• Non ci sono risultati.

Investimenti del Piano irriguo nazionale ricadenti nella Regione Emilia-Romagna Il Piano idrico nazionale del 2004 prevede numerosi investimenti irrigui ricadenti nel ter-

A NALISI DEGLI INVESTIMENTI PER IL SETTORE IRRIGUO

Grafico 6.3 Interventi nazionali del Programma di completamento delle leggi 388/2000 e 178/

6.1.3 Investimenti del Piano irriguo nazionale ricadenti nella Regione Emilia-Romagna Il Piano idrico nazionale del 2004 prevede numerosi investimenti irrigui ricadenti nel ter-

ritorio della Regione Emilia-Romagna.

Infatti, la legge finanziaria 2004105ha previsto che, all’interno del Piano idrico nazionale,

fosse definito il Piano irriguo nazionale (PIN) che ha consentito la prosecuzione degli interventi

infrastrutturali nel settore irriguo avviati con la l. 388/2000, riguardante il Patrimonio idrico nazio- nale, assicurando risorse finanziarie precedentemente garantite con leggi di tipo straordinario (l. 140/1992 e l. 135/1997).

Le risorse finanziarie rese disponibili hanno permesso di individuare, nell’ambito di un complesso di progetti esistenti, pari a circa 7 miliardi di euro, interventi prioritari per 1.100 milio-

ni di euro, inseriti nel PIN, approvato con delibera CIPE74/2005. Successivamente, con la deli-

bera CIPE75/2006 è stato possibile approvare il Programma di completamento del Piano irriguo

che prevede investimenti di settore per un importo di 500 milioni di euro, interamente destinato alle aree centro settentrionali.

La Regione Emilia-Romagna, chiamata nel 2004 a formulare un proprio programma gene- rale per interventi a breve, medio e lungo termine, ha individuato le principali priorità infrastrut-

turali del proprio territorio, segnalando al MIPAAFi relativi progetti tecnici, che sono andati a costi-

tuire il cosiddetto “patrimonio progetti” regionale. Successivamente, il MIPAAFha richiesto alla

Regione ulteriori indicazioni per individuare, nell’ambito esclusivo degli interventi esecutivi segnalati, 3 livelli di priorità connessi ai rispettivi 3 livelli istruttori.

Dalle comunicazioni della Regione Emilia-Romagna è emerso un fabbisogno finanziario per progetti esecutivi di priorità elevata, pari a 285,055 milioni di euro. Tra questi, sono stati sele- zionati interventi esecutivi, per i quali il procedimento istruttorio richiesto risultava concluso entro aprile 2004, per un importo complessivo di circa 255,555 milioni di euro.

Successivamente, nell’ambito dei progetti esecutivi segnalati, sono stati inseriti nel Piano

irriguo nazionale 18 progetti, interamente finanziati con i fondi della delibera CIPE74/2005, per

un importo complessivo di 124,547 milioni di euro.

105 L’art. 4, comma 35 lettera c) ed il comma 36, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 hanno statuito che: “Al fine di garantire il necessario coordinamento nella realizzazione di tutte le opere del settore idrico, in coerenza con gli Accordi di programma qua- dro esistenti, è definito il «Programma nazionale degli interventi nel settore idrico…” Entro il 30 luglio 2004, il Ministero del- l’ambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministeri dell’economia e delle finanze, delle politiche agricole e fore- stali e delle infrastrutture e dei trasporti, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province au- tonome di Trento e di Bolzano, presenta al CIPEil Programma nazionale di cui al comma 35.

Gli interventi hanno come beneficiari 11 Consorzi e riguardano l’intero territorio regiona- le e sono sia interventi di adeguamento, che di completamento. Sono previsti anche dei nuovi interventi. Allo stato attuale tutti gli interventi sono stati appaltati ed i relativi lavori risultano in corso di esecuzione.

Nello specifico, i lavori di completamento riguardano le opere di adduzione e stoccaggio (Consorzio di bonifica Romagna Centrale), impianti pluvirrigui (Consorzio di bonifica Renana), gli impianti di sollevamento (Consorzio di bonifica di secondo grado Generale di Ferrara) e le opere connesse con il sistema idraulico del Canale emiliano romagnolo, come ad esempio la distribuzio- ne irrigua per l’aree romagnole (Consorzi di bonifica Romagna Occidentale e Savio e Rubicone).

