A GRICOLTURA IRRIGUA REGIONALE
4.2 Comparto irriguo regionale
L’Emilia-Romagna è tra le regioni d’Italia più dotate in riferimento alle superfici attrez-
zate ed irrigate (INEA, 2008b). Il territorio è essenzialmente diviso in due parti: la zona setten-
trionale è dominata dalla pianura alluvionale del Po, con il fiume che delimita il confine con Lombardia e Veneto; la parte meridionale, percorsa dalla catena dell’Appennino tosco-emilia- no (cfr. cap. 2). Tra la zona montuosa a Sud e la parte pianeggiante a Nord (detta “bassa”) si estende la fascia subappenninica intermedia collinare e, infine, si distingue la zona litoranea occi- dentale bagnata dal mare Adriatico. La regione ha un reticolo idrografico superficiale in gran parte appartenente al bacino idrografico del Po; con direzione Sud-SO-Nord-NE scorrono, paral- leli fra loro, i fiumi tributari del Po: in destra idrografica, Trebbia, Nure, Arda, Taro, Parma, Enza Secchia e Panaro (tavv. da 1 a 10 dell’allegato cartografico). Vi sono poi altri bacini principali i cui corsi d’acqua sfociano in Adriatico, precisamente quelli del Reno, del Lamone e del Savio e Marecchia.
L’approvvigionamento idrico deriva, per le aree emiliane della Pianura Padana, dal Po e dai suoi affluenti, mentre la parte romagnola è caratterizzata da una storica carenza idrica, sia per la distanza dal grande fiume, che per le esigue portate estive dei fiumi appenninici. Proprio per far
fronte a questo problema fu costruito il Canale emiliano romagnolo (CER), che garantisce, con una
derivazione dal fiume Po, l’approvvigionamento idrico di una vasta area tra le province di Fer- rara e Rimini (cfr. par. 4.3.2), caratterizzata da una intensa attività agricola e da molti insediamen- ti urbani ed industriali, ma povero di acque superficiali.
Sul territorio regionale sono presenti anche falde acquifere utilizzate per soddisfare buona parte dei consumi idrici ai fini civili, industriali e, più limitatamente, agricoli. L’acqua prelevata da falda profonda è di qualità pregiata, per cui le attuali politiche regionali si pongono obiettivi di salvaguardia e tendono a limitarne l’uso ai soli scopi civili, anche al fine di contenere e limi- tare il fenomeno della subsidenza, molto avvertito lungo la costa (cfr. cap. 3).
Il contesto territoriale descritto ha inciso in maniera diretta sulle caratteristiche che ha assun- to l’attività di bonifica e di irrigazione. Le competenze in materia di difesa del suolo e pianifica- zione dell’uso delle risorse idriche sono suddivise tra l’Autorità di bacino del fiume Po (interes- sa 225 Comuni), l’Autorità di bacino del fiume Reno (84 Comuni in Emilia e 11 in Toscana), l’Au- torità di bacino Marecchia-Conca, di carattere interregionale e l’Autorità dei bacini regionali romagnoli (cfr. par. 2.1). Come avviene per l’intera Pianura Padana, in regione risultano elevate le superfici amministrative dei Consorzi di bonifica, che occupano interamente il territorio regio-
nale (fig. 4.1). Sono 15 i Consorzi di bonifica di primo grado e 2 quelli di secondo grado (CERe
Consorzio generale di bonifica nella Provincia di Ferrara).
Figura 4.1 - Inquadramento territoriale dei Consorzi di bonifica
4.2.1 Caratteristiche strutturali
In Emilia-Romagna la gestione delle attività di irrigazione è esclusiva dei Consorzi di boni- fica. Gli Enti irrigui operanti sul territorio sono 15, a carattere regionale, e 2, a carattere interre- gionale con la Lombardia (Agro Mantovano Reggiano e Burana Leo Scoltenna Panaro).
