche le generazioni più giovani si avvicinassero all‟informazione, tanto da diventarne fruitori se non addirittura protagonisti: è il caso del Sexgate lanciato dallo scoop di Matt Drudge sul noto “The Drudge Report”, che nel 1998 rivelò i piccanti particolari della storia di sesso tra la stagista Monica Lewinsky e il presidente americano Bill Clinton. Drudge all‟epoca era un esordiente webmaster di poco più che trent‟anni, e da allora il suo sito di gossip divenne famoso in tutto il mondo e un punto di riferimento per i giornalisti. Anche per l‟11 settembre il fenomeno si ripeté: decine e decine di video amatoriali circolarono in Rete mostrando al mondo le immagini della catastrofe vissuta da chi c‟era e – dotato di videocamere o cellulari capaci di realizzare filmati - fu in grado di documentare il disastroso crollo del World Trade Center prima ancora che potessero arrivare i media ufficiali.

Accesso diretto alle fonti delle informazioni e partecipazione. Tutti i media ormai si sono adattati all‟avvento dell‟era digitale ritagliandosi uno spazio virtuale in cui essere raggiungibili. Così hanno fatto le agenzie di stampa, ad esempio, sui cui siti è possibile assistere in diretta ai lanci delle ultime notizie, ma anche le istituzioni, che sempre più tendono a pubblicare in

Con Internet ogni

informazione è a portata di mano ovunque

I new media avvicinano i giovani

all’informazione

Accesso facilitato alle fonti

Rete dati, rapporti e studi. In questo modo il comune cittadino ha ottenuto un accesso più semplice e quindi più libero alle fonti dell‟informazione - che hanno cessato di essere una prerogativa del giornalista - e può basarsi su queste per verificare la validità delle notizie che gli vengono offerte dai media tradizionali.

Inoltre, se conosce bene la tecnologia, potrà mantenere un dialogo costante con la stampa, inviando commenti agli articoli o ai blog che – una volta pubblicati - suscitano a volte infervorati dibattiti online tra sconosciuti;

potranno esprimere pareri sui sondaggi per gli utenti; invieranno foto su vicende di cronaca di cui sono diventati testimoni per caso; personalizzeranno i propri account sui social network con post riferiti alle ultime notizie.

L‟interazione è diventata così stretta nell‟era del Web 2.0 da consentire ai cittadini perfino di correggere quello che vedono pubblicato in tempo reale.

Wikipedia, la più grande enciclopedia online, è maestra in questo senso: non solo le singole voci sono compilate da esperti anonimi, ma possono essere modificate se considerate erronee. E‟ stato infatti calcolato in pochi minuti il tempo medio di resistenza su Wikipedia di voci considerate fallaci.