Gli adeguamenti riguardano:

– i lavori sulla rete irrigua dei canali demaniali (Consorzio di bonifica Bentivoglio-Enza) o di adduzione (Consorzio di bonifica Parmense, Consorzio di bonifica Reno-Palata, Consorzio di bonifica II Circondario);

– l’ammodernamento e la ristrutturazione di impianti di sollevamento (Consorzio di boni- fica Burana Leo Scoltenna Panaro e Consorzio di bonifica di secondo grado Generale di Ferrara), di condotte forzate (Consorzio di bonifica Bacini Tidone e Trebbia) o di sbar- ramenti irrigui (Consorzio di bonifica Reno-Palata);

– i lavori di ripristino della funzionalità idraulica di canali collettori (Consorzio di boni- fica Burana Leo Scoltenna Panaro) o la sistemazione naturalistica di tratti di alveo a monte di manufatti di regolazione (Consorzio di bonifica Parmigiana Moglia Secchia). Sono previsti anche 2 nuovi interventi, come la costruzione di micro-invasi irrigui e del-

l’impianto interaziendale a servizio delle aziende agricole della zona di Vignola (MO) (Consor-

zio di bonifica Burana Leo Scoltenna Panaro) o la costruzione di condotte e impianti irrigui per derivare acque dal Canale emiliano romagnolo (Consorzio di bonifica Romagna Centrale).

In generale, gli interventi previsti dal Piano irriguo sono finalizzati non solo al raggiungi- mento di obiettivi specifici per il settore irriguo (ad esempio l’aumento delle superfici irrigabili), ma anche degli obiettivi di tutela quantitativa della risorsa idrica previsti dal Piano di tutela del- le acque, come ad esempio:

– la riduzione dell’attuale deficit idrico rispetto al Deflusso minimo vitale (DMV), specie

nei mesi estivi con situazioni locali di scarsità idrica, sofferenza per gli ecosistemi natu- rali e potenziale conflitto tra usi alternativi dei corsi d’acqua (irriguo, idropotabile, ricrea- tivo, energetico);

– riduzione del “deficit di falda”, dovuto all’attuale eccesso di prelievo di acque sotterra- nee rispetto alla naturale capacità di ricarica della falda;

– miglioramento dell’efficienza delle reti idriche di adduzione e di distribuzione (e quin- di riduzione delle perdite);

– realizzazione di accumuli della risorsa appenninica, con lo scopo di alleviare il deficit

idrico rispetto al DMVe razionalizzare i prelievi;

– aumento dell’efficienza delle tecniche di irrigazione al campo.

Il raggiungimento di alcuni di questi obiettivi “ambientali” permetterebbe di ridurre le pres- sioni sui corpi idrici attualmente in situazione di stress, come i corsi d’acqua superficiali in cui si registra carenza d’acqua nei mesi estivi e le falde sovrasfruttate, utilizzando altre fonti di risorsa idrica rinnovabile al fine di soddisfare le necessità del settore irriguo, con minori impatti sull’am- biente (ad es. il fiume Po). Gli altri obiettivi puntano, invece, a realizzare un efficientamento gene- rale del sistema irriguo, riducendo le perdite idriche e migliorando le tecniche di irrigazione.

Inoltre, nell’ambito dell’analisi degli obiettivi previsti dai progetti del Piano irriguo nazio- nale, è possibile suddividere i vari interventi infrastrutturali in funzione delle diverse aree regio- nali che traggono beneficio dalla realizzazione degli stessi. Nello specifico:

– nell’area piacentina sono previsti una serie di progetti che hanno il compito principa- le di adeguare e razionalizzare gli schemi impiantistici attuali, legati prevalentemente ad approvvigionamenti dalla fonte appenninica ed in parte a sollevamenti dal fiume Po. Per gli approvvigionamenti appenninici si evidenziano interventi connessi agli invasi irrigui esistenti ed alla loro rete di adduzione, con i quale aumentare i volumi disponi-

bili, ridurre le perdite, ridurre i deficit connessi alla progressiva applicazione dei DMV

e contenere gli emungimenti dalle falde. Per gli approvvigionamenti dal Po si consi- dera, invece, l’estensione verso monte degli areali irrigati per aumentare le disponibi- lità al campo;