Tra gli Enti regionali, il Consorzio che presenta una superficie amministrativa più ampia è il Parmense, pari al 16% della superficie totale, mentre in termini di superficie attrezzata, con infrastrutture per l’irrigazione, predominano il II Circondario Polesine San Giorgio ed il Parmi- giana Moglia Secchia, pari rispettivamente al 18% e al 14% della superficie totale attrezzata. La superficie attrezzata è, in senso assoluto, tra le più elevate d’Italia, e rappresenta il 24% della superficie amministrativa complessiva (tab. 4.1), valore leggermente superiore alla media del Cen-
tro Nord (21%) e maggiore rispetto al valore nazionale (17%) (INEA, 2008b). Nei Consorzi roma-
gnoli il grado di infrastrutturazione è più basso rispetto a quelli emiliani, in relazione alla storica carenza di acqua del reticolo superficiale, e solo con il completamento dei lavori di allaccio dal
CERsi vedrà aumentare il grado di copertura dell’irrigazione collettiva. Nel Polesine di Ferrara,
invece, il rapporto è più elevato (70%) con la concentrazione di infrastrutture irrigue tra le più ele-
vate del Paese (INEA, 2008).
La superficie irrigata risulta circa il 35% di quella attrezzata, valore pari a circa la metà
del dato nazionale (68%) (INEA, 2008b); questo dato va interpretato considerando le caratteristi-
che della rete consortile e delle scelte produttive. Come valori assoluti, infatti, la superficie attrez- zata della regione è tra le più elevate d’Italia, ma la rete consortile è in gran parte ad uso multi- plo, di bonifica e irrigazione, quindi la presenza di infrastrutture che possono essere usate per l’ir- rigazione è elevata, ma non in tutte le aree si pratica agricoltura irrigua. Per tali ragioni, il dato di superficie irrigata risulta tra i più elevati d’Italia, ma il grado di utilizzazione della rete risulta inferiore rispetto al valore nazionale (cfr. par. 4.3 e cap. 5). In particolare, i Consorzi di bonifica Reno-Palata e Parmense presentano il minor rapporto tra superficie attrezzata e irrigata (5-6%), ascrivibile alla caratteristiche produttive delle aree (cfr. parr. 5.7 e 5.3).
Tabella 4.1 - Superfici degli Enti irrigui regionali
Ente Irriguo Superfici (ha) Indici (%)
Amministrativa Attrezzata Irrigata Sup. att./amm. Sup. irr./att.
Bentivoglio-Enza 97.066 25.133 8.157 25,89 32,46
I Circondario Polesine di Ferrara 93.870 61.297 35.432 65,30 57,80 II Circondario Polesine San Giorgio 119.718 88.940 35.112 74,29 39,48
Parmense 327.624 32.527 1.918 9,93 5,90
Parmigiana Moglia-Secchia 214.318 68.455 24.486 31,94 35,77
Bacini Piacentini di Levante 120.565 18.657 5.360 15,47 28,73
Provincia di Rimini 57.451 2.542 1.024 4,42 40,28 Renana 187.603 61.123 15.211 32,58 24,89 Reno-Palata 196.235 24.618 1.320 12,55 5,36 Romagna Centrale 193.780 22.683 8.325 11,71 36,70 Romagna Occidentale 193.359 27.444 15.137 14,19 55,16 Savio e Rubicone 111.826 5.013 2.796 4,48 55,77
Bacini Tidone Trebbia 140.251 26.535 8.453 18,92 31,86
Valli di Vecchio Reno 43.230 32.320 13.224 74,76 40,92
Totale Regionale 2.096.896 497.287 175.955 23,72 35,38
Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAEmilia-Romagna
Gli Enti irrigui interregionali presenti nel territorio dell’Emilia-Romagna sono 2: l’Agro Mantovano Reggiano e il Burana Leo Scoltenna Panaro, ed entrambi presentano la superficie amministrativa ricadente anche in Lombardia. Il Consorzio Agro Mantovano Reggiano si esten- de per il 70% in Lombardia (provincia di Mantova), e per il restante 30% in provincia di Reggio Emilia (tab. 4.2). L’area attrezzata consortile, che occupa il 75% dell’amministrativa, risulta inte- ramente irrigata ed è servita dallo schema irriguo interregionale Boretto (cfr. par. 4.3.1). Si evi- denzia, infine, che dal 2005 i Consorzi Agro Mantovano Reggiano e Revere hanno costituito un nuovo Consorzio, denominato Terre dei Gonzaga (la fusione sarà considerata nel futuro aggior-
namento del SIGRIA). Le caratteristiche del Consorzio sono illustrate nel Rapporto sullo stato di
irrigazione in Lombardia (INEA, in fase di pubblicazione).