– nell’area del parmense, i progetti previsti sono in linea con le indicazioni del Piano di tutela, e sono finalizzati all’adeguamento dei manufatti di prelievi da Po, in relazione alla problematica legate all’abbassamento dell’alveo, nonchè al miglioramento dell’ef- ficienza di prelievo e all’adduzione per l’areale irriguo connesso al torrente Enza. Tali opere hanno lo scopo di fare fronte, per quanto possibile, agli attuali deficit di risorsa

ed alla ulteriore penuria conseguente l’applicazione dei DMV, contenendo anche le cri-

ticità locali sulle acque di falda;

– nella area reggino-emiliana, i progetti previsti riguardano sia la fondamentale risorsa di provenienza dal Po, sia i prelievi dagli affluenti appenninici. Per quanto riguarda le aree sottese dai prelievi di Po, gli interventi interessano sia il miglioramento dell’effi- cienza di presa, sia il potenziamento di impianti intermedi di sollevamento e l’adegua- mento della rete irrigua principale e distributiva. Le opere riguardano entrambi gli approvvigionamenti principali dal torrente Enza e dal fiume Secchia: nel primo caso, per il miglioramento della rete di adduzione e distribuzione, nel secondo, per migliora- re la capacità di invaso di manufatti esistenti, apportando più acqua al campo e, quin- di, sfruttando meglio le disponibilità ed attenuando, nel contempo, le criticità attuali e di prospettiva, legate agli emungimenti dalle falde di conoide. L’uso più razionale del- le acque appenniniche consentirà di fronteggiare meglio i deficit causati dall’introdu-

zione dell’obbligo del rilascio dei DMV;

– nell’area del modenese, gli interventi previsti sono prevalentemente finalizzati al ripri- stino/miglioramento della capacità di prelievo/distribuzione delle acque del Po, che ver-

rebbero sollevate direttamente o mediante il CER, sostituendo parte degli apporti dagli

affluenti appenninici, già in condizione crescenti di criticità a causa dell’effetto dei DMV.

Sempre per sopperire alla scarsità appenninica di risorsa, sono anche previsti degli accu- muli temporanei della risorsa, con i relativi impianti tubati di distribuzione, nell’ottica della razionalizzazione e del risparmio nel settore. Ciò anche per il contenimento dei prelievi irrigui dalle falde di conoide e, quindi, per la sostenibilità quantitativa degli acquiferi;

– nell’area del bolognose, gli interventi previsti sono tutti connessi al miglioramento ed

alla estensione degli areali irrigui consorziali che utilizzano acqua del CERe prevedo-

no delle adduzioni a gravità, in misura prevalente a monte, con adduttori in pressione e impianti irrigui in pressione. In questo secondo caso, andando ad interessare zone con prelievi appenninici precari o con prevalenza di emungimenti dalle falde, si favorisce la riduzione della criticità sulle acque sotterranee della fascia pedecollinare, al fine di

diminuire le sofferenze irrigue connesse alla introduzione dei DMV;

– nell’area del ferrarese, tutti i progetti riguardano il miglioramento nell’uso delle acque del Po, essendo l’area quasi integralmente rifornita da questo tipo di risorsa. La mag- gior parte delle opere riguardano la ristrutturazione/potenziamento dei sollevamenti

da Po (compreso lo stesso impianto di Palantone da cui si alimenta il CER), al fine di

aumentare le disponibilità idriche e di rendere più sicuri gli approvvigionamenti nei casi di bassi livelli idrici del Po. Le altre opere previste sono legate ad interventi su canali di adduzione e distribuzione e sono volte ad incrementare le disponibilità idriche del- le aree consortili;

– nell’area del ferrarese, tutti gli interventi previsti riguardano l’uso della risorsa di pro-

venienza Po-CER. Si tratta, da un lato, di opere di adduzione, prevalentemente connes-

se a condotti in pressione che porteranno l’acqua nella fascia a monte del CER, con le

relative stazioni di pompaggio e vasche di accumulo; inoltre, sono previsti numerosi nuovi impianti irrigui, nonché completamenti ed estensioni di impianti preesistenti. Si rileva che tali impianti prevedono generalmente l’aspersione o la microirrigazione, ovve- ro tecniche irrigue più idonee ai fini del consumo di acqua (anche in relazione alle neces- sità energetiche connesse al sollevamento) e che gli stessi riguardano areali in cui è prevalente, allo stato attuale, il prelievo da falde, con un evidente beneficio sull’uso quantitativo delle stesse;

– nell’area del cesenatico, i progetti previsti riguardano l’impiego delle acque del Po-

CERnella fascia a monte del CERstesso. Sono interventi che prevedono la realizzazio-

ne di opere di distribuzione irrigua ed di impianti irrigui. Tali opere prevedono l’adozio- ne delle tecniche irrigue di aspersione e di microirrigazione che, essendo più adatte ai fini del risparmio idrico, consentiranno di intervenire su aree che, attualmente, attingo- no dalla fonte sotterranea, e che, conseguentemente, potranno trarre benefici in termini di sostenibilità quantitativa degli acquiferi;

– nell’area del riminese, le opere hanno lo scopo di portare le acque del Po-CERentro la

provincia di Rimini, dove, se si esclude, in parte, il fiume Marecchia, non vi sono pra- ticamente deflussi naturali utili nel periodo estivo. L’utilizzo di tale risorsa potrà, quin- di, contenere gli attuali approvvigionamenti irrigui dalle falde, con beneficio in termi- ni di sostenibilità delle stesse, nonché eliminare i futuri deficit sugli areali irrigui con-

nessi al Marecchia, legati alla introduzione dell’obbligo dei rilasci connessi ai DMV.

Esaminando i dati finanziari riguardanti il Piano irriguo nazionale e rapportando l’impor- to complessivo degli interventi del suddetto strumento programmatico ricadenti nel territorio emi- liano ed il totale degli investimenti previsti dal Piano nelle aree centro settentrionali, si eviden- zia che i progetti ricadenti in Emilia-Romagna rappresentano circa il 16% del totale, al pari dei fondi assegnati alle regioni Piemonte e Veneto.

Questa percentuale risulta rilevante, soprattutto se si confronta l’importo dei progetti com- plessivamente programmato dalla Regione Emilia-Romagna, pari a circa 255,555 milioni di euro,

con l’importo dei progetti effettivamente finanziati dalla delibera CIPE 74/2005, pari a circa

124,547 milioni di euro, con una percentuale di progetti finanziati rispetto ai programmati pari al circa 49% del totale programmato.

Pertanto, con riferimento alla Regione Emilia-Romagna restano ancora da finanziare pro- getti per un importo di circa 131,000 milioni di euro, corrispondenti al 51% circa del totale dei progetti programmati dalla suddetta delibera.

A tale proposito, si evidenzia che gli interventi programmati dalla Regione Emilia-Roma-

verranno parzialmente finanziati con i fondi recati dalla delibera CIPE75/2006 che ha approvato il Programma di completamento del Piano irriguo nazionale (par. 6.1.2).

Infatti tale delibera ha programmato ulteriori investimenti per circa 123,058 milioni di euro, prevedendo il finanziamento di opere irrigue pari a circa 91,098 milioni di euro, con una percen- tuale di progetti finanziati rispetto ai programmati pari a circa il 74%.

A tale riguardo, si precisa che le opere previste dalla delibera CIPE75/2006 potranno esse-

re finanziate soltanto a decorre dall’anno 2011, in ottemperanza alle disposizioni dettate dal- l’art. 2, comma 133, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), che ha stan- ziato fondi complessivi pari a 1.500 milioni di euro, di cui 500 milioni di euro destinati proprio al finanziamento delle opere previste dalla richiamata delibera 75/2006 ed i rimanenti 1000 milio- ni di euro destinati al finanziamento delle opere che saranno inserite nel nuovo Piano irriguo nazionale.

Infatti, gli ulteriori interventi infrastrutturali segnalati dalla Regione Emilia-Romagna al momento della definizione del Piano Idrico Nazionale del 2004, che non hanno trovato copertu- ra economica negli stanziamenti disposti dalle due delibere, potranno essere eventualmente finan-

ziati nell’ambito del nuovo processo programmatico per il settore irriguo avviato dal MIPAAFnel

2007, che porterà alla definizione del nuovo Piano irriguo, da finanziare con le restanti risorse recate dalla finanziaria 2008.

6.2

Analisi degli investimenti irrigui regionali