Il Consorzio Burana Leo Scoltenna Panaro ha una superficie di competenza da statuto di 200.722 ettari, di cui l’82% ricadenti in provincia di Modena, porzioni minori nelle province di Bologna e Ferrara (rispettivamente 6.853 e 11.454 ettari) e, molto limitatamente, in provincia di Pistoia (solo 1.014 ettari). La restante parte ricade in provincia di Mantova. Le aree consortili attrezzate, pari al 42% del totale, sono servite dagli schemi interregionali Boretto e Sabbioncel- lo (cfr. par. 4.3.1).
Tabella 4.2 - Superfici degli Enti irrigui interregionali
Ente Irriguo Superfici (ha) Indici (%)
Amministrativa* Attrezzata* Irrigata* Sup. att./amm. Sup. irr./att. Emilia- Extra
Romagna Regione
Agro Mantovano
Reggiano 11.611 27.741 29.403 29.403 74,7 100%
Burana Leo Scoltenna
Panaro 183.106 17.616 85.077 46.075 42,4 54%
* In relazione all’estensione e al grado di interconnessione della rete irrigua, è possibile scorporare tra le regioni solo la superficie amministrativa
Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIALombardia ed Emilia-Romagna
4.2.2 Ordinamenti colturali e volumi irrigui
Le caratteristiche del territorio dell’Emilia-Romagna hanno permesso lo sviluppo di un’agri- coltura ricca ed intensiva, e le grandi opere di bonifica e irrigazione hanno consentito una spe- cializzazione verso colture e produzioni ad alto reddito, in gran parte irrigue. Le colture prevalen- ti sono quelle cerealicole, che occupano gran parte della superficie agricola regionale (78%), per la maggior parte localizzata nelle pianure delle province di Bologna, Ferrara, Rimini Forlì-Cese-
na e Ravenna (cfr. par. 2.6). Segue la produzione di frutta fresca, tra cui spiccano produzioni IGP
(pesca nettarina di Romagna, pere dell’Emilia-Romagna, marrone di Castel del Rio). Da non dimenticare la produzione foraggera, legata all’allevamento e con forte specializzazione per la
produzione del Parmigiano Reggiano DOP.
Passando alle colture irrigue praticate nelle aree consortili a livello regionale, l’analisi dei
dati colturali riportati nel SIGRIAè stata fatta per tipologie, in quanto vi è una notevole varietà del-
le colture praticate. I gruppi individuati sono: frutticole (impianti di alberi da frutto e vivai frut- ticoli), vivai/pioppi (vivai orticoli, di piante industriali e pioppeti), radici/tuberi (comprende le varietà di patata e la barbabietola da zucchero), ortive (aglio e scalogno, cipolla, cocomero, fagio- lo verde, fragola, melone, pomodoro e altri ortaggi in genere), riso, foraggere (prati e pascoli,
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erbai, bietola da foraggio e erba medica), cereali da granella (mais, panico e sorgo), leguminose (soia e pisello) e vigneti. Dal grafico 4.1, dove si pone in relazione la tipologia colturale e la relativa superficie investita (e irrigata), si evince che le colture più diffuse nell’area consortile sono i cereali da granella (circa 34%); seguono gli impianti da frutto e le foraggere, con entram- bi circa il 16%, le ortive e le piante da radici e tubero, con rispettivamente il 12% e il 10%.